tag:blogger.com,1999:blog-37595192473528612282024-02-07T11:14:38.658-08:00ConsumabiliUn work in progress su uno degli affari più lucrosi al mondo: l'industria globale del sesso (prostituzione,pornografia,turismo sessuale).Un’industria che ha bisogno come l’aria di "consumabili" e "consumatori", di vecchi stereotipi sessisti, del divario tra nord e sud del mondo,della vulnerabilità degli esseri umani. Io “consumabile” che non ci sta più a non sapere, nella disinformazione generale tra la risatina compiaciuta del vizio privato e l'ipocrita preoccupazione per la pubblica decenza.Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.comBlogger86125tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-40650608372961153812014-03-17T02:50:00.000-07:002014-03-17T02:56:56.988-07:00La versione del pappa (e quella mainstream)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Pubblico qui un video che si trova su you tube con un'intervista del 2011 a un magnaccia romano che gestisce la prostituzione di un centinaio di donne e ragazze italiane, studentesse e casalinghe e che ha iniziato, a suo dire, dagli anni dell'Università.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo pubblico non per dare alcuna credibilità a quello che dice questo personaggio, ma <b>per far riflettere su come il linguaggio usato non sia altro che quello mainstreaming parlato dai mass-media</b>: <b> le ragazze sarebbero "imprenditrici di se stesse" che con lui hanno un "normale rapporto d'affari"</b>, sarebbero loro a darsi da fare per entrare nel giro, per loro sarebbe un divertimento, e contemporaneamente vengono dipinte negativamente come ragazzine che pensano solo all'ennesimo vestitito firmato e che "non hanno voglia di lavorare". In futuro potranno fare altro, aggiunge, una cosa non esclude l'altra.<b> </b>Tutto a posto, quindi! In conclusione dice che il caso Ruby è stato un gigantesco spot mediatico per lui, che - poverino - non può farsi pubblicità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci vuole poco per grattare le mistificazioni del discorso di questo signore che tranquillamente potrebbe essere uno di coloro che sono implicati nel <a href="http://www.lastampa.it/2014/03/16/italia/cronache/la-lucciola-enne-i-clienti-tutti-deficienti-ua5mlERKtAD13vNVtGSgQP/pagina.html">giro di prostituzione minorile romano di cui parlano le cronache di questi giorni </a>e che coinvolge come clienti<a href="http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/baby-squillo-altri-nomi-figlio-parlamentare-quelli-bankitalia-fao-ecc-1815857/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blitzquotidiano+%28Blitzquotidiano%29"> persone molto in alto</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
All'inizio dell'intervista il signore racconta che <b>per "testare" la ragazza (visto che "i miei clienti sono il patrimonio più importante", testualmente, "devo vedere se effettivamente regge") la porta in un privé, dove "le molla" con una quarantina di single che le saltano addosso e lei "ce deve sta''" </b>(testuale). Se regge, allora può fare di tutto. Non c'è neanche da commentare questa "iniziazione" che ricorda quella che subiscono le ragazze vittime di tratta spesso violentate per spezzarle e vincerne la resistenza. Poi ammette che, se fanno più appuntamenti al giorno (ed è lui che combina loro gli appuntamenti per sua stessa ammissione!)vanno in depressione e, dopo aver detto che le ragazze non hanno voglia di lavorare, dice che quando va male lui guadagna 30mila euro al mese: fare il pappone è invece lavorare sodo, si sa! </div>
<div style="text-align: justify;">
Interessante, visti gli sviluppi del caso romano in cui risultano coinvolti tre funzionari della FAO, che il magnaccia dica che quando c'è l'assemblea della FAO c'è il "picco dei picchi" e "non bastano mai le ragazze".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-30681369049527795842014-03-14T09:52:00.003-07:002014-03-17T02:52:52.013-07:00Il grande assente nel dibattito sulla prostituzione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrit5F6gvEI843HP4d7RndCjk-U74pFcEVklAbwAxE9-5CMRSPliXszhvUJvToJwJDfCJAhb4m9kdv6cliVOpDwDgYdhxZD0gWnZYIVl-KG3w9au1PXgEozluu4NzPhTpjv-3pX2eHIw84/s1600/rudloff3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrit5F6gvEI843HP4d7RndCjk-U74pFcEVklAbwAxE9-5CMRSPliXszhvUJvToJwJDfCJAhb4m9kdv6cliVOpDwDgYdhxZD0gWnZYIVl-KG3w9au1PXgEozluu4NzPhTpjv-3pX2eHIw84/s1600/rudloff3.jpg" height="320" width="213" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Leggendo numerosi articoli in rete, assistendo a
trasmissioni televisive e seguendo il dibattito maggioritario qui in Italia anche
da parte di persone delle istituzioni sul tema della prostituzione, <b>sembra che
ci sia un grande consenso su un concetto, ripetuto spesso come assioma:
“legalizzare la prostituzione volontaria, combattere quella coatta”. Facile,
immediato!!! </b>Chiunque non si senta convinto da questa formuletta viene aggredito
e tacciato di essere contro l’autodeterminazione, di essere
“sovradeterminante”, bigotto, retrivo e chi più ne ha più ne metta. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>A volte mi sembra di vivere in un mondo diverso, da chi
propone queste ricettine.</b> Nel mio mondo c’è la violenza di genere che colpisce
nelle case così come in strada o sul lavoro donne di ogni condizione sociale,
nel mio mondo c’è la repressione e la discriminazione contro gli immigrati, nel
mio mondo c’è la povertà strutturale e aggravata dalle politiche neoliberiste,
nel mio mondo c’è la disparità nelle relazioni eterosessuali impostate ancora
come relazioni di dominio uomo-donna, nel mio mondo c’è il capitalismo per il
quale <i>pecunia non olet</i> e in cui l’economia criminale la fa sempre più da
padrona anche nei settori legali e la schiavitù dilaga, nel mio mondo al centro
non è il benessere della persona e tantomeno dei soggetti più discriminati
(donne biologiche e trans, immigrate, povere..) ma il massimo profitto per le élite.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ora, non solo la prostituzione è una delle forme di violenza
di genere che una donna può subire fin dall’interno delle mura domestiche da
parte di partner, familiari, ecc.. e che può cominciare fin dall’infanzia o
adolescenza (e non è che poi appena compio 18 anni divento “libera e autodeterminata
professionista del sesso”). <b>Non solo la violenza sulle donne è una faccenda
enormemente complessa - fatta di tante sfumature e non sempre da visibili
catene - e da cui non è per nulla facile uscire.</b> Non solo numerose
testimonianze di donne fuoriuscite dalla prostituzione, anche non sfruttate da
papponi o forzate sotto minacce di morte, spiegano i danni psicofisici che
hanno riportato in questa attività che comporta avere tanti rapporti sessuali
non desiderati, soggiacendo alle più svariate richieste dei clienti.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Ma qui siamo addirittura in presenza di una INDUSTRIA,
particolare che viene sempre dimenticato (?!) da tutti i “brillanti” <i>maitre à
penser</i>.</b> Ci sono interessi economici miliardari da parte di tantissime persone:
gestori e proprietari di locali-bordello di ogni specie (hotel, night-club,
affittacamere, centri massaggi, club priveé, ecc…), proprietari di agenzie di
escort, intermediari, reclutatori e veri e propri magnaccia, trafficanti, funzionari
vari corrotti, clienti potenti che usano le donne come merce di scambio per
favori, ecc.. Il tutto in gran parte gestito oggi direttamente o indirettamente
da grandi organizzazioni del crimine organizzato transnazionale,
nell’illegalità o apparente legalità, a seconda delle leggi. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Anche solo
leggendo le cronache, appare evidente l’intreccio tra tratta e prostituzione
con maggiore libertà di movimento, di cui parla Lydia Cacho nel <a href="http://www.fandango.it/scheda.php/it/schiave-del-potere/80">suo libro inchiesta</a> in giro per il mondo</b> - come ad esempio nel <a href="http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/maxi_giro_di_squillo_al_pussycat_di_roma_anche_studentesse_tra_le_prostitute/notizie/184823.shtml">caso del locale Pussycat di Roma</a>, dove i gestori del locale mescolavano studentesse italiane e giovani rumene
e di altre nazionalità di cui alcune “smistate” a papponi romeni per la
prostituzione in strada. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non fa notizia in Italia che a una persona come <b>José
Moreno in Spagna </b>s<a href="http://consumabili.blogspot.it/2013/03/paradiso-per-trafficanti-di-donne.html">ia stata data la licenza per aprire un altro mega-bordello nonostante fosse sotto inchiesta per tratta di esseri umani</a>, né che <b>in Germania Jürgen Rudloff
(nella foto) </b>possessore di tanti bordelli legali tra cui il Paradise di
Stoccarda <a href="http://content.stuttgarter-nachrichten.de/stn/page/detail.php/2098083">si sia semplicemente lavato le mani e sia rimasto incensurato quando è stato scoperto un giro di tratta che coinvolgeva anche il suo locale</a>. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>In quale modo il variegato mondo dei veri protagonisti che
fanno i veri profitti sulla prostituzione e sulla tratta per il mercato del
sesso dovrebbe starsene inerte mentre donne nella prostituzione, fuoriuscite, intellettuali,
femministe, liberi pensatori e politici si affannano nel dibattito e nelle
proposte di legge?</b> E infatti zitti lo sono solo apparentemente e non sempre lo
sono. Non se ne sta zitto <b>Dennis Hof</b>, ad esempio, magnaccia legalizzato del
Nevada, uomo potentissimo e ricchissimo, che <a href="http://business.financialpost.com/2013/06/12/canada-prostitution-bunny-ranch/">già pensa ad espandere i suoi affari in Canada </a>approfittando della nuova legge; non se ne sta zitta la tenutaria
inglese <b>Becky Adams</b> che <a href="http://www.dailymail.co.uk/femail/article-2260701/Madam-Becky-Buckinghamshire-open-British-brothel-mental-physical-disabilities-including-boys-autism-injured-soldiers.html">fa grande campagna per l’”assistenza sessuale” ai disabili</a>. Persone come loro chiedono a gran voce la liberalizzazione e
depenalizzazione del loro business e che la prostituzione sia riconosciuta
professione come tutte le altre. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>La maggior parte sta zitta ma non può che ritenersi la più
grande beneficiaria occulta (o pilotatrice?) della grandissima campagna
mondiale di normalizzazione-banalizzazione della prostituzione che non esita a utilizzare
argomenti del femminismo e dei diritti umani per raccogliere consensi.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La regolamentazione-depenalizzazione-normalizzazione della
prostituzione ha causato, dovunque sia stata adottata, la <b>depenalizzazione dei
profitti terzi sulla prostituzione, a volte nascosta e occultata dal semplice
affittare delle camere d’albergo a prezzi salatissimi</b> (come ad esempio avviene
in Svizzera). Va da sé che il settore legale è poi una minima parte dell’industria
che resta per lo più sommersa, ma appare legale e più “pulita” ai benpensanti,
rassicurati dal fatto di non vedere in strada il mercato del sesso, o vederlo
meno, a causa delle norme repressive che lo vietano. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Chi pensa che legalizzando l’industria della prostituzione e
facendo finta che sia un lavoro come ogni altro si sconfiggano le mafie e la
tratta “pecca di ingenuità” come dice Lydia Cacho</b>, perché le mafie non hanno
alcun interesse a rinunciare ai loro affari, né lo faranno. Ciò non potrà che aumentare
invece il loro capitale di consenso e la loro impunità, perché sempre più gente
penserà che le donne in prostituzione sono libere, felici e ben pagate, la
domanda crescerà sempre di più e tacnicamente sarà sempre più difficile
perseguire gli sfruttatori, una volta che questi siano diventati “manager”.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Basterebbe pensare alla tratta con vera e propria riduzione in schiavitù per il
lavoro – nell’abbigliamento, nell’edilizia, nell’agricoltura -<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che avviene tranquillamente nel moderno
capitalismo sostanzialmente indisturbata, per far tremare una persona di buon
senso al solo pensiero di far entrare la prostituzione nella sfera del
“lavoro”. </b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E invece si sente tanto parlare di diritti, di pensione,
ferie e malattia, come se l’industria del sesso fosse la città del sole e non il
regno di efferati sfruttatori! Come se non avessimo già esempi concreti in
tanti paesi, come la Germania,
dove le tariffe per le donne sono crollate nei bordelli a tariffa fissa dove
paghi un tot al mese e stai con quante vuoi. <b>Più dici che la prostituzione in
sé è una banale attività come altre e che frutta lauti guadagni più confermi la
falsa versione di trafficanti e papponi </b>che, con secoli di esperienza,
attraggono le ragazze nel giro nella sostanziale connivenza degli stati e della
società tutta, più aumenti la violenza dei clienti che vogliono sia soddisfatta
ogni loro richiesta e si lamentano coi gestori dei bordelli della scarsa
“professionalità” delle ragazze che hanno dolore e chiedono di smettere. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Si dice che si vuole togliere lo stigma alle donne in
prostituzione, ma – come dice <b><a href="http://rmott62.wordpress.com/">Rebecca Mott</a></b>, sopravvissuta allo sfruttamento
sessuale<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>- per toglierlo bisogna
cominciare a considerarle innanzitutto esseri umani e non macchine per fare
soldi o bambole di gomma a servizio dei clienti. E bisogna fare attenzione a
non togliere invece lo stigma ai magnaccia, promuovendoli a manager di tutto
rispetto come già accaduto in numerosi paesi! </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Come giovane donna che non si è personalmente prostituita,
ma conosce ragazze ex vittime di tratta e donne fuoriuscite dalla
prostituzione, posso dire che non
voglio vivere in un mondo in cui la prostituzione sia considerata una buona opportunità
di lavoro che le ragazze possono cogliere</b>. Voglio avere il diritto di
rivendicare istruzione, lavoro e reddito garantito, senza che mi si proponga
l’industria del sesso come accettabile alternativa o mezzo per pagare rette
universitarie sempre più esose, nascondendo la distruzione psico-fisica che
porta con sé. Come donna femminista dico che “il corpo e mio e lo gestisco io”
non significa che lo gestisce invece di me il mercato, il manager del sesso e
il cliente. Ma proprio che lo gestisco io, cioè che la mia sessualità deve
essere libera e non avere a che fare col mio sostentamento economico né con
quello della mia famiglia e che gli uomini con cui stare li scelgo io.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Finché questo mondo non sarà un mondo per le donne, senza
discriminazioni di classe e provenienza geografica, senza povertà, senza
sopraffazioni di qualsiasi genere, io scelgo di non rendermi complice della
schiavitù<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e della violenza subita realmente
da tante mie sorelle diventando sostenitrice dell’industria del sesso e delle
sue bugie. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Da secoli ci è stato insegnato che i bordelli erano necessari per la
“salute maschile” o per la “prevenzione degli stupri sulle donne perbene” o
perché la “cloaca non invadesse la città”. Ora il linguaggio è cambiato, perché
dire certe cose è diventato impresentabile. E allora si parla di scelta delle
donne</b>, nonostante la quasi totalità delle donne in prostituzione dice che
avrebbe desiderato e desidererebbe fare altro, nonostante la grandissima
presenza nella prostituzione delle ragazze straniere ridotte in schiavitù e
legate ad un debito. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Si continua a dare per naturale e indiscussa la scelta di
milioni di persone – in grandissima maggioranza uomini – di fare sesso non
consensuale e reciproco, senza essere desiderati, ma comprando l’accesso ai
corpi col denaro.</b> Penso che sia veramente arduo per ogni persona che si occupi
di questione di genere continuare a ignorare questo nodo, il nodo della
violenza intrinseca di questo atto non reciproco, fortemente apparentata con
l’altra forma di violenza che è lo stupro, eppure per lo più si continua a
ignorarlo persino in questi ambienti. Ben sapendo che tratta, prostituzione
minorile e infantile, sfruttamento e violenze continueranno a esistere con
qualunque legge perché le leggi a nulla possono dove non c’è rivoluzione del
pensiero. <b>Finché si continuerà a difendere la prostituzione con i soliti
argomenti liberali senza sviscerare il funzionamento dell’industria del sesso e
il suo legame concreto con la tratta, senza mettere seriamente in discussione
la pratica del pagamento per l’accesso ai corpi,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ci saranno ben poche speranze di cambiamento.</b></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-92134588930397905132013-07-30T01:16:00.000-07:002013-07-30T01:16:58.967-07:00La Germania e i diritti dei magnaccia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNboFfd3JFXYMgyvNF5KeYfzwRlstWZhsS47MON5p-NlvhlHR5hI5-qHw_pJQ0r4AHMongFYfD_HNTE1-39C2vkT-NYITcsBR5Ew-Lv7xrGoBLqBKBA-geb5BwrdRDDlOLI__0xYO6eACm/s1600/capitalist.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNboFfd3JFXYMgyvNF5KeYfzwRlstWZhsS47MON5p-NlvhlHR5hI5-qHw_pJQ0r4AHMongFYfD_HNTE1-39C2vkT-NYITcsBR5Ew-Lv7xrGoBLqBKBA-geb5BwrdRDDlOLI__0xYO6eACm/s320/capitalist.jpg" width="211" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Vista la propaganda martellante condotta soprattutto <a href="http://www.abroghiamolamerlin.org/">dai partiti di destra</a>, ma con consensi bipartisan, per l'abrogazione della legge Merlin e il ritorno alla regolamentazione della prostituzione,<b> penso che sia quantomeno doveroso informarsi di cosa si dice in quei paesi che hanno regolamentato e su come funziona realmente lì il sistema. </b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Promuovendo <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/07/27/Via-legge-Merlin-firme-referendum-_9084127.html">il loro referendum</a>, Angelo Alessandri e Matteo Iotti di Progetto Reggio e Luca Vezzani del Pdl ci assicurano: ''Una proposta referendaria che è anche una battaglia di civiltà che cerca di affrontare il tema della prostituzione ed i problemi ad essa inerenti in modo concreto. La riapertura delle 'case chiuse' e la loro regolamentazione permette innanzitutto di stroncare il racket della tratta di queste ragazze, evitando forme di schiavitù, e facendo in modo che anche le prostitute possano godere di diritti. In questo modo 'papponi' e 'magnaccia' perderanno il loro lavoro e la possibilità di vessare le ragazze sotto la loro protezione''. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b>Di diverso avviso sembra il quotidiano tedesco Der Spiegel in questo noto dossier tradotto da Maria Rossi che ringrazio. </b>La traduzione è stata condotta su <a href="http://enquelquesorte.blogspot.fr/2013/06/dossier-du-spiegel-bordel-allamagne.html">questa versione francese</a> e confrontata col <a href="http://www.spiegel.de/international/germany/human-trafficking-persists-despite-legality-of-prostitution-in-germany-a-902533.html">testo inglese</a>. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
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<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt;">Bordello Germania</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt;">Come lo Stato incoraggia la tratta delle donne e la
prostituzione</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt;">Der Spiegel, 26 maggio 2013</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Quando la Germania,
più di un decennio fa, ha legalizzato la prostituzione, i politici speravano
che ciò creasse migliori condizioni e concedesse maggiore autonomia alle sex
workers. Ma le cose non sono andate così. Lo sfruttamento della prostituzione e
la tratta rimangono problemi gravi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt;">1 Come è fallita la legalizzazione della prostituzione</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Sânandrei è un
villaggio povero della Romania, composto di case scalcinate e di sentieri
fangosi. Circa l'80% dei suoi abitanti più giovani è disoccupato e una famiglia
può ritenersi fortunata se possiede un orto dove coltivare patate e legumi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Alina è in piedi
sulla soglia della casa dei suoi genitori, una delle più vecchie di Sânandrei.
Indossa stivali di pelliccia e jeans. Parla del motivo per cui ha voluto
abbandonare questa casa quattro anni fa, all'età di 22 anni. Parla di suo
padre, che beveva e picchiava sua moglie, e abusava anche della figlia. Alina
non aveva né soldi né lavoro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Ha sentito parlare
delle possibilità offerte dalla Germania dal fidanzato della sua amica. Ha
appreso che là una prostituta poteva facilmente guadagnare 900 Euro al mese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Alina ha iniziato a
pensarci. Qualsiasi cosa le sembrava meglio che restare a Sânandrei.
<<Pensavo che avrei avuto la mia stanza, il bagno e pochi
clienti>>, dice. Nell'estate del 2009, lei e la sua amica sono salite
sull'auto del fidanzato di quest'ultima e hanno attraversato l'Ungheria, la
Slovacchia e la Repubblica Ceca fino a raggiungere la capitale tedesca - non il
quartiere de Mitte collegato al centro, ma un luogo sito nelle vicinanze
dell'aeroporto di Schönefeld, un locale il cui nome<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rivelava molto del proprietario: "<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Airport Muschis" ("Le fighe
dell'aeroporto"). </i>La specialità di questo bordello era il sesso a
tariffa fissa. Per 100 Euro un cliente poteva scopare per quanto tempo voleva e
con quante donne desiderava.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">E' successo tutto
molto velocemente, spiega Alina. C'erano in quel posto altri Romeni che
conoscevano l'uomo che le aveva portate lì. Hanno detto ad Alina di svestirsi e
le hanno fatto indossare lingerie trasparente. Soltanto qualche ora dopo il suo
arrivo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si trovava ad accogliere i suoi
primi clienti. Quando non si mostrava abbastanza gentile con la clientela, i
Romeni le riducevano il salario.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">I clienti berlinesi
pagavano all'ingresso. Molti assumevano droghe per migliorare la performance
sessuale e potevano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>avere rapporti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per tutta la notte. Si formava spesso una fila
di clienti davanti alla camera di Alina. Ella dice di aver smesso alla fine di
contare quanti uomini venissero a letto con lei. <<Ho rimosso questa
percezione>> - spiega. <<Ce ne erano così tanti, tutti i
giorni!>>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Chiusa a
chiave</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Alina dice che lei e
le altre donne erano costrette a pagare ai magnaccia 800 Euro alla settimana.
Condivideva un letto a una piazza con altre tre donne. Non c'era nessun altro
mobile. Tutto ciò che ha visto della Germania è<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>stato il distributore di benzina Esso all'angolo, dove era autorizzata
ad andare a comprare le sigarette e degli snack, ma soltanto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in compagnia di una guardia del corpo. Per il
resto del tempo, dice Alina, veniva rinchiusa a chiave nel club.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Gli investigatori
hanno appreso che le donne del club dovevano offrire prestazioni sessuali
vaginali, orali e anali e avere rapporti con più uomini contemporaneamente in
sessioni di gang-bang. Gli uomini non usavano sempre il preservativo.
<<Non avevo il diritto di rifiutare nulla>>, spiega Alina. Durante
le mestruazioni, si inseriva delle spugnette nella vagina, in modo che i
clienti non se ne accorgessero. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Dice di non essere
stata praticamente mai picchiata, come del resto le altre donne. <<I
magnaccia dicevano di conoscere abbastanza gente in Romania che sapeva dove
vivevano le nostre famiglie. Questo bastava [ad ottenere la nostra
obbedienza]>>. Quando talvolta chiamava la madre con il cellulare, le
mentiva e le parlava di una vita stupenda in Germania. Il giorno in cui un
magnaccia le<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>versò 600 Euro, lei<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>riuscì a spedire i soldi alla sua famiglia. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La storia di Alina
non ha nulla di eccezionale in Germania. Le organizzazioni umanitarie e gli
esperti stimano che vi siano fino a 200.000 donne prostituite nel Paese.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Secondo diversi studi, fra cui una ricerca
della Rete europea di prevenzione dell'HIV e delle malattie sessualmente
trasmissibili e di promozione della salute delle sex workers emigrate (TAMPEP),
dal 60% all'80% delle ragazze e delle donne che esercitano la prostituzione
arrivano dall'estero, la maggioranza dalla Romania e dalla Bulgaria. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La polizia non
poteva fare gran che per le donne come Alina. I magnaccia erano sempre
pronti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ai controlli delle forze
dell'ordine, dice Alina, e si vantavano di conoscere alcuni poliziotti.
<<Sapevano quando<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ci sarebbe stato
un controllo>>, dice Alina, ciò che spiega perché lei non abbia mai osato
confidarsi con un agente di polizia. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">I magnaccia dicevano
alle ragazze cosa dire esattamente alla polizia. Esse dovevano affermare di
aver appreso, navigando in Internet nel loro Paese, in Bulgaria o in Romania,
che si potevano guadagnare molti soldi lavorando in un bordello tedesco. Poi
che avevano semplicemente acquistato il biglietto del pullman ed erano giunte
al club un bel giorno, in perfetta autonomia. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Un tappeto di
menzogne</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">E' probabile che
tutti gli agenti di polizia che lavorano in un reparto che si occupa di
prostituzione sentano continuamente queste menzogne. Lo scopo di questa
finzione è di occultare ogni traccia di tratta. Queste menzogne diventano
dichiarazioni che trasformano le donne come Alina in prostitute
autodeterminate, in imprenditrici che hanno liberamente scelto la propria
professione e alle quali la Germania desidera ora offrire buone condizioni di
lavoro nel settore sessuale dell'industria dei servizi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">E' l'immagine della
<<puttana rispettabile>> che sembra affascinare i politici: donne
libere di fare ciò che amano, tutelate dal welfare, impegnate in un lavoro che
adorano e titolari di un conto corrente nella banca di risparmio del posto. I
sociologi le definiscono con un'espressione: <<sex workers
migranti>>, ambiziose fornitrici di servizi che approfittano delle
occasioni che oggi offre loro un'Europa sempre più unita.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Nel 2001, il
Parlamento tedesco, il Bundestag,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>con il
consenso della coalizione di Governo che era al potere all'epoca (Partito
socialdemocratico/ Partito dei Verdi), ha adottato una legge sulla
prostituzione che si pensava migliorasse le condizioni di lavoro delle persone
prostituite. Secondo la nuova legge, le donne potevano ricorrere alla
magistratura per ottenere il salario cui avevano diritto, così come il
pagamento dei contributi sociali e sanitari, dell'indennità di disoccupazione e
della pensione. L'obiettivo della legge era quello di rendere la prostituzione
un mestiere come quello dell'impiegata di banca o dell'assistente del dentista,
un impiego accettato,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>anziché
ostracizzato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Le donne che
celebravano le lodi di un'industria del sesso autonoma si sono mostrate molto
soddisfatte quando la legge è stata votata. Christine Bergmann (Partito
socialdemocratico),<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>all'epoca Ministra
della famiglia,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è stata vista<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fare un brindisi a base di champagne con
Kerstin Müller, all'epoca leader parlamentare dei Verdi, a fianco della gerente
di un bordello berlinese, Felicitas Weigmann (oggi Felicitas Schirow). Le tre
celebravano il fatto che in Germania gli uomini potessero ora frequentare le
case chiuse senza il minimo scrupolo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Oggi, molti
poliziotti, associazioni femministe e politici uomini e donne che conoscono l'ambiente
della prostituzione sono convinti/e che questa legge compiacente non sia che un
programma di sostegno ai magnaccia e che essa renda il mercato più attraente
per la pratica della tratta. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Rinforzare i
diritti delle donne</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Quando è stata
promulgata le legge sulla prostituzione, anche il codice civile tedesco è stato
modificato. L'espressione <<promozione della prostituzione>>, un
reato, è stata sostituita da quella di <<sfruttamento della
prostituzione>>. Il lenocinio rimane<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>un reato quando è <<abusante>> o <<coercitivo>>.
Ma la polizia e i giudici sono frustrati, perché questi elementi di reato sono
molto difficili da provare. Un prosseneta può essere considerato abusante, per
esempio, se esige più della metà dei guadagni di una prostituta, ma di rado è
possibile provarlo. Nel 2000, 151 persone sono state riconosciute colpevoli di
lenocinio, mentre nel 2011 non se ne sono avuti che 32.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Le promotrici della
legge si ponevano in effetti il fine di rafforzare i diritti delle donne, non
quelli dei prosseneti. Speravano che i proprietari e le proprietarie delle case
chiuse approfittassero dell'occasione per <<offrire buone condizioni di
lavoro senza essere penalmente perseguibili>>, come si può leggere in una
valutazione della legge redatta dal Ministero federale della Famiglia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Prima dell'adozione
della nuova legge, la prostituzione non era sanzionata penalmente, ma era
considerata immorale. Le autorità tolleravano le case chiuse, designandole con
l'eufemismo di <<affitto di una stanza per il commercio>>. Oggi, un
po' più di 11 anni dopo che la prostituzione ha visto migliorare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la propria considerazione in virtù della
legge adottata nel 2001, esistono tra i 3000 e i 3500 locali <<a luce
rossa>>, secondo le stime dell'associazione che rappresenta gli interessi
dell'industria: l'ErotikGewerbe Deutschland (UEGD). Il sindacato degli
impiegati dei servizi pubblici Ver.di stima che i profitti annuali della
prostituzione siano circa 14,5 miliardi di euro.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Si stima che
esistano 500 bordelli a Berlino, 70 a Osnabrück, una piccola città del Nord
Ovest e 270 nel piccolo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Land della Saar,
a Sud-Ovest, vicino alla frontiera francese. Molti francesi frequentano le case
chiuse della Saar. A Berlino, il Sauna Club Artemis, situato presso
l'aeroporto, attira numerosi acquirenti di sesso inglesi e italiani. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Le agenzie di
viaggio propongono tour nei bordelli tedeschi che durano fino a 8 giorni.
Queste escursioni sono <<legali>> e <<sicure>>, scrive
un agente di viaggio sulla sua home page. I potenziali clienti si vedono promettere
fino a 100 <<donne tutte nude>>, che portano solo scarpe con i
tacchi alti. Sono accolti all'aeroporto e condotti nei club su auto BMW serie
5.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt;">2. L'orrore della tariffa forfettaria</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Oltre ai cosiddetti
club o saune naturiste, dove i clienti<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>girano con<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un asciugamano attorno
ai fianchi, mentre le donne sono nude,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>si sono diffusi in Germania anche i megabordelli. Essi pubblicizzano i
propri servizi a tariffa forfettaria, a prezzo fisso. Quando ha aperto il
<<Pussy Club>>, nei pressi di Stoccarda, nel 2009, la direzione ha
annunciato l'apertura in questo modo: << Sesso con tutte le nostre donne,
per tutto il tempo che volete, quante volte volete e in tutti i modi che
volete. Sesso. Sesso anale. Sesso orale senza preservativo. Sesso in tre modi.
Gang-bangs>>. Tutto ciò al prezzo fisso di 70 euro di giorno e di 100
euro la sera.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Secondo la polizia,
circa 1700 clienti hanno approfittato di questa offerta nel week end
d'apertura. I pullman arrivavano da molto lontano e i quotidiani locali hanno
scritto che più di 700 uomini hanno atteso in fila all'esterno del bordello.
Successivamente, alcuni clienti si sono lamentati sui forum Internet del
carattere insoddisfacente del servizio e del fatto che le donne diventavano
<<meno utilizzabili>> dopo qualche ora. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">L'industria del
sesso è diventata più dura, spiega un' operatrice sociale, Andrea Weppert, che
lavora con le prostitute da più di 20 anni, nel corso dei quali il numero delle
prostitute è triplicato. Secondo Weppert, più della metà delle donne non ha una
residenza stabile, ma si sposta piuttosto da una località all'altra, in modo da
poter guadagnare più<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>denaro, essendo
<<nuova>> in ciascuna città.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Oggi <<una
percentuale elevata di donne che si prostituiscono non rientra a casa dopo il
lavoro, ma resta invece 24 ore al giorno sul luogo di lavoro>>, ha
scritto una ex prostituta con lo pseudonimo di Doris Winterdans nel suo
contributo ad un'antologia universitaria: "Il diritto della prostituzione".
<<Le donne vivono generalmente nei posti dove lavorano>>, spiega.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">A Nuremberg, spiega
l'operatrice sociale Weppert, un posto per dormire in tali locali costa dai 50
agli 80 euro al giorno e il prezzo può arrivare sino a 160 euro nei bordelli
che ospitano molte prostitute. Le condizioni di lavoro delle donne prostituite
sono <<peggiorate nel corso degli ultimi anni>>, spiega. <<In
Germania, nel complesso,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sono offerti
molti più servizi sessuali in condizioni più rischiose e per meno denaro che 10
anni fa>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Prezzi in caduta
libera</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">A dispetto
dell'aggravarsi delle condizioni, le donne affluiscono in Germania, il
principale mercato della prostituzione nell'Unione Europea, un fatto che
confermano anche i proprietari delle case chiuse. Holger Retting, della lobby
UEGD [n.d.t l'associazione dei gestori dei bordelli], dice che l'afflusso di
donne dalla Romania e dalla Bulgaria è considerevolmente aumentato in seguito
all'adesione di questi due Paesi alla UE. <<Ciò ha comportato un ribasso
dei prezzi>>, dice Rettig, che nota come il mercato della prostituzione
sia caratterizzato da <<un'economia liberista di mercato piuttosto che da
un'economia sociale di mercato>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il capo della
polizia di Monaco, Wilhelm Schmidbauer, deplora <<l'aumento esplosivo
della tratta proveniente dalla Romania e dalla Bulgaria>>, ma aggiunge di
non aver accesso agli strumenti necessari per svolgere le indagini. Gli è
spesso proibito di utilizzare le intercettazioni telefoniche. Il risultato,
dice Schmidbauer, <<è che noi non perseguiamo praticamente nessuno per
tratta. Non riusciamo a provare che esista>>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Questi ostacoli
rendono difficile individuare coloro che portano ai bordelli tedeschi
<<prodotti>> dagli angoli più remoti d'Europa, prodotti come Sina.
Ella ha raccontato agli psicologi di un centro di informazione delle donne di
Stoccarda il suo viaggio verso i bordelli a tariffa forfettaria della Germania.
A Corhana, il suo paese d'origine, vicino alla frontiera che separa la Romania
dalla Moldavia, la maggior parte delle case non ha l'acqua corrente. Sina e le
altre ragazze del paese si recavano ad attingere acqua dal pozzo tutti i
giorni. Era come una scena di Cenerentola. Tutte le ragazze sognavano che un
giorno arrivasse un uomo che le strappasse alla loro vita disperata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">L'uomo, che è infine
arrivato al pozzo del paese su una grande BMW, si chiamava Marian. Per Sina, fu
un colpo di fulmine. Egli le disse che in Germania vi era lavoro e i suoi
genitori firmarono un modulo, in quanto lei era minorenne, che le permetteva di
lasciare il paese. Passando per Schifferstadt nel Land di sud ovest della
Renania-Palatinato, l'uomo fece sbronzare Sina e andò a letto con lei.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Marian condusse Sina
al "No Limit", un bordello a tariffa forfettaria. La ragazza aveva
solo 16 anni e dice di aver avuto rapporti anche con 30 clienti al giorno.
Marian le dava ogni tanto qualche centinaio di euro. Temendo i controlli della
polizia, l'uomo la rinviò infine in Romania. Ma lei ritornò e continuò a
lavorare come prostituta. Sperava che un cliente si innamorasse di lei e la salvasse.
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><<Nessun apprezzabile miglioramento>></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La legge del 2001
sulla prostituzione in Germania ha migliorato la situazione delle donne come
Sina?<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Cinque anni dopo la sua
promulgazione, il Ministero della Famiglia<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>sottopose a valutazione la nuova legge. Il rapporto indicava che gli
obiettivi erano stati << raggiunti parzialmente >> e che la
deregolamentazione non aveva <<apportato alcun apprezzabile miglioramento
reale alla sicurezza sociale delle prostitute>>. Non erano migliorate né
le loro condizioni di lavoro, né la possibilità di lasciare la professione.
Infine, non esisteva << alcuna solida prova>> che la legge avesse
ridotto la criminalità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Nessun tribunale
aveva celebrato un processo in cui una prostituta avesse citato in giudizio il
suo datore di lavoro per questioni salariali. D'altra parte, soltanto l'1%
delle donne intervistate aveva dichiarato di aver sottoscritto un contratto di
lavoro come prostituta. Il fatto che il sindacato Ver.di avesse approntato un
<<modello di contratto di lavoro nel campo dei servizi sessuali>>
non aveva assolutamente cambiato le cose. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">In un sondaggio
realizzato da Ver.di, la gestrice di un bordello ha detto di apprezzare la
legge sulla prostituzione, perché riduce il rischio dei controlli della
polizia. Nei fatti, ha detto, la legge è più vantaggiosa per i gestori dei
bordelli che per le donne che si prostituiscono.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Per esercitare
un'attività di vendita di alimentari su mezzi mobili in Germania, bisogna
attenersi alla norma DIN 10500/1, che riguarda <<i veicoli di
vendita<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dei cibi deperibili>> e
che impone, ad esempio, l'obbligo di installare distributori di sapone e di
asciugamani monouso. Un gestore di bordello non è sottoposto ad alcuna
restrizione. Tutto ciò che deve fare è segnalare alle autorità la data di
apertura del suo locale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Le donne che si
prostituiscono continuano a non registrarsi presso le autorità. Ad Amburgo,
nota per il suo quartiere <<caldo>>: il Reeperbahn, solo 153 donne
sono in regola e si sono registrate all'ufficio delle imposte della città. Il
governo vuole che le prostitute paghino le tasse. Deve pertanto elaborare una
regolamentazione della professione?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La strana posizione
che assume il governo nell'industria del sesso è particolarmente evidente nel
caso delle prostitute di strada di Bonn. Ogni sera, esse devono pagare un
ticket emesso da un parcometro, un ticket che vale fino alle ore 6 del giorno
successivo. Il ticket costa 6 euro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Un Big Mac
per far sesso</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Nella zona nord di
Colonia, dove le prostitute tossicomani lavorano sulla Geestemünder Strasse,
non lontano dalla fabbrica di assemblaggio della Ford, non è riscossa alcuna
imposta.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nel quadro di un progetto
sociale<span style="mso-tab-count: 1;"> </span>, sono stati istituiti
quelli che vengono definiti <<box di lavoro>>. Sono sostanzialmente
dei luoghi di sosta circondati da mura e riuniti sotto il tetto di un hangar,
dove si possono avere rapporti sessuali in auto. Malgrado la totale assenza di
cartelli che indichino che l'installazione serve all'esercizio della
prostituzione, sui muri della zona recintata è visibile il limite di velocità
di 10 Km all'ora che fa circolare le auto in senso antiorario.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">In una fredda sera
di primavera, una ventina di donne si sono riunite ai bordi della zona. Alcune
hanno portato delle sedie da camping, mentre altre si sono sedute sotto
pensiline riadattate. Quando un cliente si è accordato sul prezzo con una delle
donne, la conduce in uno degli stand. Ci sono otto stands sotto il tetto
dell'hangar, oltre ad una stanza a parte per i ciclisti e per i pedoni, con il
pavimento di cemento e una panchina. C'è un pulsante d'allarme in ciascun box e
un'organizzazione cattolica, che fornisce servizi sociali destinati alle donne,
sorveglia la zona ogni sera. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Alia, 23 anni, con
la parrucca bionda, indossa una camicetta troppo stretta e tenta di dissimulare
l'alito che sa di alcool, succhiando una mentina. Parlando di sé e delle altre
prostitute di strada, Alia dice: <<Quelle che lavorano qui hanno dei
grossi problemi>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il percorso che ha
condotto Alia a Geestemünder Strasse è iniziato quando ha lasciato la scuola e
si è fidanzata con un ragazzo che l'ha indotta a prostituirsi. <<Sono le
difficoltà economiche e sentimentali>> che l'hanno indotta a
prostituirsi, dice, e successivamente si sono aggiunte al tutto la marijuana,
la cocaina, le anfetamine e l'alcool. <<Non c'è prostituzione senza
costrizione e povertà>>, dice. Sono tre anni che passeggia sul
marciapiede. <<Una donna che se la passa bene, non fa questo genere di
lavoro>>, dice.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il costo del sesso
orale e della penetrazione vaginale<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>era
in passato di 40 euro sulla<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Geestemünder
Strasse. Ma quando la vicina città di Dortmund ha chiuso la sua zona di
esercizio della prostituzione, sono arrivate a Colonia molte più donne, dice
Alia. <<Ci sono sempre più donne ora ed esse riducono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i prezzi per arrivare a guadagnare ciò che
basta per sopravvivere>>. Le Bulgare e le Romene accettano persino di
essere pagate meno di 10 euro al rapporto, dice. <<C'è persino una donna
qui che accetta di fare sesso in cambio di un Big Mac>>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt;">3. La Germania ha un problema di tratta degli esseri
umani</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Sono poche le donne
dell'Europa dell'Est che si prostituiscono ancora sulla Geestemünder Strasse.
Sono state allontanate in seguito ai controlli periodici dei passaporti
effettuati dalla polizia, una misura diretta ad individuare e a proteggere le
vittime della tratta e della prostituzione coatta. Oggi queste ragazze
esercitano la prostituzione di strada nel quartiere sud di Colonia, ma ciò
comporta ugualmente una riduzione dei prezzi nel quartiere nord. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Nel 2007, Carolyn
Maloney, rappresentante democratica dello Stato di New York e fondatrice di un
comitato anti-tratta al Congresso degli Stati Uniti, ha redatto un testo sulle
conseguenze della legalizzazione della prostituzione nella e attorno alla Mecca
del gioco d'azzardo: Las Vegas. <<C'era una volta - ha scritto -<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la convinzione naif che legalizzare la
prostituzione consentisse di migliorare la vita delle prostitute, di eliminare
la prostituzione nelle zone dove rimaneva illegale e di scacciare il crimine
organizzato. Come tutte le fiabe, anche questa convinzione si è rivelata essere
pura fantasia>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">I poliziotti
tedeschi che pattugliano i quartieri caldi si lamentano di essere appena in
grado di iniziare le inchieste nei bordelli di oggi. La Germania è diventata
<<il centro dello sfruttamento sessuale delle giovani donne dell'Europa
dell'Est, così come un'area di attività dei gruppi del crimine organizzato di
tutto il pianeta>>, spiega Manfred Paulus, investigatore capo in pensione
della città meridionale di Ulm. Ha lavorato come investigatore alla buoncostume
e ora informa le donne in Bulgaria e nella Bielorussia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>del pericolo di lasciarsi attirare dalla
Germania.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Se ci si fida delle
sole statistiche, la Germania non ha alcun problema di prostituzione e di
tratta. Secondo l'Ufficio federale della polizia criminale (BKA), si sono avuti
nel 2011 soltanto 636 casi segnalati di <<tratta di persone a fini di
sfruttamento sessuale>>, cioè quasi un terzo in meno che 10 anni prima.
13 vittime avevano meno di 14 anni e<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>altre 77 meno di 18 anni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Tuttavia, esistono
molte donne dei paesi della UE <<la cui condizione suggerisce che siano
vittime della tratta, ma è difficile fornire prove che reggano in
tribunale>>, si legge nel rapporto della BKA. Dipende tutto dalla
testimonianza delle vittime, scrivono gli autori, ma si nota <<scarsa
volontà di cooperare con i servizi di polizia e di assistenza sociale, in
particolare nel caso delle presunte vittime della Romania e della
Bulgaria>>. E dopo che le donne hanno osato dire qualcosa, le loro
denunce <<vengono spesso ritirate>>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Le condanne
si riducono</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Uno studio condotto
dall'Istituto Max Planck di diritto penale straniero e internazionale ha
concluso che le cifre ufficiali sulla tratta ci dicono <<poco sull'incidenza
reale di questo reato>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Secondo un rapporto
sulla tratta recentemente consegnato dalla Commissaria Europea<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per gli Affari Interni, Cecilia Malmström, ci
sono più di 23.600 vittime di tratta nella UE,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>due terzi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>delle quali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sessualmente sfruttate. La signora Malmström,
originaria della Svezia, osserva come alcune bande criminali abbiano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>intensificato le proprie operazioni.
Tuttavia, dice, il numero delle condanne è in diminuzione, perché i poliziotti
sono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sopraffatti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dagli sforzi di lottare contro la tratta. La
commissaria esorta la Germania a fare di più per risolvere questo problema.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">E se la legge
tedesca sulla prostituzione avesse l'effetto concreto di favorire i
trafficanti? La legge ha, nei fatti, incentivato la prostituzione e, con essa, la
tratta?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Axel Dreher,
professore di politica internazionale e dello sviluppo all'Università di
Heidelberg, ha tentato di rispondere a queste domande, confrontando dati<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>raccolti in 150 Paesi. Le cifre erano
imprecise, come lo sono tutte le statistiche relative alla tratta e alla
prostituzione, ma Dreher è stato in grado di estrapolare dai dati una tendenza:
quando la prostituzione è legale in un Paese vi si trovano più vittime di
tratta che altrove.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La maggior parte
delle donne che vengono in Germania per diventare prostitute non sono rapite in
strada e la maggior parte di loro non crede seriamente di andare a lavorare in
una panetteria tedesca. Più frequentemente, sono donne come Sina che si
innamorano di un uomo e lo seguono in Germania, o come Alina, che sanno che
diventeranno prostitute. Ma capita molto spesso che non sappiano quanto sarà
difficile la loro condizione e non sospettano affatto che potranno conservare
solo una piccola parte del denaro guadagnato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Certi casi sono
ancora più sconvolgenti. Nel dicembre scorso, il pubblico della televisione
tedesca è rimasto scandalizzato dal telefilm "Wegwerfmädchen (Ragazze usa
e getta), un episodio della serie di genere poliziesco "Tatort",
ripreso nella Germania del nord, ad Hannover. Vi si vedevano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alcuni magnaccia gettare due giovani donne
gravemente ferite in un<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>cassonetto dei
rifiuti dopo un'orgia. Soltanto qualche giorno dopo la trasmissione di questo
episodio , la polizia di Monaco ha trovato una ragazza in lacrime e semi
svestita, abbandonata in un piccolo parco. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Il mastio
dell'Isar</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La Romena di 18 anni
era fuggita da un bordello. Ha detto ai poliziotti che tre uomini e due donne
l'avevano avvicinata in strada nel suo villaggio natio. Gli sconosciuti le
avevano promesso un posto di baby sitter. Quando sono arrivati a Monaco, ha
detto, le hanno bendato gli occhi e l'hanno portata in una cella sotterranea,
la cui porta si apriva soltanto con un codice di sicurezza. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Un'altra giovane
ragazza era seduta sul letto a castello della stanza buia, dice, e si<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>udiva lo scroscio dell'acqua dietro le mura.
I poliziotti ipotizzano che il nascondiglio si trovasse in una fabbrica
abbandonata nei pressi del fiume Isar, che attraversa Monaco. Gli uomini
l'hanno stuprata e, quando lei si è rifiutata di lavorare in un bordello,
l'hanno picchiata, ha raccontato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Gli agenti erano
dapprincipio increduli, ma la giovane ragazza ricordava i nomi dei magnaccia.
Questi sono stati arrestati e sono attualmente in carcere. Poiché si sono
rifiutati di rispondere alle domande, il sinistro mastio non è ancora stato
ritrovato e la giovane Romena beneficia ora del programma di protezione dei
testimoni di reati. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Talvolta le ragazze
sono inviate in Germania dalle loro stesse famiglie, come Cora, proveniente
dalla Moldavia. Ha 20 anni, si guarda le mani affondate nelle tasche della
giacca. Calza pantofole di peluche sulle quali sono cuciti due grandi occhi.
Cora dimora in una locanda gestita da un centro di assistenza romeno delle
vittime della tratta. Quando le ragazze hanno 15 o 16 anni in Moldavia, spiega
la psicologa di Cora, i fratelli e i padri spesso dicono loro: <<Puttana,
vattene e inizia a guadagnare!>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">I fratelli di Cora
hanno condotto la loro sorella, carina e agghindata, a lavorare in una
discoteca della città più vicina. Faceva la barista, ma ha incontrato un uomo
che aveva dei contatti in Romania: <<Mi ha detto che potevo guadagnare
molti più soldi nelle discoteche romene>>. Cora se ne è andata con lui,
dapprima in Romania, poi in Germania. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;"><<Un
processo di emancipazione>></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Dopo essere stata
stuprata tutto il giorno a Nuremberg, testimonia Cora, ella sapeva che<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lavoro avrebbe dovuto fare. L'hanno portata
in una casa chiusa di Frauentormauer, uno dei più vecchi quartieri
<<caldi>> della Germania. Riceveva gli uomini nella sua stanza,
anche per 18 ore al giorno. Afferma che anche alcuni poliziotti venivano al
bordello come clienti: <<Non hanno notato nulla. Oppure, non gliene
importava niente>>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il locale era molto
frequentato nei giorni precedenti il Natale del 2012. Cora racconta che il suo
magnaccia ha preteso che lavorasse 24 ore di fila. Quando lei si è rifiutata,
lui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l'ha ferita con un coltello al
volto. La ferita sanguinava così tanto che Cora è stata autorizzata a recarsi
all'ospedale. Un cliente, di cui ricordava il numero di cellulare, l'ha aiutata
a fuggire in Romania, dove Cora ha denunciato il suo carnefice. Costui le ha
telefonato recentemente, dice, minacciandola.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Malgrado storie come
queste, gli esponenti della classe politica berlinese non si sentono sollecitati
ad agire. Questo si spiega in parte perché, nel dibattito sulla prostituzione,
una posizione ideologicamente corretta<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>conta di più delle realtà più atroci. Per esempio, quando la Facoltà di
scienze applicate di Amburgo ha tenuto una conferenza sulla prostituzione in
Germania, un anno fa, uno dei partecipanti ha dichiarato che la prostituzione,
in quanto lavoro sessuale riconosciuto, era <<parte di un processo di
emancipazione e di professionalizzazione>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Tali asserzioni
scandalizzano Rahel Gugel, professoressa di diritto. <<E' assurdo. Questo
non ha nulla a che vedere con la realtà>>, dice. Insegnante di diritto
del lavoro sociale all'Università statale cooperativa di Baden-Württemberg,
Gugel ha conseguito una tesi in diritto della prostituzione e ha lavorato per
un'organizzazione umanitaria.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">I promotori della
legalizzazione sostengono che ogni persona ha il diritto di dedicarsi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>liberamente a qualsiasi attività lavorativa.
Certe femministe arrivano anche a celebrare l'emancipazione delle donne che si
prostituiscono, perché, dicono, le donne dovrebbero essere libere di fare ciò
che vogliono del proprio corpo. Nella prassi, tuttavia, si constata rapidamente
quanto poco chiara sia la linea di demarcazione tra la prostituzione volontaria
e quella coatta. Donne come Alina e Cora si prostituiscono volontariamente e
assumono decisioni autonome? <<E' politicamente corretto in Germania
rispettare le decisioni individuali delle donne>>, spiega l'avvocato
Gugel. <<Ma se si vogliono proteggere le donne, non è certo questo il
modo di farlo>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt;">4 L'approccio errato di Berlino</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Secondo Rahel Gugel,
molte donne vivono situazioni emotive ed economiche difficili. Vi sono prove
che attestano che un numero<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>superiore
alla metà delle prostitute ha subito abusi o ha avuto genitori negligenti
durante l'infanzia. Vi sono studi che<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>mostrano come molte di loro soffrano di sindrome da stress
post-traumatico. Le prostitute soffrono di depressione, di disturbi d'ansia e
di tossicomanie<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in una percentuale molto
più elevata del resto della popolazione. La maggior parte di loro è stata
stuprata, molte anche più volte. Nei sondaggi, la maggioranza delle donne
afferma che abbandonerebbe immediatamente la prostituzione se potesse.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Certo: ci sono anche
donne che decidono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che è preferibile
vendere il proprio corpo piuttosto che sistemare i prodotti sugli scaffali dei
supermercati. Ma c'è motivo per credere che esse costituiscano una minoranza che
è rumorosamente rappresentata da qualche donna proprietaria di bordelli e dalle
lobbyste pro-prostituzione come Felicitas Schirow.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il diritto tedesco
adotta un approccio fondamentalmente sbagliato, spiega la professoressa Gugel.
Per proteggere le donne, spiega, bisogna limitare la prostituzione e sanzionare
gli acquirenti di sesso. Ma la sua è una voce isolata in Germania. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Non è<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>così dappertutto in Europa.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Alcuni Paesi che avevano imboccato una strada
simile a quella tedesca, hanno fatto marcia indietro e seguono ora piuttosto
l'esempio degli Svedesi. Due anni prima che la Germania adottasse la sua legge
sulla prostituzione, la Svezia ha scelto l'approccio inverso. L'attivista Kajsa
Ekis Ekman lotta per convincere il resto<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>dell'Europa ad imitare il suo Paese. A seguito della pubblicazione di un
libro nel quale descrive le condizioni di vita delle prostitute ("L'être
et la marchandise", Montréal, M editeur, 2013), Ekman viaggia da una città
europea all'altra, come un'ambasciatrice della lotta contro la tratta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">A metà aprile, la
campagna di Ekman l'ha portata a KOFRA, un centro di donne di Monaco. Bionda,
dagli occhi blu, Ekman è piccola ed energica. Seduta su una stretta sedia di
legno, parla così tanto che la sua tazza di caffé ha il tempo di raffreddarsi -
come se non avesse abbastanza tempo per<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>esporre tutte le argomentazioni che è diventato urgente<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>affermare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Mentre studiava
a<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Barcellona,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ekman ha condiviso un appartamento con una
donna che lavorava come prostituta. Ha visto come i magnaccia dominavano le
loro dipendenti. <<Ho iniziato ad interessarmi alla questione e ad
impegnarmi quando ho visto il modo in cui la mia coinquilina vendeva il proprio
corpo>>, dice. Di ritorno in Svezia, ha manifestato stupore per un
dibattito pubblico sull'amore libero e sull'autodeterminazione delle
prostitute. <<Quello che avevo osservato era molto diverso>>, dice
Ekman.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Punire i
clienti, non le prostitute</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Nel 1999, quando la
Svezia ha reso illegale l'acquisto di servizi sessuali, i suoi vicini europei
hanno manifestato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>incredulità.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Per la prima volta erano gli acquirenti di
sesso e non le prostitute che venivano sanzionati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><<La
prostituzione si sta ora dispiegando nell'ombra>><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>scrisse l'influente giornale tedesco
Frankfurter Allgemeine Zeitung, affermando che si trattava di <<una
sconfitta per il movimento delle donne in Svezia>> e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>osservando che<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel Paese era attivo un <<femminismo
dogmatico>>. Ma una società che si vuole libera<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dai moralismi può punire gli uomini che
frequentano prostitute? Sì, lo può, risponde Ekman, citando i successi
realizzati nel suo Paese, dove sempre meno uomini pagano per fare sesso e dove
coloro che lo fanno si sentono sempre più a disagio: <<Prima della
promulgazione della nostra legge un uomo su otto in Svezia era stato con una
prostituta>>, dice, notando che oggi questa proporzione si è ridotta ad
uno su dodici.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Certo, la
prostituzione esiste ancora in Svezia, ma quella di strada si è ridotta della
metà. Anche il numero totale delle prostitute è diminuito, passando da circa
2500 a circa 1000-1500 donne. Alcuni magnaccia conducono ancora su furgoncini
alcune donne dell'Europa dell'Est nel Paese e si accampano spesso alla
periferia delle città, ma la prostituzione non è più un grande affare in
Svezia. I detrattori della legge replicano che è aumentata la prostituzione
negli appartamenti e in rete e che certi uomini si recano ora nei bordelli dei
Paesi baltici o dell'Europa dell'Est.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La legge svedese non
si fonda sul diritto della prostituta di assumere decisioni autonome, ma sulla
parità tra uomini e donne, iscritta nelle costituzioni svedese e tedesca. La
questione, in termini molto semplici, è che la prostituzione rappresenta una
forma di sfruttamento e deriva<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sempre da
uno squilibrio di poteri. Gli/le svedesi affermano che il fatto che gli uomini
possano comprare delle donne per fare sesso alimenta una percezione della donna
che pregiudica la parità dei diritti e danneggia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tutte le donne.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Aiutate il
mio bordello</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La Svezia punisce,
dunque, i clienti, i prosseneti e i trafficanti, ma non le prostitute. Questo
approccio mira a soffocare la domanda di servizi sessuali a pagamento e a
rendere questa attività non redditizia per i trafficanti e per gli sfruttatori.
Da due anni, gli Svedesi hanno aumentato da sei a dodici mesi di reclusione la
pena massima<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che rischiano di buscare i
clienti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Benché la polizia
svedese non si mostri sempre particolarmente solerte nel perseguire i clienti,
ha comunque arrestato più di 3700 uomini dopo il 1999. Nella maggior parte dei
casi, costoro sono stati condannati soltanto al pagamento di un'ammenda. Alcune
persone contestano ancora in Svezia i meriti di questa legge restrittiva, ma
essa gode di un considerevole appoggio da parte della popolazione. Dieci anni
dopo la sua promulgazione più del 70 per cento degli Svedesi hanno dichiarato
di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>appoggiare la punizione degli uomini
che pagano per ottenere sesso anziché quella delle prostitute che vengono
pagate.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">In Germania, al
contrario, la situazione è tale che il canale televisivo RTL II trasmette un
programma nel quale un'équipe chiamata: <<Aiutate il mio bordello>>
fa il giro del Paese visitando <<bordelli tedeschi in difficoltà>>
per stimolarvi l'industria del sesso, offrendo buoni consigli. Sono iniziative
di questo tipo ad aver indotto Alice Schwarzer, editrice della rivista
femminista EMMA, a prevedere <<come obiettivo a breve termine>> in
Germania l'avvio di un <<dibattito sociale che sfoci nella condanna della
prostituzione piuttosto che, come accade oggi, nella sua accettazione e persino
nella sua promozione>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Pierrette Pape crede
che l'immagine che si offre della prostituzione nei diversi Paesi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non sia priva di effetti. <<Oggi in
Svezia un ragazzino cresce sapendo che l'acquisto di sesso è un reato. Nei
Paesi Bassi, il ragazzino cresce imparando che alcune donne sono sedute dietro
alle vetrine e che le si può ordinare come qualsiasi prodotto di consumo di
massa>>. Pape è la portavoce della Lobby europea delle donne a Bruxelles,
un'organizzazione che coordina 2000 organizzazioni femministe in Europa. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Pape trova <<sorprendente>>
che la Germania non riveda seriamente le proprie politiche sulla tratta.
<<Si è acceso un dibattito in tutta Europa e noi speriamo che i politici
e le organizzazioni umanitarie tedesche accordino in futuro maggiore attenzione
ai diritti umani rispetto a quanta glie ne<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>abbiano finora accordata >>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Molti Paesi europei
si conformano ormai al modello svedese. In Islanda, che ha adottato una
legislazione simile, i politici hanno in animo anche di vietare la pornografia
in rete.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Dal 2009 anche la Norvegia
punisce i clienti delle prostitute. E a Barcellona è illegale ricorrere ai
servizi di una prostituta di strada.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Il metodo
francese</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">In virtù di una
legge finlandese promulgata nel 2006, gli uomini possono essere puniti per aver
acquistato i servizi di una prostituta che lavora per uno sfruttatore o che è
vittima della tratta. Ma provare che gli uomini siano a conoscenza di questa
situazione si è rivelato impossibile. Il Ministero finlandese della Giustizia
sta preparando un rapporto sull'opportunità per la Finlandia di adottare
semplicemente il modello svedese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Anche in Francia
molti vogliono imitare la Svezia. Poco prima di entrare in carica, l'attuale
Ministra dei Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, ha annunciato
audacemente: <<Il mio obiettivo, come quello del Partito socialista, è di
veder sparire la prostituzione>>, ha dichiarato al Giornale della
Domenica. Alcuni politici e sociologi hanno immediatamente deriso questa idea,
qualificandola come <<utopistica>> e alcune prostitute hanno manifestato
nelle strade di Lione e di Parigi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il
progetto di legge di Vallaud-Belkacem prevede una pena massima di sei mesi di
carcere e un'ammenda dall'ammontare massimo di 3000 euro per i clienti. Ma ci
vorrà probabilmente un<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>po' di tempo
prima che la Ministra<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>riesca ad imporre
la sua idea al Governo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">E in Germania? I
politici di Berlino litigano sul cambiamento<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>di dettagli insignificanti della legge sulla prostituzione, poi
finiscono per non far niente. Nel 2007, la Ministra della Famiglia dell'epoca,
Ursula von der Leyen, esponente della CDU (Unione Cristiano Democratica), il
partito della cancelliera Angela Merkel, ha proposto di subordinare i bordelli
all'approvazione del Governo, con l'appoggio di una delle colleghe della CDU,
Annegret Kramp-Karrenbauer, all'epoca Ministra dell'Interno della Saar (e ora
governatrice di questo Land). Ma le due politiche non sono riuscite a
convincere la maggioranza del loro partito e nulla è cambiato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Nel 2008, la
Conferenza delle Ministre della Parità e delle Donne ha tentato di introdurre
un regolamento che sottoponesse i gestori dei bordelli a un test di
affidabilità. Esse hanno consultato i loro colleghi della Conferenza dei
Ministri dell'Interno, ma non<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si è
approdati a nulla.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt;">5.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L'inerzia</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Nel 2009, alcuni
politici della CDU, del Partito Socialdemocratico, del Partito
liberaldemocratico e dei Verdi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>del Land
del<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Baden-Württemberg hanno sollecitato una presa di posizione del Bundesrat,
il corpo legislativo che rappresenta gli Stati tedeschi, contro <<la
formula disumana dei servizi sessuali a prezzo forfettario>>. Ma alla
legge non è stato apportato alcun cambiamento.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Quanto ai Paesi Bassi, essi hanno scelto la via della deregolamentazione
giuridica due anni prima della Germania. Ma oggi sia il Ministro della
Giustizia olandese che i politici del Paese ammettono che non si sono
registrati miglioramenti tangibili<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per
le prostitute. Esse godono generalmente di condizioni di salute peggiori
rispetto al passato e un numero sempre più elevato di prostitute è costituito
da tossicomani. Secondo le stime della polizia olandese, dal 50% al 90% delle
prostitute dei Paesi Bassi non pratica la propria attività volontariamente.</span><span style="font-size: 12.0pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Lodewijk Asscher, del Partito socialdemocratico,
ritiene che la legalizzazione della prostituzione sia stata <<un errore
nazionale>>. Il governo olandese si prepara ora a rafforzare la legge per
combattere l'incremento della tratta e della prostituzione coatta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">I Tedeschi non ci pensano proprio a rivedere la legge.
I Verdi, che hanno svolto un ruolo così determinante nel sostenere la legge
sulla prostituzione 13 anni fa, non manifestano alcun ripensamento. Un
portavoce di Kerstin Müller, che era leader parlamentare del Partito dei Verdi
all'epoca, dice che oggi ella è interessata ad altre questioni. Irmingard
Schewe-Gerigk, anche lei una deputata di primo piano dei Verdi nel periodo in
cui la legge è stata adottata, dichiara: <<La legge era buona. E' vero,
invece, che avremmo dovuto applicarla in modo più sistematico>>.
Stranamente, la signora Schewe-Gerigk è ora presidentessa dell'organizzazione
femminista Terredes Femmes, che mira ad instaurare una <<società senza
prostituzione>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Il terzo promotore della nuova legge, Volker Beck,
continua anche lui a sostenerla oggi. Beck, ex portavoce della politica
giuridica del suo partito, chiede, tuttavia, nuovi programmi di sostegno e di
abbandono dell'industria [del sesso] da parte delle donne. Ma afferma che la
Svezia non può servire da modello per la Germania. <<Un divieto non
migliora le cose, perché la prostituzione si svolgerebbe allora in posti
difficili da sorvegliare>>, dice, aggiungendo: <<Gangs criminali
assumerebbero il controllo dell'industria>>, come se oggi essa fosse
nelle mani di rispettabili uomini d'affari.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Dominio dell'illegalità</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Qualche sua collega dei Verdi non è d'accordo.
<<Gran parte dell'industria è già oggi dominio dell'illegalità>>,
dice, per esempio, Thekla Walker di Stoccarda. Presidentessa
dell'organizzazione dei Verdi nel suo Land, la signora Walker ha cercato di
modificare l'approccio del suo partito alla questione della prostituzione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;"><<La prostituta autonoma che immaginavamo noi
quando nel 2001 è stata promulgata la legge sulla prostituzione, quella che
contratta da pari a pari con il proprio cliente e può soddisfare i propri
bisogni con il proprio reddito, costituisce l'eccezione>>, si legge in
una mozione che Walker ha presentato nel corso di un'assemblea del partito il
mese scorso. Le leggi attuali, prosegue il documento, non proteggono le donne
dallo sfruttamento, ma accordano loro <<semplicemente la libertà di farsi
sfruttare>>. I Verdi, scrive Walker, non hanno il diritto di chiudere gli
occhi dinanzi alle <<catastrofiche condizioni di vita e di lavoro di un
gran numero di donne che si prostituiscono>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">E' però quello che essi hanno fatto. Walker ha
ritirato la sua mozione, non avendo la minima chance di ottenere l'approvazione
della maggioranza dei Verdi, anche se il partito ha dichiarato che si
dovrebbe<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>valutare l'opportunità di
apportare dei miglioramenti alla legge.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">In Germania, coloro che sono contrari alla
legalizzazione sono considerati <<moralisti>>, spiega la
professoressa di diritto Gugel. D'altra parte, aggiunge, lei non ha la
sensazione <<che i politici nutrano molto interesse per la
questione>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">In compenso, Kristina Schröder, la Ministra della
Famiglia, ha effettivamente tentato di reprimere la tratta e la prostituzione
coatta. Tuttavia, <<malgrado sforzi molto intensi, non è stato possibile
ottenere l'unanimità dei quattro Ministri interessati>>, ha dichiarato il
Ministero della signora Schröder in un comunicato stampa. La sua volontà di
regolamentare i bordelli in modo più stringente è naufragata dinnanzi
all'opposizione della Ministra della Giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger.
Quest'ultima considera qualsiasi riforma della legge inutile e ripete il
vecchio argomento, ossia che la legge tedesca permette alle donne di uscire
dall'illegalità, mentre la legge svedese le obbliga a lavorare in nero.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Considerato tale disaccordo, sarebbe un miracolo se il
governo pervenisse ad una decisione che consentisse di tutelare più
efficacemente le vittime della tratta. Altrimenti le donne dovranno continuare
ad arrangiarsi da sole.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">E' tutto legale</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Alina di Sânandrei è riuscita a fuggire dal bordello
"Le fighe dell'aeroporto". Durante un controllo della polizia, lei e
altre dieci donne si sono rifugiate in un ristorante turco del quartiere. Il
fratello del proprietario, che era un cliente, ha nascosto le donne e ha
affittato un pullman a proprie spese. Poi ha cercato di farle arrivare in
Romania. I magnaccia hanno tentato di fermare il pullman, ma le donne sono
riuscite a fuggire. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Alina è ritornata a vivere con i suoi genitori. Non ha
raccontato loro quel che ha vissuto. Lavora, ma non vuol dire che lavoro
faccia. Il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>salario, dice, la basta per
acquistare i biglietti del bus, gli abiti e qualche cosmetico.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">Alina si reca talvolta presso l'AIDRom, un centro di
consulenza per le vittime di tratta, sito nella città romena di Timisoara
Ovest, dove parla con la psicologa Georgiana Palcu, che cerca di trovarle un
posto da apprendista parrucchiera o cuoca. Palcu spiega che le conversazioni
con le giovani donne che sono ritornate dalla Germania <<sono molto
lunghe e difficili>>.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Lei le
incoraggia ad essere ottimiste. Ma non si fa illusioni. Anche se una ragazza
riesce ad ottenere un posto da apprendista, non accetterà probabilmente
l'impiego, perché<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>queste attività non
offrono più di 200<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>euro al mese, per un
lavoro che dura 40 ore alla settimana. Di conseguenza, dice Palcu, molte di
quelle che sono ritornate dalla Germania dopo essere state maltrattate,
lavorano di nuovo come prostitute. <<Che posso dire loro?>> chiede.
<<E' la realtà. Non si può vivere con 200 euro>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;">"Le fighe dell'aeroporto", il bordello di Schönefeld,
non esiste più. E' stato sostituito dal "Club Erotica" che non offre
tariffe forfettarie. Ma i clienti<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>possono godere di molte altre opportunità nella regione. A qualche
chilometro di distanza, a </span><span style="color: black; font-size: 12.0pt;">Schöneberg,
il King George ha adottato la formula del prezzo forfettario. Il suo
gestore<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>promuove il proprio locale con
lo slogan "Geiz mach Geil" "L'avarizia vi rende ciechi".
Per 99 euro, i clienti possono abbuffarsi di sesso e di alcool fino all'ora di
chiusura del locale. Il sesso anale, il sesso orale non protetto e i baci con
la lingua si pagano a parte. E il King George propone un "gang-bang
party" tutti i lunedì, i mercoledì e i venerdì.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 12.0pt;">E' tutto
legale.</span><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-fareast-language: IT;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-7937719056867536002013-07-13T12:07:00.001-07:002013-07-13T15:16:57.318-07:00Non mi riguarda<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiuVsJYbYWzIedhetCgXKcdXsnH7Q5mMOdpCOPmLPGR350eNCLhwwhiqBkLADi7zwnVu3EvyzI4MweCiUD3TYaaa4XxfasXMURergdyw1pbg36589BMHx49BdkKE5RpuGfiEFQRHq4LjDn/s1600/l43-bunny-ranch-120118122748_big.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiuVsJYbYWzIedhetCgXKcdXsnH7Q5mMOdpCOPmLPGR350eNCLhwwhiqBkLADi7zwnVu3EvyzI4MweCiUD3TYaaa4XxfasXMURergdyw1pbg36589BMHx49BdkKE5RpuGfiEFQRHq4LjDn/s320/l43-bunny-ranch-120118122748_big.jpg" width="320" /></a><!--[if gte mso 9]><xml>
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occupo del tema della tratta e dell'industria della prostituzione mi è stata
spesso rivolta l'osservazione: perché non taci e fai che ne parlino le dirette
interessate? Sono senz'altro d'accordo sull'importanza fondamentale di
ascoltare chi ha vissuto o vive questa esperienza, per me è importantissimo e
lo faccio ogni volta che posso. Ciò che scrivo sul blog è una milionesima parte
di ciò che vivo fuori, perché mi manca il tempo materiale di aggiornare queste
pagine. </div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
<br />
Quando posso vinco il pudore della forzatura, del rischio di usare male cose
preziose e lascio la parola a testi delle donne coinvolte, in particolare modo
a quelle che denunciano l'industria, gli abusi, la tratta, i trafficanti, la
violenza. Perché queste ultime è più difficile che possano riuscire a parlare,
perché sono quelle che già con grande difficoltà ne sono uscite, perché magari
non trovano neanche le parole per raccontare la loro esperienza, perché
raccontare è rivivere la violenza, perché per tanto tempo è risuonato loro in
testa il linguaggio degli sfruttatori (a volte loro ex partner), perché si
trovano in un paese straniero di cui non conoscono la lingua, perché già
uscirne è stata una sfida a una mafia che non perdona, perché le persone sono
incredule di quanto loro hanno vissuto, perché le giudicano o le
compatiscono... Come femminista sto con loro più che con ogni altra donna, con
quelle coraggiose che denunciano e parlano anche se sanno che il magnaccia è
vendicativo e che il proprietario del bordello o l'agente ha conoscenze
importanti, con quelle che non parlano perché hanno paura o perché tanto
nessuno capirebbe la loro intricata vicenda, con quelle a cui è stato insegnato
a sentirsi in colpa, con quelle che si sono rassegnate ma non per questo sono
felici e che ce l'hanno col mondo, con quelle che aiutano le loro sorelle
diventando attiviste.. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Del silenzio
di tante donne si nutre la leggenda ormai invasiva ed egemone sul fatto che al
di là delle vittime di tratta (che peraltro sono sempre meno nell'immaginario
della gente, qualcuno pensa che siano tali solo le donne rapite contro la loro
volontà!) e dei problemi relativi all'illegalità dei bordelli, la prostituzione
sia sempre un vissuto facile, un lavoro come un altro ben pagato e conveniente
o addirittura una forma di trasgressione e liberazione per le donne. Così mi
scrivono lettori clienti su questo blog, così scrivono i clienti di tutto il
mondo sui loro siti, così pensa la gente comune che sistematicamente disprezza
le donne in prostituzione mentre fa finta di occuparsi dei loro diritti
prospettando la riapertura dei bordelli legali, così scrivono i giornali
parlando con leggerezza di prostituzione studentesca e di "giri di
squillo". A volte verrebbe quasi da chiedersi perché ci affanniamo in
lavori malpagati se esiste una prospettiva così "naturale" per noi
donne "non moraliste" e "senza problemi col sesso". Torna a
essere concepito come natura della donna la sessualità di servizio, fatta senza
attrazione, il Medioevo, insomma, travestito da "desacralizzazione del sesso"
e "liberazione sessuale". </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br />
Cerco di capire soprattutto come è fatta l'industria, di studiare le situazioni
dei vari paesi, di conoscere, ascoltare tante voci, non so quando e se riuscirò
a capire la verità su questo tema. Una cosa è certa: sento nel profondo che
questo tema non va ignorato, che mi riguarda profondamente come donna. Mi
riguarda perché ogni giorno vedo sotto casa delle ragazze in strada dell'Est
Europa verso cui sento empatia, perché so che solo per un caso fortuito non sto
al loro posto, perché non mi pare normale che un pappone in auto se ne stia
indisturbato più avanti e un uomo "perbene" contratti con una ragazza
palesemente minorenne, perché preferisco comunque poterle vedere che saperle
nascoste da qualche parte, perché alcune ex vittime di tratta sono mie amiche e
non parlo mai con loro di queste cose, perché ho avuto paura una volta che sono
stata inseguita da un auto con un uomo che chiedeva che prezzo facessi, perché
se oggi stessi senza poter mangiare come mi accadde venti anni fa, dando ascolto
ai media potrei pensare che non ci sarebbe alcuna ragione per non prostituirmi
e nessun rischio psicofisico nel farlo, perché per molti uomini che frequento
essere desiderati dalla donna con cui fanno sesso è un optional...</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> La
crescita dell'industria del sesso ci riguarda tutti e tutte, visto anche che i
governi tagliano sempre più la spesa sociale e i paesi indebitati e strozzati
dall'FMI (e ora dalla BCE) tendono a svendere a pezzi l'economia e a togliere
il futuro ai giovani. Gli studenti sono condannati al prestito d'onore,
indebitati già da piccoli e si permettono di proporre loro impunemente la
prostituzione come opzione praticabile per pagarsi le tasse (vedi siti di sugar
daddie/sugar babies). Verrà un giorno che chiederemo lavoro e a noi donne
specialmente offriranno prostituzione. Ci starà bene? In molti paesi questo
giorno è già arrivato, visto che la prostituzione si tramanda di madre in
figlia come destino familiare, visto che le famiglie vendono spesso le figlie
più belle ai trafficanti. Noi siamo ancora qui a dibattere della scelta, quando
forse questo già si prospetta come il nuovo destino di massa delle donne. (nella
foto Dennis Hof, proprietario del più grande bordello legale in Nevada, che
scherza con la parola "pimp" proponendosi per la campagna elettorale
di Ron Paul alla presidenza americana).</span></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-50022741798026816502013-06-14T15:40:00.000-07:002013-06-14T15:44:57.010-07:00L'ordine neoliberista, il tabù della vittima e l'occultamento delle ingiustizie<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1GaijgPIjdS51xKyeu2AkiuPdH_UBRQsaw0Yi3nsPEDln-I3CfKze0kqtwUNICB5oF70RrCtKoqsvqYioVcumdABbHNZL89mSPxV5bCqD8n4JJ4aiu7UYIP3zrhN9d89Ku_sUtQyCbPeJ/s1600/kajsaekisekman.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1GaijgPIjdS51xKyeu2AkiuPdH_UBRQsaw0Yi3nsPEDln-I3CfKze0kqtwUNICB5oF70RrCtKoqsvqYioVcumdABbHNZL89mSPxV5bCqD8n4JJ4aiu7UYIP3zrhN9d89Ku_sUtQyCbPeJ/s320/kajsaekisekman.jpg" width="224" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Per la rubrica opinioni, riporto la<b> traduzione di Maria Rossi</b>, che ringrazio, di alcuni brani del recente libro della giovane femminista e anarchica svedese <b>Kajsa Ekis Ekman</b> (nella foto), tradotto in francese col titolo "<b>L’être et la marchandise. Prostitution, maternité de substitution et dissociation de soi.</b>"</i><!--[if gte mso 9]><xml>
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<![endif]--><i>E' un punto di vista originale il suo e che richiama l'attenzione <b>sulle insidie di una errata e tendenziosa lettura della parola "vittima" </b>come di persona passiva, oggetto e non soggetto, che ha reso questa parola - di tutt'altro significato - un vero e proprio tabù.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b> In una società basata sul paradigma neoliberista che promuove sempre più profonde disuguaglianze</b> di classe, di genere, di etnia, ecc.. , proteso a conservare tenacemente l'ordine sociale basato sul privilegio di pochi - si tende sempre più ad occultare le ingiustizie strutturali, assolvendo gli oppressori e finendo per ridurre persino le oppressioni più crudeli a libera scelta di soggettività atomizzate. <b>Scomparsa la vittima, scomparso l'aggressore, scomparsa l'ingiustizia, fino ad arrivare a risvolti estremamente inquietanti..</b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La vittima e il soggetto</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Al centro del mito del lavoro sessuale, c'è <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un'espressione affascinante: la venditrice di
sesso non è una vittima, ma una personalità forte che sa quel che fa. Quando
una persona cerca di dimostrare quanto sia dannosa la prostituzione, viene
investita da una prorompente risposta: le sex workers sono persone forti e
attive, non vittime!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[...] E' sempre più frequente la celebrazione del
soggetto forte e attivo contrapposto alla vittima debole e passiva.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[...] Con questa opposizione tra vittima e
soggetto, il discorso favorevole al lavoro sessuale cerca di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>creare la propria rappresentazione della
situazione. Questa rappresentazione presume che, fino ad oggi, la società abbia
considerato le prostitute vittime senza difesa, mentre attualmente si sia
cominciato ad ascoltare le stesse venditrici di sesso e a scoprire che esse
sono, al contrario, forti individualità che hanno scelto liberamente di vendere
sesso. Questa concezione è ripetuta così spesso, oggi, da essere diventata una
verità in certi ambienti, cancellando per ciò stesso l'obbligo di discutere di
questioni come queste: chi pensa che le prostitute siano delle vittime, cos'è
una vittima e che cosa differenzia una donna forte da una debole? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sopprimere
la nozione di vittima</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Definire le prostitute persone forti è un'idea che
si è<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>parecchio radicalizzata nel
dibattito internazionale sul lavoro sessuale. Jo Doezema, che appartiene al
gruppo di pressione "Network of Sex Work Projects", ritiene che
dovremmo sopprimere totalmente l'idea della vulnerabilità del soggetto [...]</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Piano
inclinato: l'indipendenza</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">All'inizio, il discorso favorevole al lavoro
sessuale era piuttosto moderato. Ciò che ha posto fortemente in luce Östergren
parlando esclusivamente, a proposito di prostituzione, di adulti consenzienti;
la nozione di <<lavoro sessuale>> escludeva allora i bambini o le
vittime della tratta a scopo di prostituzione. Analogamente, Maria Abrahamsson
scriveva sul giornale <i>Svenska Dagbladet: </i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Davvero,
non comprendo come si possano mettere sullo stesso piano le persone che vendono
liberamente sesso e quelle infelici che, a causa della povertà o delle ridotte
capacità intellettuali, cadono nelle grinfie di chi le sfrutta cinicamente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Qui, alcune persone hanno il diritto di essere
qualificate vittime, ma solo se sono passive o stupide. Per contro, le persone
attive e consapevoli della propria scelta non possono, a quanto pare, subire un
simile affronto. La tratta a fini di sfruttamento sessuale e la prostituzione
infantile sono utilizzate come ricettacoli, come pattumiere di tutto ciò che
spaventa nella prostituzione - di ciò che tutti possono rifiutare senza
difficoltà: la coercizione, la povertà e la labilità mentale. Una volta che ci
sia sbarazzati di tutto questo, si potrà discutere di una prostituzione
nazionale normalizzata, senza spazzatura, composta esclusivamente da
imprenditrici del sesso indipendenti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La tratta
degli esseri umani</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tuttavia, nei Paesi dove l'idea della
legalizzazione della prostituzione si è materializzata, i confini tra la
prostituzione degli adulti, quella dei bambini e quella delle vittime della
tratta hanno cominciato <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a diventare
porosi. Una volta affermata l'idea di una prostituzione ben gestita, si può
anche pulire la pattumiera, affinché la tratta a scopo di prostituzione sembri
un mito. La sociologa Laura Augustìn, legata al gruppo di pressione
"Network of Sex Work Projects" , ha impiegato questo tipo di detersivo.
Ha scritto diversi libri che descrivono la tratta degli esseri umani come un
mito mediatico. Collabora anche al quotidiano <i>The Guardian, </i>ove pubblica
articoli su questo argomento, in alternanza con altri su donne forti che
<<hanno scelto liberamente>> di portare il burqa. Tuttavia,
Augustìn insiste soprattutto sull'idea che sia necessario smettere di parlare
della tratta degli esseri umani, perché ciò significa
<<vittimizzare>> le persone. Conseguentemente, ella ribattezza le
vittime della tratta a scopo di prostituzione <<sex workers migranti>>,
ritenendo che la donna che ha vissuto la tratta <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sia stata, in fondo, fortunata: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lavora
nei club, nei bordelli, nei bar e negli appartamenti multiculturali dove si
parlano molte lingue. [...] Per quelle che vendono servizi sessuali, gli
ambienti nei quali vivono sono luoghi di lavoro dove molte ore sono consacrate
all'incontro con altre persone che esercitano la stessa attività, alla
conversazione, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alle bevute con le
colleghe, così come con i clienti e con gli altri impiegati dei locali come i
cuochi, i camerieri, i commessi,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i
portieri, alcuni dei quali dimorano lì, mentre altri vi si trovano per lavoro.
Trascorrere la maggior parte del tempo in tali ambienti è un'esperienza che
crea soggetti cosmopoliti, almeno nel caso in cui le persone siano capaci di
adattarvisi. Per definizione, ciò genera una relazione particolare con
l'ambiente. Questi cosmopoliti ritengono che il mondo appartenga a loro, che
non<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sia che un luogo <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>da abitare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L'immagine della vittima della tratta a fini di
prostituzione è dunque quella di una persona che banchetta con i benestanti,
frequenta i locali notturni in diverse metropoli e forse dà, occasionalmente,
una toccatina<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ai clienti dietro il
bancone del bar. E' felice e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dà <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un'impressione di agiatezza. E' interessante
notare che non figura da nessuna parte nella descrizione di questo ambiente
<<lussuoso>> in che cosa consista in realtà questo
<<lavoro>>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I bambini</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Abbiamo imboccato una strada nella quale anche i
bambini sono percepiti sempre di meno come vittime. In un contributo all'antologia
<i>Global Sex Workers</i>, Heather Montgomery, un'antropologa sociale, si<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>applica <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a problematizzare l'immagine dei bambini
presentati solo come vittime della prostituzione. Ella ha effettuato delle
ricerche in un villaggio tailandese e pensa di aver scoperto qualcosa<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che
contrasta con<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l'immagine dei bambini
sfruttati. Montgomery comincia con il constatare che si tratta di un villaggio
povero <<senza acqua corrente, con un accesso sporadico
all'elettricità>>, che sorge vicino a una località turistica. In questo
villaggio vivono 65 bambine di età inferiore ai 15 anni, almeno 40 delle quali
<<hanno lavorato, in un momento o nell'altro della loro vita, come
prostitute>>.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mentre i media
affermano spesso che la prostituzione infantile è <<un flagello che
bisogna eliminare ad ogni costo>>, Montgomery vuole offrire un'altra
interpretazione di queste bambine: esse sarebbero soggetti attivi e razionali.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tuttavia,
queste bambine rifiutano categoricamente di essere considerate vittime. [...]
Le bambine che ho imparato a conoscere provavano << il sentimento di
avere un potere di decisione e di controllo>> e, togliergli questo,
significherebbe negare il loro modo intelligente di utilizzare il poco
controllo che possiedono effettivamente. La ricerca di bambini vittime di
sevizie cancella talvolta il riconoscimento della loro capacità di agire.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Montgomery critica le persone che pretendono che
tutte le bambine prostituite siano <<sessualmente sfruttate>>. Ella
afferma che, anche se le bambine non amano la prostituzione, hanno sviluppato
dei modi per gestirla <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nella maniera migliore:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nessuna
bambina apprezzava il fatto di essere una prostituta, ma tutte avevano
sviluppato delle strategie che consentivano loro di comprenderla e di
accettarla. Avevano trovato un sistema etico. Così la vendita del loro corpo
non influenzava il loro sentimento personale di umanità e di integrità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La prostituzione non influenza, dunque, le bambine
tailandesi nel modo che si potrebbe credere, spiega Montgomery. Il segreto sta
nel non paragonarle alle bambine occidentali [...] In Thailandia, sostiene la
studiosa, il rapporto tra sessualità ed identità non è forte come in Occidente.
E' la ragione per la quale noi non possiamo essere sicuri che il danno causato
alle bambine di questo Paese sia altrettanto grave di quello che colpisce le
bambine occidentali. Che le bambine abbiano molti modi di sfuggire alla loro
identità di prostitute, parlando degli acquirenti del sesso come dei loro
<<amici>> e non menzionando la prostituzione, ma dicendo di
<<avere degli ospiti>> o di <<divertirsi con degli stranieri>>,
dimostra per Montgomery che la prostituzione non costituisce un elemento
centrale della loro costruzione identitaria. Non si può dunque affermare con
certezza che essa altera la loro identità. L'altro elemento positivo, secondo
lei, è il fatto che le bambine più grandi diventino madame (magnaccia) delle
più giovani [...]</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Pare che non ci sia modo per una bambina
prostituita tailandese di comportarsi in maniera tale <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>da impedire a Montgomery di vedere in lei un
soggetto attivo.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><i><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L'essere
invulnerabile</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Perché questo timore della vittima? Perché è così
importante affermare che le prostitute non sono in alcun caso delle vittime?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Come tutti i sistemi che accettano le
diseguaglianze, l'ordine neoliberista detesta le vittime. Parlare di un essere
umano senza difese, di un essere vulnerabile, presuppone in effetti che sia
necessario instaurare una società giusta e afferma <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il bisogno di una protezione sociale. Rendere
tabu la nozione di vittima è un passo necessario alla legittimazione della
barriera che separa le classi sociali e i sessi. Questo processo è costituito
da due fasi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In primo luogo, bisogna affermare che la vittima è,
per definizione, una persona debole, passiva ed impotente. Poiché le persone
vulnerabili sono, nonostante tutto, combattive e sviluppano numerose strategie
per dominare la situazione, <<si scopre>> che l'idea che ci è fatti
della vittima è sbagliata. La persona vulnerabile non è passiva, al contrario!
Quindi, ci dicono, bisogna abolire la nozione di vittima. Di conseguenza, noi
dobbiamo accettare l'ordine sociale - la prostituzione, la società divisa in
classi, le diseguaglianze - se non vogliamo etichettare le persone come esseri
passivi e impotenti. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">C'è qualcosa di bizzarro in questa definizione
della vittima. Secondo il <i>Glossario dell'Accademia svedese, </i>una vittima
è <<qualcuno o qualche cosa che diventa<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>un bersaglio per qualcun altro o per qualcos'altro>> o che
<<subisce qualcosa>>. Ciò significa, quindi, che una persona è
vittima di qualcuno o di qualcosa.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma
nulla qua si dice del carattere della vittima - si tratta soltanto di ciò<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che una persona subisce da parte di qualcuno,
qualcuno che la picchia, la stupra, è violento o la sfrutta in un modo o
nell'altro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tuttavia, la definizione neoliberista della vittima
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fa riferimento ormai al fatto che <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>essa sia un tratto del carattere. Essere
vittima significa essere una persona debole. Noi siamo o vittime passive o
soggetti attivi. Non si può essere contemporaneamente l'una e l'altro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[...] In fondo, se non ci sono vittime, non ci
possono essere neppure aggressori. Così, in un modo al contempo molto comodo e
inavvertibile, coloro che non vengono mai menzionati - gli uomini- vengono
discolpati. Negli scritti di Augustìn, Dodillet e Montgomery, gli uomini sono come
ombre sul muro, come figuranti, che appaiono di sfuggita, ma che,
miracolosamente, vedono finalmente legittimati tutti i loro desideri. Mentre ci
si concentra sulle donne e sui bambini - che sono studiati, intervistati,
computati e descritti -, nello stesso tempo non si rivolge alcuna domanda agli
uomini. Nemmeno la più importante di tutte: perché fate questo?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La frase << è un soggetto, non una
vittima>> non è di moda soltanto nel dibattito sulla prostituzione. Noi
la sentiamo ripetere in numerose occasioni, si propaga nell'atmosfera come i
ciuffi di peli del tarassaco e mette radici dappertutto. Nel discorso<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>concernente le persone che si trovano in una
condizione di vulnerabilità, viene incessantemente replicata l'espressione: <i>sono
soggetti, non vittime....</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[...] Dobbiamo confrontarci quasi tutti i giorni
con una retorica che dipinge la condizione della vittima come qualcosa che ha a
che fare con il suo comportamento. La si giudica e la si esorta a non essere
vittima! E' orribile essere una vittima! La nozione di vittima è<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>intesa come un'identità, alla quale è
associata una moltitudine di caratteri detestabili che si dovrebbero rifuggire.
La dottrina dell'essere invulnerabile diventa così un imperativo categorico che
definisce la condizione dell'individuo liberale e responsabile. Per
definizione,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>qualsiasi cosa facciamo, dobbiamo
vederci come esseri forti ed attivi. I disoccupati e le disoccupate, gli
ammalati, i rifugiati- nessuno deve essere percepito o considerato vittima!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[...] L'opposizione tra soggetto e vittima è al
contempo asimmetrica e sbagliata [...] Con ogni evidenza, il contrario di
"soggetto" non è "vittima", ma "oggetto". E il
contrario di "vittima" non è "soggetto", ma "aggressore".
In effetti, l'opposizione soggetto-vittima esprime l'idea che <i>la vittima sia
un oggetto.</i> Di conseguenza, la persona che diventa una vittima non è più un
essere umano che pensa, nutre dei sentimenti ed agisce. Questa falsa
opposizione rivela un abissale disprezzo per qualsiasi forma di debolezza. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Kajsa Ekis Ekman </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Fonte originale: <a href="http://sisyphe.org/imprimer.php3?id_article=4415">http://sisyphe.org/imprimer.php3?id_article=4415 </a></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-56182218466211903502013-05-19T07:29:00.000-07:002013-05-19T08:53:50.533-07:00Tempi moderni, vecchi sfruttamenti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_hyNTbtOjGXGqenPZjCBnoJCE9xzh7FC4Ys2qJeAtgO_xc4LBNliAHGTyKKwR2dODDNdv94GaigeSbk88tNQbIeTlAAkp8oEv_d_4cyzA2VYNhBEhWSzokE3GnXef1FpeN9e1ih0mXTr2/s1600/campo-di-concentramento-di-auschwitz.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_hyNTbtOjGXGqenPZjCBnoJCE9xzh7FC4Ys2qJeAtgO_xc4LBNliAHGTyKKwR2dODDNdv94GaigeSbk88tNQbIeTlAAkp8oEv_d_4cyzA2VYNhBEhWSzokE3GnXef1FpeN9e1ih0mXTr2/s320/campo-di-concentramento-di-auschwitz.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Torno appena da una meravigliosa festicciola in compagnia di meravigliose ragazze nigeriane e romene sopravvissute alla tratta che ora hanno nuove vite con i loro piccoli bambini e nuovi sorrisi e nuove speranze..</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi piacerebbe tanto che chi è impegnato nel dibattito sulla prostituzione - che sistematicamente ignora i protagonisti del business capitalista e mafioso che rinnova sotto parvenze di modernità vecchi schiavismi, violenze e sfruttamenti - sapesse rendere conto di sé a queste ragazze guardandole negli occhi. E osasse dire loro in faccia che la loro esperienza è solo un incidente di percorso in un mercato del sesso che è da promuovere come esempio di libertà e rispetto per le donne. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non si fa che dire che nei paesi dove si è legalizzato il mercato, depenalizzando i proprietari dei bordelli, la tratta è diminuita (e c'è chi dice, negando l'evidenza che è scomparsa!) e che le donne hanno conquistato autonomia sui loro corpi decidendo sui clienti e sulle loro prestazioni. Eppure, approfondendo anche solo un minimo, risulta chiaro che l'aspetto più evidente è invece la depenalizzazione dei capitalisti che investono nel settore dello sfruttamento sessuale commerciale e la loro promozione a rispettabili "manager". </div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco la traduzione di <a href="http://www.20min.ch/ro/news/suisse/story/Du-sexe-a-gogo-pour-app-ter-les-clients-13187291">un articolo da un giornale online svizzero </a>a cura di Maria Rossi, in cui si parla della nuova offerta di "sesso a go go" dietro pagamento di un fisso, ultima moda dei bordelli svizzeri e presente da tempo in Germania. Proprio un esempio perfetto di autonomia delle ragazze, notoriamente "imprenditrici di se stesse".. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
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<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sesso a go go per
attirare clienti</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">E' emerso un nuovo
concetto nei bordelli svizzeri. Il <<sesso a tariffa forfettaria>>
permette ai clienti di far sesso con quante donne desiderano ad un costo fisso.
Turbata, l'avvocata di Zurigo Silvia Steiner, esperta di tratta, rileva come il
numero di locali che propongono questa offerta<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>continui ad aumentare. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Un bordello di
Dübendorf (Zurigo) attira i clienti con questo slogan: <<Fino a 60
ragazze al giorno al costo fisso di 160 franchi, pasto compreso>>. Per
300 franchi per due ore un altro locale nel cantone di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Thurgovie promette <<sesso a
volontà>> tutti i mercoledì, i sabati e le domeniche. Il gestore di una
casa chiusa, che desidera restare anonimo, afferma che il <<sesso a
tariffa forfettaria>> è molto redditizio: <<Non lo si proporrebbe
se non fosse remunerativo. In genere gli uomini si sopravvalutano. Solitamente
non fanno sesso con più di due donne>>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il nuovo concetto in
voga non piace a Rebecca Angelini, portavoce del centro di assistenza alle
vittime della tratta delle donne (FIZ): <<E' assolutamente irrispettoso
nei confronti delle prostitute. Potrebbe diventare pericoloso se le donne non
potessero più rifiutare alcun cliente. Esse devono poter scegliere se praticare
rapporti sessuali con o senza prezzo fisso>>.</span></div>
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">In Germania il fenomeno del sesso a volontà esiste da
diversi anni.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L'opportunità di abolire
questo concetto è attualmente oggetto di discussione</span> <br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-9402205912306550432013-04-30T13:55:00.000-07:002013-04-30T14:33:44.522-07:00 La potente lobby dei prosseneti spagnoli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikjt-dtpomM7DJy1PFOg0tKDH3hU4u4ze4U3DZsLvV_0pUWaAFnomnEiUCr1r04BWyBdsAeNFDg8AYyzNIsxaqo-imiuFQUlw8RwwNS4hTOudRvJObeH5ufB9khn_C8yZpCFpeNgihdQgX/s1600/1320483019395ronertodn.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikjt-dtpomM7DJy1PFOg0tKDH3hU4u4ze4U3DZsLvV_0pUWaAFnomnEiUCr1r04BWyBdsAeNFDg8AYyzNIsxaqo-imiuFQUlw8RwwNS4hTOudRvJObeH5ufB9khn_C8yZpCFpeNgihdQgX/s320/1320483019395ronertodn.jpg" width="256" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Pubblico una parte di
un interessantissimo articolo di <b>Maria Rossi</b> che potete trovare <a href="http://www.scribd.com/doc/138056886/La-Prostituzione-in-Spagna">qui</a> pubblicato
interamente sulla <b>situazione<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>spagnola in
relazione a tratta e prostituzione.</b> </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><b>In Spagna dal 1995 sono depenalizzati i
proprietari dei<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>bordelli</b>, non
considerati sfruttatori, ed è stata avviata una regolamentazione della
prostituzione al chiuso<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ufficialmente con
l’intento di combattere la tratta e le mafie.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Si sono moltiplicate le<b> ordinanze locali che hanno autorizzato e
regolamentato l’apertura di locali dove si esercita la prostituzione, multando
invece pesantemente prostitute e clienti della prostituzione in strada,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></b>emanate nel nome del “decoro urbano” e “civile
convivenza”. <span style="color: black;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Si suppone che l’80% della prostituzione in
Spagna oggi si svolga in luoghi chiusi. </span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="color: black;">Di particolare interesse le notizie sulla potentissima <b>Asociación Nacional de Empresarios de Locales de Alterne (ANELA), associazione
di proprietari di bordelli costituitasi nel 2001</b>, diretta fino al 2011 da un noto
esponente dell’estrema destra spagnola xenofoba (<b>José Luis Roberto Navarro</b>,
nella foto). ANELA esercita ormai da anni un’<b>intensa azioni di lobbying sui
governi centrali e amministrazioni locali</b> con un ruolo attivo nella elaborazione delle ordinanze, ha intrecciato strettissimi rapporti
con le istituzioni, compresi i corpi di polizia e – colmo dei colmi – si dichiara interessata alla
tutela dei diritti delle prostitute e gestisce persino un numero verde
antitratta!<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">I proprietari dei locali
dove si esercita la prostituzione non percepiscono una commissione sulle
transazioni sessuali, ma affittano le camere alle ragazze, richiedendo, per la
pensione completa, un compenso che si aggira tra i 40 e gli 80 euro al giorno<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span></span></span></a>.
In tal modo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>possono rifuggire
dall'accusa di lenocinio e proclamare la propria estraneità alla tratta. La
realtà, però, è molto più oscura. Nei bordelli praticano rapporti mercenari
molte ragazze vittime del traffico degli esseri umani e sono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">i proprietari i responsabili
del loro sfruttamento, non appena i trafficanti le hanno condotte in Spagna<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn2" name="_ftnref2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span></span></span></a>.
Osserva<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il giornalista <b>Joan Cantareno</b>,
che è riuscito a consultare documenti importanti e ad acquisire notizie di
prima mano facendosi assumere dall'Associazione Nazionale dei proprietari di
bordelli,: <</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><La
maggior parte dei boss della prostituzione in Spagna sono persone senza
scrupoli, che ricorrono all'importazione massiccia di donne, in maggioranza
sudamericane, alle quali impongono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il
pagamento di debiti scandalosamente elevati>><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn3" name="_ftnref3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[3]</span></span></span></span></a>.<span style="color: black;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">In molti
casi sono gli stessi proprietari dei locali dove si praticano rapporti
mercenari ad acquistare il biglietto aereo alle future prostitute, come rivela
Lisa, una ragazza brasiliana intervistata<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>dalla conduttrice<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di
un'interessante inchiesta sulle case chiuse in Spagna trasmessa il 25 novembre
2012 dal canale francese M6. Avendo contratto con il proprietario<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di uno dei più frequentati bordelli di La
Jonquera: il <b>Lady' s Dallas</b> un debito di 7000 euro per l'acquisto del biglietto
aereo, la ragazza è costretta a prostituirsi e non può abbandonare l'attività,
malgrado dichiari di aver raggiunto il limite di sopportazione<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn4" name="_ftnref4" style="mso-footnote-id: ftn4;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[4]</span></span></span></span></a>.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il Lady's Dallas è stato recentemente oggetto
di un'indagine della polizia che ha condotto ad individuare 215 ragazze romene
vittime della tratta, costrette a prostituirsi, in condizioni di semischiavitù,
per 12-14 ore al giorno,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sottoposte a
minacce, violenze fisiche, stupri. I trafficanti sono originari della Romania<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn5" name="_ftnref5" style="mso-footnote-id: ftn5;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[5]</span></span></span></span></a>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">[…]</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quanto è diffusa in Spagna
la tratta a scopo di sfruttamento sessuale? Essa provocherebbe 50.000 vittime
all'anno<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn6" name="_ftnref6" style="mso-footnote-id: ftn6;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[6]</span></span></span></span></a>.
Si è asserito che l'80%<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn7" name="_ftnref7" style="mso-footnote-id: ftn7;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[7]</span></span></span></span></a><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della prostituzione straniera sarebbe coatta
e frutto del traffico di esseri umani, mentre altre fonti riportano una
percentuale del 90% o del 95% di ragazze che non praticano rapporti mercenari
per scelta libera e priva di vincoli<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn8" name="_ftnref8" style="mso-footnote-id: ftn8;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[8]</span></span></span></span></a>:
concetto più ampio del precedente. Anche senza voler considerare questi dati
irrefutabili, resta il fatto che la percezione della diffusione della tratta,
del lenocinio e della mafia è ben presente nelle stesse prostitute.
Intervistata dal giornalista del canale francese M6, Victoria afferma che ne <b>Le
Paradise</b> di José Moreno, dove si prostituisce, circola la voce che la maggior
parte delle ragazze siano reclutate dalla mafia dei prosseneti, ai quali sono
costrette a consegnare parte dei guadagni realizzati<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn9" name="_ftnref9" style="mso-footnote-id: ftn9;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[9]</span></span></span></span></a>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nessuno stupore.<b> Secondo
fonti della Comisaría General de Extranjería , la mafia gestisce ben 4000
locali spagnoli dove si esercita la prostituzione</b><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn10" name="_ftnref10" style="mso-footnote-id: ftn10;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[10]</span></span></span></span></a>.
Dato clamoroso, riportato anche da Lydia Cacho nel suo celebre testo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Schiave del potere<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn11" name="_ftnref11" style="mso-footnote-id: ftn11;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[11]</span></b></span></span></span></a>.
</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Esistono diverse prove della<b>
connivenza tra sistema giudiziario, politico, repressivo spagnolo e mafia
dedita alla prostituzione.</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un caso eclatante è
rappresentato dalla <a href="http://consumabili.blogspot.it/2013/03/paradiso-per-trafficanti-di-donne.html">vicenda di <b>José Moreno</b></a> […] Malgrado il proprietario dei
bordelli Eden ed Eclipse fosse accusato dei reati di riciclaggio, tratta a fini
di prostituzione e prossenetismo, il Tribunale Superiore di Giustizia della
Catalogna gli riconobbe nel 2010 il diritto di costruire un altro locale
adibito alla prostituzione: il Paradise, a Jonquera,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nonostante la strenua opposizione della
polizia locale e del sindaco, l'unico autorizzato dalla legge a concedere
permessi di costruzione e licenze di esercizio<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn12" name="_ftnref12" style="mso-footnote-id: ftn12;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[12]</span></span></span></span></a>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La vicenda di José Moreno
non costituisce l'unica prova dell'accondiscendenza e della benevolenza<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che ispira gli intensi rapporti tra sistema
istituzionale e sistema prostituzionale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un nucleo di proprietari di
bordelli ha costituito nell'aprile 2001 l'Asociación Nacional de Empresarios de
Locales de Alterne (ANELA), una lobby che esercita una considerevole influenza
sui rappresentanti delle amministrazioni centrali, autonome e locali, con
alcuni dei quali ha intrecciato amichevoli relazioni.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L'ANELA, alcuni dei cui
associati sono definiti da Joan Cantareno, giornalista investigativo che,
essendosi fatto assumere dal gruppo, ne ha potuto verificare le modalità
operative, "siniestros personajes" e "</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"> auténticos
delincuentes"<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn13" name="_ftnref13" style="mso-footnote-id: ftn13;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[13]</span></span></span></span></span></a><span style="color: black;"> il cui curriculum criminale, osservano altri, non ha nulla
da invidiare ad Al Capone<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn14" name="_ftnref14" style="mso-footnote-id: ftn14;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[14]</span></span></span></span></a>,<b>
si proclama interessata alla tutela dei diritti delle prostitute ed ha persino
istituito un numero verde per la denuncia della tratta</b><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn15" name="_ftnref15" style="mso-footnote-id: ftn15;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[15]</span></span></span></span></a>.
Un autentico paradosso, analogo a quello che si riscontrerebbe se Emma
Marcegaglia o Sergio Marchionne sollecitassero gli operai a presentare ai loro
uffici esposti contro le condizioni di sfruttamento e gli incidenti sul lavoro
che si verificassero nelle imprese metalmeccaniche. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gli autentici obiettivi di
ANELA sono però chiari ed esplicitamente dichiarati e consistono nella
battaglia per ottenere <b>la promulgazione di ordinanze locali e di una
legislazione nazionale che autorizzi definitivamente e regolamenti i locali
dove si praticano i rapporti mercenari e nella denuncia e nella lotta contro la
concorrenza illegale rappresentata dalla prostituzione di strada e da quella
che si esercita nei locali non abilitati</b> (quelli che, evidentemente, non
aderiscono all'associazione), che non offrirebbero le garanzie di serietà,
sicurezza, pulizia ed igiene richieste a queste strutture<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn16" name="_ftnref16" style="mso-footnote-id: ftn16;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[16]</span></span></span></span></a>.
<b>Non è affatto casuale che questi intenti coincidano esattamente con
l'orientamento espresso dalla miriade di Ordinanze cittadine</b> che sanzionano con
multe pesanti la prostituzione che si esercita nelle vie, ma non quella che si
pratica nei locali.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Alla redazione
dell'Ordinanza promulgata dal governo catalano nel 2002, del resto, ha
partecipato il delegato di ANELA in Catalogna: <b>Manuel Nieto Marín</b>, avvocato e
agente della polizia giudiziaria di Barcellona, figura che attesta, dunque, la
commistione esistente tra incarichi istituzionali e cariche ricoperte nel mondo
dello sfruttamento della prostituzione. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non desterà alcuno stupore,
a questo punto,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sapere che <b>nel 2002 il
Ministro dell'Interno del Governo (Generalitat) della Catalogna: Xavier Pomés
ricevette un premio da ANELA, che ne concesse uno anche all'Unità Operativa
Centrale della Guardia Civil</b> per la sensibilità dimostrata e la collaborazione
offerta alla lotta dell'associazione volta a normalizzare il settore:
motivazione espressa dal valenziano <b>José Luis Roberto Navarro</b>,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>all'epoca Segretario Generale
dell'organizzazione. La cerimonia di premiazione si celebrò<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel comune galiziano di O Barco de
Valdeorras, città natale<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell'allora
presidente di ANELA: <b>Pablo Mayo</b>, uno dei maggiori imprenditori del sesso della
zona. Il sindaco socialista del municipio officiò alla cerimonia e distribuì i
premi. Partecipò alla manifestazione anche il primo cittadino di Petín: Xosé
Vincente Soralat López, anch'egli esponente del PSOE. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Lo stesso giorno, una
delegazione del consiglio di amministrazione di ANELA<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fu ricevuta dalla Direttrice generale del
Turismo della Galizia: María Antón<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Vilasánchez,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>su istanza del
Presidente della Giunta Manuel Fraga, che si scusò, con una lettera inviata
all'associazione, di non poter partecipare<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>all'incontro. Ebbe anche un colloquio con il presidente del consiglio di
Orense in Galizia: José Luis Baltar del Partito Popolare<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn17" name="_ftnref17" style="mso-footnote-id: ftn17;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[17]</span></span></span></span></a>. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><b>ANELA svolge un'intensa
attività lobbistica nei confronti del governo nazionale e di quelli locali,
allo scopo di promuovere l'adozione di una legislazione sulla prostituzione
analoga a quella catalana.</b><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nel dicembre
2011 il nuovo presidente dell'associazione <b>Juan Carlos Martínez Antúnez
incontrò il </b></span><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><b>vice ministro degli Interni e presidente della Comunità di
Madrid Luis Armada Martínez-Campos</b><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e lo
sollecitò a promulgare una legge che regolamentasse l'esercizio della
prostituzione in<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>maniera analoga a
quanto previsto dall'Ordinanza emanata nel 2002 dal collega catalano. Armada
si<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mostrò interessato alla proposta di
ANELA tanto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>da prevedere altri possibili
incontri che sfociassero nella redazione congiunta di un decreto che
disciplinasse la materia. Scopo dell'abboccamento era anche quello di <b>influire,
attraverso la comunità di Madrid, sul Governo di Mariano Rajoy, inducendolo a
promulgare una legislazione nazionale che soddisfacesse pienamente le
aspettative degli imprenditori del sesso</b><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn18" name="_ftnref18" style="mso-footnote-id: ftn18;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[18]</span></span></span></span></a>.
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">ANELA sta esercitando
analoghe pressioni sul Governo regionale di Aragona e di Murcia. Il suo
obiettivo è quello di avviare una serie di colloqui con i rappresentanti di
tutte le regioni, al fine di imprimere un consistente impulso al settore
attraverso la regolamentazione<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn19" name="_ftnref19" style="mso-footnote-id: ftn19;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[19]</span></span></span></span></a>.</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nel 2001 esponenti di spicco
dell'ANELA, tra i quali il Segretario Generale Roberto Navarro e il Presidente
Pablo Mayo, si compiacquero anche di essere stati ricevuti dal Direttore
Generale della Guardia Civil, ( la polizia militare spagnola che si occupa
della repressione della tratta): Santiago López Valdivieso<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn20" name="_ftnref20" style="mso-footnote-id: ftn20;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[20]</span></span></span></span></a>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><b>Gli imprenditori del sesso
intrattengono cordiali rapporti con tutti i corpi di polizia spagnola.</b> Al
giornalista del canale francese M6 <b>José Luis Roberto Navarro dichiara di
distribuire la rivista dell'associazione nei commissariati di polizia e di
essere proprietario di un negozio di uniformi e distintivi militari e gestore
di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una società che fornisce servizi di
sicurezza<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alle forze dell'ordine</b><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn21" name="_ftnref21" style="mso-footnote-id: ftn21;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[21]</span></span></span></span></a>,
oltre che ai locali aderenti ad ANELA: la <b>Levantina de Seguridad</b>. Questa impresa,
che impiega vigilantes, spesso ex poliziotti, è stata condannata e denunciata
in molteplici occasioni per aggressioni (ben 200 soltanto nel 2001) commesse
dai suoi agenti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in discoteche e locali
di divertimento<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn22" name="_ftnref22" style="mso-footnote-id: ftn22;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[22]</span></span></span></span></a>.
Ciò nonostante essa continua a partecipare a gare pubbliche e a stipulare
contratti con le amministrazioni locali, in particolare con quella di Valenza,
dove ha sede. Nel 2002, nonostante le molte denunce accumulate per lesioni, le
fu affidata la funzione di controllo del palazzo occupato dalle Direzioni
territoriali del Lavoro e dei Servizi Sociali e il compito di vigilanza di un
istituto scolastico<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn23" name="_ftnref23" style="mso-footnote-id: ftn23;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[23]</span></span></span></span></a>.
Nel 2009 l'assessore alla Cultura di Terragona, il repubblicano </span><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Joan
Manuel Tresserras</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"> ha attribuito<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>agli agenti
di sicurezza dell'impresa il controllo dei monumenti della città<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn24" name="_ftnref24" style="mso-footnote-id: ftn24;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[24]</span></span></span></span></a>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">ANELA intrattiene, dunque,
ottimi rapporti con politici appartenenti a qualsiasi schieramento. Eppure,
fino al 2011 era diretta da <b>José Luis Roberto Navarro, fondatore del partito di
estrema destra España 2000,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></b><span style="mso-spacerun: yes;"></span>formazione
di orientamento neofascista accostabile a </span><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">FE-La Falange, e a<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Fuerza Nueva e affine al Front national di Le
Pen.<b> Accusato più volte di incitamento all'odio razziale, organizzatore di
manifestazioni contro gli immigrati</b>, Roberto Navarro<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn25" name="_ftnref25" style="mso-footnote-id: ftn25;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[25]</span></span></span></span></a>
non<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si preoccupa di conciliare queste
sue intolleranti convinzioni con la presenza nei bordelli di prostitute in
grande maggioranza straniere, prive di permesso di soggiorno e,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di sovente, vittime della tratta, spesso
praticata dagli stessi proprietari dei locali. Il suo socio nella Levantina de
Seguritad è <b>Manuel Salazar Aguado</b>, simpatizzante di </span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">España
2000, avvocato di neonazisti, marito della figlia di un generale che si presume
abbia partecipato al golpe spagnolo del 1981<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn26" name="_ftnref26" style="mso-footnote-id: ftn26;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[26]</span></span></span></span></a>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Concludo l'articolo
ponendomi due domande.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gli stretti rapporti che gli
imprenditori del sesso hanno saputo intrecciare con le istituzioni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sono davvero compatibili con<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la lotta tenace contro la tratta, il
lenocinio e l'infiltrazione della mafia nei locali dove si esercita la
prostituzione,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>inclusi quelli associati
ad ANELA?</span></b></div>
<b>
</b><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.85pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Siamo sicuri che in
Italia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una regolamentazione della
prostituzione, auspicata da molti, ispirata al modello olandese, tedesco o
spagnolo non produca effetti simili a quelli che si stanno registrando nel
vicino Paese iberico, inclusa l'enorme espansione della mafia, della tratta e
dello sfruttamento della prostituzione? </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="mso-element: footnote-list;">
<br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> </span><!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;">[1] Mónica Ceberio Belaza, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Des bordels par milliers</i>; cit. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L'eldorado
catalan du sexe discount</i>, cit.; <i style="mso-bidi-font-style: normal;">En
Catalogne, des clients surtout français</i>, <<Le Parisien>>, 18
marzo 2010, consultabile qui:
http://www.leparisien.fr/societe/en-catalogne-des-clients-surtout-francais-18-03-2010-853122.php.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span>Il costo di un rapporto mercenario di
mezz'ora si aggira, invece, intorno ai 60 Euro. <span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;">Cfr. <span class="watch-title"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">Enquête exclusive -
Espagne l'incroyable business des maisons closes</span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">; http://www.youtube.com/watch?v=qL6JUsvfxh8.
</span></span></span></div>
<h1 style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> </span></h1>
<br /></div>
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref2" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR">Des bordels par milliers</span></i><span lang="FR">, cit.</span></span>
<br />
<div id="ftn3" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref3" name="_ftn3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[3]</span></span></span></span></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span><<La mayoría de los jefes de la prostitución en España son
«personas sin escrúpulos, que recurren a la importación masiva de mujeres, en
su mayoría sudamericanas a las que aplican deudas indecentes». <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Los amos de la prostitución en España; </i>Carlos
Alós, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Los amos de la prostitución</i>,
<<Levante el Mercantil Valenciano>>, 31-1-2007,
http://www.antifeixistes.org/arxiu/altr88.pdf o
http://www.apramp.org/noticia.asp?id=550<span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span></div>
</div>
<div id="ftn4" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref4" name="_ftn4" style="mso-footnote-id: ftn4;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[4]</span></span></span></span></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> Intervista a Lisa, 13 minuto, <span class="watch-title"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">Enquête exclusive - Espagne l'incroyable
business des maisons closes</span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">; http://www.youtube.com/watch?v=qL6JUsvfxh8.</span></span></span></div>
</div>
<div id="ftn5" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref5" name="_ftn5" style="mso-footnote-id: ftn5;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[5]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> </span><span lang="FR" style="color: #333333; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">Laure Moysset, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">215 jeunes prostituées roumaines travaillaient en 'esclaves' au Dallas,
</i><<L'Indépendant>>, 21 febbraio 2013, http://www.lindependant.fr/2013/02/21/215-jeunes-prostituees-roumaines-travaillaient-en-esclaves-au-dallas,1729517.php#Séquence_1;
</span><a href="http://www.franceinfo.fr/antoine-krempf"><span class="field-content"><span lang="FR" style="border: none windowtext 1.0pt; color: black; mso-ansi-language: FR; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; padding: 0cm;">Antoine Krempf</span></span></a><span class="field-content"><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR;"> et </span></span><a href="http://www.franceinfo.fr/gaelle-fontenit"><span class="field-content"><span lang="FR" style="border: none windowtext 1.0pt; color: black; mso-ansi-language: FR; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; padding: 0cm;">Gaëlle
Fontenit</span></span></a><span class="field-content"><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR;">, </span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">Un réseau de proxénètes démantelé à la frontière espagnole, </span></i><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">21
febbraio 2013, <<France info>>, http://www.franceinfo.fr/faits-divers/un-reseau-de-proxenetes-demanteles-a-la-frontiere-espagnole-899039-2013-02-21</span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn6" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref6" name="_ftn6" style="mso-footnote-id: ftn6;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[6]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> </span><a href="http://www.publico.es/espana/397937/la-trata-de-mujeres-un-problema-en-la-puerta-de-al-lado"><span lang="FR" style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-ansi-language: FR; mso-themecolor: text1;">La trata de mujeres, un problema "en la puerta
de al lado"</span></a><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-themecolor: text1;">, </span></i><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-themecolor: text1;"><<Público.es>>,
23 settembre 2011,
http://www.publico.es/espana/397937/la-trata-de-mujeres-un-problema-en-la-puerta-de-al-lado</span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn7" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref7" name="_ftn7" style="mso-footnote-id: ftn7;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[7]</span></span></span></span></a><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;">
Ibidem; </span></i><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>APRAMP, </span><i><span lang="FR" style="color: #222222; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></i><span class="st"><span lang="FR" style="color: #222222; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span><i><span lang="FR" style="color: #222222; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">Asociación
para la prevención</span></i><span class="st"><span lang="FR" style="color: #222222; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">, reinserción y atención de la mujer
prostituida, Fernando Del Busto, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">El 80%
de la prostitución en España procede de la trata de mujeres, </i>25 novembre
2008, http://www.apramp.org/noticia.asp?id=794; <i style="mso-bidi-font-style: normal;">España: </i></span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="ES" style="mso-ansi-language: ES;">El Gobierno ofrece ayuda jurídica a las
víctimas de explotación sexual, </span></i><span lang="ES" style="mso-ansi-language: ES;">http://www.alianzaportusderechos.org/article/espana-el-gobierno-ofrece-ayuda-juridica-a-las-vic/</span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn8" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref8" name="_ftn8" style="mso-footnote-id: ftn8;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[8]</span></b></span></span></b></span></a><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>Numerose sono le fonti giornalistiche
e i documenti che riportano questi dati. Ne cito solo alcune: UGT<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> (</b><i><span style="color: #222222; mso-bidi-font-family: Arial;">Unión General de Trabajadores</span></i><span class="st"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #222222; mso-bidi-font-family: Arial;">), </span></b></span><span class="st"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #222222; mso-bidi-font-family: Arial;">La prostitución,
una cuestión de género, </span></i></span><span class="st"><span style="color: #222222; mso-bidi-font-family: Arial;">13 gennaio 2006, p.6, </span></span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><cite><span style="color: #222222; font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">www.ugt.es/informes/prostitucion.pdf; </span></cite><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">Un 90 % de las prostitutas en España ejerce la profesión por
obligación, </span></i><span style="color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">in
<<20 minutos.es>>, 29 settembre 2007, http://www.20minutos.es/noticia/283181/0/prostitutas/estres/vietnam/;
</span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Prostitutas, inmigrantes y
forzadas</i>; <<El País>>, 18 agosto 2011, http://sociedad.elpais.com/sociedad/2011/08/18/actualidad/1313618406_850215.html;
Marta González Vásquez, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Explotación sexual,
esclavitud del siglo XXI</i>, cit.</div>
</div>
<div id="ftn9" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref9" name="_ftn9" style="mso-footnote-id: ftn9;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[9]</span></span></span></span></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> Colloquio del giornalista con Victoria, <span class="watch-title"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">Enquête exclusive - Espagne l'incroyable
business des maisons closes</span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">; minuto 46, http://www.youtube.com/watch?v=qL6JUsvfxh8</span></span></span></div>
</div>
<div id="ftn10" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref10" name="_ftn10" style="mso-footnote-id: ftn10;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[10]</span></span></span></span></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> David Fernández, </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">Las mafias de la prostitución dirigen
4.000 burdeles en España, </span></i><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;"><<20 minutos.es>>,
8-1-2008, http://www.20minutos.es/noticia/330503/0/mafias/prostitucion/burdeles/</span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn11" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref11" name="_ftn11" style="mso-footnote-id: ftn11;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[11]</span></span></span></span></a> Lydia
Cacho, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Schiave del potere, </i>Fandango,
Roma, 2010, p.293.</div>
</div>
<div id="ftn12" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref12" name="_ftn12" style="mso-footnote-id: ftn12;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[12]</span></span></span></span></a>
Accanto alle fonti giornalistiche indicate in questo ottimo articolo: http://consumabili.blogspot.it/2013/03/paradiso-per-trafficanti-di-donne.html,
consiglierei di vedere il video di <span class="watch-title"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">Enquête
exclusive - Espagne l'incroyable business des maisons closes</span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">;,
http://www.youtube.com/watch?v=qL6JUsvfxh8, Intervista al sindaco di la
Jonquera, minuto 40. </span></span><span class="watch-title"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">Cfr.
anche <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Paradise, maison close en
Espagne, </i><<GQ. </span></span><span class="watch-title"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">News>>,
http://hommes.gqmagazine.fr/le-paradise-maison-close-en-espagne/</span></span><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"></span></div>
</div>
<div id="ftn13" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref13" name="_ftn13" style="mso-footnote-id: ftn13;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[13]</span></span></span></span></a>
Joan Cantareno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è autore di un libro ben
documentato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>su ANELA: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Los amos de la prostitución en España; </i>Carlos
Alós, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Los amos de la prostitución</i>,
<<Levante el Mercantil Valenciano>>, 31-1-2007,
http://www.antifeixistes.org/arxiu/altr88.pdf o
http://www.apramp.org/noticia.asp?id=550<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>. Tra gli associati di ANELA condannati o accusati di aver commesso
reati possiamo ricordare Balbino García Caurel, proprietario di vari bordelli
catalani, il prosseneta Manuel García, Juan Rueda Salto, condannato a due anni
di carcere per la presenza di una minorenne nel Club Changó di cui è
comproprietario, Marcos Montoya Fernández, proprietario di cinque bordelli
nelle Baleari, a Valenza e a Cuenca, accusato di tratta di ragazze paraguaiane
a fini di prostituzione e recentemente fuggito dagli arresti domiciliari cui
era condannato in attesa di giudizio.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;">Los
amos de la prostitución en España, </span></i><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;">http://alejandra-desde-mas-alla.lacoctelera.net/post/2009/06/26/los-amos-la-prostitucion-espana.
Su Montoya Fernández cfr.</span><span lang="FR" style="color: #cc0000; font-family: "Georgia","serif"; mso-ansi-language: FR;"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;">Español que tenía medidas escapó antes de
su juicio, </span></i><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"><<Ultimahora.com>>,
15 febbraio 2012, http://www.ultimahora.com/notas/503759-Espanol-que-tenia-medidas-escapo-antes-de-su-juicio.</span></div>
</div>
<div id="ftn14" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref14" name="_ftn14" style="mso-footnote-id: ftn14;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[14]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR">Los amos de la prostitución en España, </span></i><span lang="FR">http://alejandra-desde-mas-alla.lacoctelera.net/post/2009/06/26/los-amos-la-prostitucion-espana</span></span></div>
</div>
<div id="ftn15" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref15" name="_ftn15" style="mso-footnote-id: ftn15;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[15]</span></span></span></span></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> Intervista a </span><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">José Luis
Roberto Navarro, video di </span><span class="watch-title"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">Enquête exclusive - Espagne l'incroyable business
des maisons closes</span></i></span><span class="watch-title"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">;,
http://www.youtube.com/watch?v=qL6JUsvfxh8, minuto 33.</span></span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn16" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref16" name="_ftn16" style="mso-footnote-id: ftn16;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[16]</span></span></span></span></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> http://www.anela.es/objetivos.htm</span></div>
</div>
<div id="ftn17" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref17" name="_ftn17" style="mso-footnote-id: ftn17;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[17]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR">El Lobby de los empresarios de locales de alterne busca afianzar los
prostibulos, </span></i><span lang="FR">http://www.apramp.org/noticia.asp?id=50</span></span></div>
</div>
<div id="ftn18" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref18" name="_ftn18" style="mso-footnote-id: ftn18;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[18]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> </span><a href="http://www.anela.es/noticias-general/politica/490-anela-se-reune-con-el-gobierno-de-la-comunidad-de-madrid-para-asesorar-en-la-elaboracion-de-la-nueva-ley-de-espectaculos-y-locales-de-ocio"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="color: windowtext; mso-ansi-language: FR; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">ANELA
se reúne con el Gobierno de la Comunidad de Madrid para asesorar en la
elaboración de la nueva Ley de Espectáculos y Locales de Ocio</span></i></a><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">, </span></i><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">http://www.anela.es/noticias-general/politica/490-anela-se-reune-con-el-gobierno-de-la-comunidad-de-madrid-para-asesorar-en-la-elaboracion-de-la-nueva-ley-de-espectaculos-y-locales-de-ocio</span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn19" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref19" name="_ftn19" style="mso-footnote-id: ftn19;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[19]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> </span><a href="http://www.anela.es/noticias-general/politica/504-anela-se-reune-con-las-ccaa-de-aragon-y-murcia-para-regular-los-locales-de-alterne"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="color: windowtext; mso-ansi-language: FR; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">ANELA
se reúne con las CCAA de Aragón y Murcia, para regular los locales de alterne</span></i></a><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">, </span></i><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">http://www.anela.es/noticias-general/politica/504-anela-se-reune-con-las-ccaa-de-aragon-y-murcia-para-regular-los-locales-de-alterne</span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn20" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref20" name="_ftn20" style="mso-footnote-id: ftn20;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[20]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR">El Lobby de los empresarios de locales de alterne busca afianzar los
prostibulos, </span></i><span lang="FR">http://www.apramp.org/noticia.asp?id=50,
cit.</span></span></div>
</div>
<div id="ftn21" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref21" name="_ftn21" style="mso-footnote-id: ftn21;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[21]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> <span lang="FR">Intervista a </span></span><span lang="FR" style="color: black; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-family: Arial;">José
Luis Roberto Navarro, video di </span><span class="watch-title"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">Enquête exclusive - Espagne
l'incroyable business des maisons closes</span></i></span><span class="watch-title"><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-weight: bold; mso-font-kerning: 18.0pt;">;, http://www.youtube.com/watch?v=qL6JUsvfxh8,
minuti 34 e 35.</span></span><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"></span></div>
</div>
<div id="ftn22" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref22" name="_ftn22" style="mso-footnote-id: ftn22;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[22]</span></span></span></span></a><span style="mso-ansi-language: FR;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="FR">El Lobby de los empresarios de locales de alterne, </span></i><span lang="FR">cit.</span></span></div>
</div>
<div id="ftn23" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref23" name="_ftn23" style="mso-footnote-id: ftn23;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[23]</span></span></span></span></a><span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"> Jaime Prats, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Bienestar Social acumula varias adjudicaciones a empresas oscuras, </i>27
ottobre 2002, <<El País>>, http://elpais.com/diario/2002/10/27/cvalenciana/1035746291_850215.html</span></div>
</div>
<div id="ftn24" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref24" name="_ftn24" style="mso-footnote-id: ftn24;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[24]</span></span></span></span></a>
Miquel Noguer, Lydia Garrido, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Una empresa
vinculada a la ultraderecha vigilará monumentos de la Generalitat, </i>1
febbraio 2009, <<El País>>, http://elpais.com/diario/2009/02/01/catalunya/1233454039_850215.html.
Per consultare altri articoli di <<El País>> sulla Levantina de
Seguridad cfr. http://elpais.com/tag/levantina_de_seguridad/a/</div>
</div>
<div id="ftn25" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref25" name="_ftn25" style="mso-footnote-id: ftn25;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[25]</span></span></span></span></a><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>España 2000 , in http://en.wikipedia.org/wiki/Espa%C3%B1a_2000</div>
</div>
<div id="ftn26" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref26" name="_ftn26" style="mso-footnote-id: ftn26;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[26]</span></span></span></span></a> <a href="http://www.rebeldemule.org/foro/faltaban/tema1673.html#p7325"><span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Extrema derecha y antifascismo</span></a><i style="mso-bidi-font-style: normal;">. Entrevista a Joan Cantareno. <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">La prostitución: El gran negocio de la
extrema derecha en el País Valenciano, </span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">in http://www.rebeldemule.org/foro/faltaban/tema1673.html#p7325</span></div>
</div>
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<![endif]--><br />Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-26180884911246903742013-04-14T09:02:00.001-07:002013-04-14T09:04:33.043-07:00Il sesso come merce e la libertà sessuale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigdtQuHZIYoMGHy-eKTNV_eyvcfTzmw4q8vAMyxVuEvmS5TgbGTZT9ABfvxecSQF8mWzacdgsYqZ14AnuKHTtYCMcZ5zEUoBCHIUl7X9279yShxQIvogN3sSi8MIcHE-7relkhHa7zPl2r/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigdtQuHZIYoMGHy-eKTNV_eyvcfTzmw4q8vAMyxVuEvmS5TgbGTZT9ABfvxecSQF8mWzacdgsYqZ14AnuKHTtYCMcZ5zEUoBCHIUl7X9279yShxQIvogN3sSi8MIcHE-7relkhHa7zPl2r/s400/Immagine.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<i>Ringrazio <b>Maria Rossi</b> per la traduzione di questa interessante intervista a Rhéa Jean. </i></div>
<div style="text-align: left;">
<i>Fonte originale: <a href="http://sisyphe.org/spip.php?article2730">http://sisyphe.org/spip.php?article2730</a> </i><br />
<i>In figura: prezziario dal sito web di un club-bordello svizzero. </i></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<br />
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<![endif]--><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"> </span></b><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Essere abolizionista è
difendere la libertà sessuale!</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Intervista con Rhéa
Jean<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">[1]</span></span></span></span></span></a> realizzata
dalla rivista Prostitution et Société, numero 156,
gennaio-marzo 2007</span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Oggi vi sono violente discussioni tra abolizionisti,
ostili alla trasformazione della prostituzione in professione, e fautori della
posizione regolamentarista, favorevoli al riconoscimento della condizione di
<<lavoratrici del sesso>>. I primi avrebbero a cuore la difesa
dell'interesse collettivo e di una società ideale, mentre i secondi si
preoccuperebbero di tutelare la libertà individuale. Ora: la filosofa del
Québec Rhéa Jean rimette in discussione questa concezione semplicista. Per lei,
solo gli abolizionisti difendono la libertà sessuale e il diritto alla privacy.
Proviamo a spiegarci meglio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">D. Per Lei, gli abolizionisti si oppongono alla
trasformazione della prostituzione in professione proprio perché hanno a cuore
la libertà sessuale, rivendicata dai sostenitori della posizione
regolamentarista?<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">I fautori della
posizione regolamentarista rimproverano agli abolizionisti di prediligere una
concezione <<essenzialista>> della sessualità, cioè di coltivare
un'idea di ciò che sarebbe <<normale>> o <<anormale>>,
anziché privilegiare una prospettiva centrata sulle scelte degli individui.
Ora, per me, l'abolizionismo è lungi dall'essere in contraddizione con i valori
di autonomia, di libertà individuale e di diritto alla privacy<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che i liberali sostengono di difendere. Non è
in nome di un ordine sociale o di una definizione di <<normalità>>
sessuale che la maggior parte degli abolizionisti d'oggi si oppongono alla
prostituzione. E' invece in nome della libertà di ciascun individuo di poter
vivere la propria sessualità secondo le proprie scelte e preferenze e non
secondo la necessità economica. Gli abolizionisti non cercano di dire che una
pratica sessuale sia migliore di un'altra; essi pensano piuttosto che
l'espressione delle scelte personali non sia favorita dallo scambio di servizi
sessuali in cambio di denaro. Se le persone prostituite esprimono una
<<scelta>>, questa non è legata alla loro autonomia sessuale,
quanto piuttosto ai loro bisogni finanziari. Il rifiuto della prostituzione non
ha lo scopo di oltraggiare la libertà sessuale degli individui, quanto piuttosto
quello di creare le condizioni sociali che permettano di non oltraggiare questa
libertà. Si tratta proprio di difendere l'autonomia sessuale dei più poveri e
delle persone più vulnerabili della nostra società.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">D. Per i sostenitori della posizione regolamentarista,
la prostituzione sarebbe un semplice contratto il cui unico requisito
indispensabile sarebbe il consenso delle parti. Che ne pensa? </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">I pensatori liberali
si fanno promotori di una società individualista nella quale le persone siano
libere di esplorare le proprie preferenze sessuali, a condizione che le
pratiche si svolgano tra adulti consenzienti. Presentando la prostituzione come
un semplice contratto tra due individui, essi, a mio parere, sbagliano la
definizione di autonomia sessuale. Infatti, questa autonomia esiste soltanto in
assenza di coercizioni economiche. Il punto di vista abolizionista ritiene
giustamente che la prostituzione impedisca l'espressione delle preferenze
sessuali, soprattutto delle donne e dei più poveri. Esso denuncia precisamente
il fatto che questa industria si fondi non soltanto sulla rinuncia di queste
persone<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>all'autonomia sessuale, ma anche
sull'esaltazione di una cultura che presuppone che i bisogni sessuali di certi
individui, di sesso maschile, possano imporsi ad altri individui, soprattutto
di sesso femminile, in cambio di denaro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">D. I sostenitori della posizione regolamentarista si
pretendono <<neutrali>> in materia di sessualità: una neutralità
che Lei mette fortemente in discussione.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La posizione
regolamentarista, che si pretende neutrale in materia di sessualità, alimenta
invece l'idea che la sessualità, particolarmente quella degli uomini, necessiti
di particolari premure, nel momento stesso in cui vengono richieste.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La sessualità sembra dunque costituire un
bisogno imperativo che trascenderebbe qualsiasi etica sociale e che ci
costringerebbe a tollerare le sue derive, anche le più estreme. Non si può
certo parlare di neutralità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">D. </span></b><span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">I
sostenitori del regolamentarismo sostengono anche l'idea che l'acquisto di
servizi sessuali riguarderebbe il diritto alla privacy.</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Gli abolizionisti,
opponendosi alla prostituzione, si vedono infatti accusare di attentare alla
privacy e di contrastare l'idea liberale secondo la quale lo Stato non deve
interferire con ciò che accade nella camera da letto. In primo luogo, ci si può
chiedere se questa difesa della protezione della vita privata non abbia
soprattutto lo scopo di proteggere gli uomini dall'interferenza dello Stato. In
secondo luogo, nella prostituzione, alla sessualità - che appartiene alla sfera
privata - si combinano l'acquisto e la vendita, che appartengono alla sfera
pubblica. Per quanto concerne la tutela della vita privata, secondo me, sono
gli abolizionisti che difendono questo valore nel modo migliore. Per loro, la
prostituzione produce lo sconfinamento della sfera pubblica del lavoro nella
sfera privata della sessualità. Se la sessualità deve rimanere un ambito
privato, non è soltanto lo Stato che deve restare fuori dalla camera da letto;
deve restarci anche il mercato. Trattare il sesso come una merce produrrebbe
una riduzione dell'autonomia sessuale, mettendo in pericolo quasi tutti i
lavoratori; essi potrebbero, per conservare il loro impiego, subire pressioni
dai datori di lavoro per avere relazioni sessuali contro la loro volontà<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn2" name="_ftnref2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">[2]</span></span></span></span></span></a>.
Se il sesso diventa un lavoro, perché allora non imporre a una segretaria di
offrire servizi sessuali ai clienti? La barriera che separa il sesso dal
commercio non ha soltanto lo scopo di mantenere l'ambiente di lavoro libero
dalle pressioni sessuali, ma anche di mantenere le relazioni sessuali private
svincolate dal mercato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">D. Alcuni sostenitori del regolamentarismo si
avvalgono anche della tesi secondo la quale la sessualità deve essere, come il
lavoro domestico, un <<servizio>> retribuito.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Essi affermano che
le donne fornirebbero ai loro mariti servizi sessuali gratuiti e che ciò
costituirebbe, al pari delle faccende domestiche non retribuite, una forma di
sfruttamento patriarcale. Questa assimilazione tra sessualità e lavoro
<<invisibile>> delle donne è sbagliata e molto pericolosa. In primo
luogo, neppure i mariti sono remunerati per l'attività sessuale. Bisogna dunque
che vi sia asimmetria nella concezione della sessualità in base al genere di
appartenenza, perché la sola attività sessuale delle donne appaia come un
"lavoro". In secondo luogo, non bisogna confondere la natura delle
due attività: il lavoro domestico è un'attività essenziale al buon
funzionamento di tutte le società e di ogni individuo. Anche se non è mai stato
riconosciuto proprio perché svolto dalle donne, non deve essere
obbligatoriamente effettuato da una donna. La sessualità, invece, non
rappresenta un'attività separata da ciò che ci costituisce come soggetti. Come
dice giustamente Julia O' Connell Davidson: <<Se l'assenza di un rapporto
sessuale rappresentasse una minaccia per la salute e una persona avesse bisogno
di vedersi prescrivere le "cure" di una "sex worker", allo
stesso modo in cui un'altra ha bisogno delle cure di un dottore o di
un'infermiera quando soffre di una particolare malattia, allora l'aspetto
fisico, l'età, il sesso e la razza del/della prostituta non sarebbero criteri
importanti>><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftn3" name="_ftnref3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">[3]</span></span></span></span></span></a>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">D. Per Lei, la remunerazione del lavoro domestico e
quella del sesso non hanno le stesse ripercussioni sociali.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">La remunerazione del
lavoro domestico e dell'accudimento dei bambini (che sia effettuato da un uomo
o da una donna) mi sembra legittima, anche se c'è il pericolo di incentivare le
donne a conservare un ruolo tradizionale. Si tratta del riconoscimento di un
lavoro <<invisibile>>. Al contrario, la remunerazione del 'servizio
sessuale' rafforza l'idea che le donne possano essere escluse dal mondo del
lavoro, o sotto remunerate, e che la non reciprocità sessuale debba restare
immutata perché essa sarebbe fonte di guadagno per le donne. L'industria del
sesso trae vantaggio da questa asimmetria sessuale e mina, attraverso di essa,
l'uguaglianza tra uomini e donne e il diritto, per tutti e tutte, a una
sessualità desiderata. Rifiutando di riconoscere la prostituzione come lavoro,
gli abolizionisti cercano di combattere la concezione tradizionale della non
reciprocità sessuale tra uomini e donne che il riconoscimento della prostituzione
verrebbe a legittimare e a rafforzare. </span><br />
<br />
<span style="font-size: 12.0pt;"><br /><i></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="mso-element: footnote-list;">
<br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">[1]</span></span></span></span></span></a>
Filosofa canadese, esponente della Concertation des luttes contre
l'exploitation sexuelle (CLES), è<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>attualmente ricercatrice di filosofia all'Università del Lussemburgo.</div>
</div>
<div id="ftn2" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref2" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">[2]</span></span></span></span></span></a><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"> Rhéa Jean si riferisce al lavoro di
S.A. Anderson: <<Prostitution and sexual autonomy: making sense of the
proibition of prostitution>>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ethics,
</i>vol.112, n.4, luglio 2002.</span></div>
<div class="MsoFootnoteText">
<br /></div>
</div>
<div id="ftn3" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3759519247352861228#_ftnref3" name="_ftn3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-special-character: footnote;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: Calibri; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">[3]</span></span></span></span></span></a><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"> Julia O' Connell Davidson,
<<The rights and wrongs of prostitution>>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hypatia, </i>vol.17, n.2, 2002.</span></div>
</div>
</div>
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<![endif]--><br />Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-45010272688849922852013-03-27T05:01:00.001-07:002013-03-27T06:57:16.827-07:00Paradiso per trafficanti di donne<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Wf0p2cO3z-CfojMTInsK5tDnOtasIMXz1-qV-xqVvvT6PQ1BNOBln5Vuw-Fiv8K1fBCqFoBMI2EymhyXOB6wRneUG4czFAkCHhFnD2m7p408_8jSBz9hbC5y9OoeDu_Mc4N2k97aVyTC/s1600/paradise_2_la_clau.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Wf0p2cO3z-CfojMTInsK5tDnOtasIMXz1-qV-xqVvvT6PQ1BNOBln5Vuw-Fiv8K1fBCqFoBMI2EymhyXOB6wRneUG4czFAkCHhFnD2m7p408_8jSBz9hbC5y9OoeDu_Mc4N2k97aVyTC/s320/paradise_2_la_clau.jpg" width="320" /></a>Come forse ho detto altre volte, la cosa che più mi colpisce nel dibattito sulla prostituzione in Italia è come <b>sistematicamente vengano omessi ogni approfondimento e riflessione sulle persone e sulle organizzazioni criminali e mafiose che concretamente gestiscono la prostituzione e ci guadagnano.</b> <b>E' una strana dimenticanza</b>, specie se coloro che se ne dimenticano sono politici che hanno la pretesa di presentare nuovi progetti di legge e nuove ordinanze locali. <b>C'è un continuo spostamento del dibattito su questioni inesistenti che mostrano una profonda doppia morale</b>, come la presunta necessità di spostare le donne che esercitano la prostituzione dalle strade trasferendole al chiuso e/o in quartieri periferici per salvaguardare il "decoro urbano". Oppure l'"opportunità" di tassare questo settore per rimpinguare le casse comunali e statali svuotate dalla crisi. Mi sembra quindi opportuno approfondire per quanto possibile ciò che molto raramente si trova sui giornali, specie italiani. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non ha fatto notizia qui, ad esempio, il caso di <b>José Moreno</b> (nella foto) che ancora oggi gestisce<b> il bordello legale più grande d'Europa, Paradise a La Jonquera, Catalogna</b>, al confine tra Spagna e Francia, frequentato per lo più da uomini francesi. <b>Investì in questo locale tre milioni di euro e gli fu accordata dal Tribunal Superior de Justicia della Catalogna l'apertura - che avvenne alla fine del 2010 con grande pubblicità - nonostante all'epoca fosse sotto indagine della magistratura per tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio di denaro!!</b><br />
L'accusa di tratta riguardava la gestione di due suoi locali Eden ed Eclipse sempre nella provincia di Girona, per i quali Moreno aveva commissionato il reclutamento di alcune ragazze dal Brasile. Come si può leggere in <a href="http://elpais.com/diario/2010/10/28/sociedad/1288216803_850215.html">questo articolo di El Pais</a>, alcune di queste ragazze nel corso delle indagini avevano testimoniato di essere state attratte con false promesse di lavoro e una minima spesa da restituire per il viaggio che invece sarebbe ammontata in seguito a 6000 euro. Il passaporto era stato loro sequestrato e a chi protestava uno dei collaboratori di Moreno rispondeva: "No puedes volver a Brasil. Menea el culo y atrae a los clientes, que tienes que pagar la deuda" (<span class="" id="result_box" lang="it"><span title="relato: "No puedes volver a Brasil. Menea el culo y atrae a los clientes, que tienes que pagar la deuda".">Non puoi tornare in Brasile. Scuoti il culo e attira i clienti, che devi pagare il debito</span></span>). Subivano anche pressioni psicologiche, tanto che una testimone affermava: "Lo curioso es que a veces hasta te acaban convenciendo de que te querían ayudar y que el cobro era justo." (La cosa buffa è che a volte finivano per convincerti che ti volevano aiutare e che era giusto pagare). </div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Moreno nel marzo 2012 è stato condannato solo a tre anni invece dei dodici richiesti dal procuratore, venendogli riconosciuto solo il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina! Si è stabilito che non era provato che le ragazze fossero costrette, perché erano libere di andare e venire e non erano in condizioni di vulnerabilità. </b>Nonostante durante il processo - in cui una sola ragazza alla fine ha testimoniato - sia stato confermato che le ragazze
dovevano restituire un debito gonfiato rispetto al costo reale del
viaggio che era stato loro anticipato, nonostante dovessero pagare ogni
giorno per l'alloggio e per il cibo - un costo raddoppiato nei giorni in cui non lavoravano. <span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[1].[1][2][1]{comment509375895774831_509819095730511}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[1].[1][2][1]{comment509375895774831_509819095730511}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[1].[1][2][1]{comment509375895774831_509819095730511}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]"><b>Trovo che questo sia un precedente di assoluta gravità che si dovrebbe esaminare attentamente, perché un giorno la tratta potrebbe trovarsi così di fatto legalizzata. </b></span></span></span><br />
<span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[1].[1][2][1]{comment509375895774831_509819095730511}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[1].[1][2][1]{comment509375895774831_509819095730511}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[1].[1][2][1]{comment509375895774831_509819095730511}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]"><b>Rimasto libero, in attesa dell'appello, Moreno continua a gestire il suo megabordello </b>e ha recentemente dichiarato ai giornalisti che lo interrogavano sulla sua vicenda giudiziaria che lui non ne sa nulla e che sa solo che è libero e che continua il suo business. </span></span></span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A La Jonquera oltre al Paradise<b> ci sono tanti altri bordelli autorizzati dalla legge della Catalogna che ne permette la gestione non considerata sfruttamento della prostituzione, nonostante gli enormi guadagni dei proprietari ricavati dalla prostituzione delle ragazze</b>, tutte migranti e provenienti prevalentemente da Romania e America latina, perché formalmente risultano come affittacamere. </div>
<div style="text-align: justify;">
A febbraio scorso <b>19 persone sono stati arrestate per sfruttamento di una rete di tratta che coinvolgeva 215 ragazze rumene di Braila reclutate da minorenni</b> con la promessa di un lavoro una volta compiuti i diciotto anni, ma costrette poi a prostituirsi a causa del debito e delle spese da pagare e tenute in condizioni di schiavitù <b>al noto bordello Lady Dallas (già chiuso diverse volte in passato ma sempre riaperto) </b><br />
I processi sono lunghi e mentre le indagini si svolgono e gli imprenditori godono di relativa o assoluta impunità sempre nuove ragazze sono reclutate e schiavizzate.</div>
<div style="text-align: justify;">
El Pais parla infine di <b>una vera guerra tra bande nella zona</b>. A dicembre 2012, era stata trovata un'autobomba davanti al Paradise dopo che precedentemente erano state fatte esplodere delle granate e si era ipotizzato che i mandanti fossero i proprietari del Lady Dallas danneggiati dalla perdita di clientela intervenuta a seguito dell'apertura del megabordello di Moreno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fonti:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://elpais.com/diario/2010/10/28/sociedad/1288216803_850215.html">http://elpais.com/diario/2010/10/28/sociedad/1288216803_850215.html </a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://ccaa.elpais.com/ccaa/2012/03/02/catalunya/1330728552_377745.html">http://ccaa.elpais.com/ccaa/2012/03/02/catalunya/1330728552_377745.html</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.leparisien.fr/faits-divers/il-dirige-le-supermarche-du-sexe-06-01-2013-2457525.php"> http://www.leparisien.fr/faits-divers/il-dirige-le-supermarche-du-sexe-06-01-2013-2457525.php </a> <a href="http://elpais.com/elpais/2013/01/08/inenglish/1357654212_114353.html">http://elpais.com/elpais/2013/01/08/inenglish/1357654212_114353.html</a><br />
<a href="http://ccaa.elpais.com/ccaa/2013/02/20/catalunya/1361350973_324120.html">http://ccaa.elpais.com/ccaa/2013/02/20/catalunya/1361350973_324120.html </a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.lindependant.fr/2013/02/21/215-jeunes-prostituees-roumaines-travaillaient-en-esclaves-au-dallas,1729517.php#S%C3%83%C2%A9quence_1"> http://www.lindependant.fr/2013/02/21/215-jeunes-prostituees-roumaines-travaillaient-en-esclaves-au-dallas,1729517.php#S%C3%83%C2%A9quence_1 </a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.guardian.co.uk/world/2006/jun/24/spain.gilestremlett"> http://www.guardian.co.uk/world/2006/jun/24/spain.gilestremlett </a> </div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-75170189260165064922013-03-26T06:41:00.000-07:002013-03-26T06:41:18.877-07:00Tratta, prostituzione, femminismo: intervista a Lydia Cacho<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5hih2jnZB_dGWgKa9Qi5smJCg46kTueHKIs3ayOmx0E00cUHgdLjCKlmblI05xkOl_u3whdSjeer5ycvt5wMdFeNlRz4e5DPDUMtZciWuycFGebp-v1vNJhikkub6J1D4v8ppQg1zL3pA/s1600/LYDIA-CACHO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5hih2jnZB_dGWgKa9Qi5smJCg46kTueHKIs3ayOmx0E00cUHgdLjCKlmblI05xkOl_u3whdSjeer5ycvt5wMdFeNlRz4e5DPDUMtZciWuycFGebp-v1vNJhikkub6J1D4v8ppQg1zL3pA/s320/LYDIA-CACHO.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Pubblico un video molto prezioso: <b>un'intervista a Lydia Cacho alla televisione olandese dell'autunno 2011.</b> I sottotitoli in italiano sono a cura di <b>Ilaria Maccaroni</b> e <b>Valentina Iamotti.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Dal luglio 2012, Lydia Cacho ha dovuto poi lasciare il Messico</b>, dopo aver ricevuto <a href="http://www.amnesty.it/messico_Lydia_Cacho_in_pericolo">nuove gravi minacce </a><span class="hps"><span class="hps">("Ti abbiamo già avvertito, puttana,
non si scherza con noi. E' chiaro che non hai imparato dal piccolo
avvertimento che hai ricevuto. Quello che succederà è che ti faremo a
pezzi, è così che ti manderemo a casa, idiota</span></span>" ). E' sotto il tiro delle mafie transnazionali per il suo lavoro di investigazione e la sua attività concreta affianco delle vittime di tratta, fin da quando nel 2005 pubblicò l'inchiesta <b>I Demoni dell'Eden</b> in cui denunciava la rete di pedopornografia e tratta in cui erano coinvolte alte figure del potere economico e politico messicano. Denuncia che le è costata anche il carcere e la tortura, a causa della corruzione del sistema giudiziario messicano. Solo il sostegno dell'opinione pubblica internazionale ha permesso che le venissero accordate delle misure di protezione. L'intervista è sul suo libro-inchiesta del 2010, <b>Schiave del potere</b>, frutto di un lavoro di investigazione di cinque anni in giro per il mondo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dura 25 minuti ed è superfluo che io dica altro, salvo invitarvi all'ascolto: </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<iframe width="560" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/B9UjmOnc06M" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-79646390956495506642013-03-15T06:29:00.000-07:002013-03-15T06:29:58.531-07:00La sessualità, un piacere colonizzato dal lavoro?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1rfobwT1SkbEBJJIvVCXFFxdoXCBxrt6xd8eE_rCPp111Jlsbl0-U8xnnvv3qbyDTr3aA3RYgMh4fR6qiHeq0HJtoH7HDpiXSxdQuuL9M19WSCrhsP04mvs2Yvd604w-oMGxGZBddJjK3/s1600/41Sy685MobL._SL500_AA300_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1rfobwT1SkbEBJJIvVCXFFxdoXCBxrt6xd8eE_rCPp111Jlsbl0-U8xnnvv3qbyDTr3aA3RYgMh4fR6qiHeq0HJtoH7HDpiXSxdQuuL9M19WSCrhsP04mvs2Yvd604w-oMGxGZBddJjK3/s320/41Sy685MobL._SL500_AA300_.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Docente di Scienze Politiche all’Università di Paris Dauphine, <b>Irène Pereira</b> è una ricercatrice impegnata. <b>Femminista, anarchica, sindacalista ha affrontato il tema della prostituzione nella libreria Barricade (Barricata), a Liegi, il 22 febbraio 2011. </b>Proponiamo qui il nucleo essenziale della riflessione che ha sviluppato in questa occasione: un punto di vista originale sulla questione del lavoro e del tempo libero. L’originale lo trovate <b><a href="http://www.prostitutionetsociete.fr/eclairage/comprendre/la-sexualite-un-loisir-colonise?lang=fr">qui</a></b>, ringraziamo di cuore <b>Maria Rossi</b> per la traduzione.</i></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="text-align: justify;">
Il problema è di sapere
se dobbiamo, in quanto femministe, rivendicare la trasformazione della
prostituzione in una professione legalmente riconosciuta (<strong>posizione della regolamentazione</strong>) o, al contrario, lottare per l’abolizione del sistema prostituzionale (<strong>posizione abolizionista</strong>) allo stesso modo in cui lottiamo per l’abolizione del sistema capitalista.</div>
<div style="text-align: justify;">
Esprimo la mia opinione come militante
femminista che lotta per i diritti delle donne, come militante anarchica
affezionata alla liberazione sessuale e come militante sindacalista
rivoluzionaria che combatte contro lo sfruttamento economico dei
proletari. ...</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>[Continua su <a href="http://femminileplurale.wordpress.com/2013/03/15/la-biblioteca-di-fp-capitolo-3/">Femminile plurale</a>]</b></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-20042417351550799172013-03-06T02:13:00.000-08:002013-03-26T06:54:04.788-07:00Trafficanti al passo con i tempi<div style="text-align: justify;">
Pubblico un interessante brano di 3 minuti e mezzo tratto da <b>un'intervista a Lydia Cacho del 2010 </b>nel corso del Festival degli scrittori di Sidney. <span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[43].[1][2][1]{comment511240965588324_511388722240215}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[43].[1][2][1]{comment511240965588324_511388722240215}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[43].[1][2][1]{comment511240965588324_511388722240215}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]">Traduzione e sottotitolaggio sono a cura di <b>Ilaria Maccaroni</b> e <b>Valentina Iamotti </b>che ringrazio.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[43].[1][2][1]{comment511240965588324_511388722240215}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[43].[1][2][1]{comment511240965588324_511388722240215}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[43].[1][2][1]{comment511240965588324_511388722240215}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]">Lydia Cacho parla di come <b>i trafficanti</b>, che anticipano sempre i tempi per assicurarsi la prosecuzione del proprio business, <b>stiano investendo nella cultura di normalizzazione della prostituzione e del turismo sessuale in tutto il mondo, pornografia diffusa massicciamente nella cultura popolare, ipersessualizzazione delle ragazze e finto glamour. </b></span></span></span><br />
<span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]">
".. i trafficanti prendono donne da altri paesi e fanno contrarre loro enormi
debiti in modo che non possano scappare, sequestrano loro i documenti,
le privano della loro libertà, alcune di loro devono inviare i soldi a
casa per cui non hanno alcuna scelta e l’unica forma di sopravvivenza è
quella di restare lì coi trafficanti. Alcune di loro riescono a fuggire
altre no. La questione qui è in che modo i valori culturali presenti in
tutto il mondo permettono che questo avvenga."</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]"> </span></span></span><span data-ft="{"tn":"K"}" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2]"><span class="UFICommentBody" id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0"><span id=".reactRoot[61].[1][2][1]{comment510792395633181_511142065598214}.0.[1].0.[1].0.[0].[0][2].0.[0]"> </span></span></span></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/ViAK_np7UCI" width="560"></iframe>Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-88578270047881260482013-03-04T08:25:00.000-08:002013-03-04T09:00:06.550-08:00Schiavitù sessuale nei Paesi Bassi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOujm0Q81jrzqa-pF0zS2nMd2isNUXUDSwgX7Bk5UYiBdbtiqZTseHl502i2wsbhHJeav5W45E_Ewl7zb4bEm4heVsBltelPunDbFTNjVW2otq1GbJymkcSkvVvCtYbJSDcKk3epptE4hd/s1600/1621754_3_7bca_dans-les-salons-de-massage-50-a-90-des.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOujm0Q81jrzqa-pF0zS2nMd2isNUXUDSwgX7Bk5UYiBdbtiqZTseHl502i2wsbhHJeav5W45E_Ewl7zb4bEm4heVsBltelPunDbFTNjVW2otq1GbJymkcSkvVvCtYbJSDcKk3epptE4hd/s320/1621754_3_7bca_dans-les-salons-de-massage-50-a-90-des.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Riporto la traduzione, a cura di <b>Maria Rossi</b> che ringrazio, di <a href="http://www.lemonde.fr/style/article/2011/12/23/pays-bas-flop-de-la-legalisation-de-la-prostitution_1621755_1575563.html">un articolo pubblicato da Le Monde</a> alla fine del 2011 sulla situazione dell'industria della prostituzione nei Paesi Bassi, paese in cui dal 2000 sono stati depenalizzati i proprietari di bordelli che possono assumere anche personale dipendente. L'articolo riassume a sua volta un pezzo pubblicato sul quotidiano progressista di Amstardam Volskrant dal titolo <a href="http://www.volkskrant.nl/vk/nl/6268/Evelien-Tonkens/article/detail/3009848/2011/11/02/De-legalisering-van-prostitutie-is-een-dekmantel-voor-seksuele-slavernij.dhtml">"La legalizzazione della prostituzione è una copertura per la schiavitù sessuale".</a></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Trovo sia importante riportare anche ciò che si dice all'estero, perché qui in Italia è molto radicata la pericolosa e superficiale convinzione che la ricetta magica per combattere la tratta sarebbe la regolamentazione della prostituzione così come avvenuta in Olanda, Germania, Svizzera, Nuova Zelanda, Australia,ecc.. Non così all'estero, dove c'è una differente consapevolezza dell'enorme potere e capacità di penetrazione delle mafie transnazionali. Pubblicherò in seguito altre testimonianze e contributi su questi paesi che ho incontrato nel mio approfondimento.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<style>
st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
</style></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Times New Roman";"> <b>Gli Olandesi cominciano a pentirsi della legalizzazione della prostituzione</b></span><b><br /><br /><span style="font-family: "Times New Roman";"> Jean-Pierre Stroobants</span><br /><br /><span style="font-family: "Times New Roman";"> Le Monde</span></b></div>
<span style="font-family: "Times New Roman";"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">La Svezia e la Norvegia puniscono, il Belgio tollera, la Francia discute. E i Paesi Bassi? Si pentono. Undici anni dopo aver svolto il ruolo di pionieri, legalizzando il lavoro sessuale - vale a dire la prostituzione - , essi evocano un flop generale. E' l'espressione impiegata recentemente da Evelien Tonkens, sociologa all'Università di Amsterdam e cronista del Volkskrant, il quotidiano progressista di Amsterdam. In un testo molto importante, questa docente universitaria di sinistra passava al setaccio tutti coloro che si erano battuti per una legislazione che non ha risolto niente. Vale a dire, i circoli liberali, che speravano di combattere l'influenza dei gruppi mafiosi, e le rappresentanti della corrente femminista, che propugnavano la libertà di scelta per ciascuna donna.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman";">Oggi, dal 50% al 90% delle "lavoratrici" attive dietro le vetrine e nelle "sale massaggi" sono costrette a prostituirsi. E nel quartiere De Wallen, la celebre "zona rossa" di Amsterdam, solo il 2% di qualcosa come 6000 prostitute ha dichiarato di amare il proprio lavoro, ha rivelato un'inchiesta. Molte donne originarie dell'Africa, dell'Europa dell'Est e dell'Asia si vedono sempre confiscare il passaporto all'arrivo e sono costrette a liberarsi dalla schiavitù in cambio di qualcosa come 2000 euro al mese per le più fortunate. Uno sfruttatore della prostituzione guadagnerebbe in media 500.000 euro all'anno mantenendo più donne sotto il suo controllo.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman";">La buona coscienza delle autorità olandesi era sino ad ora confortata da una disposizione legislativa: un cliente che nota che una donna lavora coercitivamente può denunciare anonimamente la sua situazione alla polizia. Un altro flop: De Wallen vede sfilare ogni anno 220.000 consumatori di sesso, ma il numero delle segnalazioni non supera qualche decina, perché la maggior parte delle prostitute non si confida. La nuova generazione dei rappresentanti politici di sinistra, di cui fa parte Lodewijk Asscher, il sindaco di Amsterdam, ritiene che la politica della legalizzazione abbia fallito. E' stato commesso, dice, un errore nazionale. Altri responsabili denunciano lo scacco di una politica che fu ispirata dal timore del moralismo così come dal concetto di libertà individuale. "La legalizzazione mostra, soprattutto, come, qui, la libertà ha deviato [significato] e non è che un alibi della schiavitù", spiega Evelien Tonkens.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman";">Lodewijk Asscher invoca la penalizzazione dei clienti e critica la debolezza di una proposta di riforma in discussione che mira soltanto ad un miglior controllo del settore del lavoro sessuale. Infine, è contestata la politica della città di Amsterdam che mira a riscattare immobili del quartiere di De Wallen per ostacolare l'attività dei gruppi criminali. Il progetto incontra un successo limitato e la Corte dei Conti ha formulato delle obiezioni.</span></div>
<style>
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</style>Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-51163673339162179362013-02-24T03:46:00.000-08:002013-02-24T08:02:56.914-08:00Non c'è nessuna guerra femminista contro le sex workers<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTUsdFBfWVa0s2aGMdj0-ABWRLQwa_-j9UEo9bHiKVcIVWq-SXJNLz2G4GaE9Svk3gHC5yc8lJi6AP-Ab1YoTGknFXYx08ibzNI2r0UzcnY1793xDvAOrdH1cqGl_nsZNA5k7ep2ypDzQP/s1600/Meghan-Murphy.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTUsdFBfWVa0s2aGMdj0-ABWRLQwa_-j9UEo9bHiKVcIVWq-SXJNLz2G4GaE9Svk3gHC5yc8lJi6AP-Ab1YoTGknFXYx08ibzNI2r0UzcnY1793xDvAOrdH1cqGl_nsZNA5k7ep2ypDzQP/s1600/Meghan-Murphy.jpg" /></a></div>
<i>Inauguro una sezione opinioni nel mio blog dove pubblicherò traduzioni di articoli di attiviste femministe straniere, pubblicando<b> un <a href="http://feministcurrent.com/7143/there-is-no-feminist-war-on-sex-workers/">post</a> apparso sul blog <a href="http://feministcurrent.com/">Feminist current </a>di Meghan Murphy </b>(nella foto, tratta dal suo blog) <b>tradotto da Maria Rossi</b> che ringrazio.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Le posizioni delle femministe di orientamento abolizionista, che non vedono favorevolmente, cioè, una depenalizzazione degli "imprenditori" dell'industria del sesso e proprietari dei bordelli, ma desiderano un progressivo superamento del ricorso stesso all'acquisto di sesso a pagamento sono spesso riportate male e semplificate. E' fin troppo facile liquidare il loro punto di vista con l'accusa di moralismo, accusa che peraltro è quella tipica che i capitalisti dell'industria del sesso usano non appena qualcuno osa muovere qualche critica o qualche dubbio che può ostacolare il loro marketing. Eppure si autodefiniscono abolizioniste anche molte donne e ragazze che sono state vittime di tratta o sono state sfruttate nell'industria del sesso e che, una volta fuoriuscite, si battono perché non si debba ripetere all'infinito su altre la violenza che loro stesse hanno vissuto. Accomunare l'abolizionismo femminista con le posizioni moraliste e fanatiche di certi esponenti religiosi o delle ipocrite politiche tipiche del "gendarme di Washington" che criminalizzano le persone prostitute e le vittime di tratta mentre lasciano che il business dei magnaccia prosperi (similmente fanno le ordinanze xenofobe e sul decoro urbano dei nostri sindaci sceriffi) trovo sia una operazione scorretta, qualunque sia la motivazione per cui si sceglie di far ciò e qualunque sia la propria legittima opinione in materia. </i><br />
<br />
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<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span class="uficommentbody"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Non c’è nessuna guerra femminista contro le sex workers</span></b></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><br />
<span class="uficommentbody">Meghan Murphy</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="uficommentbody"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Mi sento sempre più
scoraggiata da ciò che sembra un fuoco di fila di articoli, scritti da persone
che si dichiarano progressiste, che sostengono che le femministe sono il vero
nemico delle sex workers. Sembrerebbe che alcune di coloro che si definiscono “attiviste
per i diritti delle sex workers” siano determinate a creare rigide divisioni
tra donne collocando le donne prostituite in una loro propria categoria e le
femministe in una fantomatica guerra moralista contro il sesso. </span></span><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><br />
<span class="uficommentbody">Un fattore chiave è che molti giornalisti di
sinistra o fraintendono o travisano l’approccio abolizionista descrivendolo
come moralista, il che li porta a trarre conclusioni infondate basate su
equivoci facilmente superabili attraverso una semplice conversazione. </span><br />
<span class="uficommentbody">Sono delusa dal fatto che il giornalismo, la
sinistra e il movimento femminista siano arrivati a produrre un’ideologia
manipolativa allo scopo di promuovere una causa controproducente, ma siamo a
questo punto. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="uficommentbody"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Vi sono un certo numero di
esempi recenti di questa distorsione.<i style="mso-bidi-font-style: normal;">
<a href="http://reason.com/">Reason</a>, </i>una rivista libertaria on-line, ha recentemente pubblicato un
articolo intitolato "<a href="http://reason.com/archives/2013/01/21/the-war-on-sex-workers/singlepage">The War on Sex Workers</a>" (La guerra contro le sex
workers). L'autrice, Melissa Gira Grant, critica la criminalizzazione delle
donne prostituite negli USA - un giusto impegno: non c'è dubbio. Ma anziché contestare
un sistema iniquo e oppressivo che offre alle donne emarginate poche opzioni di
vita al di fuori dell'industria del sesso e poi le criminalizza perché fanno
ciò per sopravvivere (fondamentalmente viene criminalizzata la povertà) e
contrastare una cultura porno che presenta streapt tease e pornografia come
professioni che accrescono il potere e l'autonomia delle donne, Grant accusa le
femministe.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="uficommentbody"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Ella scrive:</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="uficommentbody"><span style="color: #333333; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><<Non tutte le persone
che svolgono un lavoro sessuale sono donne, ma le donne soffrono in modo smisurato
lo stigma, la discriminazione e la violenza contro le sex workers. Il risultato
è una guerra contro le donne quasi impercettibile, a meno che facciate
personalmente parte del mercato del sesso. Questa guerra è condotta e difesa in
gran parte da altre donne: da una coalizione di femministe, da conservatori e
anche da alcune/i attivisti dei diritti umani che assoggettano le sex workers
alla povertà, alla violenza e all'incarcerazione - tutto ciò in nome della
difesa dei diritti delle donne>>.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="uficommentbody"><span style="color: #333333; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Tahoma;">Questa "guerra contro le
donne" non è impercettibile. Infatti, uno dei caratteri che rende questa
"guerra" visibilissima, è il fatto che l'industria del sesso abbia
una connotazione di genere. Le donne costituiscono la stragrande maggioranza
delle prostitute (secondo le statistiche circa l'80%) e, oltre a ciò, le donne
di colore sono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sovrarappresentate. A
Vancouver, nel famigerato </span></span><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Downtown Eastside della British Columbia,
soprannominato "il codice postale più povero", dove almeno <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/BC_Missing_Women_Investigation">60 donnesono scomparse in circa 20 anni</a>, il <a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16114585">70% delle prostitute sono donne delle PrimeNazioni</a> (= autoctone). Considerando che il popolo delle Prime Nazioni
costituisce circa il <a href="http://vancouver.ca/files/cov/profile-dtes-local-area-2012.pdf">2% della popolazione complessiva di Vancouver</a> e il 10% <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di quella di Downtown Eastside, questo numero
è significativo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Non c'è bisogno di appartenere al mercato del sesso per sapere che la
prostituzione e la violenza contro le donne che si prostituiscono è il
risultato di una combinazione molto efficace di razzismo, povertà e
patriarcato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Le femministe sono impegnate da decenni contro queste oppressioni che si
intersecano e allora perché gli scrittori progressisti sono così riluttanti a
riportare in modo preciso i dibattiti sulla prostituzione?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Jacobin,</span></i><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"> una rivista che viene
accreditata come <a href="http://www.nytimes.com/2013/01/21/books/bhaskar-sunkara-editor-of-jacobin-magazine.html?_r=1&">appartenente alla corrente principale del marxismo</a>, si è
occupata più volte del tema del lavoro sessuale. Apparentemente la linea
favorevole al concetto di <<sesso come lavoro>> ha conquistato così
tante pubblicazioni di sinistra, che le discussioni sulla questione rimuovono
completamente la prospettiva abolizionista o semplicemente ne travisano gli
argomenti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><a href="http://jacobinmag.com/2012/05/sex-as-work-and-sex-work/">Laura Augustin, per esempio, scrive: </a><< Il turbamento morale che avvolge
la prostituzione ed altre forme di sesso commerciale si fonda sull'asserzione
che la differenza tra il sesso buono e virtuoso e il sesso cattivo e dannoso
sia ovvia>>. Ella concepisce le concezioni dissenzienti come repressive e
puritane - tipiche di persone che hanno limitato la loro accettazione del sesso
al letto matrimoniale -, una concezione che è l'antitesi di decenni di lavoro
femminista che ha decostruito le nozioni di romanticismo e di monogamia e ha
collocato saldamente il sesso all'interno di un contesto politico.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Augustin confonde ulteriormente le cose, affermando che "non vi è
nulla di intrinsecamente maschile nello scambio tra denaro e sesso", come
se ciò fosse mai stato sostenuto. "Da chi?" ci si potrebbe chiedere.
In effetti questo è ciò che le femministe hanno sostenuto per decenni: che non
c'è nulla di "intrinseco" o di "naturale" nel fatto che gli
uomini acquistino sesso dalle prostitute, ma si tratta piuttosto di un prodotto
della nostra cultura fondata sulla diseguaglianza e sul potere maschile.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Ignorando le concezioni femministe sul lavoro sessuale e rimuovendo la
connotazione di genere dell'industria [del sesso]; concentrandosi
esclusivamente sul lato "lavoro" del lavoro sessuale, si rende un
cattivo servizio alle donne e al movimento femminista, così come al lettore di
sinistra che si ritrova completamente confuso e con una comprensione imprecisa
della realtà del settore e del dibattito.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Un altro pezzo di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Jacobin</i>
prosegue questo progressivo lavoro di lettura della questione della
prostituzione attraverso la lente del "lavoro". In questo articolo:
"<a href="http://jacobinmag.com/2012/03/the-problem-with-sex-work/">The Problem With (Sex) Work</a>", (" Il Problema con il lavoro
sessuale") Peter Frase sostiene che "il problema nel caso del lavoro
sessuale non è il sesso, è il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">lavoro</i>".</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Questo è un errore che commettono molti uomini socialisti quando tentano
di affrontare l'argomento, in quanto assumono che applicare [ad esso] l'analisi
del lavoro significhi necessariamente essere un esponente della sinistra.
Mentre Frase osserva che ci sono problemi a concludere soddisfatti che il
lavoro sessuale costituisca una fonte di autonomia e di espressione di sé,
sorvolando sui suoi aspetti meno glamour, perché "non si possono
trascurare gli aspetti coercitivi e violenti del sesso", egli glissa sulla
posizione abolizionista (cioè delle femministe che vogliono impegnarsi perché
la prostituzione abbia fine) come se fosse irrilevante. Con questo sforzo di fare
della prostituzione un lavoro come un altro (forse pessimo) (come scrive Frase:
"è un lavoro, e il lavoro <a href="http://www.motherjones.com/kevin-drum/2012/03/breaking-news-lots-people-really-dont-their-jobs-much">è spesso terribile</a>"), la sinistra abbandona
le donne<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ai capricci degli uomini e del
mercato, mentre voi pensate che noi [della sinistra] desideriamo un mondo più
equo che vorrebbe superare la situazione attuale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Grant ha pubblicato anche <a href="http://jacobinmag.com/2012/08/happy-hookers/">un pezzo in Jacobin</a> in cui esprime la sua frustrazione nei confronti di coloro "che hanno la
vocazione a salvare le donne da se stesse e a farne le proprie beniamine"
"che sono così fissati con l'idea che quasi nessuno avrebbe scelto di
vendere sesso da perdere di vista le monotone e quotidiane scelte che tutti i lavoratori
compiono per guadagnarsi da vivere". Ma<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>questo argomento trascura il fatto che la scelta avviene entro un raggio
di azione e in un contesto di diseguaglianza e che l'industria del sesso fa
parte di un più ampio sistema che sessualizza l'oppressione delle donne.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">L'argomento <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>secondo cui <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>le femministe stanno cercando di "salvare
le donne da se stesse" è pericoloso, perché può essere facilmente
applicato, per esempio, all'attivismo femminista relativo agli abusi domestici
(e se lei vuole stare con il marito violento?) e può essere esteso ad una
troppo zelante difesa della 'scelta' individuale delle donne di oggettivare se
stesse. Vogliamo in modo così intenso che non siano vittime da cercare di
tramutare l'oppressione in autodeterminazione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Malintesi sulle concezioni femministe relative alla prostituzione sono
esplicitamente alimentati da articoli come quello di Grant, ma vengono
ulteriormente consolidati quando altri scrittori non risultano disposti a
rappresentare correttamente le posizioni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">La rivista <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Fuse</i> <a href="http://robynmaynard.wordpress.com/237-2/">ha pubblicatoun articolo</a> di Robyn Maynard, nel <a href="http://fusemagazine.org/2012/07/35-3_abolition">numero intitolato </a><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><a href="http://fusemagazine.org/2012/07/35-3_abolition">Abolition</a>,</i> nel quale ella critica quello che definisce il
"femminismo carcerario". Cita il <a href="http://feministcurrent.com/4766/the-latest-in-bedford-v-canada-what-does-it-mean/">caso Bedford</a>, in cui le leggi
canadesi sulla prostituzione sono state denunciate come incostituzionali, come
un esempio di opposizione, guidata dalle sex workers, al 'proibizionismo', come
erroneamente lo definisce.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Maynard sostiene che questo caso sia stato sollevato da donne emarginate.
Così facendo, rimuove il fatto che i gruppi di donne delle Prime Nazioni
dell'intero Canada supportano il movimento abolizionista ed hanno più volte
affermato <a href="http://megaphonemagazine.com/articles/422/aboriginal-women-are-overrepresented-in-the-sex-trade-is-there-a-way-out">che la prostituzione delle donne indigene è<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la diretta conseguenza della colonizzazione</a>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">La Native Women's Association of Canada (NWAC) ha recentemente approvato<a href="http://www.nwac.ca/media/release/14-12-12">una risoluzione</a> che sostiene l'abolizione della prostituzione, affermando che:
"la prostituzione sfrutta ed accresce la diseguaglianza delle donne e
delle ragazze aborigene basata sul genere, sulla razza, sull'età, sulla
disabilità e sulla povertà".</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">La Native Women's Association of Canada prosegue affermando: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Le donne aborigene sono fortemente sovrarappresentate nella prostituzione
e tra le donne che sono state uccise nell'ambito della prostituzione. Non è di
alcun aiuto dividere le donne che si prostituiscono tra quelle che hanno
"scelto" e quelle che sono state "costrette" a
prostituirsi. Nella maggior parte dei casi, le donne aborigene sono reclutate
nella prostituzione da ragazze e /o sentono di non avere altra scelta a causa
della povertà e degli abusi subiti. E' l'industria del sesso che incoraggia le
donne a vedere la prostituzione come un'identità scelta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Un'altra organizzazione: Indigenous Women Against the Sex Industry
(IWASI) (Donne Indigene contro l'industria del sesso) afferma che esse
riconoscono l'industria del sesso "come una continua fonte di colonialismo
e di danno per le donne indigene e per le ragazze di tutto il mondo" e si
pronuncia contro "la totale depenalizzazione, legalizzazione o
normalizzazione dell'industria del sesso".</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Nel suo articolo, Maynard ignora volutamente il fatto che il caso Bedford
non è, in realtà una causa promossa da sex workers, bensì <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una causa intentata da un uomo bianco, Alan
Young, il cui interesse a vincerla non è quello di depenalizzare la prostituzione
di strada, bensì quello di<a href="http://www.cbc.ca/news/canada/story/2012/03/26/ontario-appeal-court-sex-trade-laws-monday.html"> legalizzare i bordelli.</a> Con la consapevolezza che le
donne più emarginate tendono ad essere quelle che praticano la prostituzione di
strada e che a queste donne non sarebbe probabilmente offerto il
"privilegio" di lavorare all'interno di un qualsiasi bordello legale,
l'argomento secondo cui, in qualche modo, questa causa costituisce una
battaglia a favore dei diritti delle donne emarginate è semplicemente falso.
Vale la pena notare che la legalizzazione dei bordelli in luoghi come Amsterdam
si è rivelata <a href="http://www.spectator.co.uk/features/8835071/flesh-for-sale/">un completo disastro </a>e ha prodotto solo un incremento della
tratta e del crimine organizzato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Per qualche ragione, anche alcune femministe hanno iniziato a partecipare
all'elaborazione di queste rappresentazioni errate.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Laurie Penny, la cui analisi progressista e femminista è generalmente
accurata, sembra aver perso la bussola quando <a href="http://www.newstatesman.com/society/2012/12/strange-neo-victorian-desire-save-prostitutes-and-porn-actresses">ha scritto sul <i style="mso-bidi-font-style: normal;">New Statesman</i> </a>che le femministe che
erano critiche nei confronti dell'industria del sesso erano semplicemente
contrarie al sesso, opponendosi alla prostituzione e alla tratta per ragioni
morali:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Questo accade perché il sesso fa parte di quelle attività che causano un
autentico orrore morale nei gelidi corridoi dei borghesi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">In realtà, le abolizioniste si battono contro la prostituzione sulla base
di un'analisi che combina classe, razza e genere, oltre che, naturalmente,
sulla base della difesa dei diritti umani delle donne. Questo non ha nulla a
che vedere col fatto che il sesso piaccia o non piaccia. Che delle femministe
stiano appropriandosi e stiano perpetuando uno stereotipo antifemminista
inventato da uomini sessisti - che le femministe hanno solo bisogno di una
bella scopata o che odiano tutti gli uomini/il sesso/ il divertimento - mostra
la potenza del contrattacco. Ora noi ci stiamo facendo la guerra. Stiamo
appropriandoci di quel che il patriarcato ci sta vendendo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Penny scrive: "In realtà, il lavoro sessuale non è stigmatizzato
perché pericoloso. Il lavoro sessuale è pericoloso perché è
stigmatizzato". Ma si sbaglia. Il lavoro sessuale è pericoloso a causa di
coloro che commettono atti di violenza contro le prostitute - cioè, gli uomini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">La chiave del successo del movimento femminista sta nell'aver attribuito
un nome al colpevole. Andrea Dworkin è stata una delle prime a far questo; a
dire che il problema sono gli uomini. Così ha creato una fondazione per offrire
un supporto legale contro gli abusi domestici, per lottare contro le molestie
verbali, le aggressioni sessuali e la colpevolizzazione delle vittime. Non
fingiamo di non sapere chi molesta sessualmente le donne o<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>chi, in genere, le stupra. Noi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sappiamo fare di meglio che incolpare le
donne per le aggressioni che subiscono- indipendentemente dagli abiti che
indossano o da quanto abbiano flirtato o bevuto. Perché ci mette così a disagio
attribuire un nome alla reale causa della violenza quando si tratta di
prostituzione? Perché stiamo incolpando le donne?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">L'obiettivo del femminismo è di porre fine al patriarcato. L'obiettivo
del socialismo è di creare un'alternativa egalitaria al capitalismo. La
prostituzione è un prodotto del patriarcato e del capitalismo. Avendo questo in
mente, le abolizioniste hanno patrocinato un modello fondato sulla vera equità.
A volte descritto come "approccio svedese" o come "<a href="http://thetyee.ca/News/2012/04/11/Nordic-Prostitution-Laws/">modello Nordico</a>",
la Svezia, la Norvegia e la Finlandia hanno tutte adottato versioni di questo
approccio femminista alla prostituzione che depenalizza le prostitute e
criminalizza coloro che commettono violenza: gli sfruttatori e i clienti. Il
modello combina i servizi di uscita dalla prostituzione con un sistema di
welfare già forte e con programmi di formazione per la polizia che insegnano
che le donne prostituite non sono criminali. Non si tratta semplicemente di un
mutamento della legislazione, si tratta di una visione politica che persegue
l'obiettivo della uguaglianza economica e di genere. Come avvocata femminista
<a href="http://thetyee.ca/News/2012/04/11/Nordic-Prostitution-Laws/index1.html">Janine Benedet mi ha detto:</a> " è responsabilità dello Stato offrire
qualcosa di meglio e non usare la prostituzione come una rete di sicurezza
sociale".</span><span style="font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">E' stato recentemente pubblicato in lingua inglese <a href="http://humboldt1982.files.wordpress.com/2012/12/dangerous-liaisons.pdf">uno studio norvegese</a>
che esamina i tassi di violenza contro le donne prostituite nel modello
nordico. Il rapporto ha dimostrato che, dal 2008, gli stupri ed altre forme di
violenza fisica contro le donne prostituite <a href="http://feministcurrent.com/7038/new-research-shows-violence-decreases-under-nordic-model-why-the-radio-silence/">sono diminuite.</a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">La triste verità è che, se l'acquisto di sesso è legale, la polizia
probabilmente non<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>perseguirà i clienti
che stuprano e abusano delle prostitute, senza il loro consenso. Lo sappiamo.
Sappiamo che la polizia ha ignorato per anni le violenze contro le donne
prostituite, <a href="http://www.vancouversun.com/news/group+they+were+dismissed+missing+women+report/7710097/story.html">specialmente contro quelle che sono povere e di colore. </a>Sappiamo
che il sistema della giustizia penale accusa spesso la vittima, in particolare se
i giudici possono dire: "Beh, lui l'ha pagata!". La via più
praticabile per combattere questa violenza consiste nel<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>depenalizzare le donne prostituite,
criminalizzare i clienti e formare la polizia. Se gli sfruttatori della
prostituzione e i clienti vengono criminalizzati, le sex workers saranno almeno
in grado di andare dalla polizia se sono stuprate o aggredite e la polizia sarà
in grado di agire rapidamente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Sappiamo che non sono le femministe che stanno perpetrando violenza
contro le sex workers. Sappiamo anche che le femministe non colpevolizzano la
vittima, il che significa che questo non è un dibattito sulla moralità delle
donne di questo settore. Perché i progressisti, nascondendo l'autore [delle
violenze],<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>attribuiscono la colpa alle
femministe e travisano il significato del movimento abolizionista? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Le femministe non sono il nemico. Piuttosto, sono gli uomini che trattano
le donne come oggetti usa e getta che sono da biasimare. E', al contempo,
sterile e disonesto <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>affermare che le
femministe promuovono la criminalizzazione delle donne prostituite, quando una
delle poche cose che le femministe e gli altri che propugnano la fine della
violenza contro le prostitute possono condividere è che il nodo cruciale
consiste nel depenalizzare le donne prostituite.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Le donne che io chiamo mie amiche ed alleate sono donne che hanno
lavorato nell'industria del sesso, sono donne che lavorano instancabilmente in
rifugi [per prostitute], compiendo un lavoro di sensibilizzazione, o che vi
lavorano come avvocate, come accademiche e come attiviste. Le donne che ammiro
e da cui ho imparato - donne che hanno plasmato il movimento - donne come Robin
Morgan, Gloria Steinem e Andrea Dworkin - sono state collocate sull'altra linea
di una sorta di guerra contro le donne.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Queste donne meritano di più di etichette imprecise e prive di
significato come "anti-sex" o "proibizionista". Queste
femministe non hanno accusato le donne prostituite, sono donne che vogliono che
gli abusi, gli stupri, i pestaggi e gli omicidi abbiano fine. Credo che anche
quelli che si definiscono "difensori dei diritti delle sex workers" o
"alleati delle sex workers" vogliano questo. Non ho alcun interesse a
creare divisioni inutili o sleali.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Questo è un movimento, non una guerra.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</div>
<br />Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-58129005961719556422013-02-22T03:00:00.000-08:002013-02-22T06:07:55.294-08:00E' più facile dire che le vittime non esistono<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUTfeeW6b0QgTOkBKE9NcImZAFObaOsrTp0V1-egecJa5-Fq48YEvDcQk3ePuTwaKbx_yHTWknGe8jkt-G72B6KKhShewCthb9LnGMm1mNuPK8K5m5ycTpbuC60xS6YTbRRlAHvtvoV7Fu/s1600/iso.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUTfeeW6b0QgTOkBKE9NcImZAFObaOsrTp0V1-egecJa5-Fq48YEvDcQk3ePuTwaKbx_yHTWknGe8jkt-G72B6KKhShewCthb9LnGMm1mNuPK8K5m5ycTpbuC60xS6YTbRRlAHvtvoV7Fu/s320/iso.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Isoke è una donna coraggiosa, intelligente e bellissima, e porta su di sé la forza di quello che ha fatto, non soltanto la denuncia, ma anche il racconto del potere criminale che lei stessa ha subito e che continua a combattere. [...] Le immigrate e gli immigrati arrivano qui non soltanto a fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare, ma anche a difendere i diritti che gli italiani non vogliono più difendere.</i></b> [parole pronunciate da Roberto Saviano a Torino nel 2010 ricevendo un premio dalle mani di Isoke Aikpitanyi per il suo impegno contro le mafie].</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ringrazio Isoke dal profondo del mio cuore perché sento che resiste e lotta anche per me, che non sono nigeriana..</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo essersi ribellata ai trafficanti anni fa e quasi uccisa per questo, è diventata poi protagonista di un progetto unico in Europa, <b>La ragazza di Benin City</b>, che l'ha portata poi a fondare l'<b>Associazione vittime ed ex vittime di tratta</b>, che porta avanti tra innumerevoli difficoltà e pericoli concreti, in cui le ex vittime diventano protagoniste della liberazione di altre "sorelle", con un mutuo aiuto tra pari.<span style="color: black;"> </span>Ho avuto già modo di descrivere l'attività di questa associazione <a href="http://consumabili.blogspot.it/2011/11/500-storie-vere-recensione.html">nel recensire il suo ultimo libro 500 storie vere</a>. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'organizzazione criminale che gestisce la tratta delle nigeriane per sfruttarle nella prostituzione nel nostro e in altri paesi europei è - come altre organizzazioni di questo tipo - quella che si dice una delle nuove mafie che operano su base transnazionale. Come tutte le mafie è caratterizzata nel suo operare dalla forza di intimidazione del vincolo associativo al fine di ottenere l'assoggettamento delle sue vittime, a scopo di sfruttamento. Nelle organizzazioni mafiose valgono i codici del più estremo machismo, come dice Lydia Cacho, secondo cui le donne valgono solo in quanto oggetti di piacere. Si tratta di un business che produce fiumi di denaro macchiato di sangue, un business che si svolge col coinvolgimento di figure che sono molto in alto in Nigeria, ma anche con tante complicità nei tanti paesi europei in cui l'organizzazione è ramificata (oltre all'Italia, Spagna, Olanda, Irlanda, Regno Unito, Francia, Germania, ecc..) nella più totale indifferenza e disinformazione della cittadinanza, di cui sessismo e xenofobia sono ingredienti fondamentali.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' con gratitudine che pubblico questa preziosa <b>intervista fatta a Isoke Aikpitanyi da Ilaria Maccaroni il 15 febbraio scorso</b> (pubblicata contemporaneamente anche da <a href="http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2013/02/22/e-piu-facile-dire-che-le-vittime-non-esistono/">Un Altro genere di comunicazione</a>, <a href="http://femminileplurale.wordpress.com/2013/02/22/e-piu-facile-dire-che-le-vittime-non-esistono/">Femminile plurale</a> e <a href="http://maschileplurale.it/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=695:feb-2013-qe-piu-facile-dire-che-le-vittime-non-esistonoq-intervista-di-imaccaroni-a-iaikpitanyi-&catid=45:uomini-prostituzione-e-tratta&Itemid=42">Maschile plurale</a>).<br />
L’intervista <a href="http://mfla.noblogs.org/post/2013/02/20/intervista-a-isoke-aikpitanyi/">è già stata trasmessa il 19 febbraio scorso</a> all’interno
della rubrica culturale "ControEssenze" a cura di Connettive, durante la
trasmissione del Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche di Radio
Onda Rossa: </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">É noto che le donne provenienti da altri paesi vengono tratte con
l’inganno da false agenzie di viaggi o agenzie per l’impiego locali che
promettono loro di farle lavorare in Europa, le fanno entrare in un paese
europeo e le obbligano a prostituirsi. Le ragazze in Nigeria, oggi, quanto sono
coscienti del pericolo che corrono di cadere nella rete dei trafficanti?</span></b>
<br />
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Anzitutto bisogna
tener conto di cosa è la Nigeria, dell’estensione del suo territorio, della
consistenza della sua popolazione e del persistere di una realtà urbana e di
una realtà periferica; la prima ha quasi tutte le caratteriste della modernità,
è occidentalizzata, per così dire, mentre la seconda è ancora fortemente
tradizionale, tribale.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Tanto per chiarire,
nella seconda l'elettricità non c'è ancora tutto il giorno, si vive in modo
atavico; ed è da qui che è più facile andare a prendere delle ragazze che non
sono informate e non sono consapevoli di quel che le aspetta.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Poi ci sono le
altre, quelle che cercano una vita migliore, ma vorrebbero avere a disposizione
i mezzi economici che sono in mano a tanti ricchi. Il sogno impedisce loro di
vedere che le aspetta un incubo: vanno a divertirsi nei night, “ballano sul
cubo”, si divertono con gli avventori bianchi che fan vedere loro una verità
che poi le ragazze non troveranno di certo. Ma tanto basta per<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>far pensare loro che se anche il rischio è
quello di doversi prostituire, lo si farà per poco tempo: non sono consapevoli,
poi, delle modalità alle quali dovranno adattarsi, non sanno minimamente cosa
siano, ad esempio il freddo di tanti paesi del nord Europa...</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Poi ci sono quelle
che già a Lagos, per esempio, si sono avvicinate alla prostituzione e pensano
che se debbano prostituirsi, meglio farlo con i bianchi e in Europa dove ci sono
tanti soldi e c'è la possibilità di fare tanti soldi. Ma questa è una cosa
degli ultimi anni mentre venti anni fa le ragazze non sapevano.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Oggi il 50% sa e non
sa.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Ma il problema non è
questo, è che nessuna sceglie liberamente e davvero consapevolmente, ed è che
tutte arrivano con un debito da pagare e che questa è la catena della quale
nessuna sa liberarsi, né praticamente, né psicologicamente: e questa è una
condizione di schiavitù.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Chiedersi se sanno o
non sanno è sbagliato, è come insinuare che se scelgono liberamente non ci si
deve porre il problema della loro schiavitù. </span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Esistono organizzazioni o autorità statali in Nigeria impegnate a
diffondere notizie e informazioni sulla tratta delle donne nei paesi
occidentali?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">C'è una agenzia
governativa che si chiama NAPTIP e che fa esattamente questo lavoro. Solo che
se una agenzia di questo tipo operasse in Europa, potrebbe farlo con strumenti
incisivi e con una certa possibilità di successo, in Nigeria tutti pensano che
l'Europa è il loro sogno, quindi andare in Europa sarebbe la realizzazione del
sogno, quindi essere portate in Europa è una gran bella cosa.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">La gente e le
giovani in particolare, considerano che avere una opportunità per venire in
Europa sia il solo strumento per realizzare quel sogno, per cui chi cerca di
far arrivare a loro notizie sui rischi che corrono non è creduto.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">La pressione
demografica e le difficoltà economiche di una popolazione vive con meno di un
euro al giorno, in un paese ricchissimo di petrolio e nel quale una ristretta
“borghesia” è ricca, fanno il resto.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Quali altre strade può intraprendere una donna nigeriana che
desidera emigrare in Europa, senza rischiare di cadere vittima della tratta?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Nessuna; qui non
siamo di fronte ad una emigrazione normale; a emigrare non sono persone che
hanno risorse personali e familiari, preparazione intellettuale e culturale per
andare a ricoprire posti anche importanti nel lavoro e nelle professioni:
emigrano persone disperate, spesso analfabete che “normalmente” non avrebbero
nessuna possibilità di venire in Europa.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Una volta arrivate in Italia le ragazze contraggono a loro
insaputa, un debito quasi impagabile coi trafficanti o con le maman che le
sottraggono i documenti e diventano le loro padrone. Che cosa dicono le maman
alle ragazze per spingerle a lavorare per loro?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Anche qui quel che
un tempo le maman dicevano è diverso da quel che dicono oggi. Un tempo
spingevano brutalmente la ragazze in strada, insegnavano loro quel che dovevano
fare e lo facevano o con le buone o con le cattive (cioè facendole violentare
dai loro scagnozzi). <span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Così facendo, però,
si sono accorte che molte ragazze si ribellavano e cercavano vie di uscita.
Così hanno cambiato tattica e hanno cominciato a lasciare alle ragazze parte
dei loro guadagni: le hanno istruite a gestirsi le relazioni con i clienti in
modo da ingannarli e da spillare loro più quattrini. Insomma le maman hanno
svolto il compito di una vera e propria scuola di prostituzione e da alcuni
anni offrono alle ragazze alcuni servizi aggiuntivi:<span style="mso-tab-count: 1;"> </span>maman e trafficanti sono i più abili fruitori delle modalità di
legalizzazione della presenza delle ragazze; spiegano loro come e chi
denunciare, seguendo le opportunità dell'articolo 18; danno loro i legali
italiani che le aiutano nelle pratiche delle sanatorie; le spingono a<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>diventare richiedenti asilo: quindi, almeno
apparentemente, per le ragazze la maman è solo una che gestisce la loro
opportunità di restare in Europa. Solo quelle che si ribellano davvero corrono
dei rischi, per le altre basta prostituirsi senza far storie e pagare il
debito.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Cosa spinge una donna trafficata a ribellarsi ai trafficanti, a
scappare e a chiedere aiuto?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Anzitutto non avendo
scelto quella vita tutte si guardano intorno e cercano una via di uscita.
Purtroppo la ricerca non dà buoni frutti; nove su dieci sono respinte dai servizi
i quali sono fortemente vincolati dal fatto che, almeno per le nigeriane, senza
denuncia non c'è nessuna possibilità di regolarizzarsi.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Ma quanto dura il
tempo della ribellione e della ricerca di una via di uscita, prima che subentri
la rassegnazione e la ragazza si adatti alla prostituzione? Per alcune molto a
lungo, per altre poco, a seconda anche delle esperienze che fanno sulla strada,
del tipo di clienti che incontrano...</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Dopo a ribellarsi
sarà una ragazza stanca di quella vita, ma sfiancata nelle sue capacità di
mettere in gioco le sue potenzialità, la capacità di mettersi a studiare, di
imparare un lavoro vero. Dopo due o tre anni, o di più, di strada, la persona
ha perso molte delle proprie risorse personali: lo sforzo necessario ad
integrarsi e gli ostacoli che trova sono troppo grandi; è più <span style="mso-tab-count: 1;"> </span>facile restare nella prostituzione.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Che ruolo hanno le famiglie di origine delle ragazze rimaste in
patria nel far sì che queste non si ribellino e continuino a lavorare nella
prostituzione per inviare i soldi a casa?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Anche le famiglie
sanno e non sanno che cosa fa la loro figlia. A questo punto bisogna ammettere
che è come se avessero deciso di sacrificarla per il benessere degli altri
componenti la famiglia stessa. Comunque sia le famiglie sono minacciate e
diventano oggetto di violenze se le ragazze si ribellano e non pagano; per
questo le famiglie spingono le ragazze a essere obbedienti alle maman e a non
ribellarsi. E lo fanno sia che ricevano davvero minacce e corrano davvero
pericoli, sia che - invece – siano complici dei trafficanti e siano consapevoli
del destino della loro figlia.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Nel tuo primo libro racconti di come un uomo italiano, conoscente
della maman che ti sfruttava, voleva farti lavorare in un night club ma tu
scappasti perché ti dissero che lavorare lì era peggio della strada. La
prostituzione nei night sta prendendo piede in Italia? Le ragazze che lavorano
nei night sono trattate meglio o peggio di come lo sono sulla strada?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Le ragazze sono
sfruttate e basta; non è detto che siano sfruttate in un posto o in un altro,
in un modo o nell'altro, sono sfruttate come serve agli sfruttatori: la strada
è il luogo più facile e immediato soprattutto per una massa di ragazze. E poi i
clienti non sono tutti frequentatori di night e locali, per andare nei quali
bisogna già avere una abitudine alla vita notturna, alla ricerca di prostitute;
per molti clienti la strada è il luogo più neutro e rapido che consente loro di
non coinvolgersi, almeno così credono inizialmente, di non perdere troppo
tempo, di spendere meno.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Il night e la casa
chiusa, però, sono situazioni nelle quali la ragazza è più controllata è può
sfuggire meno al controllo dei trafficanti; i luoghi chiusi, inoltre, sono i
più pericolosi per una ragazza che voglia ribellarsi; e sono quelli nei quali
le opportunità di trovare una via di uscita sono minori. I clienti del night o
del luogo chiuso sono meno sensibili ai drammi delle ragazze e nessun operatore
sociale va al night, mentre in strada ci va e semina la sua proposta di aiuto.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Negli ultimi anni il fenomeno della schiavitù sessuale ha preso
piede in quasi tutti i paesi del mondo, e in misura maggiore in quelli
occidentali, nei quali donne di altri paesi vengono fatte entrare e obbligate a
prostituirsi. Il fronte abolizionista femminista che riunisce coloro che in un
modo o nell’altro combattono la tratta e vorrebbero sradicare la cultura della
prostituzione dalla società, ritiene che la divisione tra vittime della tratta
e “libere” professioniste non sia possibile fintanto che la prostituzione
continua a essere regolamentata dallo stato. Tu credi che possa esistere una
netta separazione tra tratta e prostituzione volontaria?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Questo non avviene
negli ultimi anni. Lo sfruttamento della donna in senso generale è il principio
che genera, determina, rende possibile la riduzione in schiavitù (ad esempio
anche quella domestica e familiare) e ha tra le sue conseguenze anche la
prostituzione.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">La domanda, però,
forse contiene un errore perché la prostituzione oggi NON è regolamentata dallo
stato, mentre la domanda formula l'ipotesi che lo sia.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Ma l'errore della
domanda è nell'ipotesi stessa che possa esistere una prostituzione libera. I
problemi delle vittime della tratta riguardano ragazze che sono schiavizzate e
sfruttate; io dico sempre che le loro catene non sono per forza visibili e la
loro condizione umana è talmente degradata dal finire coll'accettare la
prostituzione come inevitabile. Ma questa non è una libera scelta. Non mi
chiedo quali siano i problemi delle donne libere, li lascio ad altri.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Quali effetti avrebbero, secondo te, un’eventuale
“regolamentazione” o normalizzazione o tutela della prostituzione sulle vittime
della schiavitù sessuale?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Sarebbero effetti
devastanti; dimostrerebbero che hanno ragione la maman che dicono loro che la
prostituzione è un lavoro e che tutti i lavori comportano rischi. In pratica
una ragazza dovrebbe prendere atto che non ha senso ribellarsi e che se ci si
adatta tutto va meglio o va bene. Meglio e bene per chi?</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Questa è una
devastazione vera e propria, non è una questione di moralità o immoralità; su
questo piano io non critico, non condanno, non giudico nessuna ragazza che si
prostituisce. Non lo farei mai perché so il dramma di molte, so che molte
finiscono lì: ma so che se si vuole che finiscano per forza lì e si fa
addirittura una legge che le regolarizza in quanto prostitute invece che in
quanto vittime della tratta, vuol dire che avremo comunque donne che non saranno
illegali, clandestine e perseguibili perché saranno in qualche modo in regola
con le norme burocratiche della immigrazione e del lavoro, ma queste saranno
sempre schiave, cioè legate allo stesso meccanismo del debito e dello
sfruttamento e alla reiterazione della schiavitù ai danni di ragazze sempre
nuove che continueranno ad arrivare.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Affermare che “prostituirsi è un lavoro” e che è “una strada per
guadagnare bene in poco tempo”, può danneggiare le vittime della tratta?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Assolutamente SI</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">In Svezia, la legislazione prevede che lo stato criminalizzi il
cliente e tuteli la vittima della prostituzione. Secondo diversi studi, così
facendo, la prostituzione in Svezia è calata di molto. Ritieni che questo
modello possa essere efficace per combattere la tratta e la prostituzione nel
nostro paese?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Non è vero che i
clienti sono diminuiti, si orientano gli studi esattamente come si fa in Italia
per dire che si fa molto contro la tratta: il numero delle vittime è stimato
non in base alla realtà, ma in base ai risultati dei servizi antitratta: i
numeri dei servizi dicono che più di 10 mila sono state aiutate in 10 anni?
Bene, alloro si stima che le ragazze sono 12/15 mila, quindi tutte hanno avuto
una opportunità di liberazione e moltissime l'hanno colta. Se, però quelle
ragazze fossero stimate in numero maggiore, quei risultati non sarebbero
positivi. Il problema della Svezia è non riuscire a capacitarsi del perché il
problema sussista anche se esiste una realtà di liberazione sessuale
diffusissima.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Il mio libro è stato
tradotto in finlandese... chissà perché in quei paesi c'è la necessità di
capire il problema.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">La questione,
allora, è rovesciare una verità presunta: il problema non sono i clienti e le
prostitute libere. Il problema sono le schiave.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Secondo te perché i clienti comprano le donne per soddisfare i
loro desideri sessuali e poi (alcuni di loro) decidono di aiutarle a fuggire
dalla prostituzione? Non pensi che sia un comportamento contraddittorio e
illogico? I clienti sanno che le donne sulle strade sono in realtà donne
trafficate? E se sì, perché decidono di comprarle lo stesso?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">E chi lo dice che lo
sanno? Gli stessi che affermano che le prostitute sono quasi tutte libere? Ma
se sono libere sono liberi anche i clienti.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">In realtà, invece, è
ancora necessaria una opera si sensibilizzazione, informazione, prevenzione rivolte
al mondo maschile perché il maschio cerca tutte le scuse che spieghino e
giustifichino il suo esser cliente.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Solo l'esperienza
diretta porta il maschio a prender atto che quelle ragazze NON sono libere e a
quel punto spesso decide di non esser complice, ma risorsa contro la tratta; ma
deve affrontare un difficile percorso di consapevolezza nel quale nessuno lo
accompagna o lo sostiene: si trova così ad esser criminalizzato moralmente,
rischia multe e pene per un comportamento che è favorito parimenti da
trafficanti e leggi.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Cosa proponete tu e la vostra associazione allo stato e alla
società per contrastare e combattere la schiavitù sessuale delle donne
straniere, sia a livello legislativo che educativo e sociale?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Il fenomeno dello
sfruttamento delle nigeriane, e delle altre, è intenso da almeno 20 anni. Noi
vittime ed ex vittime della tratta non chiediamo nulla perché lo Stato ci
risponderebbe che da 20 anni finanzia il nostro sostegno e che le nostre
richieste e proposte NON valgono o, meglio, valgono poco perché altri sono più
qualificati di noi per formularle sulla base di conoscenze giuridiche,
sociologiche, psicologiche, ecc. ecc.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Da molto fastidio
allo stato che una organizzazione di vittime ed ex vittime, l'unica esistente
in Italia e in Europa, parli; siamo le beneficiarie dei servizi e degli
interventi che lo stato e le istituzioni ai vali livelli e in vario modo hanno
posto in essere e diciamo come beneficiare, che NON funziona, che nove su dieci
di noi non beneficiano di nulla, che nove su dieci diventano prostitute per
colpa della inefficienza dei servizi dello stato e che non si sa ipotizzare
altro che regolamentare la prostituzione, cioè fissare regole e modalità per
regolarizzare il nostro sfruttamento.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Noi non possiamo
dire bisogna fare in un altro modo, perché nel frattempo altri contestano le
nostre proposte e difendono le loro.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Noi facciamo a modo
nostro, allora: facciamo auto - mutuo aiuto, cerchiamo di farci sentire e dire
la nostra verità, anche se è difficile perché ci mancano gli strumenti
culturali per elaborare il pensiero e ci manca la malizia politica per proporlo
ai tavoli dove le decisioni sono prese sulle nostre spalle. Per fortuna che
MOLTI servizi sono validissimi, quindi non stiamo criticando tutti e chiunque;
ma nell'insieme la realtà è questa. A noi è preclusa perfino la possibilità di
aiutare noi stesse.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Insieme ad altre e a
parti importanti della società civile, noi facciamo accoglienza, motiviamo,
sosteniamo, accompagniamo ragazze nella ricerca di una via di uscita, “anche”
attraverso i servizi, ma anche dopo, senza mai dimenticare che siamo sole
quando i servizi hanno completato il loro intervento e ci considerano autonome,
mentre noi siamo ancora in balia dei trafficanti, del debito, dei falsi pastori
complici delle maman, delle comunità nigeriane complici, ecc. ecc.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Siamo sole contro la
mafia nigeriana, una delle peggiori al mondo.</span> </div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Quanto è importante dar voce alle sopravvissute della tratta e
della prostituzione e perché la loro voce tende a essere meno ascoltata
rispetto a quella di tante altre?</span></b></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Per assurdo ha voce
il Comitato per i diritti delle prostitute, non l'associazione vittime ed ex
vittime della tratta: è così che si costruiscono una cultura ed una politica
che a noi non possono offrire nulla.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Il problema non è il
Comitato delle prostitute che fa quello per cui è nato; il problema è che il
sistema, tra squilibri politici, sociali, morali, ecc. ecc. è miope. Il
problema sono le donne alle quali sembra più facile ascoltare le prostitute delle
vittime della tratta, perché la libera scelta è legittima, mentre esser vittime
significa vittimizzarsi e, quindi, screditare moralmente le prostitute a
vantaggio di quelle costrette a prostituirsi. Più facile sostenere che le
vittime non esistono e tutte sono solo prostitute e basta, in modi e luoghi
diversi.</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Per noi non è così,
ma ci è difficile dover sostenere una posizione come questa nostra che sembra
ideologica, contrapposta alla ideologia di altri, mentre è la nostra vita reale
ad essere in gioco. Per troppi sarebbe meglio se noi non ponessimo proprio il
problema e per spingerci a questo non ci ascoltano: per noi è già cos'
difficile anche solo parlare...</span></div>
<div class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="Standard">
<br /></div>
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<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-58651124579113830282013-02-21T04:48:00.001-08:002013-02-21T04:55:59.614-08:00Prostitute? No, sono schiave<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihhJsOUHec3YmLr1wT98T-ZNaL3H9D_DDLcEfIp5Sj43ixe4h4MmFEqOo_ovHymvsGz1rf02eJ0q3k5nksZbvBeCJtZ18CKvlIwtF-U7FvLEv7vKY0wh14E1jEwBUFOSLGErecFWICNWuL/s1600/nigeriane054864-a576d97a-49df-4c85-8a5a-2d8a560e3e79.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihhJsOUHec3YmLr1wT98T-ZNaL3H9D_DDLcEfIp5Sj43ixe4h4MmFEqOo_ovHymvsGz1rf02eJ0q3k5nksZbvBeCJtZ18CKvlIwtF-U7FvLEv7vKY0wh14E1jEwBUFOSLGErecFWICNWuL/s320/nigeriane054864-a576d97a-49df-4c85-8a5a-2d8a560e3e79.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Palermo: manifestazione anti-tratta in ricordo di Favour e Loveth</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<i>Un articolo veramente ben fatto sull'<span style="color: blue;"><a href="http://espresso.repubblica.it/dettaglio/prostitute-no-sono-schiave/2200523">Espresso</a></span> di questa settimana, molto utile per comprendere il business della mafia nigeriana sulla pelle delle donne tra Nigeria ed Europa, oltre i luoghi comuni. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il negozio me lo indica con un cenno mentre ci passiamo davanti. Il
quartiere è quello della Maddalena, decantato da De André. Dietro
la vetrina, una ragazza nigeriana parla con una coetanea. "E' una
Maman" mi spiega "una sorta di maitresse. E questo negozio è stato
aperto grazie alla collaborazione di un italiano cui poi hanno
regalato una ragazza per riconoscenza. In generale, tutti i negozi
di parrucchiere o di cosmetici sono di copertura, servono a
mascherare il traffico di ragazze". Ad accompagnarmi in giro per
Genova è Claudio Magnabosco, fondatore dell'associazione "Le
ragazze di Benin City" e marito di Isoke Aikpitanyi, una ragazza
nigeriana vittima di tratta, ridotta in coma quando nel Duemila
decise di sottrarsi ai suoi aguzzini. La raggiunsero in un parco a
Torino quando era appena fuggita, la circondarono in tre e la
picchiarono selvaggiamente finché una signora, attirata dalle urla,
non chiamò la polizia. Isoke rimase in coma per tre giorni e le
dovettero ricostruire l'arcata sopraccigliare.<br />
<br />
<b>L'operazione antitratta</b>. Quello della tratta di
esseri umani è un fenomeno di cui non si parla quasi più, come
hanno denunciato anche i responsabili di Caritas Immigrazione
durante il coordinamento della scorsa settimana: un traffico
semiscomparso dalle cronache nostrane. Eppure proprio a gennaio una
maxi operazione ha portato a ben 55 arresti, smantellando una rete
internazionale che dall'Africa portava migranti in Italia. In
manette è finito addirittura un mediatore culturale dell'Ambasciata
italiana a Nairobi. Roba da prima pagina. E invece niente. E anche
il giro d'affari era di tutto rispetto: circa 25 milioni di euro e
proveniva dalla contraffazione dei documenti, dai proventi dei
viaggi e dal vero e proprio commercio di persone.<br />
<br />
<b>Questione di Pil</b>. In Nigeria, mi spiega Claudio,
la tratta di esseri umani copre una percentuale del Prodotto
interno lordo nazionale ed è gestita ad altissimi livelli. "Persone
vicine alle istituzioni, molto potenti, che non si sporcano
direttamente le mani ma gestiscono nell'ombra". E Claudio racconta
la vicenda di Isoke: quando la ragazza chiamò i genitori sperando
che potessero aiutarla, il padre, un funzionario del Tribunale,
dopo qualche giorno le fece sapere che non avrebbe potuto far
nulla: le coperture erano troppo potenti. "Si parlava, all'epoca,
della moglie del governatore dell'Edo State, ma non ci sono
prove". [...]</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="color: blue;"><span class="adv"><a href="http://espresso.repubblica.it/dettaglio/prostitute-no-sono-schiave/2200523">Continua sull'Espresso </a></span></span></b></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-2373920313567660982013-01-14T02:26:00.003-08:002013-01-14T02:27:16.969-08:00La percezione del femminicidio e della violenza fra le vittime della tratta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiDfFwYMyDNB5M9b66byYaxlYcfcRKKZmiAcd_QYLJf6EBT4U5gyEgLqx76AWQGpmz6bA_lOG0uvyzpA7QHgOST4JlTivYKb-2jJjuG8lvFWIzW7FMLamteHR9wyw23iSepxPo4c5r_Jqz/s1600/index.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiDfFwYMyDNB5M9b66byYaxlYcfcRKKZmiAcd_QYLJf6EBT4U5gyEgLqx76AWQGpmz6bA_lOG0uvyzpA7QHgOST4JlTivYKb-2jJjuG8lvFWIzW7FMLamteHR9wyw23iSepxPo4c5r_Jqz/s1600/index.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Copio e incollo questo contributo di <b>Isoke Aikpitany</b>i, pubblicato su <a href="http://maschileplurale.it/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=681:qche-succederebbe-se-le-donne-uccise-in-italia-non-fossero-100-ma-4000q-diffuso-da-iaikpitanyi&catid=45:uomini-prostituzione-e-tratta&Itemid=42">Maschile plurale</a>:</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>"Che succederebbe se le donne uccise in italia non fossero 100 ma 4000?"</b><br />
E'
una ipotesi, una provocazione? No, è un calcolo proporzionale riferito
alle nigeriane uccise in Italia...per non dire delle donne dell'est,
delle latine e delle altre straniere.<br />
Il numero di donne italiane
uccise nel 2012 ha superato le 120 unità; ogni giorno durante tutto
l'anno è uscito un vero bollettino di guerra con nuove vittime del
femminicidio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nei giorni scorsi, con alcune ragazze nigeriane che con me portano avanti l'<i>Associazione vittime ed ex vittime della tratta</i>, dando accoglienza e sostegno a giovani vittime, si siano incontrate a Genova per decidere come operare nel 2013.<br />
Tira un'aria molto brutta per le nigeriane... eppure continuano ad arrivare in Europa e in Italia.<br />
Solo nel 2012 in Italia sono state assassinate dieci nigeriane.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dieci che rientrano nel numero delle donne vittime di femminicidio?<br />
Alcune
sì, altre no perchè non tutte le donne italiane e non tutte le donne
impegnate contro il femminicidio contano tutte le donne assassinate e
perchè comunque non esiste una lista del tutto attendibile sul numero
complessivo delle donne uccise.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma anche quando avremo superato questo problema e tutte saranno
sempre e comunque conteggiate e considerate, noi vittime della tratta
faremo fatica a far capire che la percezione della morte e della
violenza, fra noi è molto più forte e drammatica che fra le donne
italiane.<br />
Non è una questione banale: è che dieci nigeriane uccise su
15 mila (tante sarebbero secondo alcune stime e tante sono "tutte"
quelle che secondo le stime sarebbero presenti in Italia) sono una
enormità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella indagine che tre vittime della tratta hanno realizzato nel
2011, avvicinando mille ragazze nigeriane in Italia, è emerso che
ciascuna di quelle mille ne conosce circa 10/15 altre: è come se
attraverso di loro mille le avessimo avvicinate tutte quindici mila. E
quando una è uccisa, sicuramente o la conoscevamo di persona o la
conoscevano altre a noi molto vicine. Questa prossimità umana, questa
conoscenza diretta e personale rende più penoso il dramma e rende più
grave il terrore di poter essere uccise.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho scritto nel mio primo libro che le ragazze che sono costrette ad
andare in strada, ogni sera prima di uscire di casa pregano Dio di non
incontrare un balordo che le violenta e le uccide e di incontrare,
invece, un uomo buono le aiuta.</div>
<div style="text-align: justify;">
La morte comunque è lì, brutale non solo quando conosci personalmente
la vittima, ma anche quando ricordi che tu stessa l'hai scampata. Io
l'ho scampata ..! E tantissime hanno rischiato o sono scampate.</div>
<div style="text-align: justify;">
Che 100 e passa donne italiane possano essere uccise è osceno, ma se
le italiane fossero uccise con la stessa frequenza con la quale sono
uccise le nigeriane, le donne uccise in Italia sarebbero 4 mila! Per
fortuna questa è solo una ipotesi, ma è solo considerandola che le donne
italiane potranno capire cosa si agita nell'animo di tante altre donne
straniere e, quanto meno nell'animo delle nigeriane..</div>
<div style="text-align: justify;">
Se poi aggiungiamo la morte e la violenza che queste donne subiscono
durante i loro viaggi, il quadro di insieme che ne esce diventerà
insopportabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo, inoltre, quando mi intervistarono sugli stupri patiti dalle
vittime della tratta: un giorno si e l'altro anche...- risposi - tanto
che mi venne da dire che ogni africana violentata è una donna bianca che
la scampa... Lo dissi intervenendo alla Casa Internazionale della
donna, a Roma. Mi dicono sempre che è una frase terribile, ma è vera ed è
anche peggio perchè noi siamo lo sfogatoio sessuale e di violenza dei
maschi in Italia, maschi non solo italiani, si badi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa nota ha lo scopo di evidenziare che contro il femminicdio
bisogna mettere in campo molte energie, energie differenziate, ma che
bisogna anche mettere in campo molte sensibilità diverse e bisogna avere
la lucidità per conoscere il problema sotto tutti i suoi aspetti; il
che vuol dire che la percezione della gravità del problema è diversa per
le donne straniere e per le donne italiane, e vuol dire anche
individuare che cosa bisogna fare per stroncare questo dramma.</div>
<div style="text-align: justify;">
Noi vittime ed ex vittime della tratta sappiamo, per esperienza, che i
centri antiviolenza non sono operativi a nostro favore e lo sono solo
in parte a favore delle donne straniere; non è una accusa o una critica.
E' che i centri antiviolenza sono nati per una tipologia di attività
rivolte soprattutto alle donne italiane; sono aperti anche alle
straniere che, però, conoscono poco i servizi ai quali potrebbero
rivolgersi per avere sostegno. E non è certo colpa loro, di queste
donne.</div>
<div style="text-align: justify;">
Bastarebbe analizzare i dati dei centri antiviolenza per scoprire che
questo è vero e che, quindi ci vorrebbero, tanto per cominciare, più
attività di mediazione per far conoscere i servizi alle straniere e per
accompagnarle ai servizi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per assurdo anche in un conto generico del numero delle donne uccise,
una variante tra il 15 e il 25% delle donne vittime di femminicidio è
costituita da donne straniere, ma le donne straniere non sono il 15/25%
della popolazione femminile, sono molte di meno, il che evidenza ancor
più che proporzionalmente, il numero delle straniere uccise è molto
elevato.</div>
<div style="text-align: justify;">
A favore delle vittime della tratta sono previsti servizi diversi dai
centri antiviolenza; ma se contro il femminicidio si chiede solo di
rafforzare i centri antiviolenza, vuol dire che per le vittime della
tratta si fa poco; i servizi antitratta sono quasi tutti a rischio di
chiusura, sono privi di finanziamento, lo ha detto perfino don Gallo,
alla Commenda, domenica 16 dicembre. Quindi contro il femminicidio
bisognerebbe chiedere il rafforzamento dei centri antiviolenza e dei
servizi antitratta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Altrimenti ad un problema gravissimo come il femminicidio, si rischia
di rispondere con una proposta risolutiva che lo affronta solo in
parte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Bisognerebbe anche mettere in campo la capacità di analizzare
seriamente e serenamente cosa è stato fatto prima che i centri
antiviolenza (e i servizi antitratta) perdessero la maggior parte delle
risorse. Bisognerebbe guardare i risultati ottenuti e quelli non
ottenuti e, magari, cambiare qualcosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo perché se le lotte delle donne e, in particolare, di SNOQ
contribuiranno ad aumentare il numero delle donne impegnate in politica e
nel governo, a me e a noi vittime ed ex vittime, nessuna donna che sta
correndo in politica o che sostiene donne che correranno in politica, ha
ancora detto che cosa farà per affrontare i problemi del femminicidio
delle donne italiane e di quelle straniere: dobbiamo aspettare che siano
elette per conoscere i loro programmi in merito?</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutte queste criticità alimentano un senso di isolamento delle
vittime della tratta dal resto della società civile, il che vuol dire
che non credono nella possibilità di uscire dalla tratta e di inseririsi
normalmente nella società civile, quindi non credono nei servizi, non
credono nelle persone che parlano di loro, di noi, senza
dire esattamente che cosa intendono fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo è un problema che riguarda le donne, perché queste
rassicurazioni, gli impegni conseguenti e le decisioni nuove che
dovrebbero essere adottate, le donne italiane DEVONO renderli espliciti a
tutte le donne, utilizzando soprattutto il canale e lo strumento di
operatrici pari o di mediatrici che provengono dagli stessi paesi delle
donne alle quali bisogna parlare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il numero di queste donne "operatrici" è molto basso; chiediamoci
allora come mai apparentemente mentre a molte donne italiane e a molti
uomini è stata offerta è stata offerta la possibilità di lavorare, con
uno stipendio, nella realtà della tratta, pochissime vittime ed ex
vittime hanno avuto questa opportunità, quando è chiaro che le
operatrici pari detengono la capacità spontanea di esser concrete;
formare e valorizzare queste capacità spontanee sarebbe stato
un investimento positivo, ma NON è stato fatto nulla in tale direzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anzi neppure tutte le mediatrici in campo sono delle "pari", ma sono
semplicemente donne che provengono dallo stesso continente: è come se a
sostenere una donna sarda che proviene dalla profonda barbagia, si
impegnasse una finlandese, solo perchè sono entrambe europee. A stento
riusciranno a parlarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non aver favorito l'auto-rappresentatività delle vittime e delle ex
vittime è un problema concreto: se lo proponeva tanti anni or sono
Leopoldo Grosso, numero due del Gruppo Abele e io gli ho dato ascolto
fondando l'associazione vittime ed ex vittime della tratta che, però
fatica a farsi ascoltare, perchè io fatico a rappresentarla operando in
modo autogestito ed autofinanziato, e perché non mi si riconosce - a me e
alle altre che operano con me - l'autorevolezza di quel che diciamo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Invece di ascoltarci le donne italiane preferiscono fare il possibile
per rappresentarci loro, prendendosi tutto lo spazio, cercando di
capire, intepretare e rappresentare noi che vorremmo farlo direttamente.
In questo modo si creano difficoltà tali che molte rinunciano e molte
si adattano: alcune si adattano a prostituirsi, anche se non volevano
prostituirsi, altre si adattano a diventare operatrici in un sistema che
fa quel che può, certo, non si riuscirà mai a fare molto!) anche se
sono consapevoli che si potrebbe fare molto di più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il titolo di questo breve documento, spiega quale è la percezione del
femminicidio e della violenza tra le donne vittime ed ex vittime della
tratta e, in particolare, tra le nigeriane che hanno un minimo di
organizzazione per rappresentarsi, per auto-rappresentarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le nigeriane sono escluse dalla società bianca, vivono all'interno
della loro comunità africana, percepiscono suoni esterni che, per loro,
sono tutti suoni spaventosi, ma se a sfruttarle contribuisce il pastore
pentecostale al quale si affidano, anche questo è peggio di ciò che le
donne italiane subiscono dalle parole vergognose di un prete cattolico
sessuofobo: i pastori, i finti pastori nigeriani, spesso sono i nostri
sfruttatori...nessuno scende in piazza per questo e noi non possiamo
farlo, perché siamo sole.</div>
<div style="text-align: justify;">
Provate ad immaginare, allora se non 100 ma 4 mila donne italiane
fossero uccise ogni anno, pensate a quale angoscia, terrore vero si
impadronirebbero delle donne se il dramma fosse questo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Beh per noi vittime ed ex vittime, la situazione è esattamente questa.</div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-66212189155182994722012-12-19T00:17:00.000-08:002012-12-19T00:18:20.321-08:00Una legittima necessità (testimonianze - 6)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSZDtzm-fxWV0mhEj6FNJI9neJWcZELIgwY0Esi_giO8QVEsb0AeQfQL_Fk12thaxG3_my7MANQMZNYMbHu9toQWelNzIc8Pspfs3ElyH4IGpQTRMJRv-Nh4axbRYDz8lpwwxs0LUATaYY/s1600/url.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSZDtzm-fxWV0mhEj6FNJI9neJWcZELIgwY0Esi_giO8QVEsb0AeQfQL_Fk12thaxG3_my7MANQMZNYMbHu9toQWelNzIc8Pspfs3ElyH4IGpQTRMJRv-Nh4axbRYDz8lpwwxs0LUATaYY/s200/url.jpg" width="200" /></a></div>
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<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: left;">
[Link all'originale: <a href="http://secretdiaryofadublincallgirl.wordpress.com/2012/08/19/a-legitimate-need/">http://secretdiaryofadublincallgirl.wordpress.com/2012/08/19/a-legitimate-need/</a><br />
Traduzione di Gabriele Lenzi che ringrazio]</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
C'era questa faccenda di Annawas14 su
twitter l'altro giorno e stavo facendo il mio accesso settimanale/mensile per
curiosare su twitter quello stesso giorno. Non sapevo di questa faccenda, ma
sono finita a guardare alcune delle cose dette.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 23.0px;">
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
Oh rete. Ti amo e ti odio nella
stessa misura.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 23.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Una cosa che qualcuno aveva detto
mi ha davvero irritata. Era qualcosa più o meno come: "Criminalizzare una
legittima necessità nella comunità non è un beneficio per nessuno." O
qualcosa con questo significato. Una formula accattivante, devo dirlo.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 23.0px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
Mi ha veramente, profondamente
irritata.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 23.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Gli orgasmi non sono una legittima
necessità. Mi è già capitato di fare questa puntualizzazione. Gli orgasmi sono
il motivo per cui gli uomini incontrano le escort. Non ci vanno per la
personalità attraente della prostituta o per la conversazione accattivante che
può nascere o per l'atmosfera dell'ambiente in cui lei li accoglie. Ci vanno per
fare sesso. Possono anche, incidentalmente, essere tristi, soli, patetici,
qualsiasi cosa, ma ci vanno per fare sesso. Fine della storia. Possiamo per
favore almeno superare questo punto, prima di tutto. Il sesso è il motivo per
cui esiste la prostituzione. La prostituzione vende sesso. Gli uomini vogliono
sesso.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 23.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Chiarito questo, sto presumendo che
questa persona deve pensare che il sesso in sé sia una "legittima
necessità".</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 25.0px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
No.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 25.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Il sesso non è una necessità. Non è
un diritto umano. Il cibo è una necessità. L'acqua è una necessità. Se non ci
procuriamo cibo o acqua <i>moriamo</i>. Se non ci procuriamo sesso <i>moriamo</i>.
Ah no aspettate, non è che moriamo, semplicemente si è frustrati. Poi ci si
abitua. E se il sesso è una "legittima" necessità, che cos'è una
"illegittima" necessità mi chiedo? E perché questa
"necessità" è solo per gli uomini? Senz'altro se il sesso è una
"necessità" allora anche le donne devono necessitarlo regolarmente,
per non consumarsi, così come sembra che capiti agli uomini. Eppure in qualche
modo il mercato di prostituti non sta esattamente decollando. Gli uomini non
vengono recensiti. La misura e la forma del cazzo degli uomini non viene
discussa. Questa è divertente. Voglio dire: se il sesso è una necessità, perché
queste cose non succedono?</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; min-height: 25px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Non ho fatto sesso per un lungo,
lungo periodo, e molto tranquillamente sto bene. Ho un desiderio sessuale
assurdo ma in qualche modo, in qualche modo, tiro avanti. Ho delle amicizie -
sia maschi che femmine - che non hanno fatto sesso per anni. Siamo ancora vivi.
Nessuna di queste persone si è consumata. Nessuna ha attraversato una furia
omicida o stupratrice o ha intrapreso comportamenti depravati. Tutti i nostri
organi sessuali sono ancora lì. Niente è marcito o si è staccato o ha chiuso
bottega.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
Ho anche sentito di gente che
quando non può far sesso fa qualcosa. Com'è che si dice… desiderano avere un
orgasmo ma non hanno partner o trombamici o cosaltro.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
Ah sì. Si masturbano.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Si procurano un orgasmo da sé. Lo
so. Geniale. La gente lo fa ogni volta che si rende conto che la loro
"necessità", il "diritto umano" all'orgasmo non è
soddisfatto. Pretendere che i bordelli siano un'ottima cosa perché provvedono
alla "necessità" degli uomini (un orgasmo. Stiamo parlando di un
orgasmo, forse due) è l'argomento più ridicolo che abbia mai sentito.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Ma chi ha scritto questo tweet non
stava semplicemente dicendo che il sesso è una necessità, no. Stava dicendo che
<i>pagare</i> per fare sesso sia in qualche modo una necessità. Neanche ho una
risposta a questo. Fare sesso o averne bisogno è una cosa. Pagare per farlo è
una cosa <i>completamente</i> diversa. E' un maledetto hobby. E'
"divertirsi un po' " nella pausa pranzo prima di andare a casa dalle
loro mogli.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Qualcuno sembra pensare che le
prostitute salvino le "altre" donne dallo stupro. Trattenetemi.
Immagino che queste persone credano anche che sia impossibile stuprare una
prostituta. Che tipologia di donne ci sarà mai per "salvare" la
prostituta dallo stupratore? Gli stupratori stuprano. Stuprano le nonne e le
adolescenti e le prostitute e le proprie mogli. Stuprano <i>le donne</i>.
Stupratori e uomini che sono sfortunati nel settore delle relazioni sessuali
sono due cose parecchio diverse. Ma non entro in questo perché se lo faccio
potrei davvero consumarmi alla fine.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
E quale sarebbe questa
"comunità" di cui parla? Una necessità legittima nella
"comunità". Come una sorta di "centro sessuale" con
finalità etiche. E' come se pensasse che il bordello di "Shameless"
fosse una rappresentazione realistica della realtà. Dio mio. Riesco a pensare
ad alcune "necessità legittime" in diverse comunità. Di cosa hanno
bisogno le comunità? Integrazione, comunicazione, un senso di comunità, stato
sociale, supporto sociale per i senzatetto e i tossicodipendenti, centri per la
salute, centri sociali per bambini, polizia, sicurezza, facile accesso al sesso
a pagamento…</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Scherzo. Le comunità ovviamente non
hanno bisogno di bordelli per svilupparsi. Che idea ridicola. Che idea
offensiva. Si tratta di una parola accattivante per rendere la formula
accattivante. Rimanda a gente che vive insieme e lavora insieme, si aiuta a
vicenda, consiglia Alisha la polacca a un amico cliente perché lei è così
amichevole e non richiede costi extra. E' questo il tipo di comunità a cui si
sta riferendo? Perché non ho mai fatto parte di una comunità che
"necessitasse" di un accomodante bordello locale.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
Oibò.</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div style="font: 20.0px 'Helvetica Neue UltraLight'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; min-height: 24.0px;">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-59169463378369887382012-11-25T06:20:00.000-08:002012-11-25T06:27:51.617-08:0025 novembre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwCB5ni7xw0OTT_cCYoyuji3jMnXxjwmpHCt4ubAVCto3iSIC4w9GSIixL2EK69cBP4VdxoYEmSOoWQM_mo4qOMxTBZCAVM8rjEVhvwJmjLToAVwspUXNkefq4CE0aZ11LgdE_2ozniPDg/s1600/milano.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwCB5ni7xw0OTT_cCYoyuji3jMnXxjwmpHCt4ubAVCto3iSIC4w9GSIixL2EK69cBP4VdxoYEmSOoWQM_mo4qOMxTBZCAVM8rjEVhvwJmjLToAVwspUXNkefq4CE0aZ11LgdE_2ozniPDg/s320/milano.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Oggi, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, pubblico le parole di una mia carissima amica e compagna di lotta, Ilaria B., che a caldo mi scrive le sue impressioni su un importante convegno che si è tenuto il 21 e 22 novembre a Milano, a cui avrei desiderato tanto essere presente: "<a href="http://temi.provincia.milano.it/donne/news/news.php?news=24680">Le parole non bastano</a>", organizzato insieme dalla <a href="http://www.cadmi.org/">Casa delle donne maltrattate di Milano</a> e <a href="http://maschileplurale.it/cms/">Maschile plurale</a>. Grazie, Ilaria.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il convegno “Le parole non bastano” è stato, io credo, un evento di un
peso e un’importanza che forse nemmeno ancora riesco completamente a
immaginare, e che certamente si farà sentire, spero con effetti
immediati e molto concreti. </div>
<div style="text-align: justify;">
E non semplicemente perché è stato voluto e
organizzato insieme da donne e uomini – certo anche, e non è una cosa da
poco – ma soprattutto per le energie, le idee e in primo luogo
l’esempio concreto di un nuovo tipo di relazione possibile tra uomini e
donne. </div>
<div style="text-align: justify;">
Perché se è vero che è con la relazione tra donne che si esce
dalla violenza, come ha detto Marisa Guarneri, una relazione che è in
primo luogo una “accoglienza come legame d’amore”, è anche vero che
tanti e tante hanno affermato e messo allo stesso tempo in pratica, in
due giorni di dibattito davvero appassionante, una relazione nuova,
diversa, tra uomini e donne che è l’unica via possibile e praticabile
per tentare di sradicare la violenza maschile contro le donne al suo
punto di origine. E’ stato infatti ribadito da più parti, e a me pare
che non lo si sottolinei mai abbastanza, che non è con la repressione –
che, per carità, ci vuole ed è irrinunciabile – ma soprattutto con la
prevenzione che occorre affrontare la violenza di genere. E, altra
distinzione centrale, non è con interventi istituzionali ma con una
collaborazione trasversale e a partire dal basso, dalla comunità, che
possiamo sperare di venirne a capo. <br />
Di un convegno che, giustamente,
sottolineava il limite delle parole – in modo sottile, naturalmente,
perché dialetticamente il potere della parola era continuamente evocato e
agito – mi rimane una costellazione di termini e idee che non a caso
continuavano a riemergere: emozioni, sentimenti amore, desiderio,
relazione. La teoria di quello che è stato detto la conosciamo: è il
racconto della difficoltà a fare emergere, a “dire” la violenza per
poterla affrontare, curare, sanare, in chi la subisce, in primo luogo,
ma non solo. La novità è che si è parlato, e con forza, della necessità
di dire e dunque affrontare la violenza là dove nasce, e cioè in un
immaginario condiviso sul quale dobbiamo lavorare, a partire, come luogo
imprescindibile, dall’educazione, ma muovendoci anche in altri ambiti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quello che è successo (sottolineo successo, e non semplicemente che è
stato detto) è che è stato evocato e insieme praticato il tema del
desiderio, dell’amore, della felicità. Era palpabile nella forma, sempre
dialogica, di un confronto tra uomini e donne, in cui si sono
articolati gli interventi. Ma non solo: era proprio la linfa che si
sentiva scorrere, era nel pubblico, nelle pause, a pranzo. Una curiosità
reciproca, un ascoltarsi attento e insieme entusiasta, dell’entusiasmo
di una continua scoperta.</div>
<div style="text-align: justify;">
So bene che si stanno tentando esperimenti di
dialogo in più luoghi, in spazi più o meno virtuali, ma questo è stato, a
mio parere, qualcosa di molto speciale. Forse perché il “partire da sé”
è stato un collante fondamentale, al punto che, direi, nella
costellazione delle idee e delle parole che circolavano e dominavano i
discorsi, è stato l’idea più forte, la più sottolineata come
l’ingrediente fondamentale di ogni risposta possibile praticabile alla
violenza. Ne è nata una presentazione di esperienze che ha fatto
nascere, a sua volta, nuove idee e proposte. Legate da un filo: la
risposta non sta nelle istituzioni e non sta nella repressione. La
risposta possibile è nella comunità, nell’attivare le sue risorse, nel
cambiamento dell’immaginario, nel portare più persone a riconoscere la
violenza e a rivolgersi ai centri antiviolenza. Il ruolo delle
istituzioni non è ovviamente privo di importanza, ma è un ruolo che deve
prendere le mosse e la direzione a partire dall’ascolto di chi contro
la violenza lavora ogni giorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sarebbe importante dare uno spazio a ciascuna delle voci che hanno
declinato la relazione e le soluzioni in un intreccio di sfaccettature
che dialogavano e si richiamavano. Per oggi deve bastare una parola:
educazione. Lo ha detto l'assessore alle politiche sociali, lo ha detto
un'antropologa che ha raccolto le voci delle donne che troppo spesso non
trovano negli ospedali persone pronte a facilitare il racconto della
verità (anche se, va detto, molte volte, per fortuna, le trovano), lo ha
detto un magistrato, che ha spiegato che troppi magistrati, la polizia,
gli avvocati (donne e uomini, va detto) sottopongono le donne a una
ulteriore violenza, spesso scoraggiandole dal denunciare. La violenza
per essere combattuta e fermata va in primo luogo riconosciuta e, ancor
più fondamentale, detta. Le parole non bastano ma sono il primo
strumento che abbiamo, possono essere molto potenti, possono servire a
formulare la domanda giusta, alla quale deve seguire un ascolto educato a
sentire e accogliere. E agire. </div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-4446847505623163792012-11-12T00:02:00.000-08:002012-11-12T08:26:21.375-08:00Facebook e la pedopornografia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVQpl2t1bmMqiifrLJtX-C01g9U_fRV3pmKsoj2PPCbI37nDAf23D7gwRTpFORgQasq2cdkJD16Dm5nFAP9hSIOSYmgMv78XcikPBqTS-WktQD0kYldb4qUYM7Rv9MyqdNV1H76yNp_oTk/s1600/facebook01causesdotcom.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVQpl2t1bmMqiifrLJtX-C01g9U_fRV3pmKsoj2PPCbI37nDAf23D7gwRTpFORgQasq2cdkJD16Dm5nFAP9hSIOSYmgMv78XcikPBqTS-WktQD0kYldb4qUYM7Rv9MyqdNV1H76yNp_oTk/s320/facebook01causesdotcom.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: black;">Riporto la traduzione dallo spagnolo di un interessante articolo </span>di Lydia Cacho che denuncia come gli stupratori di bambini agiscano praticamente indisturbati sul famoso social network. Ringrazio le ragazze di <a href="http://comunicazionedigenere.wordpress.com/">Un altro genere di comunicazione</a> e S. per la traduzione. Il testo originale si può leggere <a href="http://www.m-x.com.mx/2012-10-22/facebook-y-el-porno-por-lydia-cacho/">qui</a>.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Facebook e il porno - di Lydia Cacho <i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px ! important;">
<span style="color: black; text-indent: 0px !important;">Fluttuano
liberamente nel cyberspazio, sono i siti dei pedofili che, oltre ad
abusare di migliaia di bambini e bambine, fanno uso delle loro
pagine Facebook per mostrare il loro coraggio, narrando dettagli sulle
loro azioni criminali.</span></div>
<div style="text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px ! important;">
<span id="yui_3_7_2_1_1352703075686_212" style="color: black; text-indent: 0px !important;"><b>"Guarda
questa foto, l'ho presa quando aveva quatto anni, tenera e vergine"
dice Roberto</b>, che dalla Spagna fa mostra tra le sue fotografie di se
stesso, mentre penetra bambine molto piccole.<b> La pagina è stata
denunciata a Facebook senza che nulla accadesse</b>, la polizia spagnola non
ha un reale potere nei confronti della Società, né ha la facoltà,
dicono, di arrestare tutti quei soggetti che pubblicizzano i propri
crimini nelle pagine le cui origini possono essere rintracciate con la
più semplice tecnologia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-indent: 0px !important;">Per
fare un'indagine qualche anno fa, mi sono unita ad un gruppo di uomini
in rete, le cui conoscenze cibernetiche mi hanno insegnato a
rintracciare i pedofili nel cyberspazio e a promuovere cause nei paesi
dai quali emergono le immagini.</span><br />
<b><span style="text-indent: 0px !important;">Un
uomo scrive al lato di una foto con una bimba bionda "lei è una delle
mie piccole lolite preferite, ora ha dieci anni, ma ha cominciato il
sesso da quando ne aveva due".</span></b><br />
<span style="text-indent: 0px !important;">Un
altro risponde: "Oggi ne ha 17, ma ha cominciato a fare sesso a 4 anni
ed è una vera cavalla ninfomane" . I soggetti si presentano come </span><span style="text-indent: 0px !important;">“Lolita
lovers”, “Babyboylover”, “Il cacciatore di piccoline”, e altri
soprannomi. In questi video e foto si vede chiaramente il viso delle
vittime. Di tanto in tanto abbiamo denunciato alla polizia postale dei
diversi paesi; si mandano i profili dei soggetti e gli indirizzi IP. </span><br />
<span style="text-indent: 0px !important;"><b>Abbiamo
persino localizzato un professore di Veracruz che su Facebook agganciava dei
bambini e li manteneva in contatto attraverso il suo blog come
professore di educazione fisica.</b> La pornografia infantile è nella
maggior parte dei caso una delle modalità del delitto di tratta di esseri umani.</span><br />
<span style="text-indent: 0px !important;">È stato grazie ai cyber-</span><span style="text-indent: 0px !important;">attivisti degli Uomini contro la Prostituzione e la Tratta (Menapat, in inglese), </span><span style="text-indent: 0px !important;">Marcelino
Madrigal, Richard Lepoutre e Raymond Bechard, che ho imparato a seguire
i cyberpederasti, per poi indagare ed assicurarmi che la la polizia
postale non solo faccia il lavoro di persecuzione del delitto (postare e
far circolare immagini di pornografia minorile è punibile con la legge
in molti paesi, incluso il Messico), ma anche che le indagini portino a
rintracciare i posti dove si trovano queste bambine e questi bambini
vittime degli abusi.</span><br />
<span style="text-indent: 0px !important;"><b>Un
anno fa ho denunciato questo tema durante l'intervista che mi fece
Michelle Bachellet durante la consegna di un premio a New York.</b> Ho
utilizzato l'assemblea per spiegare il mio lavoro ed esigere che FB
rispondesse.</span> <span style="text-indent: 0px ! important;">Newsweek
pubblicò i dati con le prove che avevo portato. <b>Facebook provò a negare
le mie affermazioni provando a spaventarmi attraverso i propri avvocati
newyorchesi, a chiedermi di smettere di dialogare, e alla fine, a causa deii fatti e delle prove che ero riuscita a far pubblicare dalla
rivista nordamericana, Facebook dichiarò che "stavano lavorando sul caso". </b></span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">Il mio profilo Facebook, attraverso cui indagavo su questi temi, <b>venne chiuso con la motivazione di "cattivo uso della rete sociale".</b></span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">E'
importante sottolineare che iscriversi a Facebook è gratuito, ma la Società
guadagna basandosi sulla sua quotazione in borsa grazie ai milioni di
persone che utilizzano i suoi prodotti.</span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">Una
fonte interna a Facebook mi ha detto a Washington che non faranno mai quello
che ho richiesto di fronte al Senato nordamericano in paesi che non
hanno leggi sufficientemente severe per esigerlo. Gli Stati Uniti sono il
paese con il maggior numero di utilizzatori di Facebook , seguito da
Indonesia, Gran Bretagna, Turchia, India e Messico.</span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">L'unico
paese col quale l'azienda collabora nel mantenimento delle foto
segnaletiche dei bambini scomparsi sono gli Stati Uniti. <b>Non si tratta
di censurare, ma di rendere semplicemente più sicura la rete ed
esigere che coloro che guadagnano attraverso di essa facciano anche
investimenti etici per protegge l'infanzia.</b></span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">In
Messico esiste una polizia postale, ma non è sufficiente, la cosa più
urgente da fare è ottenere che Facebook e tutte le società che si occupano di
Reti sociali, incluso Twitter, si assumano le loro responsabilità nel:</span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">1)
mantenere le informazioni dei profili denunciati senza cancellare
l'impronta che possa condurre le autorità a improgionare
l'aggressore.</span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">2) investire le risorse necessarie per bloccare la pedopornografia nelle sue reti.</span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">3)
lasciarsi coinvolgere nella creazione di programmi che registrino i
volti dei minori abusati, in quei paesi in cui hanno
milioni di utilizzatori.</span><br />
<span style="text-indent: 0px ! important;">4)
smettere di ostacolare gli attivisti che denunciano il loro
disinteresse nel proteggere l'infanzia. </span><br />
<b><span style="text-indent: 0px ! important;">Se anche tu vuole unirti ai più
di un milione di firmatari di questa petizione, clicca qui: </span></b><a href="http://www.causes.com/causes/580526-force-facebook-to-block-all-child-pornography">http://www.causes.com/causes/580526-force-facebook-to-block-all-child-pornography</a></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-10344003187224285042012-10-31T06:02:00.002-07:002012-10-31T06:04:37.718-07:00Isoke Aikpitanyi, la scrittura come strumento di lotta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMFR_lbqIKPDYYaNaUHOBEm3t302mqDTWoisOWM0LFWPTbtoVyTEtDQFKkNopjaPKDHL_ULXlHFJKFitTBfDnk0u4uTkVGnie0QiBDY_RBfjcUk4zBRSFI_UNE6_-wqyQJK7JAlJ6FiUSg/s1600/1555-5-500-storie-vere.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMFR_lbqIKPDYYaNaUHOBEm3t302mqDTWoisOWM0LFWPTbtoVyTEtDQFKkNopjaPKDHL_ULXlHFJKFitTBfDnk0u4uTkVGnie0QiBDY_RBfjcUk4zBRSFI_UNE6_-wqyQJK7JAlJ6FiUSg/s1600/1555-5-500-storie-vere.jpg" /></a></div>
<b><i>Pubblico qui questo ottimo articolo appena uscito sul sito della Società Italiana delle Letterate:</i> </b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i> </i><i>”Tanti uomini che ho incontrato mi hanno chiesto perché
facessi quella vita. Ho risposto chiedendo perché mi venissero a
cercare”</i>
</div>
<div style="text-align: justify;">
«Quando ho letto <i>Le ragazze di Benin City</i> ho pianto. Dopo aver letto <i>500 storie vere</i>,
mi sono detto: devo fare qualcosa e farlo pubblicamente. Non è un
semplice libro, provoca reazioni, è strumento di lotta e di
cambiamento».</div>
<div style="text-align: justify;">
A parlare è Gianguido Palumbo, di <a href="http://maschileplurale.it/cms/"><i>Maschile Plurale</i></a>, palermitano che vive a Venezia, durante la presentazione <i>500 storie vere</i>, il libro di Isoke Aikpitanyi, a Palermo per la <a href="http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1106_it.htm">Giornata europea contro la tratta</a>.
Il libro riporta la testimonianza di altri uomini, venti, tutti ex
clienti, che hanno deciso di mobilitarsi pubblicamente a favore di
ragazze africane vittime della tratta. In Italia sono più di
quindicimila e hanno dato un contributo non indifferente alla
realizzazione del libro/ricerca di Isoke perché chi è in grado di
avvicinare le vittime, più degli stessi operatori di strada, sono
proprio i clienti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Del resto, racconta Isoke nel libro, come nelle rispondere alle
domande del pubblico, il suo riscatto è cominciato quando ha conosciuto
Claudio Magnabosco, suo attuale compagno:</div>
<div style="text-align: justify;">
«Iniziammo insieme un percorso che avrebbe portato me fuori dalla
tratta e lui fuori da un senso di impotenza contro i trafficanti, e di
colpa per esserne stato complice. Scrisse un romanzo verità <i>Akara-ogun e le ragazza di Benin city</i>
che diventò un manifesto. Molti uomini arrivavano a casa nostra con
ragazze africane in cerca d’aiuto. Cominciai ad occuparmi di loro, le
accoglievo in casa, e nacque il progetto La ragazza di Benin city. Non
volevo limitarmi a dire poverine quanto hanno sofferto, volevo creare
una rete per dare alle ex vittime della tratta la possibilità di dare
sostegno a ragazze ancora vittime. Per raccontarsi e darsi voce
pubblicamente. Non volevo essere oggetto di studio da parte di
specialisti, ma soggetto attivo. Era il 2006 e ne conoscevo 47. Oggi
sono oltre 300».</div>
<div style="text-align: justify;">
Alta, nera, statuaria, vestito sontuoso, lunga collana bianca,
capelli cortissimi, Isoke parla lentamente, concedendosi lunghe pause.
Alla domanda «perché ti sei decisa a scrivere», risponde come
nell’incipit del libro:</div>
<div style="text-align: justify;">
“Io non volevo scrivere libri. Vendevo frutta e verdura con mia madre
a Benin city e desideravo venderla in Europa. Il nostro inferno è
cominciato con la tv. Dentro quella scatola magica vedevamo tutti i
nostri sogni. Conoscevamo già gli <i>Italos</i>, la tv ce li mostrava
tutti ricchi. Alcuni avevano cominciato ad offrire alle ragazze più
giovani la possibilità di raggiungere l’Europa. Effettivamente quelle
che erano già partite mandavano i soldi a casa e quelle che tornavano
erano piccole regine piene d’oro. Non ci chiedevamo come. Quando toccò a
me ero pronta ad affrontare l’avventura. Io proprio non volevo scrivere
libri ma quello che mi è capitato qualcuno doveva pur raccontarlo ed è
toccato a me perché ho visto come un sogno si può trasformare in
incubo».</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando è arrivata Isoke aveva vent’anni. Le avevano promesso un
lavoro di commessa. S’è ritrovata, come tante altre, a vivere in
schiavitù.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il libro, con una introduzione di Susanna Camusso, è insieme
indagine, documento di protesta e di proposte operative, su una realtà
che Isoke chiama “sommersa” in quanto le nigeriane non sono costrette
solo a prostituirsi – stupro a pagamento Isoke definisce la
prostituzione – ma sono schiavizzate, massacrate, violate, uccise .
Molte si ammalano psichicamente. E’ una tratta gestita da una mafia
potente e violenta, la stessa che traffica in organi e armi.</div>
<div style="text-align: justify;">
«Avvicinare le ragazze è difficile perché vengono spostate
continuamente in zone sempre più periferiche, dove disturbano meno o
dove le questure sono più morbide», spiega Isoke.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’indagine è stata realizzata, oltre che con l’aiuto di ex clienti,
insieme ad altre ex vittime, come Vivian e Sharon, che hanno raccolto
le risposte di 500 donne al questionario proposto. Queste alcune cifre:
ventimila vittime di tratta il cui numero aumenta mentre si abbassa
l’età; diecimila maman; sette milioni di clienti; il debito da
riscattare pari a centomila euro “trattabili”; 500 le donne uccise negli
ultimi due anni; profitto in Italia pari a diecimilioni di euro
l’anno.</div>
<div style="text-align: justify;">
«Il nuovo oleodotto dove scorrono esseri umani al posto del petrolio», così Isoke definisce il business della tratta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dal questionario emerge che la maggior parte delle ragazze non sapeva
che avrebbe dovuto prostituirsi, è senza permesso di soggiorno, non
conosce i servizi antitratta e soprattutto non denuncia perché teme il
rimpatrio.</div>
<div style="text-align: justify;">
«L’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione prevede la denuncia
per accedere al programma di protezione, me le ragazze non si sentono
garantite perché le pene per chi sfrutta sono lievi e soprattutto brevi e
temono le ritorsioni nei confronti soprattutto delle famiglie in
Africa. Sono gli stessi motivi per cui non vanno al pronto soccorso
nemmeno in punto di morte».</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel libro sono anche raccolte 100 storie di vittime di stupri. Stupri
quotidiani di bianchi, di gruppo, e spesso consumati dagli stessi
connazionali che vivono in Italia e «che le schifano perché si vendono
ai bianchi».</div>
<div style="text-align: justify;">
«Tanto nessuno denuncia. Lo stupro di un’africana non fa notizia, la
polizia non interviene, in ospedale non c’è attenzione. Dicono che non
ci sono strumenti, ma se ad essere stuprata è una bianca è tutto
diverso» dice Isoke.</div>
<div style="text-align: justify;">
I connazionali vengono assoldati dalle maman per picchiare chi si
ribella o per “insegnare” alle più piccole come si fa a stare sul
marciapiede.</div>
<div style="text-align: justify;">
C’è la storia di Judith, 14 anni, lasciata sull’asfalto più morta che
viva alla sua prima sera di lavoro; di Prudence, 20 anni, analfabeta,
che non vuole ricoverarsi, anche se ha l’utero perforato, per paura del
rimpatrio; Tessie costretta a bere acido muriatico perche non voleva più
saperne del marciapiede. A Sandra invece hanno strappato le unghia
della mano. C’è Joy che dopo pochi giorni di matrimonio fu costretta a
partire per l’ Italia dallo stesso marito e dal pastore che li aveva
sposati e quando si è ribellata le è stato gettato in faccia un liquido
corrosivo. E c’è Joan che è diventata una maman perché non riusciva a
soddisfare le richieste continue della sua famiglia. Oggi è in prigione.</div>
<div style="text-align: justify;">
“Diventare una maman per alcune fa parte del sogno”, scrive Isoke.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi ci sono le ragazzine, 13, 14 anni, vergini vendute agli Italos dalle famiglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Spiega Isoke : «Per le famiglie rappresentano un investimento.
Significa che se va bene c’è da mangiare per tutti, si possono mandare i
figli a scuola, comprare una casa e magari pure la macchina. Quando
arrivano certe notizie dall’Europa, finché i soldi arrivano stentano a
credere, o fanno finta di non credere, ma se la ragazza torna, e spesso
torna in condizioni disumane, viene scacciata perché la colpa è sua, non
è stata brava, non ha saputo utilizzare l’opportunità. Questa è la
realtà anche se crudele … Ma la via d’uscita c’è, io la indico nel
libro. Se per fare questo devo scrivere, io scrivo. Non c’è bisogno di
essere intellettuali per dire la verità».</div>
Isoke Aikpitani, <a href="http://www.ibs.it/code/9788823015555/aikpitanyi-isoke/cinquecento-storie-vere-la.html"><i>500 storie vere</i> Ediesse</a>, Roma 2011 , 150 pagine, 10 euro<br />
Laura Maragnani e Isoke Aikpitani , <i><a href="http://www.ibs.it/code/9788889533161/maragnani-laura-aikpitanyi-isoke/ragazze-di-benin-city.html">Le ragazze di Benin City</a></i>, Melampo, Milano 2007, 211 pagine 12 euro<br />
<br />
Fonte: <b><a href="http://www.societadelleletterate.it/2012/10/isoke-aikpitanyila-scrittura-come-strumento-di-lotta/">http://www.societadelleletterate.it/2012/10/isoke-aikpitanyila-scrittura-come-strumento-di-lotta/</a></b> Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-61501889516191641742012-10-18T12:38:00.000-07:002012-10-19T00:06:54.205-07:0018 ottobre (testimonianze - 5)<br />
<div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;">
<img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqwgvb7OKbuWucLEOeVMbonDfBsHTsFI2JnDkC6RllEWFzQspmQ1bXbQxOz5Ri_tPgK8hAiRRh8qVgiptwGcbxQl-CYt-_Ua06tvd9Uwx5OKqMI_axbo8YwW3I17wcbFSy5pPggy8Cbmii/s320/le+ragazze+benin.jpg" width="213" /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Oggi è la giornata europea contro la tratta di esseri umani. Non trovo niente di meglio per questa giornata che postare una lettura di alcuni brani dal libro <a href="http://www.melampoeditore.com/index.php?option=com_content&view=article&id=69:le-ragazze-di-benin-city-&catid=35:libri">"Le ragazze di Benin City"</a> di Isoke Aikpitanyi. Un altro brano tratto dal libro l'avevo postato<a href="http://consumabili.blogspot.it/2012/05/business-testimonianze-1.html"> qui</a>, mentre <a href="http://consumabili.blogspot.it/2011/11/500-storie-vere-recensione.html">qui</a> ho recensito il secondo libro, "500 storie vere". </div>
<br />
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Chi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tiene alle
ragazze, anche solo come si tiene a una merce da sfruttare, non farà mai fare
loro un viaggio così terribile. Vuole che tu arrivi sana e salva e in buone
condizioni. Buone vuol dire: abbastanza da lavorare. Subito.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Il viaggio nel deserto lo fanno i ragazzi che non hanno
trovato un’organizzazione, o le ragazze che proprio vogliono venire via e non
hanno i soldi per pagare e sono disposte a morire nel provarci. </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma una maman che fa questa cosa alle sue ragazze, ecco: è il
peggio che puoi trovare, quando arrivi in Europa.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Come Carol di Brescia.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Chiedi in giro, la conoscono tutte.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Carol ha fatto un viaggio orribile, anni e anni e anni fa.
E’ stata una delle prime donne che sono partite, coi primi giri, quando ancora
non c’era tanta organizzazione. Partivi e via. A volte arrivavi, a volte no.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Solo quando si è capito che le ragazze sono un business
redditizio sono cominciati i giri mafiosi, l’organizzazione capillare, i viaggi
studiati in modo che la merce arrivasse in condizioni migliori. E’ stato allora
che hanno cominciato a coinvolgere anche le famiglie nei contratti, così da
avere un controllo all’origine.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma questa è un’altra storia, e te la racconto dopo.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Adesso ti dico che Carol ha fatto un viaggio spaventoso.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Attraverso il deserto. Non ti so dire i dettagli ma ti dico
solo che chi l’ha ordinata era una che se ne fregava, come la maman di Osas. A
un certo punto del viaggio a Carol si sono congelate le dita delle mani. Dice:
era la mia mano sinistra, per l’esattezza. E mica l’hanno portata all’ospedale.
Gliele hanno tagliate lì dove stava, con una specie di machete.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Quando è arrivata in
Italia l’hanno mandata sulla strada.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Lei ha detto no, non voglio, non posso. Ha mostrato il
moncherino: guardate la mia mano, ha detto. Guardate, ha detto, io non sono in
grado di lavorare.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Per fare il lavoro che devi fare, le mani non ti servono.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Proprio così. E’ questo che le hanno detto.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E la Carol di allora non era ancora la Carol di oggi, era
una ragazza come le altre, una che non è riuscita a reagire, che è andata a
lavorare, e lavorando ha pagato il debito. Quando ha finito di pagare ha detto:
voglio fare i soldi anch’io. Io con questa mano non posso fare altri lavori.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ha ordinato anche lei una ragazza e adesso ne ha più di
dieci che lavorano per il suo guadagno, e alle prime ha fatto fare tutto il
viaggio lungo, esattamente come le era toccato di fare.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Per vendetta, dici.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Può essere.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Oggi come maman è spietata.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Quando una ragazza si ribella, lei dice: cosa credi, guarda
le mie mani, non ci metto niente a tagliarle anche a te.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Le sue ragazze dicono che picchia, picchia, picchia. Basta
un niente e lei picchia. Ha un marito nigeriano che va a controllare le ragazze
sul marciapiede, e poi fa la spia. Soprattutto d’inverno. Quando nevica o
ghiaccia e devi stare fuori tutta la notte sotto lo zero. Quando sulla strada
tutte accendono il fuoco, ed è normale, perché se non ti scaldi un po’ finisci
congelata. Ebbene: lei non lascia mai andare le sue ragazze vicino al fuoco.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Se una ha interrotto il lavoro per scaldarsi, e ha
guadagnato anche solo un euro meno del dovuto, sono botte su botte.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Carol la riempie di botte.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Dice: ti faccio passare io il freddo.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Dice: guarda le mie mani e muoviti.<span style="mso-tab-count: 1;"> </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i> </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Quando dico che si muore dentro
devi credermi.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ci sono dei momenti in cui è
tutto così spaventoso e osceno e intollerabile che non puoi stare lucida e
sopravvivere. A meno di non impazzire.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Qualcuna infatti impazzisce.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Altre si riempiono di alcool, o
di eroina, o di medicine come gli antistaminici che ti ovattano la testa così
non pensi più a niente.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Altre ancora si rompono, dentro.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Diventano perfettamente
insensibili.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E quando alla fine escono dal
trambusto, l’unica cosa che sanno dire è: anch’io voglio fare i soldi, e
chissenefrega<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>delle altre. Prima è
toccato a me, adesso tocca a loro.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E’ così che va il mondo, dicono.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>forse è il loro modo di venire<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a
patti con quello che hanno passato. Di farsene una ragione. </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Comunque Osas ha finalmente potuto
avvertire i suoi. Ha chiamato sua mamma, per dirle cos’è successo.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Meno male, ha detto la madre. Sei
viva, sono contenta.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Per due anni non aveva saputo che
fine avesse fatto sua figlia.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Osas ha detto: sono viva, ma
guarda cosa mi fanno fare.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma né suo padre né sua madre sono
andati a protestare con la mamma della maman. Hanno detto solo va bene,
l’importante è che sei viva.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Osas ha detto: ma non sai la vita
che faccio. E che freddo. E sua madre: non esagerare, in Italia si lavora nei
locali, si sta al caldo.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Mamma, bisogna vendersi.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma sua madre non ha mai fatto
problemi. Si vede che sapeva dal principio, dico io.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E a quel punto Osas non si è più
ribellata con nessuno. Dopo quello che aveva passato nella foresta e nel
deserto, ora si ritrovava così, senza documenti e senza soldi, e con sua mamma
che diceva va bene, non importa, lavora. Non aveva un posto dove scappare. A
casa non la rivolevano. Che cosa poteva fare se non chinare la testa e dire: va
bene.</i></div>
(p.42-45)<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
[…]</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Intanto l’organizzazione va a far
casino a casa tua. Loro lo sanno: prima o poi ‘sta ragazza chiamerà i suoi
genitori. Quindi tengono d’occhio la tua famiglia, se riceve telefonate o
lettere. E allora vanno in casa e dicono: la ragazza deve rispettare i patti,
altrimenti vi ficcate nei guai.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E’ una minaccia che funziona
sempre, soprattutto quando sono stati i genitori ad accompagnare le famiglie
dagli italos, come negli ultimi due o tre anni.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Ragazzine di tredici, quattordici anni. L’organizzazione le cerca così
giovani perché sono più facili da gestire, e prima che riescano a capire le
cose passa molto tempo. Prima che comincino a essere veramente donne, adulte, e
capire cosa gli hanno fatto fare, e cosa gli hanno fatto.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Così alle feste di paese, ai
matrimoni, ai funerali, c’è sempre qualcuno che filma le ragazze, e poi le
maman guardano il film: quella è bassa, quella è troppo piatta, quella è troppo
vecchia, quella sì che va bene. Quella piccolina lì. E’ lei che voglio.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E quando la scelta è fatta lo
sponsor va dalle famiglie con dei regali. Dice: in Europa hanno bisogno di
belle ragazze per fare la modella, la parrucchiera, la sarta. Perché non ci
pensate?</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E la famiglia quasi sempre dice
di sì. Anzi, adesso sono le madri e i padri a muoversi, a portare le loro
figlie. Sanno che in quella casa lì ci sono i parenti di una donna che porta le
ragazze in Europa, hanno visto che la famiglia si è fatta la macchina, ha
comprato casa. Allora dicono: anch’io.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Sanno tutto, secondo me.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ultimamente sì, lo sanno.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma il paese non offre niente. E
loro pensano che sì, questa figlia la mandano a fare una vita difficile, ma
almeno così avranno un aiuto, potranno far studiare i bambini, comprarsi il
mangiare, i vestiti, la casa.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
(p. 47) <i><br /></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
[…] </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Perché è questa , forse ancora
più del debito, la catena più difficile da spezzare per le ragazze. La catena
dei mille obblighi familiari e delle mille responsabilità che te ne vengono.
Dell’affetto. Della pena. Del desiderio comunque di essere accettate, e di
pensare che al mondo, anche per te, anche se vivi in schiavitù su un
marciapiede e ogni giorno muori di freddo e di angoscia, esiste ancora una
casa. E’ per alimentare questo miraggio che ti ritrovi a mantenere dieci o
dodici persone, e a fargli fare una bella vita mentre tu vivi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>peggio di un cane.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ed è molto difficile dire: basta.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma se vuoi salvarti devi farlo.
Devi chiudere una porta in modo molto deciso, e trovare il coraggio di aprirne
un’altra, anche se non sai che cosa c’è dietro. Io dico: un nuovo modo di
vivere, di pensare, di stare al mondo. Ma è come chiudere gli occhi e tuffarsi
dentro a un mare molto freddo, dico anche, senza sapere nemmeno se sei in grado
di nuotare.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Però devi farlo.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Devi trovare il fegato di dire:
il mio viaggio è stato tutto un fallimento.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ed ecco, vedi, è da quel
fallimento che può nascere una nuova vita.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>La rabbia è la prima cosa che
esce, quando dici basta.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Una rabbia furiosa e
incontenibile verso tutto e verso tutti.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Finché come Osas arriva il giorno
che dici: la mia rabbia adesso è per la Nigeria, un<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>paese pieno di rosorse ma dove la gente vive
in maniera miserabile.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Dove non c’è <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>speranza di cambiamento o di miglioramento per
nessuno.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ed è per questo che i giovani
vogliono partire, dice. Perché sono stanchi di sognare davanti alla
televisione, e perché vogliono provare a farsi una vita migliore.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Io, Isoke, adesso non ci credo
più che esiste il paradiso: ma un giorno anch’io ci credevo, e pensavo che
fosse fuori dalla Nigeria. Non ne potevo più di stare in un posto dove i poveri
sono poverissimi e i ricchi sono ricchissimi, a due metri soli da casa tua. Tu
non hai la penna per scrivere e i libri per andare a scuola, la tua famiglia
fatica a darti da mangiare, e i tuoi vicini danno il roast beaf al cane. Ma
come fai ad accettarlo? Tu non mangi abbastanza e al villaggio vengono i
parenti ricchi: vieni in città che ti faccio studiare. E poi ti ritrovi in casa
loro a fare la serva. </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Non si può.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Tu vedi tutta quest’ingiustizia e
la rabbia nasce lì, la rabbia e la voglia di scappare, di conquistare qualcosa
di meglio.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma che c’è di male a sognare?</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Nulla, dico io.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Il male lo fa chi si approfitta
dei tuoi sogni.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Le ragazze come Osas cominciano a
capire.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Guardano la loro storia e
capiscono.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Che hanno dovuto assumersi troppe
responsabilità fin da piccole, ed è per sfuggire a quelle responsabilità che
sono finite nella tratta. Ma la tratta non è la soluzione per i problemi <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della Nigeria. Se le famiglie non hanno i
soldi per mangiare, o per vestire i figli, o per mandarli a scuola, allora
devono fare la loro parte: che protestino. Si assumano le responsabilità di
chiedere ai padroni e al governo dei salari migliori, delle scuole migliori,
una migliore qualità della vita.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Non è vendendo le loro figlie ai
trafficanti che costruiranno per loro, e per la Nigeria, un futuro decente.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Io tutte queste cose prima non le
pensavo. Le vedevo e le pativo; ma è solo adesso che le ho finalmente chiare
dentro la testa, e ho imparato anche ad esprimerle con le parole. Sono molto
diversa dalla ragazza di vent’anni che un giorno è partita da Benin City con lo
zaino della scuola e il suo unico paio di blue jeans. Nel male come nel bene,
vedi, quest’esperienza mi ha fatto crescere.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Per esempio ho capito che le cose
non sono mai tutte bianche o tutte nere, che non c’è il buono e il cattivo, la
vittima e il carnefice.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E quindi ora ti spiego che la
tratta non è solo un problema di sesso, di puttane e di clienti. La tratta è
innanzitutto un affare colossale. Un business. E’ una schiavitù che rende un
mucchio di soldi e questi soldi se li dividono bianchi e neri, in perfetto
accordo. Sulla pelle di noi ragazze non nasce solo la fortuna di gente come la
maman che ho visto su un giornale, seduta su un divano a Benin City, circondata
da pile alte così di soldi. Ci sono anche i bianchi perbene, quelli che non
picchiano mai i figli o la moglie, quelli che magari la domenica vanno in
chiesa, hanno un bel cane, bravi vicini, una reputazione su cui non appare mai
l’ombra di una macchia. Sono questi che vendono i visti, che organizzano i
viaggi, che ti fanno passare senza dare nell’occhio dentro agli aeroporti. Sono
i poliziotti venduti, gli avvocati delle maman, i mediatori, gli affittuari. Un
sacco di brava gente che ha fatto fortuna grazie al traffico delle ragazze di <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Benin City. </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma agli occhi di tutti sono loro
le cattive.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Le puttane.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Quelle che danno scandalo per le
strade.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Quelle che pagano sempre per
tutti.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
(p. 195-198) <i></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
[…]</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>L’ultima storia che ti racconto è
quella di mia sorella.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>La mia sorella più piccola,
quella che adesso ha poco più di vent’anni. Ne aveva quattordici quando sono
partita. Mi ricordo a malapena una ragazzetta magra, con le gambe molto lunghe.
Le treccine nei capelli. Gli occhi grandi così.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Pochi mesi fa mi ha detto che era
incinta e che voleva venire in Europa.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Aveva trovato un viaggio, anche
lei.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ha detto: finalmente ho la mia
bella occasione.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>La sua bella occasione.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ho chiuso gli occhi e dentro di
me una voce ha gridato: non è possibile. Quando mai finirà questa storia.
Quanti anni, quanto dolore, quante morti ci vorranno ancora, prima che la
Nigeria smetta di mandare al macello le sue figlie.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>A malapena ho trovato la voce per
dire: guarda, se vuoi sognare, sogna. </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ma la realtà qui è ben diversa
dai sogni.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ascolta.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ho preso, il cuore in mano e ho
cominciato a parlare. Cos’è la tratta. Che cosa fanno le ragazze. Come vivono.
L’esistenza brutta che fanno.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Era la prima volta che trovavo il
coraggio di parlare con qualcuno della mia famiglia: di dire tutto, tutto!, senza
risparmiare un solo dettaglio. Vedi: non potevo tacere, stavolta. E dunque, con
la bocca secca, le ho spiegato tutto come si deve. Le ho detto il freddo e le
botte e le scarpe ridicole e la paura. I venticinque euro e il Ditoi e Ithoan
trovata da un cane tutta mangiata dai topi.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Non pensare di essere più furba
delle altre, ho detto.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Non sperare di essere diversa.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Non pensare che a te andrà
meglio.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ecco cosa le ho detto.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Lei ha solo chiesto: è successo
anche a te.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Ho detto: sì.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>E di venire in Europa non ha più
parlato.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Devo proprio dirtelo, che sono
felice?</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
(p. 199-200) <i><br /></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-74313946208841671842012-10-08T07:27:00.001-07:002012-10-08T07:28:32.845-07:00Global mafias<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5CVgCLz7ILP8uPnj7tHWzgmSyDjP7gzLFS0CbRsqKR8ZehAAGpmuhNMLolG_-CQ_X8hhDEQ7u29Tm6ptFb9euq2TWVpGrcyLH-Afr2p95f40wZSSGLSRcWJoW9gNB6Rv7kyyHoDWyZal7/s1600/LogoLibera.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Incollo qui una interessante pagina, tratta dal sito di <a href="http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1">Libera</a>, in cui si parla dettagliatamente delle <b>mafie straniere presenti in Italia</b>. Si tratta di gruppi di criminalità organizzata di stampo mafioso, riconosciuti tali anche in processi condotti dalle Direzioni Distrettuali Antimafia, ma di cui spesso si ignora l'esistenza, perchè della mafia si ha ancora un'idea piuttosto primitiva, legata non solo esclusivamente alle organizzazioni "storiche" (mafia siciliana, 'ndrangheta, Cosa nostra, camorra, ecc..)</i> <i>ma anche a un modus operandi statico e in gran parte superato. Ci tornerò, ma con questo mi riferisco soprattutto a due aspetti: la riduzione delle mafie al loro braccio armato - mentre <b>sempre più di frequente le mafie operano come soggetti attivi nell'economia legale e controllando pezzi di istituzioni</b> - e <b>l'emergere di nuove organizzazioni (come quelle nate dalle ceneri dei paesi dell'Est Europa dopo il crollo del muro di Berlino) che sempre più operano in modo interconnesso e si muovono a livello globale, abbattendo i confini delle nazioni.</b> Penso che non si possa parlare realisticamente di tratta e di sfruttamento della prostituzione senza approfondire l'esistenza e il modus operandi delle mafie che gestiscono in proprio questo business o traggono guadagni dal patto siglato con chi le gestisce. <b>E' bene chiarire che questi gruppi criminali non operano da soli, ma grazie alle connivenze e al coinvolgimento attivo di cittadini italiani coinvolti </b>nello sfruttamento delle ragazze (ad esempio proprietari di night club o di hotel in cui si nasconde lo sfruttamento della prostituzione di ragazze staniere) o - nel caso della tratta di esseri umani per lo sfruttamento lavorativo - imprenditori agricoli e industriali interessati a sfruttare manodopera a bassissimo costo. Per non parlare di politici, funzionari addetti all'immigrazione e delle forze dell'ordine corrotti, anche grazie al loro essere clienti, per quel che riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Per non parlare delle numerose connessioni tra mafie straniere e quelle italiane, come <b>il connubio tra mafia albanese e 'ndrangheta nella tratta e sfruttamento della prostituzione</b> (<a href="http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-notizie/33541/la-prostituzione-in-mano-alla-mafia-albanese.html">qui</a>, ad esempio, un articolo che ne parla, ma segnalo anche <a href="http://incarcerato.blogspot.it/2011/02/lo-sfruttamento-della-prostituzione.html">questo approfondimento</a> dal blog l'Incarcerato). </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="viewPar BLOBAlignJustify">
A
partire dai primi anni '90 del XX secolo, in considerazione di quanto
avvenuto a livello politico, sociale ed economico con il crollo del Muro
di Berlino (9 novembre 1989) in Italia, particolarmente nelle zone
centro-settentrionali del paese, hanno fatto la loro comparsa gruppi
criminali stranieri, denominati Nuove mafie o mafie straniere. In
particolare si tratta di gruppi di origine: <br />
<br />
<b class="userFormat1">Mafia albanese</b> <br />
<br />
I
gruppi criminali albanesi, di norma, sono formati da persone
provenienti dalla stessa città, dallo stesso quartiere e, addirittura,
dallo stesso nucleo familiare. Essi hanno una struttura generalmente
orizzontale, all'interno della quale è riconoscibile soltanto il capo.
Usano la violenza per diffondere il messaggio di un potere al quale è
quasi impossibile sottrarsi. <br />
<br />
Le principali attività delittuose poste in essere dai gruppi criminali organizzati albanesi sono: <br />
<br />
*
sfruttamento della prostituzione, prevalentemente in danno di donne,
albanesi e di altre nazionalità, spesso di giovane età, introdotte
clandestinamente in Italia e, non di rado, sequestrate nei paesi di
origine e ridotte successivamente in uno stato di schiavitù. I criminali
albanesi, insieme ai rumeni, sono i principali gestori del mercato
della prostituzione in Italia; <br />
* traffico di sostanze stupefacenti:
in questo caso i gruppi criminali albanesi fungono da "organizzazioni di
servizio" per le mafie italiane, in quanto si occupano della fornitura,
del trasporto (via mare e terra) e dello stoccaggio delle droghe anche
per conto delle mafie italiane. Droghe che, in seguito, verranno
spacciate sul territorio europeo e di altri paesi stranieri. A tal
proposito, può affermarsi che le strutture criminali albanesi sono
divenute ormai referenti dei più qualificati cartelli di
narcotrafficanti sudamericani; <br />
* traffico di armi da guerra dall'Albania e da altri stati dell'ex Jugoslavia; <br />
* furto di auto di grossa cilindrata; <br />
* rapine in ville situate nell'Italia centrale e settentrionale. <br />
<br />
Le
ricchezze accumulate mediante il compimento dei reati sopra citati
vengono in parte utilizzate per finanziare le attività illecite; per il
resto, indagini recenti hanno evidenziato che le organizzazioni
criminali albanesi reinvestono ingenti somme di denaro, oltre che in
Albania anche nel Kossovo, per l'acquisto di numerose proprietà
immobiliari e/o attività commerciali. <br />
<br />
<b class="userFormat1">Mafia rumena</b> <br />
<br />
I
gruppi criminali rumeni presenti in Italia agiscono soprattutto nel
centro-Nord del paese e sono attivi nei seguenti mercati criminali,
spesso in collaborazione con criminali albanesi, ucraini: immigrazione
clandestina e tratta di esseri umani; sfruttamento della prostituzione;
rapine; clonazione e contraffazione di carte di credito. <br />
<br />
Similmente
per quanto è stato accertato per i criminali albanesi, anche i gruppi
criminali rumeni utilizzano metodi particolarmente violenti, ricorrendo a
forme di violenza fisica e/o psicologica nei confronti delle giovani
donne sfruttate, spesso ridotte in schiavitù e, in alcuni casi, vendute
ad altri gruppi di diverse etnie. <br />
<br />
<b class="userFormat1">Mafia bulgara </b><br />
Le
organizzazioni criminali bulgare agenti in Italia sono dedite al
compimento delle attività illecite riscontrate per quelle rumene, cui si
aggiunge il traffico di sostanze stupefacenti (in particolare cocaina),
di armi e il contrabbando di tabacchi e lavorati esteri. <br />
La
criminalità bulgara è particolarmente coinvolta nello sfruttamento di
minorenni per lo svolgimento di furti, borseggi e attività come
l'accattonaggio. I minori sono reclutati fra le famiglie meno abbienti
della zona centro-settentrionale della Bulgaria, le quali cedono i loro
figli in affitto, per un certo periodo di tempo, a esponenti di
organizzazioni criminali, ricevendone in cambio un determinato
corrispettivo. Tra i minorenni sfruttati si trovano soprattutto bambine e
giovani ragazze nomadi di etnia Sinta. <br />
Gli appartenenti ai gruppi
criminali bulgari sono molto mobili sul territorio nazionale, dispongono
e utilizzano documenti di identità falsi e parlano tra di loro
utilizzando i dialetti, elemento quest'ultimo che rende particolarmente
impegnative le indagini, anche per la difficoltà di reperire degli
interpreti fidati. <br />
<br />
<b class="userFormat1">Mafia nord-africana (nigeriana e maghrebina) </b><br />
I
gruppi criminali nigeriani operanti in Italia sono caratterizzati da
frammentazioni etnico-tribali, filiazioni di una vasta struttura
criminale, costituita da poche famiglie, che hanno il centro decisionale
in Nigeria. Il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione è il
dato più allarmante registrato con riferimento alla immigrazione
clandestina nigeriana. Le ragazze nigeriane sfruttate nel mercato della
prostituzione sono ridotte in schiavitù mediante riti magico-tribali
detti "riti woodoo o juju". Lo sfruttamento è gestito da donne definite
"madame" o "maman". <br />
<br />
Sono stati accertati collegamenti tra la
mafia nigeriana e la camorra campana, in particolare nella provincia di
Caserta. Il rapporto si spiega con i seguenti motivi: le prostitute ed i
loro protettori costituiscono, molto spesso, delle vere e proprie
vedette della camorra; i clan nigeriani sono costretti a pagare una
sorta di "canone di affitto" del territorio alla camorra per l'utilizzo
del suolo sul quale le ragazze esercitano la prostituzione. <br />
<br />
I
gruppi criminali nigeriani sono coinvolti anche nel traffico di sostanze
stupefacenti. La Nigeria, attualmente, è il più importante paese
africano per il mercato degli stupefacenti. Nel paese, infatti, giungono
e transitano gli stupefacenti provenienti dal Brasile, dalla Colombia,
dal Pakistan o dalla Thailandia, con destinazione Europa e Stati Uniti. I
nigeriani trafficano tutti i principali tipi di droga, dalla cocaina
all'eroina, dalla cannabis alle droghe di sintesi. I corrieri, spesso di
diversa nazionalità e di sesso femminile, sono tutti in regola con i
permessi di soggiorno, di solito senza precedenti penali. Dopo un numero
limitato di viaggi non vengono più utilizzati. Essi hanno solo rapporti
con colui che direttamente dispone il viaggio e con il soggetto che li
attende nel luogo di destinazione, perciò, in caso di arresto, non sono
in grado di rivelare nulla dell'organizzazione. Ogni viaggio frutta
3.000 euro circa al corriere. <br />
Recenti stime indicano che in Nigeria
operano circa 400 centrali del crimine, 136 delle quali specializzate
nel traffico di droga e la metà con ramificazioni internazionali. <br />
I
gruppi criminali hanno una struttura verticistica, nella quale emerge la
figura di uno o due capi rigorosamente nigeriani, che gestiscono a
livello internazionale i rapporti tra i vari gruppi. La base,
generalmente, non ha invece una precisa connotazione etnica, in quanto i
nigeriani preferiscono avvalersi di soggetti non strettamente legati
all'organizzazione per la fase più rischiosa costituita dal trasporto. <br />
<br />
In
Italia operano anche organizzazioni criminali di origine maghrebina,
impegnate nel traffico di sostanze stupefacenti, nel favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani,
finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e nella contraffazione
di documenti di identità. Tali organizzazioni sono composte da
cittadini provenienti dal Marocco, dalla Tunisia, dall'Algeria, dalla
Libia e dalla Mauritania, che operano in piccoli gruppi, soprattutto nei
capoluoghi di provincia del centro-nord Italia. <br />
<br />
<b class="userFormat1">Mafia sud-americana (colombiana)</b> <br />
<br />
Traffico
di cocaina, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione
esercitata all'interno di private abitazioni e in locali notturni
gestiti da italiani sono le principali attività illecite della
criminalità sudamericana presente in Italia. Tra i gruppi di maggiore
rilevanza vi è senza dubbio la mafia colombiana. Quest'ultima è
costituita da gruppi criminali denominati "cartelli", il cui nome deriva
dal territorio in cui agiscono (Calì, Medellin, Santa Marta, Magdalena,
ecc.). I cartelli, di norma autonomi, sono dediti, prevalentemente se
non esclusivamente, alla produzione, alla esportazione e alla
distribuzione di ingenti quantità di cocaina raffinata in Colombia
oppure acquistata in altri Paesi interessati alla coltivazione, quali
l'Ecuador, la Bolivia, il Perù, il Venezuela, il Brasile e l'Argentina. <br />
<br />
La
Spagna e l'Olanda costituiscono le principali piazze europee di
stoccaggio e successivo collocamento della droga sul mercato europeo.
L'Albania è stata scelta quale luogo di stoccaggio della cocaina. Gli
ingenti carichi vengono trasportati per via marittima o attraverso
l'impiego sistematico di corrieri, spesso incensurati, i quali, con
viaggi frequenti portano con sé quantitativi minori di sostanza
stupefacente. Le organizzazioni narcotrafficanti colombiane hanno
costituito vere e proprie basi logistiche sul territorio italiano e, pur
considerando la 'Ndrangheta l'organizzazione di riferimento a livello
nazionale, mantengono contatti anche con altre organizzazioni di tipo
mafioso comprese quelle di matrice straniera quali quelle albanesi e
nigeriane. <br />
I cartelli colombiani riciclano, con sempre maggiore
frequenza, i proventi del traffico degli stupefacenti in investimenti
immobiliari e in attività produttive nella maggiore parte dei paesi
dell'Unione Europea, fra i quali l'Italia. <br />
<br />
<b class="userFormat1">Mafia russa</b> <br />
<br />
La
mafia russa è costituita da una miriade di gruppi criminali, di diversa
origine e non necessariamente collegati tra loro. Essi dispongono di
enormi risorse finanziarie acquisite, soprattutto, con le
"privatizzazioni", seguite al mutamento degli scenari politici interni.
Infatti, i gruppi criminali russi hanno acquisito ingentissime quantità
di titoli azionari, risorse immobiliari e il controllo di molteplici
imprese e banche. I gruppi criminali dell'ex Unione Sovietica si sono
ulteriormente consolidati attraverso la elezione di propri
rappresentanti nelle amministrazioni locali e nel Parlamento. <br />
Le
attività illecite nelle quali risulta essere coinvolta la mafia russa
sono: traffico internazionale di armi; traffico di droga; traffico di
tabacchi e lavorati esteri e di materiale strategico, acquisiti in
seguito al processo di smilitarizzazione delle strutture statali. <br />
<br />
In
base agli accertamenti di tipo giudiziario, può affermarsi che gli
episodi criminosi commessi in Italia da cittadini dell'ex Unione
Sovietica, sono caratterizzati: dalla presenza di rilevanti
disponibilità finanziarie; dalla relativa giovane età delle persone
coinvolte nell'attività delittuose; da un'apparente mancanza di contatti
con le organizzazioni criminali italiane. <br />
<br />
Le zone in cui è
stata riscontrata la presenza di criminali provenienti dall'ex Unione
Sovietica sono: Lombardia (Milano), Lazio (Roma), Toscana (Firenze),
Emilia Romagna (Modena, Bologna e Rimini), Piemonte, Veneto (Verona),
Friuli - Venezia Giulia, Marche (Ancona), Campania (Napoli e Caserta).
Sono stati registrati acquisti di strutture turistico-alberghiere,
aziende agricole, industrie produttrici di oggetti di largo consumo
(scarpe, vestiti, elettrodomestici, ecc.), gestione di ditte di
import-export. <br />
<br />
<br />
<b class="userFormat1">Mafia cinese</b> <br />
<br />
Le
investigazioni svolte hanno posto in evidenza che, in Italia, non opera
un'unica organizzazione criminale cinese, bensì numerosi gruppi
delinquenziali composti, di norma, da persone aggregatesi secondo la
provenienza dalle città di origine della Cina Popolare. Ciascun gruppo è
formato da un numero di persone variabili tra le dieci e le cinquanta
unità ed i componenti, molto spesso appartenenti alla stessa famiglia,
commettono delitti quasi esclusivamente in danno di connazionali. Ogni
gruppo ha un capo e se ne entra a far parte attraverso cerimoniali di
iniziazione. Analogamente avviene per coloro i quali fungono da mano
d'opera sottopagata, prevalentemente in aziende clandestine: essi
facilmente possono essere acquisiti, quale manovalanza, da soggetti
della medesima etnia che operano nel campo dell'illecito. <br />
Il vincolo
all'interno della famiglia o del gruppo è molto stretto, per cui assai
radicato è il concetto di vendetta che può arrivare ad assumere il
carattere della faida. <br />
I gruppi criminali cinesi, al pari delle
mafie tradizionali, ricorrono, con estrema facilità e frequenza, alla
intimidazione e/o alla violenza per raggiungere i loro obiettivi,
praticano la regola dell'omertà e tendono al dominio del territorio ove
operano. Le attività delinquenziali tipiche poste in essere, in Italia,
da gruppi criminali organizzati cinesi sono: il traffico di clandestini
ed i reati connessi alla falsificazione di documenti; i sequestri di
persona a scopo di estorsione in danno di connazionali, molto spesso
legati alla riscossione del prezzo da pagare per l'espatrio illegale,
per il viaggio e per l'introduzione clandestina in Italia; le estorsioni
in danno di ristoratori e di titolari di laboratori manifatturieri
cinesi; le rapine; il recupero crediti con metodi intimidatori e
violenti; l'organizzazione del gioco d'azzardo; lo sfruttamento della
prostituzione, sotto la copertura di sale di massaggi e, più
recentemente, anche su strada; <br />
l'illegale detenzione e porto di
armi; l'omicidio di appartenenti a gruppi criminali avversari; l'
evasione fiscale in attività commerciali; <br />
la contraffazione e commercializzazione di merce di ogni genere prodotta ed importata, in massima parte dalla Cina. <br />
<br />
Per
quanto riguarda i rapporti con la criminalità italiana va detto che
solo negli ultimi anni si sono avuti casi di gruppi criminali misti,
composti cioè da cinesi e italiani, dediti oltre che a estorsioni e
rapine anche a sequestri lampo. <br />
Indagini giudiziarie hanno attestato
che ingenti somme di denaro sono state investite nel settore
immobiliare sia in Cina che in Italia. Gli inquirenti hanno accertato
che le transazioni economico-finanziarie compiute da cittadini cinesi
avvengono, di norma, utilizzando denaro contante, si tratti di spese per
la gestione di attività commerciali legittime o di finanziamento
dell'immigrazione clandestina. <br />
<br />
Secondo quanto evidenziato dalle
indagini compiute dalla Direzione Nazionale Antimafia e dalle Direzioni
distrettuali antimafia, i gruppi stranieri rientranti nella fattispecie
di reato di cui all'art. 416-bis c.p. presenti in Italia hanno le
seguenti caratteristiche: <br />
<br />
a) ciascuna realtà criminale ha una propria specificità connessa agli ambiti culturali di provenienza; <br />
b)
l'insediamento avviene preferibilmente nelle regioni dove minore è la
presenza di mafie italiane, vale a dire non nelle regioni meridionali,
fatta eccezione per la Campania; <br />
c) la tendenza è quella di non formare alleanze con le mafie italiane, se non per specifici affari illeciti; <br />
d) gli affiliati alle dette organizzazioni sono, in massima parte, clandestini. <br />
<br />
Le attività illecite nelle quali sono maggiormente coinvolti i gruppi criminali stranieri sono quelli relativi al: <br />
<br />
traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, <br />
sfruttamento della prostituzione <br />
riduzione in schiavitù di migranti <br />
violazione delle norme in materia di immigrazione. <br />
Nel
compimento delle citate attività sono emersi frequentemente rapporti
tra le diverse compagini delinquenziali straniere, per cui gli
investigatori sono soliti utilizzare il termine di "criminalità
transnazionale" al fine di descrivere questa situazione.<br />
<br />
Tratto da: <a href="http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/403">http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/403 </a></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-3979726193117525912012-09-27T07:30:00.002-07:002012-09-27T07:30:37.787-07:00Attenta Signora ai “padroni” e a tutti coloro che vivono di noi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitkEq1j0c6Z71cvEOZ0f9NtMjTfGAz8SUNrB4zrYAQr_bHnEWe7vZc_1dwTyVOrAceiJKm9vmH_fwGKs98G0V92SDcgyohhUj50kIvgzLehsIefv1Dk5AYMk5Jv_im_WFEf0oqfgz60dHP/s1600/892e3fbb9b46ba94bbdb9c0520973f3d_medium.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitkEq1j0c6Z71cvEOZ0f9NtMjTfGAz8SUNrB4zrYAQr_bHnEWe7vZc_1dwTyVOrAceiJKm9vmH_fwGKs98G0V92SDcgyohhUj50kIvgzLehsIefv1Dk5AYMk5Jv_im_WFEf0oqfgz60dHP/s320/892e3fbb9b46ba94bbdb9c0520973f3d_medium.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>I "padroni" oggi come allora sono molto forti e hanno per imbiancare i loro sepolcri il nuovo "olio santo" del denaro e del consumo, della ricchezza e libertà apparenti, con cui tutto viene giustificato e occultato. La libertà sessuale delle donne che ci si era profilata come una promessa che quasi riuscivamo a intravedere rischia di essere rovesciata e mistificata per molte, troppe nostre simili nella licenza concessa ai nuovi "magnaccia" del capitalismo neoliberista di sfruttare e ferire i loro corpi sessuati, facendo della miseria da essi stessi alimentata il volano del loro ulteriore arricchimento. Grazie infinite all'anonima autrice di questa straordinaria lettera che rileggo in un tempo in cui il conservatorismo più becero giunge all'ardire di assumere le false apparenze di progresso..</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Egregia Signora,</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
era da tanto tempo che Le volevo scrivere ma non mi decidevo
mai perché è difficile per una come me trovare il tempo e la tranquillità
necessarie. Avrà già capito chi sono.. sono una della tante “signorine”, “una
di quelle” come ci chiamano le “cosidette” persone “per bene”.<b> Ci siamo
conosciute qualche anno fa in una sua ispezione-visita in una Casa in cui ero
di passaggio; non mi sono fatta notare perché non volevo che l’emozione per la
sua presenza mi togliesse la maschera che da anni mi sono imposta per
nascondere a tutti chi sono, cosa penso, etc.</b> Ho una sorella più giovane di me
che non sa nulla della mia vita e che si guadagna la vita facendo la
dattilografa ad un architetto e alla sera arrotonda il non lauto stipendio
battendo a macchina le tesi per gli studenti e le sceneggiature
cinematografiche. Mia sorella crede che io faccia la rappresentante di
cosmetici e di bijotterie e sino ad ora sono riuscita a farglielo credere. Ogni
due o tre mesi, quando sono ben ripulita, la vado a trovare, al fermo posta di
ogni città grande che tocco ricevo la sua posta e la posso seguire nella sua
onesta vita, adesso la sto aspettando da un momento all’altro nella sua stanza
ammobiliata e mi sento anche ripulita per permettermi di confidarmi un po’ con
lei, egregia Senatrice. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Spero tanto nella sua legge.. e la temo un po’.</b><b> Spero perché
con la chiusura legale di queste orribili case avrò anch’io la possibilità di
chiudere questo tipo di vita inumana senza strascichi di libretti, senza liste
ricattatorie in questura, etc. etc. La temo perché non vorrei che gli effetti
rimanessero uniti tutti con l’olio santo.. la morale dei “cosidetti uomini e
donne “per bene”, salva e il marciume dei “padroni” e dei “capitalisti di carne
umana” trionfante.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Mi spiego meglio: Sono la figlia di un uomo che forse lei ha
conosciuto perché fu tutta la sua vita un socialista e godette nel suo piccolo
fama grande di galantuomo. Mio padre era un ottimo tipografo, ma il desiderio
di istruirsi e di migliorare la sua posizione era tale che lo chiamavano “il
professore” tanto ne sapeva di tutto. Mia madre morì che noi eravamo piccole,
ma mio padre fu madre e padre insieme. Non ci mancava nulla perché il babbo
lavorava tutto il giorno e parte della notte: ci mandò alla scuola e sperava
per noi due almeno..<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una laurea. Povero
babbo.. eravamo piccole, il fascismo trionfava e lui ci parlava del mondo del
domani.. della giustizia sociale, della libertà, della plebe che avrebbe
spezzato le catene e si sarebbe finalmente posta nella condizione di governare
in nome del popolo.. queste ed altre cose ci diceva e noi lo guardavamo con gli
occhi sgranati. La guerra infame ci distrusse tutto: casa e tipografia; il
babbo colpito da un male inesorabile non ebbe più la forza di difendere il
nostro nido, spendemmo tutti i risparmi per farlo curare e morì esortandomi ad
essere onesta e a non abbandonare la mia sorella minore; fino all’ultimo
credette nella sconfitta del fascismo e volle in tasca prima di morire con le
nostre fotografie quella di Giacomo Matteotti.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Signora, sa cosa vuol dire essere giovani (16 anni) e
credere che tutti siano come il proprio babbo? Sa cosa vuol dire trovarsi sola
nel mondo a lottare per la vita?<b> Lei è una socialista e non può ignorare che
quando una giovane ragazza si presenta in ufficio, il più delle volte se vuole
lavorare deve soggiacere alle proposte più umilianti.. Il padrone fiuta da
lontano la bella ragazza che ha bisogno, fiuta da lontano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>chi non ha più nulla da impegnare ed ha fame,
fiuta da lontano chi è ingenua e non ha più nessuno che la protegga (chiedono
ha fratelli, ha padre, ha qualcuno?..) Per farla breve, la figlia di quel
galantuomo, colei che nella sua giovane vita aveva sentito parlare di solidarietà
umana, fu violentata, dico violentata da un certo avvocato che molti
consideravano “perbene” e le cui figlie (della mia età) ora fanno parte di quel
mondo per cui siamo “quelle”.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Apro una parentesi Signora, l’avvocato in questione non
perdeva una messa e non la faceva perdere alle figlie.. Cara Signora, ero
minorenne (16 anni veramente ingenui e puri) ebbi paura di fare scandali, non
sapevo a chi avrei potuto raccontare la mia tremenda sventura, la guerra non
era ancora finita, gli amici del babbo erano tutti in montagna, altri in campo
di concentramento, altri ancora non sarebbero più tornati.. ebbi paura anche
che il nome di mio padre andasse alla polizia e che la mia sorellina fosse
mescolata allo scandalo.<b> Chi mi avrebbe creduta, chi avrebbe creduto alla
povera ragazza sola in cerca di lavoro? L’avvocato era importante, andava alla
messa, la sua famiglia era “stimata”. Lui capì subito tutto e si offrì di
aiutarmi purché avessi seguito tutto ciò che mi consigliava.</b> Non dovevo parlare
con nessuno, sarei stata affidata ad una persona di sua conoscenza che mi
avrebbe fatto continuare gli studi e (con denaro dell’avvocato) mia sorella
sarebbe stata messa in collegio. Mi fecero cambiare città e finalmente conobbi
l’amica dell’avvocato. Per la mia sorella fu subito provveduto col collegio,
per me bisognava aspettare. Intanto avrei imparato a scrivere a macchina e a
sbrigare lavoretti d’ufficio. Quella donna ufficialmente sbrigava affari
commerciali, prestiti su pegno, vendita di Case e appartamenti, e l’avvocato ne
era il legale. <b>Intanto i mesi passavano.. quando i legami con la mia città
furono definitivamente sciolti l’avvocato fece sapere alla sua amica che non
solo non avrebbe più pagato la retta del collegio, ma se mi fossi ancora fatta
viva mi avrebbe denunciata </b>e mi avrebbe fatto mandare in carcere per ricatto,
che mi ricordassi bene: io non l’avevo mai conosciuto e lui non mi aveva mai
vista!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Di colpo il secondo dramma della mia vita, come avrei<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fatto a pagare il collegio, per me la fame..
a meno che.. mi disse la mia “benefattrice”, non fossi stata compiacente con un
suo giovane conoscente che forse mi avrebbe anche sposata. <b>Scappai dalla casa
di questa “donnaccia” e la sera stessa fui rastrellata dalla polizia perché
senza documenti e con l’aria spaurita. Fu la signora che mi tolse dalla camera
di sicurezza ma ormai ero nelle sue mani. Le parole sacre di mio padre in mezzo
a quel putridume immerlettato sembravano così lontane, vicine erano le minacce,
le blandizie, la fame e la paura di tutto. Sembravo un gattino spaurito eppure
iniziavo la discesa..l’appartamento della “benefattrice” fu la mia prima casa
chiusa.. per imbonirmi, la “benefattrice” mi diceva che erano innamorati di me
e che avrei trovato marito.. ero molto bella, forse lo sono ancora, ma quante
volte ho maledetto la mia avvenenza in questa sporca società!! </b>Per fuggire da
quella casa non ebbi altra scelta che una “casa chiusa” di lusso.. avrei
trovato i denari per andare all’estero e rifarmi una vita e invece..giù, sempre
più giù. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Signora Merlin, nessuno torna indietro e le vite si rifanno
quando tutto si ripulisce, non solo le case chiuse. Potrei aggiungere altri
particolari, ma non vorrei che pensasse al solito piagnisteo che ciascuna
prostituta racconta quando il cliente la interroga (sempre dopo esserci andato
a letto..): perché è arrivata lì. <b>Lei però ha il dovere di crederci e lo
dimostra con la sua legge che crede in noi e al nostro riscatto e non a quelli
che dicono:”Se fa la prostituta è perché è nata così”. No. Signora, non sono
nata così né io né la maggior parte, anzi tutte le altre come me, ci siamo
diventate, ci siamo diventate perché la società ci ha fatte diventare, ci hanno
fatto diventare così i vari “avvocati” per bene, le varie “benefattrici” che si
incontrano su tutte le strade della gente che ha fame e che è ricattata su
tutto</b>. Io ho qualche punto sulle altre perché sono un po’ istruita e non del
tutto sciocca; dalla triste e dolorosa esperienza di tutta la mia vita mi sono
temprata(sia pure nelle case chiuse) e vivo due vite: quella pulita (è per un
domani, e la vivo nel mio sogno, in quei pochi minuti in cui il sonno mi libera
da tutti e posso stare con me stessa), quella sporca con il volto da “grinta”
rapace è per gli estranei.. e sono senza pietà perché nessuno ne ha avuta mai
per me. E’ con il volto che avevo quando ero bambina, è con le parole che le
direbbe mio padre che le dico: faccia chiudere le case ma non perda di vista gli
ideali che furono del mio babbo (o che bene mi fa poter parlare del mio babbo
con una persona delle sue stesse idee!). <b>Stia attenta a coloro che con la veste
della “morale” si accodano a lei per la chiusura: loro non la vogliono perché
ci sono in mezzo per sfruttarci e non credono a un nostro riscatto, quello
vero, quello di cui mio padre sempre parlava: loro ci vogliono mandare a messa
tutti i giorni come ci andava l’”avvocato potente” e dicono che ci riscatteremo
in paradiso.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Signora, noi il paradiso lo
vogliamo sulla terra, perché siamo giovani e il nostro paradiso è una casetta
con un marito e dei bambini che non abbiano sempre fame e che non incontrino
mai più uomini come ho incontrato io, questo è il nostro paradiso!</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Attenta al pietismo cattolico, tutto con l’olio santo
credono di aggiustare e la prostituzione rimarrà ugualmente e la miseria, e la
fame.</b> Questo diceva quel galantuomo di mio padre, e la figlia disgraziata di
questo galantuomo si permette di esortarla a dare battaglia su tutto il fronte
alla malavita delle case, ma non perda di vista la battaglia per il socialismo,
quella che ci riscatterà tutti e che darà a me che ho solo 29 anni e che sono
vecchia di dolore la possibilità di essere libera di amare veramente un uomo
onesto che mi possa guardare in volto come mi guardava mio padre: solo a lui
dirò che lo amo, non l’ho mai detto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a
nessuno, ma per questo uomo e per questo domani io ho già pagato il mio prezzo
di dolore; ci aiuti lei a raggiungerlo. Non sarà sola, signora, perché tante
altre povere disgraziate anche se più ignoranti di me e perciò anche più
infelici lo desiderano!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Attenta Signora ai “padroni” e a tutti coloro che vivono di
noi; non solo sono forti, non solo sono ben inoltrati nel mondo dei “potenti”,
ma hanno menti direttive molto abili, e la loro corruzione non è solo di
denaro. La loro propaganda è sottile, diabolica: dal loro mondo, nessuna di noi
torna indietro perché come in una giungla migliaia e migliaia di fili
sottilissimi e forti ci tengono prigioniere. </b>Guai a chi tenta di fargliela! Io
sono riuscita non dico a fargliela perché semmai ho distrutto solo me stessa ma
a farmi vedere differente da quella che veramente sono. Godo della loro
“amicizia”, della loro “stima” e mi considerano una di quelle che domani sarà
“dei loro”. <b>Signora, quel domani, il mio vero domani lo sogno ormai da anni, e
ci sarò ne stia certa. Non dei loro, ma l’accusatrice spietata, a nome di tutte
quelle che non hanno avuto la forza di odiarli tanto quanto li ho odiati io. E
li conosco tutti, le conosco tutte, anche quelli dell’ombra. Solo allora sarà
placato mio padre e io sarò stata “sacrificata” perché altri non lo fossero
più; è solo a quel domani che io credo, è per quel domani che trovo la forza di
vivere.</b> Lei mi ha capito, lei che ha la stessa idea del mio babbo; non dico la
“mia” perché una donna come me non può associare il suo operato con una idea
così onesta ed elevata.. Però ho letti di Paesi in cui donne come me, piegate
dalle circostanze non solo si sono riscattate ma sono di esempio e di utilità
in campi onesti e produttivi. Perché non potrebbe essere questo anche in Italia?</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Io so che lei conosce perfettamente la nostra vita interna;
<b>io pur essendo in case di prima categoria le posso dire che anche qui la vita è
durissima e spietata: visite rare e addomesticate a suon di quattrini, medici
legati alle “padrone”, polizia legata alle “padrone”, “magnaccia” legati a
personalità illustri, alla polizia, alle padrone. Oggetti da toeletta,
vestiario, biancheria, persino il cibo extra, etc. deve essere acquistato
internamente per far guadagnare ancora i padroni; non è vero che una donna può
rifiutare qualche cosa al cliente.. cliente scontentato rinnovo perso .. e la
voce corre e le case non vogliono donne “schizzinose” (così vengono chiamate le
signorine che non si adattano a tutte le deviazioni paranoiche dei nostri
clienti).</b> <b>Dicono che non abbiamo voglia di lavorare ed è per questo che
facciamo questa vita. In cambio che ci offrono queste “degne e pie persone”?</b> di
far loro da serva.. ed essere a loro disposizione o dei loro figli, per poche
lire al mese. Sarebbe più onesto, dicono loro, infatti si vede in quale conto e
con quale rispetto è considerata “la serva” e quale gradino ha nella scala
sociale.. Quando veniamo dal popolo a noi ci chiamano “sgualdrine”, le stesse
cose le fanno le figlie dei ricchi e allora sono “alla moda”. .. Poca voglia di
lavorare!!! Solo gli scalini che anch’io come tante altre ho dovuto salire e
scendere centinaia di volte in un giorno: una giornata speciale contai 120
clienti, 2.400 scalini saliti e scesi, e poi, come se non bastasse (tralascio i
particolari di scurrilità) alcuni clienti quando hanno finito, ci fanno la
morale e ci esortano a cambiar vita.. dobbiamo salvare l’anima, ci dicono!!!</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Le poche ore che ho tutte per me (me le rubo al sonno) le
passo a leggere dei buoni libri a cui cambio la copertina perché non voglio
tradirmi, libri buoni di letteratura, libri sociali. Allora in quei momenti ho
vicino a me mio padre, e sogno con lui che il mondo sarebbe più bello se gli
uomini come il babbo (oh! non era un genio, solo un galantuomo) potessero finalmente
agire e cancellare per sempre le cose orribili che vi sono; la miseria fisica e
quella morale. E che tutti potessero guardarsi in volto in un mondo che sarà
migliore con quello sguardo con cui mio padre guardava me, con cui guardava i
suoi compagni.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Mi scusi la lunga chiacchierata, volevo scriverle delle
cose, ne ho dette delle altre, scusi le sgrammaticature ma mi vengono le parole
dal cuore e non voglio mutarle.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Non mi firmo perché come tutte di questo ambiente temo
rappresaglie.</b> La brutta azione della mancata firma lei me la perdonerà in nome
di quel rispetto che mi ha spinto a scriverle. Se sono stata volgare mi perdoni
ugualmente (è difficile non risentire della grossolanità di questo nostro
ambiente). Anche se non sono degna mi permetterò di esortarla, egregia e
combattiva signora, a battersi per la sua legge e farla trionfare e nello
stesso tempo a battersi e a far trionfare l’ideale che fu del mio babbo: solo
allora potrà esserci ancora per me non solo una speranza ma una certezza di vera
vita.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
p.s. Mi permetterò di scriverle ancora e si abbia lì
ossequio più devoto </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Da "Lettere dalle case chiuse" a cura di L. Merlin, C. Barberis, Edizioni Avanti!, Roma 1955, in "La legge del desiderio: il progetto Merlin e l'Italia degli anni Cinquanta" di Sandro Bellassai </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-3759519247352861228.post-11179565340946225592012-09-26T08:39:00.004-07:002012-09-26T08:49:04.916-07:00Sfidare i patriarchi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqJKqYOYqKZY_1XjxnMmY0SJsrdJ4-iV9w2JjT4DunAWR8FapBd7LIaQ7mOQ1bB9WOzqYgvVE1SMN2llEarxmgaOjaOfxHgB3rK_Uw4OBvFoibe1oI5HcTSFEQ62Db2bA_McOO0QMGkbXE/s1600/Lydia-Cacho.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqJKqYOYqKZY_1XjxnMmY0SJsrdJ4-iV9w2JjT4DunAWR8FapBd7LIaQ7mOQ1bB9WOzqYgvVE1SMN2llEarxmgaOjaOfxHgB3rK_Uw4OBvFoibe1oI5HcTSFEQ62Db2bA_McOO0QMGkbXE/s1600/Lydia-Cacho.jpg" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><b>Lydia Cacho è una delle poche persone al
mondo che osa sfidare i patriarchi</b> che organizzano e alimentano in tutto il
mondo il commercio sessuale di donne, ragazzine, bambine, bambini. Quando lessi
"Schiave del potere" ero all'inizio del mio approfondimento sui temi
della tratta degli esseri umani e della prostituzione e quindi non mi resi
abbastanza conto di come il lavoro di questa donna sia davvero probabilmente un
caso unico al mondo. Mi spiego: ci sono numerosi giornalisti che
approfondiscono il tema della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, così
come ci sono numerosi responsabili di rifugi che aiutano le ragazze a
liberarsi, curarsi e riprendere il loro cammino. Su questi ultimi va fatto poi
in verità un distinguo perché ce ne sono di davvero validi, ma anche di
assolutamente inadeguati ad affrontare le complesse problematiche connesse allo
sfruttamento sessuale o addirittura ambigui e conniventi, ma questo è un altro
discorso. <b>Ciò che rende unica Lydia Cacho è il fatto che lei gestisce sia un
grande rifugio, il <span style="color: blue;"><span style="color: blue;"><a href="http://www.ciamcancun.org/index.php">CIAM</a></span> </span>di Cancun, avendo così un'esperienza continua a stretto
contatto con donne e ragazze che hanno vissuto la tratta, sfruttamento sessuale e varie forme di violenza, ma
contemporaneamente svolge anche attivismo e attività investigativa e
giornalistica.</b> Questo ha potuto permetterle di non limitarsi ad aiutare ad
esempio la piccola Emma e le altre ragazze coinvolte nel giro di tratta e
pornografia infantile tra America Latina e Stati Uniti di<span style="color: blue;"> <a href="http://consumabili.blogspot.it/2011/11/i-veri-protagonisti-dellindustria-del.html">Jean Succar Kuri</a></span>, ma
anche di cooperare con la ragazzina e con le altre vittime per provare il
crimine di questo uomo e il coinvolgimento e la protezione di esponenti di
primo piano del governo e dell'economia messicana fortemente collusi con la
mafia dei cartelli di quel Paese. Così il suo libro "Schiave del
potere" è una miniera di informazioni su molti paesi del mondo che io non
sono riuscita a riportare se non in minima parte in questo blog, perché scende
nei dettagli, senza accontentarsi di affrontare il tema della tratta e il
funzionamento dell'industria del sesso sul piano del sentito dire o del caso
scandalistico individuale. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Questo lavoro le è costato però moltissimo
in termini personali, perché, oltre alla vicenda del sequestro e arresto ai
tempi dell'inchiesta su Jean Succar Kuri, che lei stessa racconta in <span style="color: blue;"><span style="background-color: white;"><a href="http://consumabili.blogspot.it/2012/06/memorie-di-uninfamia.html">Memorie di un'infamia</a></span></span>, <b>Lydia Cacho è costantemente sotto minaccia di morte e ultimamente,
a inizio agosto, è stata costretta a lasciare il Messico</b>, forse in coincidenza
con la sua indagine su <span style="color: blue;"><a href="http://www.vanguardia.com.mx/elreydelaprostitucion-1212172-columna.html">Raul Martins</a></span>, il "re della prostituzione"
argentino sulla cui vicenda pubblicherò presto un post. <b> </b></span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><b><span style="color: blue;"><span style="color: blue;"><a href="http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5003/P/5153?utm_source=Newsletter&utm_medium=Email&utm_campaign=Settembre2012">Qui</a></span> </span>si può firmare l'appello di Amnesty International per la sicurezza di Lydia Cacho.</b></span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">A volte mi chiedo se ci
fossero più Lydia Cacho come cambierebbe la percezione spesso superficiale e banalizzante che
noi abbiamo di questi fenomeni, che tende sempre a omettere o comunque non approfondire<b> il ruolo di primo piano
della economia criminale intrecciata con quella legale, delle nuove e vecchie mafie, della
politica e degli eserciti in attività come lo sfruttamento della prostituzione, la tratta di
esseri umani e il turismo sessuale. </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><b>Scrive Cacho:</b> </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><i><b>Eros e Thanatos sono costantemente presenti all'interno della psicologia criminale</b>. Il potere di assassinare, torturare e decapitare gli avversari ha sempre bisogno di un equilibrio che generi una certa stabilità. Perciò i grandi capi delle mafie comprano, vendono, maltrattano o uccidono donne di qualsiasi età, promuovendo contemporaneamente varie forme di prostituzione e creando gli scenari adatti allo sviluppo del commercio del sesso. <b>L'accesso al piacere sessuale agisce da potente strumento di coesione e negoziazione tra gruppi maschili in campo imprenditoriale e militare</b>, al punto che il commercio del sesso si situa tra la vendita di armi e il traffico di droga come la fonte di introiti più redditizia al mondo.</i></span></blockquote>
</div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><i>Viaggiare per il mondo e condurre un'indagine sulle mafie degli schiavisti ha cambiato in modo radicale il mio punto di vista sull'interconnessione tra gruppi criminali. <b>L'impunità con la quale gestiscono i propri affari è inquietante e desta molti sospetti</b>, soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui i paesi più potenti hanno messo la lotta alla tratta di esseri umani tra i punti principali all'ordine del giorno della sicurezza nazionale e internazionale. Perché esistono tante contraddizioni nelle politiche migratorie e nei trattati di libero commercio? [...] <b>Quanti paesi avallano sotto il profilo legale lo sfruttamento del lavoro in nome di un miglioramento dell'economia?</b></i></span></blockquote>
</div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">In vari paesi si approvano leggi contro la schiavitù e lo sfruttamento ma poi <b>non sono messe in pratica, perché farlo significherebbe rinunciare alle ingenti somme di denaro che il commercio del sesso apporta all'economia.</b></span></i></blockquote>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Concludo riportando <b>la traduzione di due
brani da un'intervista fatta a Cacho poco prima che dovesse lasciare il Messico</b>
e di seguito <b>la traduzione di un intero articolo sull'incontro con lei durante
il Festival del libro di Edimburgo tenutosi il 26 agosto scorso. </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Quando ho chiesto a Lydia Cacho del suo
incontro più memorabile, lei descrive <b>una famiglia in Bangladesh dove nonna,
figlia e nipote lavorano tutte nel commercio sessuale , sotto il dominio della
mafia locale. </b></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">“La povertà e l’assimilazione della
prostituzione come il solo modo per sopravvivere è la loro realtà” scrive. “
Loro non hanno possibilità, così non c’è scelta o libertà, ma piuttosto, come
Madhu, la più anziana ha detto, <b>“predestinazione, visto che questo è il solo
modo in cui gli uomini ci daranno i soldi per lavorare nella nostra città”.</b></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Dall’altro lato della strada un cliente
tedesco con la faccia sorridente mi ha assicurato che queste donne sono qui
volontariamente. “ Io non vedo catene, tu le vedi?” mi disse.</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">La povertà e il sessismo sono catene
invisibili.</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Le ho chiesto circa <b>il più grande comune
pregiudizio circa l’industria globale della tratta per sfruttamento sessuale e
lei mi ha risposto “l’irresponsabile linea di pensiero che sostiene che
legalizzare il sistema della prostituzione sconfiggerà la tratta e la
schiavitù”</b>. </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">“La gente sta ancora discutendo sulla
prostituzione e sulla libertà sessuale con gli stessi argomenti che ci
riportano indietro agli anni ’60 quando ero ragazzina” scrive” Noi stiamo
assistendo al ritorno di una rinnovata misoginia e il crimine organizzato possiede
la formula per fare un sacco di soldi comprando e vendendo donne, ragazze e
ragazzi come oggetti usa e getta da essere usati e abusati. <b>Non è assolutamente
una faccenda che ha a che fare con l’erotismo, ma un affare di soldi e potere.
Il capitalismo ci ha permesso di normalizzare la vendita di esseri umani per
fare soldi. </b></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Ho visto troppo rancore e disprezzo sia
nei gruppi abolizionisti che pro-legalizzazione. Mentre questi parlano e
teorizzano spesso da graziose e tranquille località o agiati ambienti
accademici, milioni di esseri umani sono inascoltati, schiavizzati, stuprati,
uccisi. Dobbiamo iniziare a parlare di politiche sessuali, invertire la rotta
della disuguaglianza, il capitalismo e la povertà sono il carburante che
conduce le mafie<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a schiavizzare
allegramente<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>esseri umani.”. </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Penso a una riga nella pagina finale di
“Schiave del potere” in cui Cacho sostiene che la “pornificazione” della
società, il sessismo, la misoginia, la banalizzazione della prostituzione e la
pornografia che si trova in internet sono il carburante della tratta per
sfruttamento sessuale. I desideri e le fantasie di molti uomini creano la
domanda per la schiavitù sessuale e queste fantasie si trasformano in incubi
molto reali per milioni di donne e bambine. </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">“Il compito della società attuale “
conclude “ è reinventare l’amore e l’erotismo senza la violenza”. </span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"> da: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<a href="http://www.asafeworldforwomen.org/trafficking/mexico/2999-lydia-cacho-interview.html"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">http://www.asafeworldforwomen.org/trafficking/mexico/2999-lydia-cacho-interview.html</span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">La giornalista e femminista messicana
Lydia Cacho ha offerto <b>uno sconvolgente resoconto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell’industria mondiale della tratta di
esseri umani al Festival mondiale dei libri di Edimburgo ieri</b>.</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Cacho, il cui libro, Slavery Inc (in
italiano Schiave del potere) è un resoconto ampiamente documentato
dell’industria della tratta, ha iniziato il suo intervento con alcune
sconcertanti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>statistiche: “L’agenzia
delle Nazioni Unite per il Crimine Organizzato ha riferito in occasione dell’anniversario
dell’abolizione della schiavitù in America <b>che le reti del crimine organizzato
hanno venduto un numero triplo di schiavi rispetto a quando la schiavitù era
legale.</b>” Cacho ha calcolato che la schiavitù è un affare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che frutta almeno 400 milioni di dollari
l’anno ed è stato riconosciuto essere un mercato più lucroso da criminali e
mafiosi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rispetto al<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>traffico di droga o di armi. <b>“Un chilo di
cocaina tu lo vendi una volta sola” disse un ex trafficante di esseri
umani<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a Lydia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Cacho nella sua cella in prigione “ una
ragazzina tu puoi venderla centinaia di volte”</b>.</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">La vicenda di Lydia Cacho denota<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>notevole coraggio e altruismo, il che le ha
guadagnato una entusiastica acclamazione da parte del pubblico del<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Festival del libro. Mentre svolgeva le sue
indagini sulla tratta, si è travestita da prostituta per infiltrarsi nei
bordelli,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è stata inseguita dalla mafia
cambogiana e ha dovuto anche lasciare il suo paese dopo aver ricevuto orribili
minacce di morte.</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Dopo la pubblicazione nel 2005 del suo
libro “I demoni dell’Eden. Il potere che protegge la pornografia infantile” nel
quale ha fatto i nomi dei protagonisti chiave del giro di pornografia
infantile, è stata arrestata a Cancun, la sua città, e portata a Puebla, sul
lato opposto del Messico, un viaggio che ha significato essere torturata dalla
mafia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>messicana per<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>venti ore.</span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><b>Dopo essere stata tenuta in prigione per
un anno, rifiutandosi di ritrattare l’evidenza di quanto detto nel libro né di
tradire qualcuna delle sue fonti, fu alla fine rilasciata e sei mesi più tardi
il capo del giro di pornografia infantile denunciato nel libro di Cacho fu
arrestato</b> con l’accusa di tratta per sfruttamento sessuale e condannato a 112
anni di reclusione. <b>Ma Cacho ha sottolineato che questo è un solo uomo e che la
tratta di esseri umani, in particolare per sfruttamento sessuale, è ora
un’attività ramificata a livello globale, con fornitori che semplicemente
procurano ciò che viene richiesto da clienti di tutto il mondo. </b>“E’ devastante”
dice Cacho “ vedere occidentali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel Sud
Est asiatico passare accanto - o entrare dentro - bordelli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dove vengono usati chiaramente bambini e non
fare nulla riguardo a questo”. </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Cacho ha specificato che “ i clienti
stanno creando nuovi mercati “. Dal momento che i controlli si concentrano sui
clienti e i trafficanti che tornano in America dal Sud Est asiatico, la domanda
di sesso commerciale cresce nell’inosservato<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Messico.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nei fatti, nel solo
rifugio di Cacho (un rifugio che lei ha messo su per aiutare le vittime di
violenza in Messico) circa 30mila donne sono passate attraverso le sue porte di
massima sicurezza solo quest’anno e questa è appena una frazione delle persone
colpite da questo traffico:” circa 300mila ragazze e donne sono vendute ogni
anno in Messico” ha detto Cacho. </span></i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">Cacho<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>ha fatto una sconfortante previsione per il futuro: <b>”Rimpiangeremo di
aver celebrato il decollo della Cina” ha detto “ dal momento che tanta parte
dell’economia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>cinese è stata costruita
sul lavoro schiavistico. Il paese è cresciuto perché hanno sfruttato la
popolazione”</b>.</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><b>Ha inoltre condannato l’esercito
statunitense per il vergognoso sfruttamento di donne oggetto di tratta per
sfruttamento sessuale, riferendosi al sistema del “berretto verde” usato in
Vietnam e Corea </b>: “ un berretto verde sulla finestra di un bordello significava
che erano disponibili prostitute giovani, vergini e pulite”. Cacho ha
sottolineato che <b>anche oggi la maggior parte degli eserciti del mondo investono
in questo tipo di bordelli. </b></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; line-height: normal; text-align: justify;">
<i style="color: black;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">In una nota finale Cacho ha elogiato il
lavoro di gruppi come Amnesty International e PEN che aiutano a far crescere la
consapevolezza sul la cruda, brutale e triste realtà della tratta di esseri
umani.</span></i><br />
<br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;">da</span></span><i style="color: black;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"> </span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt;"><span style="color: blue;"><a href="http://www.edbookfest.co.uk/news/lydia-cacho-shares-the-devastating-details-of-a-twenty-first-century-slave-trade">http://www.edbookfest.co.uk/news/lydia-cacho-shares-the-devastating-details-of-a-twenty-first-century-slave-trade </a></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black;">
<br /></div>
Valentina S.http://www.blogger.com/profile/01466936972821565674noreply@blogger.com1