giovedì 7 giugno 2012

La voce delle sopravvissute (testimonianze - 3)

Non vogliono essere considerate delle vittime silenziose, ma sopravvissute che prendono parola. Sono tante le ragazze attive in rete su blog e siti e che prendono parola contro l'industria del sesso, per denunciare ciò che hanno subìto e come tutto ciò non sia affatto "normale". In Italia i loro libri non sono stati tradotti e questi blog non sono affatto conosciuti. Sarà perché siamo il paese dei clienti per eccellenza, dove la voce di questi regna incontrastata?
Nell'ambito della sezione "testimonianze" cercherò di tradurre alcuni dei loro post o brani di post. Oggi metterò un brano da un post di Rebecca Mott che spiega perché non vuole festeggiare la giornata internazionale della donna e quindi la traduzione di un intero post di Free Irish Woman che muove una forte critica a tutte quelle donne che, non essendosi mai prostituite, lo trovano invece assolutamente accettabile e non problematico per altre donne. Questo post mi ha dato tanto da pensare perché ci chiama in causa in prima persona.

Non posso celebrare quando la prostituzione e la violenza nella pornografia diventano solo un'appendice alla rivoluzione femminista - o le nostre vite e verità sono viste solo come un esempio terribile, ma ignorate perché qualcosa di troppo grande per averci a che fare.

Non posso celebrare quando le voci delle eccezionali donne fuoriuscite sono sempre in posizione secondaria nelle campagne abolizioniste - le nostre voci sono ridotte a statistiche, rese parte di qualche libro accedemico, usate come cifre - ci parlano sopra, attraverso di noi, intorno a noi.

Non posso celebrare finché il movimento abolizionista non metterà le voci e gli scritti delle donne fuoriuscite in un ruolo di primo piano - noi non siamo la vostra prostituta simbolo, non ci faremo trattare come animaletti domestici.

Non posso celebrare quando ogni giorno sento nelle mie viscere cosa sta accadendo in hotel, appartamenti, strade - tanti passano avanti e dicono che è normale.

Non posso celebrare quando tutto intorno l'immagine delle prostitute è solo o della "happy hooker" (puttana felice) o della vittima morta - non c'è realtà in queste immagini ed esse smorzano ogni verità detta.

Io celebrerò la giornata internazionale della donna quando tutte le donne e ragazze prostitute avranno completa libertà, sarà data loro voce, e saranno rese interamente umane.

Non posso celebrare prima di allora.

Rebecca Mott (qui la fonte in lingua originale che rimanda all'intero post)

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La crudeltà idiota dell’ignoranza tossica
Una delle mie compagne fuoriuscite ha sollevato un’importante questione nel suo blog (secretdiaryofadublincallgirl) quando ha menzionato la crudeltà e insensibilità di donne che non sono state prostitute, che promuovono la prostituzione come un appropriato e accettabile “lavoro” per altre donne.
Questa visione viene espressa da alcune donne che non sono prostitute, non sono mai state prostitute né mai lo saranno. Sentire la commercializzazione dell’abuso sessuale venir sancito come accettabile è un doloroso, insultante schiaffo in faccia alle sopravvissute alla prostituzione, ma ascoltarlo da donne che non conoscono NULLA della prostituzione dall’esperienza personale è peggio che doloroso e insultante – è la più profonda pugnalata alle spalle che una donna che non è stata prostituta può dare a una donna con una storia come la mia. Non c’è dubbio che la posizione di queste donne ha radici nella loro ignoranza.
L’ignoranza è semplicemente una conseguenza del non aver mai sperimentato una situazione, ma qui non è la sola ignoranza a causare sofferenze emotive e concrete. Si tratta in questo caso di ignoranza accompagnata da convinzioni infondate. Questo è ciò che io chiamo “ignoranza tossica”.
Ma perché le persone si convincono di comprendere la forma di un’esperienza meglio della grande maggioranza di chi l’ha vissuta? Da dove viene questa grande arroganza?
Io penso che questa è alimentata in parte dall’insensata tendenza umana alla presunzione di sapere. Ci sono donne non prostitute a favore della prostituzione che ho incontrato online che dichiarano prontamente che non hanno alcuna esperienza di prostituzione – tuttavia si aspettano che noi sopravvissute alla prostituzione le stiamo ad ascoltare mentre ci raccontano che un mondo senza prostituzione è una cosa impossibile, irraggiungibile, persino non desiderabile! La cosa più gentile che io posso dire su queste donne è che, per la loro ignoranza, l’arroganza della loro posizione va oltre la loro stessa capacità di comprensione.
Perché qualche donna presume che, poiché lei ha seguito la sua comoda e privilegiata trafila borghese nel college (come fosse il suo fortunato diritto di nascita a non prostituirsi) che la sua educazione in qualche modo le dà l’attrezzatura per decodificare e analizzare l’esperienza della prostituzione meglio  delle donne che hanno guadagnato la loro comprensione con le loro proprie gambe aperte su un letto di un bordello?
Loro  sentono di essere meglio attrezzate per spiegare a noi la natura di ciò che ci è accaduto a causa di una profonda arroganza così sbalorditiva quanto insensata. A queste donne io ho da dire questo:
“TU NON HAI DIRITTO di parlare per noi, o di delineare la forma della nostra esperienza, o di tentare di educare il mondo su qualcosa di cui non sai nulla. Quando tu deformi  e distorci la realtà delle nostre esperienza vissute tu ci abusi altrettanto profondamente di quanto hanno fatto i clienti. La tua è la più perfetta espressione dell’idiota crudeltà dell’ignoranza – belligerante, arrogante e potente nella sua tossicità. Io mi vergogno del tuo “femminismo” e mi vergogno di quella parte del mio cuore che vorrebbe vedere che ti rimangiassi le tue parole in un letto di un bordello, perché non augurerei l’inferno a nessuna donna – nemmeno a te”.
Free Irish Woman: The mindless cruelty of toxic ignorance

11 commenti:

  1. Grazie Valentina, che testimonianze importantissime!
    Pongono quesiti cruciali che dovrebbero essere divulgati maggiormente!

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  2. sono bellissime queste testimonianze, è molto forti.
    concordo con Alessia, dovrebbero essere divulgate molto di più.
    una domanda che c'entra poco con la questione: hai una pagina facebook per il blog? penso che sarebbe utilissimo crearne una!

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  3. Grazie a voi! In verità ho appena cominciato la divulgazione, perché il lavoro di traduzione richiede comunque un po' di tempo che per me è già poco. Il materiale è tanto e gli aspetti affrontati moltissimi. Sì, è importante per le cose che si scoprono da voci dirette che hanno il coraggio di parlare di ciò che è loro accaduto, rievocando fantasmi che magari si vorrebbero ricacciare indietro. Serena: hai ragione, la pagina la devo fare. E' solo che stavo cercando di arrivare almeno prima a un punto su tutti gli arretrati che ho col blog. Tante cose in testa, tante cose che ho letto e che non ho divulgato. La pagina facebook rischia di prendere molto tempo e già il mio è poco. Cerco di fare il più possobile un lavoro di qualità più che di quantità. Anche se è vero che, ad esempio, le notizie non riesco più a postarle qui. Facebook è molto più veloce e mi consentirebbe di spostare almeno la rassegna stampa. Quindi di sicuro presto la pagina la metterò. Grazie!

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  4. http://femminileplurale.wordpress.com/2012/06/07/ignoranza-tossica/

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  5. Carissima, e' bellissimo questo lavoro e appena posso ti aiuto con le traduzioni. un abbraccio Chiara

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  6. Sentire la commercializzazione dell’abuso sessuale venir sancito come accettabile è un doloroso, insultante schiaffo in faccia alle sopravvissute alla prostituzione,anche per quelle prostitute che possiedono ricchezze frutto della prostituzione?

    TU NON HAI DIRITTO di parlare per noi, o di delineare la forma della nostra esperienza, o di tentare di educare il mondo su qualcosa di cui non sai nulla,invece altri hanno il diritto di FALSIFICARE il racconto di donne che decidono di prostituirsi,e che non sentono,provano di essere schiave?
    Cioè,di definire "d'ufficio" abusate anche le donne che scelgono di prostituirsi.
    Che se non provano quello che DOVREBBERO provare(secondo l'ideologia femminista),dimostra della loro schiavitù?.

    P.S.A quando la richiesta della abolizione della PROSTITUZIONE LEGALIZZATA chiamata eufemisticamente matrimonio?

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  7. @Paola, Chiara Grazie!!
    @Pasquale: E' l'ultima volta che pubblico un tuo commento, visto che è come tutti gli altri fatto solo per provocare,muovendo accuse gratuite. Io non ho mai falsificato il racconto di nessuna persona e tu dimostri di non conoscere affatto né il femminismo, né il lavoro che faccio su questo blog. Ti consiglio davvero come dice Paola di rivolgerti a gruppi di discussione sul maschile con cui, se ti va confrontarti, puoi discutere tutti questi aspetti, fino alle "donne sono tutte prostitute" (tranne mia madre, ovviamente). Qui sul mio blog lavoro su un tema specifico e complesso, con chi - anche molto distante dalle mie idee - voglia apportare un contributo costruttivo e non esibirsi in sberleffi provocatori contro il femminismo e le donne. Grazie.

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  8. mmmm interessante questo punto di vista....ma c'è qualcosa che non mi quadra ovvero io non ho mai sentito nessuna donna femminista o meno parlare a cuor leggero della prostituzione....... mi spiace che siano capitate tutte a lei ;io sono favorevole alla "legalizzazione" della prostituzione perchè sono convinta per primo che il proibizionismo in tutti i campi serve solo a fare arricchire le merde.E' un dato di fatto che cia siano le prostitute e che siano tante, cosa c'è di cosi' brutto e offensivo nel credere che sarebbe meglio che la loro attività fosse regolamentata come succede in altri paesi?Ci sono prostitute che scelgono di fare le prostitute ed è giusto che possano decidere di farlo e di gestire la loro attività come meglio credano e soprattuto in sicurezza, e non mettere la loro vita nelle mani dei magnacci.Per quanto scritto sopra da Pasquale credo che non abbia del tutto torto, il matrimonio di per se nasce per mantenere le proprietà di famiglia in famiglia, è uno scambio,un contratto l'amore c'entra poco ,è un contratto di proprietà ,magari oggi ha perso questo significato perchè con gli anni lo abbiamo integrato agli affetti ai sentimenti e la donna ora per certi versi ha più libertà di movimento ,puo' provare ad essere autonoma, puo' non rendersi oggetto di proprietà,cosa che in passato era l'eccezione,la donna era mantenuta e in cambio offriva il suo corpo e il suo utero al padrone marito.Queste dimensioni tral'altro non sono del tutto sparite. Al Matrimonio che altro non era (é) che costrizione di due individui alle dinamiche delle società forse era (è) funzionale la prostituzione

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  9. http://www.lucciole.org/content/view/20/11/

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  10. http://27esimaora.corriere.it/articolo/morgane-la-prostituta-che-si-scaglia-contro-le-femministe/ curioso che entrambe si scaglino contro il femminismo,l'una perchè condanna il femminismo che sostiene il porno, la prostituzione come libere scelta,l'altra tutto l'opposto,percepisce un femminismo che condanna l'uso consapevole del proprio corpo.

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  11. Grazie dei commenti, Misa. Sulla regolamentazione e i tanti problemi connessi, ho parlato - se hai pazienza di andare a vedere - sotto il post in cui riporto una lettera dalle case chiuse "Attenta signora ai "padroni.." Su questo le mie idee sono come è giusto assolutamente in fieri e cerco di non accontentarmi di fonti di seconda mano o estremamente "politicizzate" sull'argomento da una parte o dall'altra e di ragionare con la mia testa. Magari sbaglio, ma almeno voglio provare a capirci qualcosa. Ovviamente sono anch'io per battagliare contro la criminalizzazione di chi si prostituisce, ma il punto è che ogni tipo di regolamentazione comporta altre implicazioni meno felici (senza far cessare il sommerso e la criminalizzazione che vediamo oggi contro chi non è "in regola"). Di alcune di queste ho provato a dire nei commenti a quel post. Spero di parlarne più a lungo in seguito, anche se ci terrei a non scadere nelle solite contrapposizioni che secondo me hanno molto nociuto alla capacità di comprendere la complessità di questo argomento. A proposito di femminismo e del post di Free Irish Woman, io sinceramente non avevo interpretato questo ultimo post come attacco al femminismo o a una sua "parte" e mi pare più un "grido" di attenzione a non sottovalutare i problemi, le sofferenze e i traumi che subiscono tantissime ragazze che si prostituiscono per necessità o per altre motivazioni che non attengono a una particolare convinzione personale maturata in relativa libertà, ma più alla mancanza o riduzione delle possibilità di scelta e/o al terreno della violenza di genere. Sul matrimonio non ho tempo di risponderti adesso, ma mi pare che il tuo discorso sia assolutamente diverso rispetto a quello di Pasquale che ho dovuto mio malgrado bannare per i numerosissimi commenti provocatori e non dialoganti in cui si capiva che il suo unico scopo era denigrare le donne tout court. Ti risponderò poi su questo, perché mi pare un discorso interessante da approfondire.

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