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giovedì 27 settembre 2012

Attenta Signora ai “padroni” e a tutti coloro che vivono di noi

I "padroni" oggi come allora sono molto forti e hanno per imbiancare i loro sepolcri il nuovo "olio santo" del denaro e del consumo, della ricchezza e libertà apparenti, con cui tutto viene giustificato e occultato. La libertà sessuale delle donne che ci si era profilata come una promessa che quasi riuscivamo a intravedere rischia di essere rovesciata e mistificata per molte, troppe nostre simili nella licenza concessa ai nuovi "magnaccia" del capitalismo neoliberista di sfruttare e ferire i loro corpi sessuati, facendo della miseria da essi stessi alimentata il volano del loro ulteriore arricchimento. Grazie infinite all'anonima autrice di questa straordinaria lettera che rileggo in un tempo in cui il conservatorismo più becero giunge all'ardire di assumere le false apparenze di progresso..

Egregia Signora,
era da tanto tempo che Le volevo scrivere ma non mi decidevo mai perché è difficile per una come me trovare il tempo e la tranquillità necessarie. Avrà già capito chi sono.. sono una della tante “signorine”, “una di quelle” come ci chiamano le “cosidette” persone “per bene”. Ci siamo conosciute qualche anno fa in una sua ispezione-visita in una Casa in cui ero di passaggio; non mi sono fatta notare perché non volevo che l’emozione per la sua presenza mi togliesse la maschera che da anni mi sono imposta per nascondere a tutti chi sono, cosa penso, etc. Ho una sorella più giovane di me che non sa nulla della mia vita e che si guadagna la vita facendo la dattilografa ad un architetto e alla sera arrotonda il non lauto stipendio battendo a macchina le tesi per gli studenti e le sceneggiature cinematografiche. Mia sorella crede che io faccia la rappresentante di cosmetici e di bijotterie e sino ad ora sono riuscita a farglielo credere. Ogni due o tre mesi, quando sono ben ripulita, la vado a trovare, al fermo posta di ogni città grande che tocco ricevo la sua posta e la posso seguire nella sua onesta vita, adesso la sto aspettando da un momento all’altro nella sua stanza ammobiliata e mi sento anche ripulita per permettermi di confidarmi un po’ con lei, egregia Senatrice.
Spero tanto nella sua legge.. e la temo un po’. Spero perché con la chiusura legale di queste orribili case avrò anch’io la possibilità di chiudere questo tipo di vita inumana senza strascichi di libretti, senza liste ricattatorie in questura, etc. etc. La temo perché non vorrei che gli effetti rimanessero uniti tutti con l’olio santo.. la morale dei “cosidetti uomini e donne “per bene”, salva e il marciume dei “padroni” e dei “capitalisti di carne umana” trionfante.
Mi spiego meglio: Sono la figlia di un uomo che forse lei ha conosciuto perché fu tutta la sua vita un socialista e godette nel suo piccolo fama grande di galantuomo. Mio padre era un ottimo tipografo, ma il desiderio di istruirsi e di migliorare la sua posizione era tale che lo chiamavano “il professore” tanto ne sapeva di tutto. Mia madre morì che noi eravamo piccole, ma mio padre fu madre e padre insieme. Non ci mancava nulla perché il babbo lavorava tutto il giorno e parte della notte: ci mandò alla scuola e sperava per noi due almeno..  una laurea. Povero babbo.. eravamo piccole, il fascismo trionfava e lui ci parlava del mondo del domani.. della giustizia sociale, della libertà, della plebe che avrebbe spezzato le catene e si sarebbe finalmente posta nella condizione di governare in nome del popolo.. queste ed altre cose ci diceva e noi lo guardavamo con gli occhi sgranati. La guerra infame ci distrusse tutto: casa e tipografia; il babbo colpito da un male inesorabile non ebbe più la forza di difendere il nostro nido, spendemmo tutti i risparmi per farlo curare e morì esortandomi ad essere onesta e a non abbandonare la mia sorella minore; fino all’ultimo credette nella sconfitta del fascismo e volle in tasca prima di morire con le nostre fotografie quella di Giacomo Matteotti.
Signora, sa cosa vuol dire essere giovani (16 anni) e credere che tutti siano come il proprio babbo? Sa cosa vuol dire trovarsi sola nel mondo a lottare per la vita? Lei è una socialista e non può ignorare che quando una giovane ragazza si presenta in ufficio, il più delle volte se vuole lavorare deve soggiacere alle proposte più umilianti.. Il padrone fiuta da lontano la bella ragazza che ha bisogno, fiuta da lontano  chi non ha più nulla da impegnare ed ha fame, fiuta da lontano chi è ingenua e non ha più nessuno che la protegga (chiedono ha fratelli, ha padre, ha qualcuno?..) Per farla breve, la figlia di quel galantuomo, colei che nella sua giovane vita aveva sentito parlare di solidarietà umana, fu violentata, dico violentata da un certo avvocato che molti consideravano “perbene” e le cui figlie (della mia età) ora fanno parte di quel mondo per cui siamo “quelle”.
Apro una parentesi Signora, l’avvocato in questione non perdeva una messa e non la faceva perdere alle figlie.. Cara Signora, ero minorenne (16 anni veramente ingenui e puri) ebbi paura di fare scandali, non sapevo a chi avrei potuto raccontare la mia tremenda sventura, la guerra non era ancora finita, gli amici del babbo erano tutti in montagna, altri in campo di concentramento, altri ancora non sarebbero più tornati.. ebbi paura anche che il nome di mio padre andasse alla polizia e che la mia sorellina fosse mescolata allo scandalo. Chi mi avrebbe creduta, chi avrebbe creduto alla povera ragazza sola in cerca di lavoro? L’avvocato era importante, andava alla messa, la sua famiglia era “stimata”. Lui capì subito tutto e si offrì di aiutarmi purché avessi seguito tutto ciò che mi consigliava. Non dovevo parlare con nessuno, sarei stata affidata ad una persona di sua conoscenza che mi avrebbe fatto continuare gli studi e (con denaro dell’avvocato) mia sorella sarebbe stata messa in collegio. Mi fecero cambiare città e finalmente conobbi l’amica dell’avvocato. Per la mia sorella fu subito provveduto col collegio, per me bisognava aspettare. Intanto avrei imparato a scrivere a macchina e a sbrigare lavoretti d’ufficio. Quella donna ufficialmente sbrigava affari commerciali, prestiti su pegno, vendita di Case e appartamenti, e l’avvocato ne era il legale. Intanto i mesi passavano.. quando i legami con la mia città furono definitivamente sciolti l’avvocato fece sapere alla sua amica che non solo non avrebbe più pagato la retta del collegio, ma se mi fossi ancora fatta viva mi avrebbe denunciata e mi avrebbe fatto mandare in carcere per ricatto, che mi ricordassi bene: io non l’avevo mai conosciuto e lui non mi aveva mai vista!
Di colpo il secondo dramma della mia vita, come avrei  fatto a pagare il collegio, per me la fame.. a meno che.. mi disse la mia “benefattrice”, non fossi stata compiacente con un suo giovane conoscente che forse mi avrebbe anche sposata. Scappai dalla casa di questa “donnaccia” e la sera stessa fui rastrellata dalla polizia perché senza documenti e con l’aria spaurita. Fu la signora che mi tolse dalla camera di sicurezza ma ormai ero nelle sue mani. Le parole sacre di mio padre in mezzo a quel putridume immerlettato sembravano così lontane, vicine erano le minacce, le blandizie, la fame e la paura di tutto. Sembravo un gattino spaurito eppure iniziavo la discesa..l’appartamento della “benefattrice” fu la mia prima casa chiusa.. per imbonirmi, la “benefattrice” mi diceva che erano innamorati di me e che avrei trovato marito.. ero molto bella, forse lo sono ancora, ma quante volte ho maledetto la mia avvenenza in questa sporca società!! Per fuggire da quella casa non ebbi altra scelta che una “casa chiusa” di lusso.. avrei trovato i denari per andare all’estero e rifarmi una vita e invece..giù, sempre più giù.
Signora Merlin, nessuno torna indietro e le vite si rifanno quando tutto si ripulisce, non solo le case chiuse. Potrei aggiungere altri particolari, ma non vorrei che pensasse al solito piagnisteo che ciascuna prostituta racconta quando il cliente la interroga (sempre dopo esserci andato a letto..): perché è arrivata lì. Lei però ha il dovere di crederci e lo dimostra con la sua legge che crede in noi e al nostro riscatto e non a quelli che dicono:”Se fa la prostituta è perché è nata così”. No. Signora, non sono nata così né io né la maggior parte, anzi tutte le altre come me, ci siamo diventate, ci siamo diventate perché la società ci ha fatte diventare, ci hanno fatto diventare così i vari “avvocati” per bene, le varie “benefattrici” che si incontrano su tutte le strade della gente che ha fame e che è ricattata su tutto. Io ho qualche punto sulle altre perché sono un po’ istruita e non del tutto sciocca; dalla triste e dolorosa esperienza di tutta la mia vita mi sono temprata(sia pure nelle case chiuse) e vivo due vite: quella pulita (è per un domani, e la vivo nel mio sogno, in quei pochi minuti in cui il sonno mi libera da tutti e posso stare con me stessa), quella sporca con il volto da “grinta” rapace è per gli estranei.. e sono senza pietà perché nessuno ne ha avuta mai per me. E’ con il volto che avevo quando ero bambina, è con le parole che le direbbe mio padre che le dico: faccia chiudere le case ma non perda di vista gli ideali che furono del mio babbo (o che bene mi fa poter parlare del mio babbo con una persona delle sue stesse idee!). Stia attenta a coloro che con la veste della “morale” si accodano a lei per la chiusura: loro non la vogliono perché ci sono in mezzo per sfruttarci e non credono a un nostro riscatto, quello vero, quello di cui mio padre sempre parlava: loro ci vogliono mandare a messa tutti i giorni come ci andava l’”avvocato potente” e dicono che ci riscatteremo in paradiso.  Signora, noi il paradiso lo vogliamo sulla terra, perché siamo giovani e il nostro paradiso è una casetta con un marito e dei bambini che non abbiano sempre fame e che non incontrino mai più uomini come ho incontrato io, questo è il nostro paradiso!
Attenta al pietismo cattolico, tutto con l’olio santo credono di aggiustare e la prostituzione rimarrà ugualmente e la miseria, e la fame. Questo diceva quel galantuomo di mio padre, e la figlia disgraziata di questo galantuomo si permette di esortarla a dare battaglia su tutto il fronte alla malavita delle case, ma non perda di vista la battaglia per il socialismo, quella che ci riscatterà tutti e che darà a me che ho solo 29 anni e che sono vecchia di dolore la possibilità di essere libera di amare veramente un uomo onesto che mi possa guardare in volto come mi guardava mio padre: solo a lui dirò che lo amo, non l’ho mai detto  a nessuno, ma per questo uomo e per questo domani io ho già pagato il mio prezzo di dolore; ci aiuti lei a raggiungerlo. Non sarà sola, signora, perché tante altre povere disgraziate anche se più ignoranti di me e perciò anche più infelici lo desiderano!
Attenta Signora ai “padroni” e a tutti coloro che vivono di noi; non solo sono forti, non solo sono ben inoltrati nel mondo dei “potenti”, ma hanno menti direttive molto abili, e la loro corruzione non è solo di denaro. La loro propaganda è sottile, diabolica: dal loro mondo, nessuna di noi torna indietro perché come in una giungla migliaia e migliaia di fili sottilissimi e forti ci tengono prigioniere. Guai a chi tenta di fargliela! Io sono riuscita non dico a fargliela perché semmai ho distrutto solo me stessa ma a farmi vedere differente da quella che veramente sono. Godo della loro “amicizia”, della loro “stima” e mi considerano una di quelle che domani sarà “dei loro”. Signora, quel domani, il mio vero domani lo sogno ormai da anni, e ci sarò ne stia certa. Non dei loro, ma l’accusatrice spietata, a nome di tutte quelle che non hanno avuto la forza di odiarli tanto quanto li ho odiati io. E li conosco tutti, le conosco tutte, anche quelli dell’ombra. Solo allora sarà placato mio padre e io sarò stata “sacrificata” perché altri non lo fossero più; è solo a quel domani che io credo, è per quel domani che trovo la forza di vivere. Lei mi ha capito, lei che ha la stessa idea del mio babbo; non dico la “mia” perché una donna come me non può associare il suo operato con una idea così onesta ed elevata.. Però ho letti di Paesi in cui donne come me, piegate dalle circostanze non solo si sono riscattate ma sono di esempio e di utilità in campi onesti e produttivi. Perché non potrebbe essere questo anche in Italia?
Io so che lei conosce perfettamente la nostra vita interna; io pur essendo in case di prima categoria le posso dire che anche qui la vita è durissima e spietata: visite rare e addomesticate a suon di quattrini, medici legati alle “padrone”, polizia legata alle “padrone”, “magnaccia” legati a personalità illustri, alla polizia, alle padrone. Oggetti da toeletta, vestiario, biancheria, persino il cibo extra, etc. deve essere acquistato internamente per far guadagnare ancora i padroni; non è vero che una donna può rifiutare qualche cosa al cliente.. cliente scontentato rinnovo perso .. e la voce corre e le case non vogliono donne “schizzinose” (così vengono chiamate le signorine che non si adattano a tutte le deviazioni paranoiche dei nostri clienti). Dicono che non abbiamo voglia di lavorare ed è per questo che facciamo questa vita. In cambio che ci offrono queste “degne e pie persone”? di far loro da serva.. ed essere a loro disposizione o dei loro figli, per poche lire al mese. Sarebbe più onesto, dicono loro, infatti si vede in quale conto e con quale rispetto è considerata “la serva” e quale gradino ha nella scala sociale.. Quando veniamo dal popolo a noi ci chiamano “sgualdrine”, le stesse cose le fanno le figlie dei ricchi e allora sono “alla moda”. .. Poca voglia di lavorare!!! Solo gli scalini che anch’io come tante altre ho dovuto salire e scendere centinaia di volte in un giorno: una giornata speciale contai 120 clienti, 2.400 scalini saliti e scesi, e poi, come se non bastasse (tralascio i particolari di scurrilità) alcuni clienti quando hanno finito, ci fanno la morale e ci esortano a cambiar vita.. dobbiamo salvare l’anima, ci dicono!!!
Le poche ore che ho tutte per me (me le rubo al sonno) le passo a leggere dei buoni libri a cui cambio la copertina perché non voglio tradirmi, libri buoni di letteratura, libri sociali. Allora in quei momenti ho vicino a me mio padre, e sogno con lui che il mondo sarebbe più bello se gli uomini come il babbo (oh! non era un genio, solo un galantuomo) potessero finalmente agire e cancellare per sempre le cose orribili che vi sono; la miseria fisica e quella morale. E che tutti potessero guardarsi in volto in un mondo che sarà migliore con quello sguardo con cui mio padre guardava me, con cui guardava i suoi compagni.
Mi scusi la lunga chiacchierata, volevo scriverle delle cose, ne ho dette delle altre, scusi le sgrammaticature ma mi vengono le parole dal cuore e non voglio mutarle.
Non mi firmo perché come tutte di questo ambiente temo rappresaglie. La brutta azione della mancata firma lei me la perdonerà in nome di quel rispetto che mi ha spinto a scriverle. Se sono stata volgare mi perdoni ugualmente (è difficile non risentire della grossolanità di questo nostro ambiente). Anche se non sono degna mi permetterò di esortarla, egregia e combattiva signora, a battersi per la sua legge e farla trionfare e nello stesso tempo a battersi e a far trionfare l’ideale che fu del mio babbo: solo allora potrà esserci ancora per me non solo una speranza ma una certezza di vera vita.

p.s. Mi permetterò di scriverle ancora e si abbia lì ossequio più devoto 

Da "Lettere dalle case chiuse" a cura di L. Merlin, C. Barberis, Edizioni Avanti!, Roma 1955, in "La legge del desiderio: il progetto Merlin e l'Italia degli anni Cinquanta" di Sandro Bellassai

martedì 12 giugno 2012

Sotto attacco

Non c'è dubbio che in questo momento le conquiste delle donne, ottenute a caro prezzo negli ultimi 40 anni in un'epoca di generale avanzamento dei diritti e della giustizia sociale, siano sotto un attacco senza precedenti, che diventa anche legislativo e istituzionale. Sembra impossibile, ma in questi giorni la Corte Costituzionale discuterà il fondamento costituzionale della 194, al Senato si discutono diversi progetti di legge che introducono la PAS nella normativa relativa all'affido condiviso, mentre è di ieri la notizia particolarmente scioccante della scarcerazione dello stupratore dell'Aquila , con la disperazione della ragazza stuprata con una spranga di ferro e quasi uccisa che sta pensando di espatriare.
Un quadro piuttosto fosco, per non dire nero.

Nel mio lavoro di approfondimento non mi sono quasi mai occupata particolarmente di leggi e progetti di legge in quanto personalmente ritengo ci siano questioni  ancora più rilevanti delle leggi - questioni  di natura sociale, culturale, economica, criminale, ecc. -.che fanno sì che la stessa normativa resti un dettato di principio e in alcuni casi diventi carta straccia a paravento di una realtà molto diversa e/o di interessi intoccabili.
Mi sto però convincendo sempre più che, se è bene non ridurre i problemi a discussione su disegni di legge, non si può neanche non informarsi su quanto accade, perché spesso sono proprio certe leggi (o l'attacco a leggi progressiste già approvate) a segnare un destino di arretramento e barbarie. Un esempio tra tutti: la legge Turco-Napolitano e soprattutto le modifiche apportate dalla Bossi-Fini, che hanno inaugurato una politica xenofoba criminale e legittimato l'esistenza di campi di concentramento in un paese che si dice democratico (proprio ieri questa inchiesta su Repubblica). Insomma, non si deve abbassare la guardia, ma saper leggere e prevenire la pericolosità insita nella modifica delle normative, specie in un'epoca in cui difficilmente avanziamo, ma purtroppo molto più spesso torniamo indietro.
Mi propongo perciò di seguire di più i diversi disegni di legge in discussione sulla prostituzione su abrogazione o pesante modifica  della legge Merlin (discussione aperta ufficialmente in sede parlamentare da più di dieci anni), primo tra tutti il famigerato DDL Carfagna Alfano n. 1079 del 2008 che introduce pesanti misure repressive contro chi si prostituisce in luoghi pubblici con arresto fino a 15 giorni e multa fino a 3000 euro, e che, seppur al momento fermo in Senato, è sempre a rischio di essere riesumato.
Sulla legge Merlin ho ordinato il fondamentale testo di Sandro Bellassai "La legge del desiderio", in cui si tratteggia tutto il difficile iter e le polemiche intorno alla sua approvazione, soprattutto dal lato delle voci maschili in campo, messe di fronte alla messa in discussione di un "ordine costituito". Questa legge è oggi così ignorata, vilipesa e bistrattata che molti credono che da questa provengano tutti i mali:  i provvedimenti repressivi contro le donne che si prostituiscono (mentre ad esempio il "pacchetto sicurezza" è una delle principali cause della degenerazione degli ultimi anni) o che addirittura questa renda la vendita di prestazioni sessuali illegale, oppure che la legge Merlin ha causato la prostituzione straniera che vediamo oggi. Tutto così errato da essere ridicolo!! Ci farò un post specifico, ma qui dico solo che la legge intendeva liberare le donne dall'essere utilizzate come "carne da macello" - come loro stesse si autodefinivano nelle case chiuse autorizzate dallo stato, ridare la libertà a tutte le  altre donne, che venivano molestate e sottoposte a fermi e umilianti e abusive indagini sanitarie se solo erano in strada la sera a fumare una sigaretta, punire ogni forma di interesse di terzi e sfruttamento.

Percepisco il chiaro pericolo delle discussioni disinformate che sento dappertutto recanti un pensiero pressocché unico e soprattutto non analitico che si esaurisce in slogan come "bando alle ipocrisie moraliste e riapriamo le case chiuse" oppure "legalizziamo la prostituzione per mettere fine alla vergogna della tratta",  o ancora "facciamo pagare le tasse alle prostitute, che paghino come tutti" o "facciamo come il civile Nord Europa e togliamo questa vergogna dalle strade aprendo quartieri a luci rosse puliti e discreti". Sono opinioni espresse più o meno in questi termini in numerosissimi commenti su giornali, forum, blog online, su facebook, e in verità anche dagli stessi politici di amministrazioni locali o addirittura parlamentari, su fronti assolutamente bipartisan.

Slogan semplicistici e gravemente disinformati che nascondono due problemi di fondo: prima di tutto non voler vedere le numerose ombre, complessità e quegli aspetti ben poco "moderni", bensì regressivi e repressivi che possono annidarsi nel ritorno a forme di regolamentazione della prostituzione da parte dello stato (e tanto più in quelli che prevedono esplicitamente criminalizzazione e punibilità amministrativa delle persone che si prostituiscono). Ne dico qui solo uno: la permanenza immancabile del sommerso (sembra che tutti ignorino che anche da noi con la regolamantazione prima della Merlin il settore legale era in rapporto irrisorio rispetto all'illegale, del 5-10% del totale) con accanimento repressivo ancora maggiore su chi non vuole o non può registrarsi, tra cui vittime di tratta e immigrate clandestine. Problema molto serio in tutti i paesi con leggi regolamentariste. Ma ci sarebbe anche da parlare ampiamente di controllo sui corpi delle donne, di depenalizzazione del sistema di interessi di terzi sulla prostituzione altrui, di rafforzamento della cultura dell'acquisto di sesso, della preoccupante assenza di studio da parte delle istituzioni delle strategie delle mafie internazionali, del contesto xenofobo e sessista in cui ci troviamo e di molto altro ancora.
 Non posso dilungarmi troppo, né sviluppare in questo post un tema molto complesso che richiederebbe molte più articolazioni. Mi limito ad osservare che la cosiddetta "legalizzazione" (già il termine presenta non poche ambiguità) e l'attacco alla legge Merlin sembrano essere usati da molti come paravento e alibi per non  parlare d'altro, come la soluzione definitiva o panacea di tutti i mali che permette di non mettere più a tema di discussione, se mai lo si è messo, il sistema nel suo complesso - a partire dalla domanda e dai guadagni sterminati di chi muove un business di proporzioni mondiali sulla prostituzione altrui - facendo finta che questo cancellerebbe i problemi di diritti umani con un colpo di spugna. Un comodo alibi innanzitutto per gli "utilizzatori" di tutto il mondo.
In verità l'improbabile spirito filantropico verso le vittime di tratta per cui non si sta facendo nulla e peggio da anni da parte delle istituzioni spesso rendendo vani e inefficienti quei pochi strumenti che pure ci sono, e su cui si accanisce l'odio xenofobo conseguente a tutta la normativa legata al pacchetto sicurezza (peraltro le ex vittime propongono altre soluzioni ai loro problemi), l'aver a cuore il "diritto delle donne a prostituirsi" e i diritti delle lavoratrici del sesso, sono argomenti che con tutto lo sforzo possibile risultano troppo poco credibili in bocca a persone che dimostrano in altre aree sensibilità e priorità del tutto opposte.
 Evidentemente in molti casi gli interessi sono ben altri: oltre al rafforzamento del diritto dell'utilizzatore (che non ha mai accettato di buon grado l'abolizione dei bordelli di stato), la volontà di attuare politiche repressive e xenofobe con sempre maggior libertà, l'interesse da parte di stato ed enti locali ad acquisire gettito fiscale da un giro d'affari di enorme calibro e che verrebbe ulteriormente espanso, non ultimo gli interessi di specifiche lobby destinate ad arricchirsi con la depenalizzazione, magari con abbondante riciclaggio di denaro. Tutto questo trova delle inquietanti indizi di conferma vedendo che tra i più accaniti demolitori della legge Merlin figurano partiti come Lega Nord, Grande Sud, Pdl, che sbandierano da tempo soprattutto la necessità di "pulire le strade dal degrado"(e incassare introiti fiscali). In barba alle raccomandazioni dell'ONU che insistono sulla necessità di non spingere prostituzione e tratta nell'indoor, dove le ragazze sono molto più controllate dai loro sfruttatori, fino alla vera e propria segregazione e impossibilità di fuga.
Del resto non è un mistero che la legge Merlin sia ormai stata di fatto ampiamente esautorata visto che ogni giorno arrivano notizie di fermi assolutamente illegali con schedature e richiesta di tasse illegittime a chi esercita la prostituzione, vessazioni e violenze sulle donne che lavorano in strada da parte delle forze dell'ordine, in seguito alle ordinanze dei sindaci sceriffi sul decoro urbano (derivate dal famigerato pacchetto sicurezza).
La giurisprudenza tributaria italiana con diverse sentenze e poi la corte di Cassazione nel 2010 hanno sancito l'esigibilità delle tasse sulla prostituzione, sembra sulla base di una sentenza della Corte di giustizia europea del 2001 relativa a un caso di richiesta di permesso di soggiorno che nulla c'entra con le tasse e che aveva stabilito l'equiparabilità della prostituzione esercitata autonomamente con altre attività economiche. Non sono una giurista, ma mi pare evidente la forzatura e la palese violazione della legge Merlin per la quale la prostituzione non è un'attività lavorativa e quindi non è tassabile, pena ricadere nel ruolo di stato-pappone. 
 Vengono i brividi a leggere articoli come questi, in cui persino le ragazze straniere che sono in strada e che dovrebbero essere soccorse dalle istituzioni secondo le convenzioni internazionali contro la tratta che lo definiscono crimine contro l'umanità e la stessa normativa italiana, sono considerate dal punto di vista di contribuenti da spennare: "Gli introiti di chi esercita in strada sono tassabili ma difficilmente la contribuente è solvibile in termini di riscossione se non possiede patrimoni, conti correnti o beni da aggredire. Questo perché spesso chi si prostituisce in strada non lo fa liberamente e quasi sempre percepisce le briciole.", questo dice un caposettore dell'agenzia dell'entrate, e mentre lo scrivo mi sale dentro una rabbia enorme.

D'altra parte, sono rimasta sempre più scioccata quando ho scoperto che persino dallo sfruttamento della prostituzione, che oggi è un illecito penale, si ricavano introiti fiscali. Nella mia beata ignoranza non sapevo che lo Stato ha ormai riconosciuto che economia pulita e criminale sono un tutt'uno e che non è possibile mettervi un freno, dunque si tassa. Ma dico io: sequestro dei patrimoni no? Galera no? Un valente sostituto procuratore della Distrattuale Antimafia con cui ho avuto la fortuna di parlare un paio di settimane fa, proponeva che se non si può dimostrare la provenienza lecita del denaro, scatti il sequestro preventivo del patrimonio, se no è inutile parlare di lotta alle mafie, come se si trattasse ancora di briganti con la lupara.

Tornando alla Merlin, ormai esautorata e vilipesa, l'ultimo atto a questo punto sembrerebbe essere l'abrogazione come prospetta questa inchiesta del Punto ntc. Non c'è da stare allegri, visto che in questa inchiesta si parla di potenti, multinazionali e rigorosamente anonime "società registrate in Russia, Papuasia e vari paradisi esotici" che starebbero riacquistando le licenze dagli eredi delle nostre vecchie tenutarie e già impegnati in milionari ristrutturazioni delle vecchie "case chiuse". Potenti lobby che farebbero da gruppo di pressione in tutta l'Unione Europea.



sabato 28 aprile 2012

Boicotta l'"utilizzatore finale"

Torno sul blog dopo un periodo molto intenso, in cui ho avuto molte importanti occasioni di approfondimento e riflessione che spero di riuscire a comunicare quanto prima anche su questa pagina.
Qui metto giù una riflessione suggeritami da uno scambio con una mia cara amica, che ringrazio, e che nasce da una certa stanchezza nel vedere il continuo riproporre l'esercizio di vecchi poteri sotto una falsa vernice di novità.

Sempre più spesso nei dibattiti pubblici, in televisione, sui giornali e in Parlamento, gli "utilizzatori finali" (come ama definirli il noto avvocato nella foto) del mercato della prostituzione sono presenti a discettare indisturbati di prostituzione, di prostitute, di ciò che piace a noi donne o non ci piace, di ciò che vogliamo o non vogliamo fare. Sono secoli del resto che gli uomini del potere si sono parlati addosso sulle donne in mille modi, sprecando fiumi e fiumi di inchiostro a insegnarci cosa è buono per noi, come siamo sexy, come siamo belle, come possiamo aver successo, come possiamo essere buone donne di casa, ecc..
Oggi si atteggiano finanche a paladini della nostra libertà e ci vengono a insegnare che la prostituzione e' un libero scambio nel libero mercato della domanda e dell'offerta, che è un'attività "naturale" per noi come per loro lo è l'"utilizzo", ci danno addirittura lumi sulla storia della prostituzione nei secoli (ovviamente guardandosi bene dal nominare il patriarcato che per loro non esiste..).

Sotto la falsa insegna dell'antiperbenismo e della libertà individuale si stanno intanto assicurando - grazie a potenti gruppi di interesse mondiale (come questi) - nuove leggi che li aiutino a "utilizzare" meglio, promuovendo ghetti a luci rosse e  ritorno delle case chiuse, perché sia tutelata la LORO riservatezza (o meglio ipocrisia), la LORO salute (mentre contagiano lavoratrici del sesso, compagne, amanti), il LORO preteso diritto a scegliere donne e ragazze di ogni età, sesso e nazionalità, come fossero prodotti da supermercato.

Questi solo alcuni esempi recenti:
  • Lasse Braun, cliente con interessi affaristici nell'industria del sesso, autore di pilastri del cinema come "Zozzerie di una moglie in calore" intervenuto tra i relatori della Conferenza sulla legalizzazione della prostituzione del 21 aprile. Il suo intervento si può ascoltare nella registrazione della conferenza su Radio radicale. Qui una sua intervista ai margini della conferenza dove - in aggiunta alla violenza sulle schiave, celebrata come grande atto di democrazia di Solone verso i maschi poveri che non si potevano permettere i "servizi" di lusso, celebra anche la pederastia degli antichi.
  • Giuseppe Scaraffia da Augias, di cui ho parlato abbondantemente
  •  I parlamentari di Grande Sud, che propongono una legge di regolamentazione della prostituzione e criminalizzazione delle prostitute di strada (con carcere fino a tre anni). Si atteggiano a paladini della libertà delle donne di prostituirsi, facendo notare che "i costumi sono cambiati". Quali costumi?? Non sembra i loro, visto che difendono come negli anni '50 - e come dal Medioevo e prima del resto - il "vizietto" dei "padri di famiglia" (parole testuali) la cui salute va tutelata. Padri a cui consigliano di buttare le ricevute, per salvare la loro discrezione (o ipocrisia?) dagli occhi di mogli e compagne. 

E' giunta ora di delegittimare questi soggetti e isolarli!!

Se i clienti vogliono parlare, venissero a parlare non delle prostitute, non di noi donne, MA DI LORO. Venissero a spiegare perché cercano il sesso a pagamento quel 60% e più di clienti sposati, e i turisti del sesso perché cercano donne e ragazzine dei paesi più poveri del mondo.
Vengano a raccontarsi coloro che magari stanno male per una "dipendenza dal sesso" o per problemi di relazione misconosciuti da un potere interessato a che gli uomini siano sempre più in massa "consumatori" di sesso e di persone, senza curarsi del benessere di nessuno.

Se non hanno da mettersi in discussione, allora tacciano. Perché la loro malafede, il loro interesse evidente nella faccenda, li priva totalmente di qualunque credibilità.


giovedì 22 settembre 2011

Il mito delle case chiuse

Uno dei motivi che mi hanno portato ad approfondire il tema della prostituzione e dell'industria del sesso fino a pensare di metterci su un blog, è stata l'impossibilità di rispondere ai luoghi comuni che sentivo dire intorno a me ogniqualvolta saltava fuori l'argomento.
Uno di questi, uno dei più inossidabili: "Oggi c'è un grande squallore con la prostituzione di strada. Tutta colpa del fatto che hanno chiuso le case di tolleranza. Bando alle ipocrisie, andrebbero riaperte. Prima di tutto per il bene delle ragazze".
Sì, come no.
In verità, in tutte le letture che sto facendo, in tutte le inchieste sull'industria multinazionale della prostituzione emerge come gli ambienti al chiuso siano se possibile ancora più pericolosi per chi vi è sfruttata, che vi è spesso letteralmente segregata, con molte meno possibilità di fuggire o di intercettare qualche organizzazione antitratta.
Nel caso che poi i bordelli siano gestiti dallo stato non è per questo garantita nei fatti maggior tutela rispetto a pratiche violente o malattie a trasmissione sessuale. Una dimostrazione ne è quanto accade nei bordelli statali turchi descritti da Lydia Cacho nella sua inchiesta (tra l'altro il governo turco, proprio perché ci guadagna sopra, addirittura perseguita le ONG che operano in favore di chi vuole sfuggire agli sfruttatori) oppure, andando un po' ad approfondire, proprio ciò che accadeva nelle tanto celebrate - anche da intellettuali e artisti di sinistra - case chiuse italiane, in cui i controlli sanitari erano solo una formalità e rivolti solo alla presunta tutela del cliente e in cui per converso le donne erano schedate e marchiate a vita, oltre ad essere devastate nel corpo e nella mente.
Una cosa in comune hanno le prostitute di ieri e di oggi: per la massima parte vengono da condizioni di marginalità e povertà estrema e da società che si basano sull'inferiorità socio-culturale-economica della donna.
Metto qui il link a un interessante articolo del '98 di Emanuela Scuccato apparso su Rivista anarchica e che ci riporta agli anni della senatrice Merlin a partire dalla pubblicazione nel 1955 del libro curato da Lina Merlin e Carla Barberis "Lettere dalle case chiuse".
Riporto anche alcune citazioni dell'articolo:

E allora perché battersi, nel '48, per chiudere le case di tolleranza? e oggi, 50 anni dopo, perché tornare a ribadire le stesse cose: che i casini non possono essere riaperti; che la si deve smettere, una buona volta, con questa ipocrisia dei cosiddetti "parchi dell'amore"; che...? Ma quale amore? Di che amore si sta parlando quando si parla di prostituzione? Tutte le donne che hanno scritto alla Merlin e alla Barberis, sia quelle favorevoli che quelle contro le Case, si sono definite dal di dentro "carne da Maciello" (Lettera N.55). Ci si può credere. Perché al di là della letteratura, del cinema, dell'arte in generale, che hanno fatto spesso del bordello un luogo "mitico", la realtà raccontata da "quelle signorine" è ben diversa.

Nelle case di tolleranza dell'Italia del dopoguerra, politicamente "immacolata", sulle strade dell'Italia di oggi, di tutt'altro orientamento politico, c'erano e ci sono soprattutto donne in mano alle multinazionali della prostituzione. Ci sono le stesse umiliazioni di sempre, le stesse botte, lo stesso disumano sfruttamento, lo stesso "farsi" per poter vendere il proprio corpo senza stare troppo male. C'è anche la morte, spesso. In compenso c'è più scelta per i clienti: slave, nigeriane, albanesi... E poi il top della trasgressione: i "trans". È curioso come a rileggere vecchi libri e vecchie carte salti sempre fuori, anche a proposito della mercificazione del sesso, l'esercito, la guerra. "L'origine della regolamentazione [del meretricio n.d.r.] che data dal 1802 in Francia e fu estesa in altri paesi d'Europa negli anni successivi, va ricercata in effetti nel presupposto che essa rappresentasse un mezzo di profilassi antivenerea per preservare gli eserciti", scrive Lina Merlin nella sua prefazione alle Lettere.

La questione della prostituzione è molto complessa, si diceva, e i livelli di lettura e interpretazione del fenomeno molteplici. Di una cosa, però, sono sicura. Che proprio perché "responsabile per la prostituzione è l'inferiorità economica e sociale della donna" (Emma Goldman), lo Stato non può in alcun modo entrarci.

La soluzione, se soluzione potrà mai esserci, sta in noi. Nella nostra capacità di parlarne apertamente. Di tornare a riflettere sulla sessualità in modo libero. Sta nel nostro desiderio di conoscerci. E di ri-conoscerci, reciprocamente. Sta nella voglia di riappropriarci dei nostri corpi. E del nostro piacere.