mercoledì 7 marzo 2012

Una lettera per la Rete delle reti

Pubblico qui la lettera che ho mandato come primo contributo di presentazione del mio lavoro al nuovo portale per una rete delle reti delle donne. Il portale vuole offrirsi come strumento a disposizione per fare rete tra donne (e uomini) interessate alla teoria e pratica antisessista. Un grande contenitore per convidere in modo interattivo elaborazioni, materiali e pratiche. Qui il blog di lavoro provvisorio dove è stata pubblicata anche la mia lettera.

Trovo il progetto di questa rete assolutamente importante e ringrazio di cuore le sue ideatrici. Mi sembra un ottimo strumento per favorire l'avanzamento di un'intelligenza e militanza collettive e coordinate, pur nelle varie diversità individuali che, a mio parere, in un progetto di questo tipo risultano valorizzate e non appiattite.
Sono Valentina e seguo da tempo il mondo dei blog di ispirazione femminista. Da fine 2010 ho aperto il blog Consumabili perché ho sentito l'esigenza di colmare un vuoto che sentivo in prima persona: la mancanza di una riflessione calata nell'attualità sull'industria del sesso e in particolare sulla tratta di donne e bambine a scopi di sfruttamento prostituzionale.
La tratta a scopi di sfruttamento sessuale oggi è di fatto una delle forme più feroci di violenza di genere, eppure almeno nel nostro paese le donne stesse non se ne occupano come dovrebbero. Certo, a subire questa violenza in prima persona da noi sono donne straniere (nigeriane, rumene, albanesi, moldave, cinesi, ecc..) e non donne italiane, ma evidentemente questo non è un valido motivo per non occuparsene. Tanto più che tutto ciò si svolge anche in Italia, sotto i nostri occhi, in strade, appartamenti, locali e centri massaggi presenti sul suolo italiano, che uomini italiani sono quei 10 milioni di clienti della prostituzione di cui si parla, che affaristi e funzionari italiani, nonché i nostri mafiosi fanno parte integrante di questo enorme giro d'affari e ci guadagnano in prima persona. Affari d'oro, già.
Il mio blog è nato dalla lettura di un libro per me illuminante, "Schiave del potere" di Lydia Cacho, giornalista messicana e militante femminista, presidente del CIAM di Cancun (centro di accoglienza per donne vittime di violenza e sfruttamento sessuale), che ha osato sfidare in prima persona il potere politico, economico e mafioso di un paese autoritario come il suo - famoso per le stragi di donne e giornalisti - smascherando con nomi e cognomi il potere che protegge pornografia infantile e tratta di donne in Messico. Lydia Cacho in questo libro (poi in Italia è uscito anche l'autobiografico "Memorie di un'infamia") traccia una rotta delle tratta di donne a scopi di sfruttamento sessuale nel mondo e cerca di metterne a fuoco il funzionamento e l'importanza strutturale che essa - e più in generale l'industria del sesso- assume nel capitalismo globalizzato neoliberista teso alla massimizzazione dei suoi profitti. E' un dato di fatto che negli ultimi anni sono ricomparse convenzioni e leggi sulla riduzione in schiavitù, che sembrava una pagina sepolta nella storia umana.
Ci troviamo ad affrontare un mondo in cui, a fronte dell'ormai sempre più simbolico potere degli stati e delle istituzioni che tutelino i cittadini, il dominio delle grandi lobby d'affari transnazionali è sempre più forte e diretto, insieme all'intreccio tra poteri legali e quelli illegali delle mafie, tanto da non riuscire più a tracciare confini realistici tra legalità e illegalità. Si pensi solo al riciclaggio di denaro sporco e alla corruzione.
I nuovi schiavi sono gli esclusi della globalizzazione, le popolazioni dei paesi stroncati dal debito, debito ed "esigenze del mercato" che tra l'altro stanno cominciando a trasformare purtroppo anche il volto della nostra Europa. Per loro non esistono più i diritti naturali della persona, il ricatto è la povertà estrema, loro vengono letteralmente comprati e venduti. Paesi interi, come la Thailandia, basano ormai gran parte del PIL sulla vendita di donne e bambine all'industria della prostituzione e del turismo sessuale.
Così le donne non sono più soltanto le escluse per antonomasia da istruzione, lavoro e possibilità di indipendenza personale, ma diventano esse stesse la merce che può essere usata per trarre guadagni.
Centinaia di migliaia di ragazzine al mondo arrivano a conoscere prima la violenza sessuale, attraverso la prostituzione forzata, che la loro stessa sessualità, che rimarrà loro spesso sconosciuta per il resto della vita, spesso sono vendute o incoraggiate ad accettare di prostituirsi dalle stesse famiglie. Scusate questa lunga parentesi esplicativa, ma mi sembrava necessaria per farvi conoscere un po' il senso del mio lavoro. Ho deciso semplicemente di approfondire tutto ciò e sto leggendo da un anno e mezzo quasi esclusivamente libri su tratta e prostituzione, perché sono stufa dei luoghi comuni sull'argomento, dell'ignoranza e dei pregiudizi sessisti.
Quello che noto è che si parla sempre di prostituzione centrando il discorso sulle donne, sulla loro scelta libera o non libera. Ma il grande assente dal discorso è il potere che sfrutta la prostituzione, sono i nomi e cognomi che restano sempre nell'ombra, e altrettanto i clienti, i cui comportamenti non sono mai messi in discussione. Le donne per questi signori si prostituiscono da sole per la gioia di farlo, non esistono sfruttatori, non esiste la domanda dei clienti, non esiste la violenza. Troppo spesso gli stessi discorsi femministi sulla libertà di gestire il proprio corpo sono ormai strumentalizzati dagli affaristi del sesso, trafficanti e papponi, per confondere le acque, giustificare i profitti e minimizzare le violenze commesse su donne in difficoltà, spesso giovanissime. Trovo che uno sguardo globale e ascoltare ciò che dicono le donne nei paesi in cui il volto della mercificazione della donna è più feroce e scoperto, ci può aiutare a comprendere anche la realtà che viviamo in prima persona e a smascherare il potere patriarcale, in tutte le sue forme.
Sono certa che il magnifico progetto della rete collettiva ci aiuterà anche in questo.. e concludo dicendo quanto apprezzo che il vostro manifesto sottolinei lucidamente a cosa serve davvero l’antagonismo creato ad arte fra i sessi.

Valentina

Lascio alla vostra riflessione due frasi che mi hanno colpito di un articolo spagnolo che ho letto giorni fa:

La cultura della ipersessualizzazione ha assorbito la storia e il linguaggio delle lotte delle donne per il diritto a rivendicare i propri desideri e necessità sessuali, fino a convertirle in nulla più che oggetti per il divertimento di altri.

Trasformare la sessualità umana in un prodotto di consumo pone la donna in uno scaffale da supermercato, rinforza la divisione delle donne come oggetti e degli uomini come i compratori del prodotto.


1 commento:

  1. Grazie cara Valentina; meglio tardi che mai veniamo a ringraziarti oggi, nei giorni in cui il nostro portale è finalmente in rete. Continua a portarci i tuoi contributi preziosi, su un tema veramente cruciale per tutti. :)

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