Pubblico qui una lettera che ho mandato alla consigliera comunale del PD Veronica Sbrana per protestare contro un suo comunicato stampa e la sua posizione assunta in merito all'ordinanza del Sindaco di Pisa, una delle tante che affrontano la prostituzione in strada come un problema di "decoro urbano", secondo i dettami del pacchetto sicurezza.
Nella foto, manifestazione spontanea di donne nigeriane che ci fu a Palermo a febbraio per protestare contro l'assassinio di due connazionali Nike e Loveth e contro l'indifferenza delle istituzioni.
Gentile Consigliera Veronica Sbrana,
Le scrivo questa lettera aperta (che invio
per conoscenza anche al Segretario del Suo Partito, on. Bersani) in relazione al
seguente Suo comunicato apparso su alcuni giornali locali che si può leggere al
seguente link in merito alla prostituzione di strada nel comune di Pisa e alla
recente ordinanza in materia del Sindaco:
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2012/06/17/news/intollerabile-vedere-le-prostitute-lungo-le-strade-1.5279921
Sono una blogger che si interessa in particolare alle
problematiche relative alla prostituzione e alla tratta di esseri umani, in
particolare donne e bambine. Non Le nascondo la mia profonda indignazione e
sconcerto nel leggere da parte Sua delle parole che dimostrano totale mancanza
di sensibilità e conoscenza delle problematiche delle persone che si
prostituiscono in strada - la cui maggioranza è straniera - dei loro diritti,
della loro condizione molto spesso di grave sfruttamento e riduzione in
schiavitù da parte del crimine organizzato transnazionale, trattando la
loro presenza in strada come un problema di "decoro e vivibilità" per
gli abitanti del comune e di "ostentazione scandalosa nelle pubbliche vie,
con grave danno morale per chiunque si trova a passare da determinate
zone", e invocando la rapida approvazione della proposta di legge Carfagna
che criminalizza chi si prostitusce in strada. Lei scrive infatti: "Sicuramente
la mancanza di norme antiprostituzione facilita tali attività non essendo la
legge Carfagna mai stata approvata dai due rami del Parlamento. Rimane
l’ordinanza del sindaco, ma la mancanza di poliziotti municipali e la limitata
competenza in materia non bastano per contrastare questo fenomeno, considerando
anche che la violazione dell’ordinanza non comporta alcuna conseguenza di
carattere penale. L’eliminazione della prostituzione dalle strade dovrebbe
essere un obiettivo condiviso da tutte le istituzioni".
Mi limito a ricordarLe, nel merito, che
il Comitato dell'ONU che monitora la sottoscrizione della CEDAW (Convenzione sull'Eliminazione
di ogni Forma di Discriminazione contro le Donne) ha recentemente richiamato il
nostro Paese esprimendo tra l'altro la seguente preoccupazione proprio in
merito al disegno di legge da lei ricordato: "Il Comitato prende nota che
sono in discussione molti Disegni di Legge (incluso l’A.S. 1079 del 2008 per
criminalizzare la prostituzione in aree pubbliche), parte di un più generale
pacchetto di misure volte a sradicare la prostituzione e lo sfruttamento
sessuale. Tuttavia il Comitato è preoccupato per il riconoscimento da parte
dello Stato-membro che la proposta di criminalizzazione della prostituzione in
spazi pubblici “ha una funzione di pubblica sicurezza e di decoro della vita urbana” e che apparentemente i diritti delle donne
coinvolte nella prostituzione in strada - la maggior parte delle quali migranti
- non sono stati presi in considerazione nella formulazione di tali
misure." Il Comitato esprime la preoccupazione (peraltro condivisa unanimemente
da tutte le organizzazioni della società civile che si occupano dell'assistenza
alle persone che si prostituiscono in strada e in particolare dalle sopravvissute
alla tratta come Isoke Aikpitanyi) che le misure di criminalizzazione
della prostituzione in strada possano portare, come già sta avvendendo
dall'approvazione del "pacchetto sicurezza" le ragazze sempre più al
chiuso, in appartamenti e oscuri night club, dove ben più stretto si fa il
controllo su di loro e ben minore la possibilità di ricevere soccorso. Ecco le
parole del Comitato: "Lo Stato-membro è incoraggiato a: a) intraprendere
un’analisi dell’impatto delle misure proposte per la criminalizzazione della
prostituzione in strada, al fine di identificare i potenziali rischi per lo
sfruttamento delle donne che possono muoversi dai circuiti di prostituzione
all’aperto a luoghi chiusi, dove –come riconosciuto dallo Stato-membro – la
prostituzione rimane un fenomeno nascosto e sconosciuto;
(b) continuare a formulare strategie e programmi per prevenire l’avviamento alla prostituzione e stabilire programmi di supporto e riabilitazione per le donne che desiderano lasciare la prostituzione, fornendo anche informazioni e sostegno per forme alternative di sostentamento."
(b) continuare a formulare strategie e programmi per prevenire l’avviamento alla prostituzione e stabilire programmi di supporto e riabilitazione per le donne che desiderano lasciare la prostituzione, fornendo anche informazioni e sostegno per forme alternative di sostentamento."
Le ricordo che, per quanto riguarda in particolare la tratta di esseri
umani, il nostro Paese ha ratificato diverse convenzioni internazionali ed
europee, che impongono agli Stati precise responsabilità nella cooperazione
internazionale volta a contrastare questo crimine contro l'umanità e che,
soprattutto mettono al centro la vittima di tratta come soggetto di diritti e
come parte lesa e non certo come criminale che insozza le città, come emerge invece
da comunicati come il suo.
Concludo dicendo che lei auspica "la
costruzione
di una città pulita, decorosa e dove non si abbia vergogna o paura
a camminare per le strade", ignorando che chi fa davvero paura sono
tanti
Suoi "rispettabili" concittadini pisani che usano violenza,
minacciano e dileggiano le ragazze in strada, spesso e volentieri anche
minorenni, a volte le uccidono anche, se non sono uccise dai loro
sfruttatori per essersi ribellate, e la vera vergogna è quella delle
nostre istituzioni che sanno emettere solo ordinanze del tenore di
quella del Suo Sindaco.
L'Onorevole Bersani dovrebbe forse essere al corrente che esponenti del
Suo
partito non agiscono diversamente, rispetto a queste problematiche, da
quanto
fanno esponenti della peggiore destra xenofoba targata Lega Nord o Pdl.
Grazie per l’attenzione.
"La vista delle prostitute si fa sempre più intollerabile agli occhi di chiunque transita in via Aurelia e nelle vie limitrofe"
RispondiElimina"devono combattere con queste presenze, elemento di disturbo e disagio con tutti i problemi che ne conseguono"
Non ho parole, il problema quindi sono le prostite in sè e per sè. Ma sa di cosa sta parlando almeno?!
c'è poco da fare, questa è gente che quando parli di prostituzione, guardano il dito al posto della luna.
RispondiEliminaA me sembra una precisa strategia.. Ci scommetterei che tutto questo porterà tra non molto alla riapertura di bordelli legalizzati pre- Merlin sotto apparenze più o meno ammantate di modernità e di tutela dei diritti di chi si prostituisce. Moralisti e immoralisti, destra e sinistra, tutti d'accordo sul fatto che la prostituzione è un'istituzione fondamentale da non toccare, basta non farla vedere troppo e che il sistema sia congegnato in modo da favorire in ultima analisi i detentori del business e gli "utilizzatori finali". Del resto sono questi ultimi a governare un po' in tutti i paesi del mondo ed è ben naturale che facciano alla fin fine il loro interesse.
RispondiEliminala prostituzione adulta non è illegale ed è giusto che non lo sia, le preoccupazioni per il decoro sono ipocrite e bigotte, pensino piuttosto ad applicare o a migliorare le leggi già esistenti contro tratta, sfruttamento e prostituzione minorile
RispondiElimina@Paolo Perfettamente d'accordo. Purtroppo però disegni come quello Carfagna vogliono appunto criminalizzare chi si prostituisce in strada, mostrando ipocritamente di voler combattere la tratta e intensificare la lotta alla prostituzione minorile, mentre ottengono proprio l'effetto contrario. E' per questo che nella lettera ho ricordato le preoccupazioni del comitato ONU per la CEDAW.
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