Un work in progress su uno degli affari più lucrosi al mondo: l'industria globale del sesso (prostituzione,pornografia,turismo sessuale).Un’industria che ha bisogno come l’aria di "consumabili" e "consumatori", di vecchi stereotipi sessisti, del divario tra nord e sud del mondo,della vulnerabilità degli esseri umani. Io “consumabile” che non ci sta più a non sapere, nella disinformazione generale tra la risatina compiaciuta del vizio privato e l'ipocrita preoccupazione per la pubblica decenza.
lunedì 31 gennaio 2011
RASSEGNA STAMPA - 2
I giornali di questi giorni parlano ampiamente di prostituzione, riguardo al giro promosso - ahimé - dal nostro capo del governo. Mi riservo di pubblicare un resoconto del sistema di reclutamento delle ragazze e sul giro di escort a Milano su cui sta indagando la Procura non appena usciranno notizie più dettagliate. Segnalo solo un articolo un po' fuori dagli schemi, apparso il 25 gennaio sull'Unità, in cui uno psicoterapeuta che lavora con minori abusati, parla del caso di Karima come di un caso tipico di questo genere di vicende. Ci voleva forse solo la voce di un esperto a ricordare che si sta parlando di una ragazzina su cui pesano le responsabilità del mondo adulto e del potere politico ed economico e non - come sembra leggendo i giornali di questi giorni - di una avventuriera smaliziata o, peggio, bambola di plastica da dare in pasto al pubblico voyeurismo. L'articolo si può leggere cercando nell'archivio dell'Unità e scaricando il giornale del 25 , oppure al seguente link: http://www.vivicentro.org/content.php/11890-Ruby-e-l%E2%80%99universo-nascosto-delle-violenze-sui-minori-di-Claudio-Foti-psicoterapeuta
Squallidamente significativo per noi italiani che un imprenditore argentino del sesso, probabilmente senza scrupoli e con molte protezioni "in alto", abbia intitolato un suo sexy-club-bordello al nostro Silvio Berlusconi e che dichiari di ammirarlo molto: http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/24/news/e_il_sexy_club_palacio_berlusconi_anima_le_notti_argentine-11605693/index.html?ref=search
Segnalo un articolo apparso sul Corriere del Veneto del 26 gennaio, in cui si parla di un giro di sfruttamento di escort nel vicentino, una vera e propria impresa con diversi intermediari coordinato dal consigliere comunale Lega nord ed ex assessore alla sicurezza (ex vigile urbano) di Barbarano Vicentino Alessandro Costa. "L’attività si svolgeva in modo compartimentato, nessuno sapeva esattamente cosa facessero gli altri. Nemmeno le ragazze conoscevano le destinazioni. Venivano accompagnate, usate, pagate e, nell’anonimato, riaccompagnate." Oltre a quote sui loro guadagni, dovevano versare 100 euro a inserzione sui siti web pornografici gestiti da Costa: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/26-gennaio-2011/bunga-bunga-veneto-sesso-ville-soldi-181331777103.shtml
Operazione della Direzione distrettuale antimafia su un giro di prostituzione italo-rumeno che riguarda ragazze minorenni rumene vittime di tratta a scopi di sfruttamento sessuale trafficate a Roma: http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/01/29/news/emergenza_prostituzione-11796989/index.html?ref=search
Arrestato a Bucarest ed estradato in Italia Constantin Ticu Mladin, che controllava la tratta di donne rumene, anche minorenni, nel Salento e per cui era stato emesso un mandato di cattura europeo da parte del Tribunale di Lecce. "L'operazione di polizia giudiziaria è stata denominata "Rottami" in relazione al modo di indicare, ovviamente in maniera sprezzante, le giovani ragazze avviate alla prostituzione da parte dei principali sodali. " http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/22-gennaio-2011/prostituzione-estradato-ticu-mladinprovvedimento-emesso-gip-lecce-181306531514.shtml
Uno dei tanti (purtroppo) casi di prostituta uccisa, questa volta da un cliente. Emilia Cosmina Burlan, rumena. Accaduto nel parmense: http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/01/24/news/donna_assassinata_a_noceto_ritrovato_un_cadavere_a_borghetto-11608556/index.html?ref=search
Turismo sessuale italiano a Cuba: tre italiani, tra cui un imprenditore di Vicenza, accusati per l'omicidio di una ragazzina di 12 anni, prostituita, morta durante un festino a base di droghe. http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2011/11-gennaio-2011/vicentino-carcere-cuba-accusato-omicidio--181236205981.shtml
Gravissimo: la prefettura di Catania aveva negato a una giovane nigeriana ex-prostituta di diventare badante, in ragione della sua precedente attività (in barba all'art. 18 del testo unico sull'immigrazione!) Per fortuna il TAR le ha dato ragione: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/18-gennaio-2011/ex-lucciola-vuole-diventare-colf-prefettura-dice-no-tar-nulla-osta--181279082897.shtml
giovedì 20 gennaio 2011
Uno sguardo globale
Richard Poulin è un professore di sociologia di Ottawa che ha curato un libro che mi sembra molto interessante e che purtroppo devo ancora riuscire a procurarmi: Prostituzione. globalizzazione incarnata, uscito con Jaca books nel 2006.
Il libro - di cui alcune pagine possono leggersi su Google books - raccoglie i contributi di autori africani, asiatici, italiani, tra cui l'ex prostituta cambogiana Somaly Mam (nella foto) oggi attivista dei diritti umani e fondatrice della Somaly Mam foundation, la più grande organizzazione del Sud-est asiatico contro lo sfruttamento e il turismo sessuale.
Non appena si lascia la nostra ottica occidentale e si dà la parola a persone che vivono il lato più duro della globalizzazione e del capitalismo neoliberista, si apre un mondo nuovo con cui siamo chiamati a fare forse i conti, una volta per tutte.
Tanto più che - come possiamo vedere nelle nostre strade, ma lo è anche al chiuso degli appartamenti o nelle vetrine sul web - la prostituzione è sempre più connessa alle tematiche delle sperequazioni planetarie e dell'immigrazione nei paesi occidentali o dell'offerta di "intrattenimento" ai nostri turisti, sempre più spesso con l'abuso di bambine e adolescenti.
Africa, Sud-est asiatico, America latina, Europa dell'est sono le zone più colpite, i paesi di origine delle "consumabili". E questo parla di enormi guadagni, di una voce ormai strutturale su cui si fonda l'economia globalizzata. Interessata fortemente a normalizzare la prostituzione, facendola diventare sempre più di massa, col ricatto della povertà, con il rafforzamento di stereotipi sessisti, con l'imposizione di una idea di sesso femminile come di una merce da far fruttare nel mercato globale.
Riporto qui la quarta di copertina del libro (il grassetto è mio):
Riporto ancora un brano dall'introduzione di Richard Poulin:
Per finire questo è il link a un'intervista a Repubblica di Poulin del gennaio 2007:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/20/la-schiavitu-del-sesso.html
Mi hanno colpito due frasi:
A quanto pare, però, è stato sempre così professor Poulin - chiede la giornalista - A parte la crescita esponenziale dovuta alla globalizzazione.
«No. E' così "solo" da diecimila anni, cioè da quando esistono la società patriarcale, le città, e il mercato. Ma la storia dell' uomo sulla terra ha dodici milioni di anni».
"Non mi aspetto che non ci siano resistenze, così come ce ne furono negli Stati Uniti per abolire la schiavitù. Allora ci fu una guerra sanguinosa, ora può accadere di tutto. Ma prima o poi una società che vuole definirsi civile deve arrivarci."
Il libro - di cui alcune pagine possono leggersi su Google books - raccoglie i contributi di autori africani, asiatici, italiani, tra cui l'ex prostituta cambogiana Somaly Mam (nella foto) oggi attivista dei diritti umani e fondatrice della Somaly Mam foundation, la più grande organizzazione del Sud-est asiatico contro lo sfruttamento e il turismo sessuale.
Non appena si lascia la nostra ottica occidentale e si dà la parola a persone che vivono il lato più duro della globalizzazione e del capitalismo neoliberista, si apre un mondo nuovo con cui siamo chiamati a fare forse i conti, una volta per tutte.
Tanto più che - come possiamo vedere nelle nostre strade, ma lo è anche al chiuso degli appartamenti o nelle vetrine sul web - la prostituzione è sempre più connessa alle tematiche delle sperequazioni planetarie e dell'immigrazione nei paesi occidentali o dell'offerta di "intrattenimento" ai nostri turisti, sempre più spesso con l'abuso di bambine e adolescenti.
Africa, Sud-est asiatico, America latina, Europa dell'est sono le zone più colpite, i paesi di origine delle "consumabili". E questo parla di enormi guadagni, di una voce ormai strutturale su cui si fonda l'economia globalizzata. Interessata fortemente a normalizzare la prostituzione, facendola diventare sempre più di massa, col ricatto della povertà, con il rafforzamento di stereotipi sessisti, con l'imposizione di una idea di sesso femminile come di una merce da far fruttare nel mercato globale.
Riporto qui la quarta di copertina del libro (il grassetto è mio):
Forse bisogna iniziare a non parlare di prostituzione e di prostitute, ma dare al fenomeno mondiale che abbiamo davanti agli occhi il suo unico nome: la tratta.
Noi forse consideriamo la tratta degli Africani un evento del passato, una barbarie dell’inizio del mondo moderno. Una barbarie lo è stata e ha costituito il maggior traffico di schiavi unitamente a forme di sterminio. Oggi siamo di fronte a un evento analogo, anche se alcuni schematismi economici ci direbbero che la tratta dall’Africa era per «produrre» e che l’attuale tratta planetaria di donne e bambini è per «consumare». Sarebbe come dire che la prima fu per arricchirsi e questa è per i ricchi, ma anche questo atroce «distinguo» non è vero, perché questi nuovi schiavi servono al PIL di molti Paesi e sono ormai un traffico mondiale sotto gli occhi di tutte le nazioni e delle potenze economiche che regolano il mercato. Si tratta di una vera «ricchezza» internazionale, una «ricchezza vergognosa», una «ricchezza criminale», una «tratta». Ma una ricchezza che non viene messa in discussione dagli organismi preposti al libero mercato, mentre è un flagello che penetra i più sperduti posti della Terra, scardina le comunità, deporta le persone. Questa mondiale mercificazione delle persone ogni italiano la vede non solo andando in Asia o in America Latina per commerci di piacere, ma la vede in Italia, se non altro dal finestrino dell’autobus o dell’auto, anche se non cerca personalmente i servizi coatti di schiave africane o dell’Europa dell’Est.
Il volume affronta i flussi mondiali della nuova tratta e fa un quadro di quanto avviene in Italia, con autori esperti e impegnati a livello internazionale. Le vittime, le persone in schiavitù, vanno liberate. Il dibattito politico su questo tema non può che partire da una constatazione: il termine prostituzione non è adeguato, siamo di fronte a una mondiale tratta di schiavi. Ogni decisione deve partire da questo e non mascherarsi dietro una edulcorata letteratura sul libero commercio dell’amore o ancor peggio su problemi di sicurezza e buon costume che portano solo alla costituzione di ghetti, dove relegare e legalizzare la tratta. A tema non resta che la schiavitù e la tratta e gli schiavi vanno liberati perché gli unici non colpevoli, anzi vittime da risarcire, se mai risarcimento esista per un crimine così efferato.
“Non si può analizzare il capitalismo attuale ignorandone gli effetti concreti su donne e bambini, passando sotto silenzio l’impatto della rete prosseneta mondiale legata allo sfruttamento della prostituzione, e non tenendo conto dell’industrializzazione del commercio del sesso e della sua capacità di trasformare donne e bambini in merce sessuale esportabile in tutto il mondo. La monetarizzazione dei rapporti sociali e il traffico di persone sono il cuore della globalizzazione neoliberale e dello sviluppo dell’industria del sesso. Il rafforzarsi delle disuguaglianze sociali, l’impoverimento di numerosi popoli, che colpisce particolarmente donne e bambini, causandone la massiccia migrazione, sono fattori propizi al traffico di persone a scopo prostituzionale. Sfruttando le nuove tecnologie, il turismo di massa e le occupazioni militari, le industrie del sesso hanno beneficiato di un processo di legittimazione e di normalizzazione. Diversi Paesi hanno recentemente legalizzato le attività di queste industrie, il che ha loro permesso di espandersi e di aumentare i propri profitti. Solo una politica femminista abolizionista è in grado di combattere questa globalizzazione neoliberale della prostituzione.
La globalizzazione neoliberale è il fattore dominante dell’attuale sviluppo della prostituzione e del traffico di donne e bambini a scopo prostituzionale: accresce il divario sociale e sfrutta gli squilibri tra uomini e donne, rafforzandoli notevolmente; è caratterizzata dalla mercificazione degli esseri umani e dal trionfo della commerciabilità del sesso; inoltre, rappresenta il raccordo tra le relazioni commerciali di stampo capitalista e l’oppressione delle donne, due fenomeni strettamente legati. Sviluppato su quindici tesi, questo testo tenta schematicamente di evidenziare alcuni elementi d’analisi necessari alla comprensione del fenomeno della globalizzazione delle industrie del sesso”.
Per finire questo è il link a un'intervista a Repubblica di Poulin del gennaio 2007:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/20/la-schiavitu-del-sesso.html
Mi hanno colpito due frasi:
A quanto pare, però, è stato sempre così professor Poulin - chiede la giornalista - A parte la crescita esponenziale dovuta alla globalizzazione.
«No. E' così "solo" da diecimila anni, cioè da quando esistono la società patriarcale, le città, e il mercato. Ma la storia dell' uomo sulla terra ha dodici milioni di anni».
"Non mi aspetto che non ci siano resistenze, così come ce ne furono negli Stati Uniti per abolire la schiavitù. Allora ci fu una guerra sanguinosa, ora può accadere di tutto. Ma prima o poi una società che vuole definirsi civile deve arrivarci."
lunedì 17 gennaio 2011
Quando il mercato delle donne è promosso dal capo del governo
Finalmente è uscito nero su bianco quello che già si sapeva, ma di cui sembrava non ci fossero o non si volessero vedere le prove. Grazie al coraggio di alcuni magistrati, in primo luogo Ilda Boccassini (nella foto) che non hanno voluto chinare la testa.
Ebbene sì, nella nostra civile e (molto ipocritamente) cattolicissima Italia un'associazione a delinquere a servizio del capo del governo, composta da un giornalista (il "giullare di corte" Fede) un impresario con frequentazioni mafiose (Lele Mora) e una igienista dentale nonché consigliera regionale Lombardia del partito del premier (Nicole Minetti) induceva e organizzava la prostituzione di innumerevoli giovani donne di cui almeno una minorenne. Indagati per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione adulta e minorile i tre, secondo le carte della Procura di Milano che si leggono ancora in minima parte nei giornali di oggi (il dossier di 300 pagine con particolari, prove, tabulati telefonici, è ancora secretato, esaminato in questi giorni dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera). Lele Mora in particolare avrebbe ricevuto ben 1 milione e mezzo di euro da Berlusconi, al confronto dei quali i compensi delle ragazze (fino a diecimila euro, più, per alcune, il comodato d'uso degli appartamenti di una palazzina in via Olgettina a Milano) appaiono briciole. Per Berlusconi si profila il 600 bis comma 2 del Codice penale, cioè atti sessuali con prostituta minore di diciotto anni. E' emerso infatti che Karima El Mahroug "abbia frequentato la residenza di Silvio Berlusconi in Arcore dal febbraio 2010 al maggio 2010", quindi quando era ancora minorenne. E inoltre il premier è indagato per concussione aggravata dalla volontà di nascondere un reato, per essere intervenuto pesantemente nella vicenda del furto da parte della minorenne marocchina, determinando il suo rilascio e l'affidamento irregolare della ragazza a Nicole Minetti. Il tutto contro il parere del magistrato dei minori di turno, Annamaria Fiorillo, che non ha esitato a insistere sulla irregolarità del procedimento, visto che lei aveva disposto invece l'affidamento di Karima ad una comunità protetta oppure il trattenimento in questura fino a quando non si fosse trovato posto in comunità.
Dai racconti delle ragazze che emergono da indiscrezioni sul dossier della procura e da precedenti indagini vengono fuori particolari inquietanti. Si possono leggere su molti quotidiani in questi giorni. Riporto a mo' di esempio questo brano da Repubblica del 16 gennaio :
Chi ha letto le carte sostiene che c’è qualcuna che è stata terrorizzata da questa atmosfera cupa, dispotica non nelle parole, sempre gentili, ma nei gesti, nei comportamenti, nei desideri, nell’umiliante sottomissione che ne è il frutto. “Sono donne giovanissime, venti, ventidue anni”, racconta una fonte vicina all’inchiesta. “Molte di loro non hanno avuto una vita felice, costrette come sono al mestiere, anzi involgarite dal mestiere, eppure tra di loro c’è chi, dopo quelle cerimonie, dopo essere stata coinvolta in serate via via incandescenti, non ne ha voluto più sapere di tornare, era sbigottita, come preda di un malessere.
Alcune ragazze affermano che la realtà di quell'orrore va ancora al di là dell'immaginazione e di quanto scrivono i giornali.
C'è poi la vicenda di Karima. Cito sempre da Repubblica:
Una ragazza “scappata di casa”, fuggita o allontanata da più d’una comunità. A Milano “senza fissa dimora”. Una che nel concorso di bellezza siciliano, dove ha vinto una fascia vattelapesca, alla presenza di Emilio Fede, commuove le altre concorrenti e i promoter: “Dormo in strada, non ho da mangiare, ho sedici anni e lavorare nello spettacolo è il mio sogno”.
Di fronte a questo quadro di fatti emergono alcune considerazioni. Primo: basta trattare queste vicende come faccende di vita privata o addirittura gossip di cui spettegolare. E' purtroppo ciò che si è fatto fino ad ora su tutti i giornali, da quando è emerso quest'ultimo scandalo e fin dai tempi dei festini di Arcore e Villa Certosa, di Tarantini e D'Addario. Non sarebbe "vita privata" per nessuno, visto che si tratta di reati penali, non è vita privata tanto più per un presidente del Consiglio, per un governo, per un Parlamento, che hanno la responsabilità di governare una nazione.
Cosa ha fatto questo governo e in particolar modo Silvio Berlusconi già in qualità di presidente Mediaset per le donne e per il Paese? Ha imposto ormai da tempo una artata banalizzazione della prostituzione e un ossessivo incoraggiamento a vendersi (per le "consumabili") e a comprare (per i potenziali "consumatori") attraverso l'uso mediatico umiliante dell'immagine e del corpo delle donne. Un unico tipo di donna che, come denunciato da Lorella Zanardo nel suo documentario Il corpo delle donne, nell'omonimo blog e nel suo libro, è un caso pressoché unico in Europa, dove sono state largamente recepite le recenti direttive europee che promuovono l'abbattimento delle discriminazioni di genere e la dignità della donna nei media e in pubblicità.
L'immagine di donna con cui si educano giornalmente le nostre ragazzine e i nostri ragazzini è l'oca giuliva ipersessualizzata e sculettante, con poco cervello, obbligatoriamente giovane, mezza nuda in mezzo a "sultani" anziani e vestiti, in fin dei conti una figura sottomessa e di secondo piano, ancorché ipocritamente se ne celebrino le qualità tutte esteriori.
Per di più la showgirl-valletta-velina brevettata da Mediaset è stato imposta come modello unico alle giovani, normalizzando e sdoganando nel contempo la prostituzione nella necessità di essere disposti a tutto per raggiungere il successo, come si vede nei reality, cui mai come in Italia viene data tanta risonanza. Il tutto mentre alle stesse giovani e ai giovani uomini si sottrae il futuro, disinvestendo in cultura, ricerca, istruzione.
Per non parlare poi delle offese quotidiane del premier contro la dignità delle donne, di cui non basterebbe un libro se se ne volesse scrivere, una forma questa di banalizzazione del sessismo più retrivo, che altri Paesi hanno superato da un pezzo. Offese che colpiscono anche gli uomini italiani, chiamati a una complicità da caricaturale macho latino, sessodipendente e omofobico. Fino alla banalizzazione della tratta di esseri umani a scopi sessuali, come nella battuta sulle "belle ragazze albanesi".
Secondo aspetto non meno grave della questione è: con un governo formato, fin dal suo capo, da clienti di prostitute, addirittura minorenni, che produce continua domanda di carne fresca, di donne ridotte a merce prona al potere violento del capo, come si può pensare di poter lottare contro le forme più gravi di violazioni di diritti umani che questa logica di uso del corpo femminile produce?
Come, con quale credibilità - al di là dei retorici proclami repressivi che si accaniscono sempre e comunque sull'anello più debole della catena - il governo italiano pensa di poter contrastare la tratta di donne a scopi sessuali, aderendo così non solo astrattamente alle convenzioni internazionali, come il Protocollo di Palermo? Che speranza c'è di fermare la strage quotidiana, le violenza, gli abomini che colpiscono migliaia e migliaia di ragazze nigeriane, rumene, moldave, ucraine, brasiliane, ecc. nel nostro Paese? Per ora la risposta sono stati solo i respingimenti nella clandestinità, i reimpatri violenti delle vittime più indifese - le donne immigrate senza permesso di soggiorno trafficate a scopi di sfruttamento sessuale - mentre intanto si celebrano i fasti dell'industria del sesso e dei suoi impresari, nelle stanze delle perversioni del sultano.
mercoledì 5 gennaio 2011
RASSEGNA STAMPA - 1
Pubblicherò d'ora in poi alcuni post contenenti notizie interessanti tratte da articoli di quotidiani riguardanti i temi del blog:
1) L'ultimo rapporto annuale dell'Osservatorio internazionale di Telefono Arcobaleno contro l'abuso in rete e lo sfruttamento sessuale di bambini riporta notizie preoccupanti sulla pedopornografia: il business aumenta costantemente e meno dell'1% dei bambini viene tratto in salvo. Il presidente di Telefono Arcobaleno Giovanni Arena fa una giusta osservazione: «Lo sfruttamento sessuale dei bambini nell'ambito della pedopornografia è stato erroneamente considerato per troppo tempo alla stregua di un crimine informatico piuttosto che, come dovrebbe essere, una vera e propria forma di riduzione in schiavitù , con la conseguente scarsa attenzione all'identificazione delle vittime, alla loro cura, al sostegno e al reinserimento sociale». Interessante anche il dato che l'Italia è tristemente al quinto posto nel mondo (!) per il consumo di pedopornografia, mentre i paesi europei con il maggior numero di provider di siti pedopornografici sono Germania e Olanda, paesi dove prostituzione e pornografia sono liberalizzati. Qui l'articolo completo tratto dal Corriere della sera del 30 novembre scorso: http://www.corriere.it/cronache/10_novembre_30/pedopornografia-web_0d25da5e-fc9d-11df-8fb3-00144f02aabc.shtml
Qui il link al rapporto di Telefono arcobaleno: http://www.telefonoarcobaleno.org/report2009-eng_web.pdf
2) Finalmente sette arresti in Campania nell'ambito della mafia nigeriana responsabile della tratta di ragazze, condotte con raggiri a prostituirsi e ricattate con debiti colossali, riti wodoo e minacce di morte dalle "maman". Stupisce il tono di stupore dell'articolo di Repubblica, come se questo giro fosse una scoperta improvvisa della polizia. Sono anni e anni che si conosce il traffico di donne nigeriane e sono attivi progetti e associazioni in favore delle vittime, come il progetto Le ragazze di Benin City di Isoke Aikpitanyi da cui l'omonimo libro
Qui il link all'articolo del 16 dicembre 2010: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/12/16/news/traffico_di_essere_umani_sette_arresti_smantellata_organizzazione-1025682
Qui il link al blog Voce ribelle dei collaboratori del progetto La ragazza di Benin City:
http://voceribelle.altervista.org/
3) Multe da 150 euro alle prostitute a Genova per "abbigliamento discinto". Due avvocati a cui si sono rivolte alcune rumene multate si chiedono perché in TV lo stesso abbigliamento è permesso. Ecco l'articolo tratto da Repubblica del 27 dicembre 2010:
http://genova.repubblica.it/cronaca/2010/12/27/news/multe_alle_prostitute_discinte_ma_in_tv_molto_peggio-10628167/index.html?ref=search
Provvedimenti come questo sono tipici di una ipocrita politica di repressione rivolta alle donne già abbondantemente vessate da sfruttatori e criminalità, fingendo di contrastare il fenomeno della prostituzione mentre non lo si fa affatto. Queste misure sembrano avere anche lo scopo di spingere il trasferimento del giro verso gli appartamenti, dove ben più difficile si fa l’eventuale azione di organizzazioni a favore delle vittime di sfruttamento sessuale o la possibilità di effettuare inchieste giornalistiche. Tutto annega – come già di fatto sta avvenendo anche nel nostro Paese con l’aumento esponenziale della prostituzione via web e poi negli appartamenti – nell’invisibilità e nella lontananza dagli occhi di una popolazione di “benpensanti” che oscilla tra lo scandalo ipocrita per il decoro urbano e la risatina compiaciuta per quella che è ancora considerata una innocente trasgressione o una manifestazione di libertà sessuale. E naturalmente mentre si multano le prostitute, gli sfruttatori – che secondo la legge italiana dovrebbero essere perseguiti – sono quasi sempre nella totale impunità e libertà di azione, ben protetti da politici corrotti e a loro volta clienti di prostitute e dalla criminalità organizzata. E intanto si allevano nuovi clienti nella propaganda mediatica verso una sessualità maschile unidirezionale in cui la donna sia un inerte e plastificato oggetto del desiderio (vedi veline, pubblicità, ecc.. ).
4) Nella stessa direzione della ipocrita repressione in nome del "decoro urbano" l'invocazione della riapertura delle case chiuse da parte dell'assessore alla sicurezza di Parma Fabio Fecci: http://parma.repubblica.it/cronaca/2010/12/29/news/ordinanze_oltre_500_sanzioni_ma_fecci_rilancia_le_case_chiuse-10684171/index.html?ref=search
5) Si viene a sapere che l'uccisione di un albanese a Napoli nel dicembre scorso è stata commissionata da un noto clan camorristico della città perché l'uomo con un suo connazionale non aveva pagato il pizzo di 1400 euro a settimana per la prostituzione delle donne da loro protette nella zona di piazza Garibaldi. Interessante il dato nell'articolo sulle cifre astronomiche ricavate dal clan dalla concessione dell'appalto del business della prostituzione: fino a 50mila euro al mese. Ecco l'articolo da "Repubblica" del 7 dicembre 2010: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/07/albanese-ucciso-ombra-della-camorra.html
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