sabato 28 aprile 2012

Boicotta l'"utilizzatore finale"

Torno sul blog dopo un periodo molto intenso, in cui ho avuto molte importanti occasioni di approfondimento e riflessione che spero di riuscire a comunicare quanto prima anche su questa pagina.
Qui metto giù una riflessione suggeritami da uno scambio con una mia cara amica, che ringrazio, e che nasce da una certa stanchezza nel vedere il continuo riproporre l'esercizio di vecchi poteri sotto una falsa vernice di novità.

Sempre più spesso nei dibattiti pubblici, in televisione, sui giornali e in Parlamento, gli "utilizzatori finali" (come ama definirli il noto avvocato nella foto) del mercato della prostituzione sono presenti a discettare indisturbati di prostituzione, di prostitute, di ciò che piace a noi donne o non ci piace, di ciò che vogliamo o non vogliamo fare. Sono secoli del resto che gli uomini del potere si sono parlati addosso sulle donne in mille modi, sprecando fiumi e fiumi di inchiostro a insegnarci cosa è buono per noi, come siamo sexy, come siamo belle, come possiamo aver successo, come possiamo essere buone donne di casa, ecc..
Oggi si atteggiano finanche a paladini della nostra libertà e ci vengono a insegnare che la prostituzione e' un libero scambio nel libero mercato della domanda e dell'offerta, che è un'attività "naturale" per noi come per loro lo è l'"utilizzo", ci danno addirittura lumi sulla storia della prostituzione nei secoli (ovviamente guardandosi bene dal nominare il patriarcato che per loro non esiste..).

Sotto la falsa insegna dell'antiperbenismo e della libertà individuale si stanno intanto assicurando - grazie a potenti gruppi di interesse mondiale (come questi) - nuove leggi che li aiutino a "utilizzare" meglio, promuovendo ghetti a luci rosse e  ritorno delle case chiuse, perché sia tutelata la LORO riservatezza (o meglio ipocrisia), la LORO salute (mentre contagiano lavoratrici del sesso, compagne, amanti), il LORO preteso diritto a scegliere donne e ragazze di ogni età, sesso e nazionalità, come fossero prodotti da supermercato.

Questi solo alcuni esempi recenti:
  • Lasse Braun, cliente con interessi affaristici nell'industria del sesso, autore di pilastri del cinema come "Zozzerie di una moglie in calore" intervenuto tra i relatori della Conferenza sulla legalizzazione della prostituzione del 21 aprile. Il suo intervento si può ascoltare nella registrazione della conferenza su Radio radicale. Qui una sua intervista ai margini della conferenza dove - in aggiunta alla violenza sulle schiave, celebrata come grande atto di democrazia di Solone verso i maschi poveri che non si potevano permettere i "servizi" di lusso, celebra anche la pederastia degli antichi.
  • Giuseppe Scaraffia da Augias, di cui ho parlato abbondantemente
  •  I parlamentari di Grande Sud, che propongono una legge di regolamentazione della prostituzione e criminalizzazione delle prostitute di strada (con carcere fino a tre anni). Si atteggiano a paladini della libertà delle donne di prostituirsi, facendo notare che "i costumi sono cambiati". Quali costumi?? Non sembra i loro, visto che difendono come negli anni '50 - e come dal Medioevo e prima del resto - il "vizietto" dei "padri di famiglia" (parole testuali) la cui salute va tutelata. Padri a cui consigliano di buttare le ricevute, per salvare la loro discrezione (o ipocrisia?) dagli occhi di mogli e compagne. 

E' giunta ora di delegittimare questi soggetti e isolarli!!

Se i clienti vogliono parlare, venissero a parlare non delle prostitute, non di noi donne, MA DI LORO. Venissero a spiegare perché cercano il sesso a pagamento quel 60% e più di clienti sposati, e i turisti del sesso perché cercano donne e ragazzine dei paesi più poveri del mondo.
Vengano a raccontarsi coloro che magari stanno male per una "dipendenza dal sesso" o per problemi di relazione misconosciuti da un potere interessato a che gli uomini siano sempre più in massa "consumatori" di sesso e di persone, senza curarsi del benessere di nessuno.

Se non hanno da mettersi in discussione, allora tacciano. Perché la loro malafede, il loro interesse evidente nella faccenda, li priva totalmente di qualunque credibilità.


5 commenti:

  1. splendido articolo, bravissima!
    ci sarebbero tante cose da dire, ma voglio semplicemente citare una frase che ho letto proprio ora da un mio contatto di facebook, che mi ha fatto pensare proprio a ciò che hai scritto:
    "La Democrazia esiste laddove non c'è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi" Rousseau

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  2. Grazie Serena! C'è molto di vero in quanto fai notare. Trovo che ci sia una certa ipocrisia nel liquidare semplicisticamente l'esistenza della prostituzione come un dato di fatto immutabile, occultando il danno di un gravissimo abuso sentito da tantissime donne e ragazze (purtroppo anche bambine)in condizioni di disagio e povertà in tutto il mondo. Tornare a parlare di danno è necessario a mio parere, così come iniziare finalmente a mettere in discussione il modello dominante imposto agli uomini. A quando una rivoluzione sessuale maschile, mi chiedo spesso? Ne vedo la voglia in sempre più uomini e la cosa mi conforta non poco. A presto!

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  3. Carissima Valentina grazie per questa bella pagina e per l'amicizia! Attraverso il tuo blog e molte altre iniziative sul web facciamo sentire le voci di sex workers vittime di abusi da parte di pimps e johns (sfruttatori e clienti). L'interesse degli utilizzatori finali e' quello di far credere all'opinione pubblica che prostituirsi sia attualmente una libera scelta, si vuole cioè ridurre alla tratta (i cui numeri sono spaventosi e vergognosamente dimenticati!) il problema dello sfruttamento di esseri umani. Chi dice che le femministe vogliono invadere il terreno della libertà individuale e inviolabile delle donne fa un grosso errore concettuale: l'interesse del femminismo contemporaneo e' quello di essere dalla parte delle donne tutte: siano esse prostitute, escort (e sulla versione dell'escort c'e' da parlare molto, ci sono moltissime false leggende e la divisione puttana/escort non esiste e' solo l'ennesima discriminazione). La questione invece e' un'altra ed e' quello che distingue un utilizzatore finale da una femminista: il primo pensa al suo interesse personale violento e prevaricatore, la seconda invece lascia la parola alle più deboli e meno rappresentate. Le prostitute che nel mondo cercano di far arrivare la parola attraverso la rete e campagne per la difesa dei propri diritti, contro ogni forma di violenza. Noi vogliamo sentire le loro parole non quelle di chi senza alcun diritto continua ad imporre il proprio dominio. C'e' il tentativo di mettere a tacere sex workers che si organizzano in networks, scrivono libri contro gli sfruttatori (sia uomini che donne nella versione maman sopratutto nei bordelli legalizzati) e i clienti. Questo perché ovviamente va contro la logica del mercato globale dello sfruttamento della prostituzione. Diffondiamo il "Survivor Network", opere come "Girls like us" della ex sex-worker Rachel Llyod, il comitato delle WHISPERS (Women Harm in System of Prostitution) il diario di una call girl dal blog dublincallgirl. Le storie sono moltissime, ma il percorso del femminismo con le prostitute inizia già' negli anni '80 con L'English collettive of Prostitutes che pubblicano storie di prostitute di Lione che raccontano la loro vita di sfruttate in uno scenario di povertà e sopruso. E' importante poi ricordare che perfino nei romanzi che vogliono promuovere un'idea di prostituzione 'glamour' le contraddizioni sono pesanti e illuminanti. Basti pensare a quel passo del diario di una Mahnattan girl dove racconta di dover essere andata al pronto soccorso per una ferita procurata da un cliente violento e dovendo lavorare pure il giorno dopo aver usato un preservativo rosso per nascondere il sangue. Iniziamo a parlare seriamente di utilizzatori finali, senza mogli e compagne forse rivedranno il loro sistema moglie/puttana che gli permette di esercitare il proprio dominio. Da soli non possono farcela.

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  4. Grazie Chiara! Spero di riuscire sempre più a dar conto di ciò che accade sotto il velo dei luoghi comuni e dell'ipocrisia. Certamente ci sono grandissimi interessi perché non si conosca la realtà e noi qui in Italia in particolare soffriamo a mio parere di un'ignoranza particolare rispetto a questi temi. Basti pensare ai materiali che citi e che qui non sono mai stati tradotti né diffusi. Denunciare la "logica dell'utilizzatore finale" è un passo importantissimo a mio parere. Ricordando che tutto ciò esiste perché la domanda esiste. E perché non viene messa mai seriamente in discussione. Questa è l'unica verità incontrovertibile. A prestissimo!!!

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  5. Volevo anche commentare un altro aspetto. Giustamente tu parli di "ridurre alla tratta il problema dello sfruttamento degli esseri umani". E' un punto importante, infatti. Nel mio blog ho cercato sempre di parlare di tratta E di sfruttamento sessuale, per vari motivi: perché non sono solo la forma e le circostanze del reclutamento a determinare la presenza di gravi violenze, abusi, minacce, danni psicofisici, costrizioni da parte di terzi, ecc..nella vita di chi si prostituisce; perché parlare di "scelta" è un terreno molto scivoloso che nasconde centinaia di diverse situazioni di difficoltà e vulnerabilità (e serve a nascondere le vere scelte: del "cliente" e dell'affarista che si arricchisce con la prostituzione altrui) ; perché la stessa tratta è spesso misconosciuta e confusa di fatto con forme di accesso "indipendente" all'industria. La tratta è certo un fenomeno che ha delle specificità, è in forte espansione in tutti i paesi - indipendentemente dalle leggi adottate - e va approfondito. Ma non si può pensare che si tratti di "un'altro pianeta" e che esista una "prostituzione buona" e una "cattiva" da tagliare manicheisticamente col coltello. Dal lato delle diverse categorie di affaristi del sesso, la tratta non è che una forma di reclutamento di nuova manodopera molto conveniente perché nei primi due anni circa c'è un debito da pagare per cui alle ragazze non resta nulla. Lydia Cacho ha visto tante volte ragazze trafficate "appena arrivate" mescolate a donne già da tempo nell'industria del sesso e con un certo grado di "libertà di movimento", tutte sfruttate negli stessi giri. Persino prostituzione adulta e minorile viene spesso mescolata. Chi ama le semplificazioni, in realtà rischia di non vedere la realtà che è molto complessa. O meglio preferisce non vederla per autoassolversi..

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