giovedì 15 settembre 2011

Cose dell'altro mondo!!


Sono finalmente riuscita a ordinare l'ultimo libro di Isoke Aikpitanyi "500 storie vere", inchiesta ben documentata sulla tratta delle donne nigeriane in Italia, di cui parlavo anche qui.
Qualche giorno fa ho visto il film "Cose dell'altro mondo" che ha fatto tanto discutere, una commedia in cui si immagina una situazione surreale: la scomparsa di tutti gli immigrati da un paese del Veneto in cui domina una diffusa mentalità razzista. Scomparsa che poi sembra propagarsi a tutta l'Italia, ripercuotendosi in modo devastante sull'economia e sulla vita di tutti i giorni di una società che prima di allora considerava gli immigrati nella migliore delle ipotesi con indifferenza, pur sfruttandoli per i lavori più umili e malpagati.

Personalmente il film non mi è dispiaciuto nel suo complesso, ma sono rimasta colpita profondamente dalla grande superficialità con cui viene presentata la prostituzione delle nigeriane. Neanche un accenno al fatto che sono portate in Italia (e in Europa) con l'inganno e la violenza, che sono sfruttate da mafiosi senza scrupoli con la connivenza delle nostre mafie, nell'acquiescenza generalizzata delle istituzioni, che subiscono violenze terribili da parte dei clienti, dei trafficanti, delle "maman", che spesso sono uccise e che la loro morte non riceve giustizia alcuna.
Non è una giustificazione il fatto che si tratta di una commedia, perché avrei visto molto più coerente a questo punto non inserire affatto nel film un crimine che non può far ridere nessuno.

Il film si limita a dipingere un quadretto edulcorato in cui si mostra una dolce prostituta sottomessa in buoni rapporti col suo cliente e il suo lavoro in Italia ne emerge come un lavoro come un altro, un servizio necessario per lo sfogo sessuale degli uomini italiani che si ritrovano le mogli sempre col mal di testa. Viva i luoghi comuni!
Questo mi sembra un segnale preoccupante, molto preoccupante. Non capisco come si sia potuta commettere una tale omissione e una pericolosa implicita pubblicità del consumo di sesso con le schiave nigeriane, presentata come "normale" e innocua.
Vergogna, dico vergogna, non mi viene altro.

7 commenti:

  1. Non ho visto il film in questione ma purtroppo ho constatato con orrore che in quasi tutti i film la prostituzione è mistificata in maniera allucinante. La cosa mette talmente tanta rabbia, tristezza e impotenza da far venire il voltastomaco! Io non ci sto alla perpetuazione di questa idea contraffatta del mercato del sesso! Non è umano, non è in alcun modo concepibile e plausibile! Ricordo più di un film italiano in cui sono presenti prostitute nigeriane che non hanno niente a che vedere con quelle che vengono sbattute sulla strada (quelle vere! Donne vere, prima di tutto!).
    Neanche la commedia può passarla liscia! Anzi, forse è proprio quella che dovrebbe esimersi dal trattare certi argomenti alimentando i luoghi comuni e trattando la prostituzione come qualcosa di leggero, il classico vizietto che fa venire il sorrisino! Vergogna, vergogna, vergogna! Si fanno soldi e risate sulla pelle degli altri, calpestando diritti senza rispetto ma con tanto, tanto menefreghismo nei confronti delle atrocità, delle torture, della solitudine di queste persone! C'è tanto lavoro da fare. Io resto sempre più indignata ogni volta che vedo una cosa del genere. Ma non riesco a trovare nemmeno le parole sinceramente..

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  2. @Pisacane In realtà - come immagino già sai - il film ha suscitato molte polemiche e un'interogazione parlamentare proprio da parte dei leghisti, ovviamente per ragioni del tutto diverse da quelle esposte nel mio post.
    @Alessia Ricci Sì, Alessia. E' pazzesco, tanto più che proprio l'Italia è uno dei paesi più interessati dalla tratta, grazie alla sua posizione geografica favorevole per i trafficanti, vicino all'Europa dell'Est e con l'ampio accesso al mare, alla grande penetrazione delle mafie, ecc. C'è una grande responsabilità in chi ignora o fa finta di ignorare tutto ciò. E' pazzesco davvero che si parli ancora di prostituzione in termini, come dicevi tu, leggeri, di vizietto o "glamour", oppure per lamentarsi della "decenza" delle strade..Finché non cambia questa mentalità corrente penso che ci sia poco da fare. Bisogna almeno che si inizi ad acquisire la consapevolezza di cosa ci sia dietro il supermercato del sesso. Possono farlo - e NON lo fanno, non lo fa praticamente nessuno in Italia neanche a sinistra - soprattutto intellettuali, esponenti della cultura, del giornalismo. Per ora si limitano a parlare solo coloro che lavorano nelle ONG e nelle case di accoglienza, ma è troppo poco, veramente troppo poco. Dall'altra parte, chi si arricchisce col traffico e lo sfruttamento della prostituzione è ben contento che non si sappia nulla e che continui a imperare la cultura della donna-merce.

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  3. ...un vero peccato per un regista capace di un film duro e bellissimo come "Pater familias"
    http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=34349
    ovviamente passato inosservato ai più, per cui il regista avrà optato per un linguaggio più semplice, anzi semplicistico.

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  4. non ho visto il film di patierno,(ma ho letto delle recensioni che lo accusavano di aver trattato il tema dell'immigrazione in maniera facilona e superficiale) quindi mi astengo dal giudicare, ma stabilire che una commedia non deve parlare di prostituzione francamente non mi trova d'accordo. l'autore ha il sacrosanto diritto di parlare di quel che vuole come vuole, se non piace il modo in cui ne parla è nostro diritto dirlo, ma nessuno può decidere di cosa deve o non deve parlare un autore di commedie o di qualunque altra opera..e a proposito del discorso "la commedia non deve parlare di crimini e tragedie che non fanno ridere nessuno" vi consiglio train de vie di radu mihaileanu, e monsieur verdoux di charlie chaplin.
    personalmente a me di un film interessa che riesca a raccontare ciò che vuole in maniera efficace attraverso il linguaggio del cinema, le critiche morali ai contenuti si possono fare ma allora dobbiamo buttare via pure Pretty Woman, una commedia romantica con una prostituta come protagonista, oppure grandi film come il Padrino di Coppola perchè attraverso vito corleone ha descritto la mafia in maniera "romantica" per non parlare della violenza iperreale, sarcastica, vicina alla parodia e dichiaratamente amorale di molti film di Tarantino e gli esempi di film dai contenuti morali controversi o che affrontano temi difficili in maniera "leggera" (ma non superficiale) potrebbe continuare..
    Scusate se m'infervoro e forse vado OT, ma da cinefilo sono cose su cui sono sensibile..spero che nessuno voglia dare al cinema o alle commedie la colpa dei mali della società tra cui la tratta, la colpa non sta là e non sta là neanche la soluzione

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  5. @Paolo 1984 Se rileggi, non ho detto che una commedia non deve parlare di prostituzione, ho fatto solo notare che mi sconcerta come si sia trattato con superficialità un argomento come quello della tratta delle nigeriane, una vera e propria carneficina silenziosa che si svolge nel nostro paese tra l'indifferenza generale. Intendevo dire che, se in una commedia si pensa non ci sia posto per parlare delle violenza subite da queste donne, della mafia, dei ricatti, della morte, allora è meglio che non se ne parli proprio. Questo è il mio parere personale da spettatrice. Il diritto di critica verso un film o una qualunque prodotto artistico penso sia sacrosanto, che diamine, nel mio articolo non ne ho mica chiesto la censura! In realtà non mi interessava neanche criticare il film di Patierno, ma rilevare un segnale preoccupante, che è l'ignoranza generale che c'è in Italia sulla tratta, che evidentemente coinvolge anche il regista in questione. In questa ignoranza e indifferenza generale, le scene di questo film suonano oggettivamente come uno sberleffo verso queste ragazze.

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  6. "nel mio articolo non ne ho mica chiesto la censura!"
    l'importante è questo, il diritto di critica è sacrosanto e non sarò certo io a metterlo in dubbio, la mia personale opinione di appassionato di cinema che sogna di fare il critico (sono pessimista sul fatto di diventarlo davvero, ma lasciamo stare), è che le obiezioni morali (o politiche o ideologiche) sui contenuti dei film e delle altre espressioni artistiche e spettacolari letteratura, musica, fumetti, pittura, teatro ecc..) di solito non mi convincono e mi lasciano sempre perplesso anche se sono legittime, ma questo è un tema che esula da quello della prostituzione. Sul fatto che in Italia non si fa mai abbastanza informazione sulla tratta e l violenze subite da tante ragazze straniere costrette a prostituirsi ti dò ragione.

    ciao

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